In memoria del mio amico Nino Giangaspero
Dolore. Dolore e costernazione. Sofferenza grandissima per
la perdita di un amico fraterno.
La morte di Nino Giangaspero lascia annichilito me e le tante
persone che lo hanno conosciuto quale professionista integerrimo.
Oggi mi sento più solo.
Verranno dopo le considerazioni sulle ultime vicende che lo
hanno visto protagonista sulla stampa e che hanno potuto creare
un clima di critiche ingenerose e gratuite alla sua persona.
Oggi, però, è il tempo del dolore.
Un dolore che si fa acuto al pensiero dei suoi figli e della
sua adoratissima moglie.
Schiacciato da una situazione fisica che lo aveva ridotto a
combattere con la vita, non ha mai perso la voglia di viverla
sino in fondo, mai risparmiandosi, mai venendo meno ai suoi
impegni, mai declinando alle sue responsabilità.
Mi chiedo quanto avrei potuto fare io, da amico.
E’ una domanda che mi seguirà per sempre.
Sappiamo di avere tutti meriti e demeriti, amici e nemici, estimatori
e denigratori.
Abbiamo tutti però diritto al rispetto.
Rispetto che spesso viene a mancare nella lotta politica, abominevole
deriva del confronto civile.
Rispetto che spesso viene dimenticato quando si offrono notizie
su persone delle quali si tiene in nessun conto la dirittura
morale, l’onestà, l’abnegazione.
Oggi, però, il rispetto sembra davvero l’ultima
preoccupazione.
E quando muore un uomo, niente ha davvero più importanza.
Se non ciò che rimane nel nostro cuore.