LE PROSPETTIVE DEL PORTO DI BARLETTA

Giovedì 10 febbraio 2011 - I contributi offerti negli incontri delle recenti giornate di studio consumate ad Andria e Barletta (la prossima si terrà a Trani) sulle radici storiche, economiche e giuridiche dei territori della nuova Provincia hanno confermato, laddove ce ne fosse stato bisogno, come non solo la centralità politica, ma anche economica e produttiva del nostro territorio e la ricchezza delle grandi famiglie che lo hanno popolato si fondassero sullo sfruttamento continuo delle produzioni della Terra murgiana e del tavoliere e del commercio dei beni agricoli attraverso il mare, quando non addirittura sulla potenza economica raggiunta attraverso processi di ascesa ed emancipazione familiare propri di economie agricole saldamente legate al rapporto con la Corona. In tale contesto, il Porto di Barletta, fondamentale snodo commerciale sin dalla fondazione della città, svolse sicuramente sin dal XII secolo un ruolo centrale, in aggiunta a quello politico ed amministrativo, nel favorire questi processi.
Fu, infatti, porto di transito per i pellegrini che intraprendevano il viaggio verso la Terrasanta e la Crociata, ma anche approdo significativo per quanti, fiorentini, senesi, veneziani, genovesi, ragusei e catalani, compravano i grani del Tavoliere per venderli nei mercati internazionali.
Visse poi il primo ampliamento ed il prolungamento dell'Isola verso Oriente, con Carlo II d'Angiò, nel 1300, mentre nel secolo XV Ferdinando I d'Aragona ordinava i lavori di consolidamento del molo.
Agli inizi del Cinquecento Spagna e Francia se lo contesero, anche per il possesso del grano di Capitanata, combattendo una lunga e sanguinosa guerra nel corso della quale la Disfida di Barletta ne rappresentò un evento significativo.
Successivamente nel secolo XVIII Carlo III di Borbone dispose che l'esportazione di tutte le merci avvenisse solo dal Porto di Barletta introducendo la figura amministrativa dell'Ufficio di Portulanato, che sovrintendeva le attività dei porti pugliesi, anche sulle vertenze di tipo penale, insediandolo a Barletta nel Palazzo Gentile, oggi sede del Banco di Napoli.
Nel 1798 Barletta veniva dichiarata "stazione navale", mentre nel 1807 per volere di Giuseppe Napoleone, veniva costruito il Faro.
L'apertura del Canale di Suez (novembre 1869) sollecitò gli amministratori dell'epoca a procedere all'ampliamento del Porto per poter governare anche i traffici verso l'Asia ovviando alla circumnavigazione dell'Africa. E nel 1880 il Ministro Alfredo Baccarini presenziò alla inaugurazione dei lavori del Nuovo Porto.
I lavori, completati nel 1889, non permisero, tuttavia, di ovviare - già da allora - ai fenomeni d'insabbiamento per le correnti che trasportavano i detriti provenienti dall'Ofanto.
Nel 1963, pur attestando un vissuto storico di grande rilevanza e valori notevoli nelle quantità di merci movimentate (in quell'anno raggiunsero le 454 mila tonnellate), non le veniva riconosciuta l'elevazione dell'Ufficio Circondariale Marittimo a Compartimento Marittimo, che invece veniva attribuita a Molfetta. A nulla sortirono le vibrate ed accese proteste dell'intero Consiglio comunale, cui fece seguito, ben tre anni dopo, il solo riconoscimento di "porto statale di 2a categoria , 1a classe".
Sono trascorsi da allora quasi cinquant'anni e la Città non ha mai smesso di perseguire questa sua legittima ambizione, rafforzata oggi dall'essere l'attracco di riferimento della nuova Provincia Barletta Andria Trani. In forza di tali e tante ragioni é stata pertanto rinnovata richiesta (29 settembre 2010) al Comando Generale delle Capitanerie di Porto d'Italia, coinvolgendo anche il Presidente della nuova Provincia.
L'acquisizione del rango di Capitaneria di Porto (presente invece negli altri porti di interesse statale) comporterebbe l'acquisizione di alcune competenze amministrative soprattutto in materia di:

  • “gente di mare” (i marittimi residenti nei Comuni di competenza dell'Ufficio Circondariale Marittimo di Barletta che vogliono iscriversi nelle matricole della gente di mare, per ottenere un impiego a bordo delle navi, devono rivolgersi alla Capitaneria di Molfetta);
  • pesca (attualmente tutte le imprese di pesca devono iscriversi presso la Capitaneria di Molfetta, che gestisce le pratiche di tali imprese pur se residenti nella BAT);
  • security portuale (i piani di sicurezza portuale sono redatti e controllati dalla Capitaneria di Molfetta).

