MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PER LE CELEBRAZIONI DEL 70° ANNIVERSARIO RESISTENZA

Barletta 12 settembre 2013 – Il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Enrico Letta, ha inviato il seguente messaggio al sindaco di Barletta, Pasquale Cascella,  in occasione della cerimonia commemorativa della  Resistenza di Barletta all’occupazione tedesca .

Vorrei porgere un sentito saluto ai cittadini di Barletta e al Sindaco Cascella, in occasione della solenne commemorazione della ribellione all’occupazione nazista. Davanti agli eventi e alle sensazioni dell’8 settembre 1943, il giurista Salvatore Satta parlò del “De profundis” della nostra nazione, in pagine disperate che rievocano lo smarrimento di quei giorni e che sono note fra l’altro per la controversa espressione “morte della patria”, richiamata dal presidente Napolitano al Quirinale nel ricevere per questo settantesimo anniversario una rappresentanza del Comune di Barletta.
 La stessa attenzione che dedichiamo all’Italia smarrita dell’8 settembre, talvolta con una certa “mistica dello smarrimento” – come se l’8 settembre fosse una condizione indelebile, un “destino” degli italiani – deve guidare la nostra incessante valorizzazione della capacità di reagire di tanti nostri connazionali, da cui germogliò la Resistenza.
L’esercizio della memoria è un lavoro fondamentale che va compiuto negli archivi e nelle scuole, in un confronto costante con le generazioni più giovani. Per questo mi fa molto piacere che, dopo l’approvazione del decreto “L’istruzione riparte” nel Consiglio dei Ministri e prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, durante la cerimonia odierna, alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso e del ministro della Difesa Mario Mauro siano consegnate le borse di studio per i giovani intitolate alla memoria della professoressa Maria Grasso Tarantino proprio per la passione con cui condusse le sue ricerche sull’armistizio a Barletta.
Il 12 settembre di Barletta ci racconta il rifiuto delle truppe naziste da parte dei barlettani e la reazione barbara che strappò le vite di dieci vigili urbani e due netturbini. Fu il primo eccidio per rappresaglia messo in atto dai nazisti in Italia all’indomani dell’armistizio. La vicenda di Barletta rappresenta quindi, anche a settant’anni di distanza, una risposta di altissimo valore civile a chi vorrebbe indulgere nell’autocommiserazione e suonare il “De profundis” per il nostro Paese.
Barletta ci ricorda che l’Italia era ed è viva, e che la sua vita dipende da noi”.

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