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Programma triennale delle Opere Pubbliche 2007 – 2009: un intervento dell’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Barletta, Alfonso Ventura
Barletta, giovedì 22 marzo 2007 – “La necessità di adeguare lo schema del Programma triennale delle opere pubbliche 2007 – 2009, con la previsione dell’alienazione di alcuni beni comunali, è stata determinata dalla circostanza che lo stesso era stato adottato con la deliberazione di G.C. n. 45/2006, nel rispetto dei tempi previsti dalla normativa vigente, in data (17/10/2006) antecedente a quella (27/12/2006) di approvazione della Legge Finanziaria, che ha introdotto nuovi meccanismi di calcolo dell’obiettivo programmato per il rispetto del Patto di Stabilità, profondamente innovativi e con limiti più stringenti rispetto a quelli vigenti nel passato.
E’ bene precisare che questa necessità è stata determinata da situazioni contingenti ed imprevedibili e non comporta la svendita del patrimonio comunale, così come strumentalmente affermato da alcuni, bensì ha costituito una responsabile scelta politica.
Volendo semplificare al massimo la normativa sul Patto di stabilità alquanto complessa, che produce vistose difficoltà ed effetti perversi specie per il finanziamento delle spese di investimento, si evidenzia l’impossibilità tecnica di potere attivare nuovi mutui ed iscrivere in Bilancio avanzi di amministrazione per il finanziamento di opere pubbliche. Tanto avviene nonostante l’indebitamento di questo Comune, che è sensibilmente migliorato negli ultimi anni, sia modestissimo rispetto alle possibilità consentite dalla normativa vigente.
Paradossalmente questo meccanismo di calcolo penalizza e pone vincoli più stringenti a carico degli Enti locali virtuosi tra i quali il nostro Comune, che negli anni passati ha sempre rispettato i limiti imposti dal Patto di stabilità, avendo cura di limitare al minimo il proprio indebitamento e provvedendo a finanziare le spese di investimento con entrate proprie o con fondi comunitari. La circostanza, già fortemente penalizzante, ha assunto livelli di maggiore criticità in relazione ad altre situazioni contingenti che hanno determinato la necessità:
- di non potere per il momento disporre, per destinarli al finanziamento di opere pubbliche, dei proventi rivenienti dagli introiti del bando di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica, nelle more che si definiscano le vicende giudiziarie insorte a seguito della sentenza del T.A.R. Puglia n. 3964/2006;
- di rinviare ad annualità successive l’utilizzo dei proventi rivenienti dall’Accordo di Programma Quadro dei ‘Contratti di Quartiere II’ non essendo stati a tutt’oggi firmati i protocolli d’intesa e le convenzioni fra la Regione Puglia, il Comune ed i soggetti interessati.
La mancata disponibilità di queste risorse economiche e le restrizioni imposte dal Patto di stabilità ha posto quest’Amministrazione comunale nelle condizioni di dover operare con responsabilità una delle seguenti scelte:
- eliminare dal programma triennale delle opere pubbliche alcuni interventi strategici di primaria importanza, quali ad esempio l’interramento degli elettrodotti ed il programma di soppressione dei passaggi a livello con la realizzazione di opere pubbliche alternative;
oppure
- reperire risorse finanziarie alternative a quelle disponibili, compatibili con le norme regolanti la nuova disciplina del Patto di stabilità interno,per poterle finanziare.
Ritengo che una pubblica Amministrazione, trovandosi nella condizione innanzi esposta, debba avere il coraggio di fare anche scelte forti ed apparentemente impopolari se le stesse sono finalizzate alla soluzione di problematiche di primaria importanza per la comunità amministrata. Per questa motivazione è stata assunta la decisione di finanziare l’interramento degli elettrodotti nella circoscrizione Barberini – Patalini, il Piano di soppressione dei P.L. ed altre opere pubblichericorrendo all’alienazione di alcuni immobili comunali.
Certo non è stata una decisione presa a cuor leggero, ma è stata senza dubbio responsabile e nella circostanza si è anche tenuto conto:
- dell’attuale condizione di estremo degrado ed improduttiva di alcuni degli immobili interessati;
- degli ingenti costi necessari per il finanziamento dei progetti di recupero funzionale di alcuni di essi, i quali versano in uno stato di abbandono da decenni ed il cui ipotetico recupero, ove fosse possibile, non è oggi finanziabile per i vincoli imposti dalla nuova disciplina del patto di stabilità;
- del principio di continuità amministrativa, considerato che già nella precedente Amministrazione la Commissione consiliare competente aveva espresso parere favorevole alla alienazione di alcuni immobili presi in considerazione con il citato provvedimento,
e dei benefici rivenienti dalla loro alienazione, i cui proventi darebbero quindi la possibilità di raggiungere obiettivi qualificanti per la nostra Città, quali ad esempio il risanamento ambientale di quelle zone del territorio comunale attraversate dagli elettrodotti e condizioni di migliore vivibilità in dipendenza di soluzioni di problematiche annose del traffico urbano con la realizzazione delle opere pubbliche sostitutive previste nel piano di soppressione dei passaggi a livello (si pensi ad esempio agli effetti positivi che produrrà la costruzione del solo sottovia previsto in via Andria).
Sono state queste le motivazioni che hanno determinato la scelta di alienare alcuni beni comunali, difficile da assumere ma per contro dettata da un alto senso diresponsabilità, attraverso la quale comunque viene riaffermata con forza la volontà e l’impegno di questa Amministrazione comunale di dare soluzione a problematiche annose.
Per quanto riguarda le altre considerazioni (vedi: svendita di immobili, possibilità di uno studio e programmazione di recupero degli immobili comunali e di utilizzo degli stessi per altri fini istituzionali) contenute negli interventi sull’argomento effettuati da ex Amministratori comunali, in carica nelle passate amministrazioni con attribuzione di deleghe nella materia che ci occupa, pubblicati a mezzo stampa o con manifesti, ragioni di buon senso mi inducono a non scendere sul piano della polemica personale ed invitarli ad una più attenta ed approfondita riflessione sulla problematica”.
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