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L’ASSESSORE RICATTI RISPONDE AL GARRONE
Barletta 10 ottobre 2012 – In riferimento alla pubblicazione su alcuni media del documento sottoscritto da docenti ed educatori dell’istituto “Garrone” di Barletta, nel quale si accusa di incapacità ed insensibilità l’Amministrazione Comunale, l’Assessore ai Servizi sociali e alla Pubblica istruzione, Lucia Ricatti, ha reso noto quanto segue:
“Dispiace constatare le modalità di coinvolgimento di categorie socialmente tutelate a sostegno dell’improvvida situazione in cui versa il Garrone, il cui dirigente dovrebbe essere più cauto nell’usare la disabilità per attaccare l’Amministrazione comunale.
Prima di entrare nel merito della risposta, è opportuna una premessa: gli edifici degli istituti scolastici superiori sono in carico all’Ente provincia e non al Comune. Non per nulla la Provincia ha trovato una soluzione al problema in quanto di propria competenza.
Certamente l’istituto in questione aveva condiviso nell’anno scolastico 2011/2012, solo temporaneamente e a livello sperimentale, due aule della succursale della scuola media Dimiccoli, riconsegnate alla fine dell’anno scolastico per soddisfare le inderogabili esigenze della succursale Dimiccoli oggi accorpata con il 4° Circolo didattico San Domenico Savio al fine di formare un nuovo istituto comprensivo.
Anziché scomodare la Carta delle Nazioni Unite, i firmatari del documento ben avrebbero fatto all’attenersi ai parametri per la formazione delle classi fissati dal regolamento approvato con DPR n°82 del 20 marzo 2009 sul dimensionamento della rete scolastica e il razionale utilizzo delle risorse umane della scuola.
Non solo. La circolare n°110 del 29/12/2011, avente ad oggetto le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2012/2013, dispone che: le domande di iscrizione sono accolte entro il limite massimo dei posti complessivamente disponibili nella singola istituzione scolastica, limite definito sulla base delle risorse di organico e dei piani di utilizzo degli edifici scolastici predisposti dagli Enti locali competenti. Resta inteso, comunque, che l’Amministrazione scolastica deve garantire in ogni caso, soprattutto per gli alunni soggetti all’obbligo di istruzione, la fruizione del diritto allo studio attraverso ogni utile forma di razionalizzazione e di indirizzo a livello territoriale.
Dunque, mentre correttamente il nuovo istituto comprensivo (comunale) ha accolto domande proporzionate e coerenti al piano d’utilizzo dei propri edifici scolastici, la stessa cosa non è stata osservata dal “Garrone” che ben poteva (e doveva) evitare, con un momento di preventiva riflessione, la formazione delle due nuove prime classi e contenere la propria popolazione scolastica nei limiti fisici degli spazi a propria disposizione.
E’ doveroso ricordare che nei diversi incontri tenutisi nel corso dell’estate, indetti dalla Provincia e finalizzati a trovare una soluzione alla carenza di aule del Garrone, il Comune e l’istituto comprensivo San Domenico Savio hanno più volte ribadito l’impossibilità a poter cedere le sei aule poste al piano terra di via Casale, di proprietà comunale e attualmente utilizzate dalla scuola secondaria di I grado della San Domenico Savio, sia perché l’istituto non ha altre aule disponibili e sia perché il Comune non dispone nella zona di utenza del Garrone di altri immobili da utilizzare.
Ora che la questione è risolta con la concessione di 6 aule del “Nervi” da parte della Provincia (lo ricordo ancora, unico ente competente sugli immobili delle scuole superiori) non si possono imputare al Comune le responsabilità delle problematiche connesse alla disabilità in particolare delle barriere architettoniche presenti, proprio perché il Comune non è l’istituzione che può operare su detti edifici.
Spiace che il dirigente del Garrone abbia fatto di tutta la vicenda una questione di “disattenzione” del Comune verso i problemi del suo istituto e, soprattutto, verso gli studenti diversamente abili.
Non è così e non rientra nella cultura e nel modus operandi di questa Amministrazione.”

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