Il territorio di Barletta, per l'autorità marittima, riveste infine importanza anche in materia di sicurezza della navigazione e di ricerca/soccorso in mare.
Il 18 gennaio scorso, ricevuti a Roma  presso il COGECAP (il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto) dall'amm. Marco Brusco, accompagnati dall'amm. Stefano Vignani (Comandante del 5° Reparto) per il tramite del sig. Emanuele Lombardi (nostro concittadino e suo amico personale per intercorse vicende connesse alle attività svolte nell'ambito della Marina Italiana), io ed il Presidente Ventola siamo stati accolti con molta cordialità ed ascoltati con molta attenzione.
Nel corso del colloquio che ha permesso di meglio rappresentare il ruolo del nostro porto é stata consegnata ampia documentazione afferente sia alla storia passata (che lo ha visto riferimento principe nel Regno di Sicilia), che alle vicende recenti che lo vedono: dotato di Piano Regolatore approvato nel 1978; appartenere alla Autorità Portuale del Levante con Bari e Monopoli dal novembre 2007; registrare traffici che raggiungono il milione e quattrocentomila tonnellate annue; pronto a dotarsi di nuove infrastrutture - come il prolungamento del molo di tramontana -  progettate nel 2008 ed approvate dal Consiglio comunale, scontando anche il parere favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ed oggi inserite nel programma delle infrastrutture della Regione Puglia; oggetto di grande interesse da parte di una società spagnola, selezionata nell'ambito di conferenze di servizio svoltesi nel 2009, per la realizzazione di un approdo turistico da 730 posti barca in acqua e, infine, in attesa dei risultati sulla caratterizzazione del rifiuto per dare corso entro l'anno alle operazioni di dragaggio per riportare i fondali a quota - 9.50.
Ha fatto piacere apprendere, nel corso del colloquio, che la mamma dell'amm. Brusco ha avuto Barletta come città natale alla quale riserverà, anche per l'invito che gli abbiamo rivolto, momenti di conoscenza in occasione di una sua prossima visita.
Necessita aggiungere che al termine dell'incontro é stata espressa da entrambi (Sindaco e Presidente) piena soddisfazione per l'accoglienza ricevuta e profonda fiducia per possibili favorevoli esiti della richiesta.
Ai successivi contatti avviati con referenti del COGEFAR risulta a tutt'oggi che l'ambito e sperato iter procedurale é stato avviato e, quanto prima, saremo, unitamente al Commissario dell'Autorità Portuale (Francesco Mariani), alla Direzione Marittima regionale (amm. Giuffré) e Circomare Barletta (ten/v Marco Marinelli), utilmente coinvolti.

Intanto, dando seguito all'incontro romano, il COGECAP, attraverso il Comandante Generale Amm. Marco Brusco, in data 7 febbraio 2011, rende noto che <<Facendo seguito agli esiti dell'incontro svoltosi presso la sede di questo Comando generale, si conferma che la Direzione marittima di Bari e l'Ufficio Circondariale marittimo di Barletta sono stati formalmente incaricati di fornire gli elementi e la documentazione necessari per consentire la predisposizione dello schema di decreto del Presidente della Repubblica di elevazione da inoltrare all'Ufficio legislativo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, per la rituale, conseguente, istruttoria>>.
La visita, inaspettata ma gradita, del sig. Ministro Altiero Matteoli ci porta a rivolgere a Lui l'accorato invito a seguire la vicenda, nell'ambito delle sue competenze, al fine di assicurare certezze nel prosieguo delle istruttorie che vedano quanto prima e, finalmente, coronare sogni mai riposti nei cassetti.

  Ing. Nicola Maffei, Sindaco di Barletta