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FURIBONDA REAZIONE DEL SINDACO ALLE FALSITA’ RIPORTATE DA UN ARTICOLO DELLA GAZZETTA DEL NORD BARESE SUL NUOVO STADIO
Barletta, 3 giugno 2008 - Stupisce e sorprende, evocando anche reazioni stigmatizzate nei confronti del giornalista, la totale distorsione del contenuto delle dichiarazioni espresse dal Sindaco nel corso del C.C. del 29 maggio ultimo scorso.
Stupisce ancora di più in quanto il suo pensiero relativo alle problematiche sullo stadio Puttilli e ribadito in più occasioni nelle riunioni di preconsiglio e di commissioni consiliari congiunte, porgeva giustificazione alla possibile consulenza per uno studio di prefattibilità necessario ad inserire nel piano tiriennale dei ll.pp. un possibile intervento di tipo infrastrutturale ed edilizio.
E il sindaco lo spiega come di seguito:
“Come ho in più occasioni ribadito, lo stadio “Puttilli” sconta oramai da troppo tempo i segni di un invecchiamento che forse viene da lontano (forse dai tempi della sua pur felicemente salutata progettazione e realizzazione). Già da più di dieci anni ci si va avvitando intorno al vano tentativo di adeguarlo alle sempre più vincolanti e penalizzanti normative di sicurezza tese al meglio a minimizzare o, scommessa ancor più premiante, ad evitare i ben noti episodi di inciviltà e teppismo che hanno generato e generano situazioni che nulla hanno a che fare con lo sport.
Ma, ahimè: si aggiusta da una parte, ma ci si accorge che si guasta da un’altra. Le manutenzioni sono sempre, o quasi spesso, effettuate risparmiando per mancanze di risorse; l’assenza di un organico disegno di intervento serve solo a rimediare con qualche rattoppo lasciando immutate le questioni fondamentali legate all’accessibilità, alla ricettività, al parcheggio, al manto erboso, agli spogliatoi, alla adeguata illuminazione, ad una sala stampa che sia diversa da un accampamento di fortuna, alla confortevole sistemazione dei posti a sedere con una visibilità completa del terreno di gioco.
Tutto questo,però, non si consegue con un colpo di bacchetta magica che ponga rimedio a mancanze ereditate dal passato; tuttavia non ci si può esimere dalla necessità di intervenire prendendo atto sia delle numerose sollecitazioni provenienti da tifosi e dirigenti sportivi, sia della maggiore attenzione e partecipazione della città alla vicende del Barletta Calcio.
Lo stadio è vecchio, - ma ripeto e sottolineo - sta bene dov’è, sposando appieno la rivendicazione dei residenti dei fabbricati che lo circondano che, giustamente, non rinunceranno nè dovranno rinunciare mai a quell’armonioso equilibrio che permette loro di godere di aria buona, sole e grande spaziosità.
E’ quindi opportuno, e vi si sta lavorando, pensare ad un programma complesso.
Non è possibile ipotizzare di promuovere iniziative di project financing tese a realizzare fabbricati, ove ora c’è lo stadio, ed uno stadio nuovo in una zona decentrata rispetto al centro edificato. E’ invece possibile ipotizzare un programma complesso che, a partire dall’area dell’ex distilleria sino a coinvolgere l’intero isolato che ospita le strutture sportive di questa città, mutuando l’ipotesi di un progetto di finanza che affianchi il ricorso al credito sportivo, consenta:
1) Il completamento dei lavori dell’orto botanico (1° e 2° lotto);
2) Il rilancio delle opportunità di recupero degli, ormai purtroppo cadenti, immobili della ex Distilleria con nuove formule e nuove destinazioni possibili;
3) La definizione degli adempimenti che prevedano quanto prima la realizzazione della prima piscina comunale;
4)Il progetto organico di un nuovo stadio (frutto della demolizione e ricostruzione programmata di quello esistente, nello stesso identico posto) completo di ogni accessorio ed ogni comfort per una capacità di 20-25mila spettatori;
5)La sostenibile realizzazione di attività commerciali e/o di strutture residenziali, (anche tipo foresteria per gli atleti ospiti);
6)L’utilizzo e rilancio dell’attuale parcheggio comunale;
7)Il completamento delle strutture del Palazzetto “Borgia”, recentemente restituito allo sport.
Il tutto in un “unicum” che segua la logica degli stadi di ultima generazione, quando inseriti in un contesto edificato.
Uno stadio di tali capacità e caratteristiche potrebbe a pieno titolo assumere valenza sovracomunale anche per ospitare partite di serie superiore.
Una tale ipotesi, tuttavia, potrebbe richiedere qualche anno per la sua attuazione, e, pertanto, insieme a queste iniziative di evidenza pubblica da attivare si vuole puntare su una programmazione che permetta nel raggiungimento dell’obiettivo finale (cioè il nuovo stadio) che contemperi interventi parziali progressivi che non precludano l’attività calcistica e partecipativa dei tifosi nel corso del prossimo o dei prossimi campionati ( una demolizione e ricostruzione in più fasi non ne interromperebbe le funzionalità per atleti e tifosi).
Oggi, non è più possibile pensare a cattedrali nel deserto con stadi realizzati in cittadelle sperdute, ma è necessario cercare di rivedere le scelte già fatte valorizzando l’esistente in maniera adeguata a nuove necessità.
Questo e solo questo è il senso e la giustificazione connessi al possibile affidamento dello studio di prefattibilità di cui innanzi. Tutte le altre valutazioni e prese di posizione sono, purtroppo , da bar e da marciapiede”.

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