IL 14 MARZO NEL CASTELLO DI BARLETTA
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LE DONNE DELLA COSTITUENTE”

Barletta, martedì 11 marzo 2008 - L’Amministrazione comunale di Barletta, nell’ambito del programma celebrativo del 60° anniversario della Costituzione Italiana, avviato con la visita in città del Ministro Vannino Chiti lo scorso 5 marzo, ha organizzato un incontro - nella Sala Rossa del Castello, il prossimo venerdì 14 marzo alle ore 18.00 – per la presentazione del libro “Le donne della Costituente” curato da Maria Teresa Antonia Morelli.
Il programma, preceduto dal saluti del Sindaco di Barletta, Nicola Maffei, annovera i seguenti interventi:
Mariagrazia Vitobello - Presidente Comm. Cons. Cultura e Pubblica Istruzione del Comune di  Barletta
Alessandro MassaiDir. Gen. Fondazione Camera dei Deputati “Le donne, la Costituente, la Costituzione”

Maria Teresa Antonia Morelli - Curatrice della pubblicazione “Le donne della Costituente”, Editori Laterza, collana della Fondazione Camera dei Deputati.

Importante ricordare che il 2 giugno 1946 le donne votano per la prima volta: sono oltre dodici milioni. Un diritto, un adempimento ovvio per la democrazia, eppure una conquista difficile. In precedenza, il 1° febbraio del ´45, un decreto aveva esteso il suffragio alle donne che in alcune regioni avevano già potuto votare per le elezioni amministrative. Ma essere candidate ed esprimersi per i destini della nazione era altra cosa. Paese povero e caotico, l´Italia era rimasta a lungo divisa; quel 2 giugno doveva scegliere tra Monarchia e Repubblica e, contemporaneamente, eleggere l´Assemblea Costituente per disegnare la nuova identità istituzionale. Per le donne il salto è doppio: votano e possono essere votate. All’inizio era stata soprattutto la Dc a premere per il voto alle donne; i comunisti e i socialisti temevano che la Chiesa potesse influenzare le coscienze femminili, ma la valenza di quell’irrinunciabile conquista aveva spazzato via i dubbi. Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi presentarono insieme la proposta sulla quale Ivanoe Bonomi emanò il decreto legislativo. Fino ad allora le donne erano rimaste escluse da ogni dibattito politico.
Il voto era stato reso obbligatorio per iniziativa democristiana, ma l´imposizione non serve: le donne sono contente di votare e accorrono in massa. Già nella primavera di quell’anno erano state elette per la prima volta oltre duemila donne nei consigli comunali. Alla Costituente, su 556 deputati, 21 sono donne: nove DC, nove comuniste, due socialiste e una della lista “L´Uomo qualunque”. Cinque di loro entrano nella “Commissione dei 75” incaricata di scrivere la Carta costituzionale: le DC Maria Federici e Angela Gotelli, la socialista Tina Merlin e le comuniste Teresa Noce e Nilde Iotti. È un momento importante soprattutto dal punto di vista soggettivo. Ci sono tante testimonianze di donne, intellettuali ma anche delle classi popolari e contadine. Tutte ricordano l´emozione provata per aver conquistato un senso di autonomia individuale, fuori dai ruoli. Quel “voto segreto” significava potersi finalmente sottrarre al controllo, alla subordinazione. 
Alla Costituente le elette formano una pattuglia variegata ma compatta e riescono a realizzare una collaborazione trasversale e moderna, per l´affermazione, nella Carta, dei principi basilari di parità. Con un testo ispirato all’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini, “senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali”. E alle “madri” della Costituzione va riconosciuto il merito di aver contribuito in modo decisivo a scardinare la struttura patriarcale della famiglia, con il riconoscimento di pari doveri e pari diritti ai coniugi, primo fra tutti quello di educare i figli. Dal voto alle donne alla Costituzione. Dal diritto di cittadinanza acquisito nasce il seme per l’evoluzione del diritto e del costume che avrebbe, nei decenni successivi, reso possibili tante conquiste di parità e di civiltà.