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Il sindaco Cascella sulla decisione del Consiglio regionale pugliese
relativa ai quesiti referendari sui tagli dei Tribunali
Barletta, 23 luglio ’14 - La decisione del Consiglio regionale pugliese, in seduta straordinaria, di aderire ai tre quesiti referendari promossi dalla Regione Abruzzo per richiedere l’abrogazione della legge che sopprime le sedi di alcuni tribunali, determina una condizione inedita del complesso e contrastato percorso che ha portato anche alla chiusura della sede distaccata del Tribunale di Barletta. C’è un nuovo pezzo di strada da compiere prima che diventi operativo il ricorso che la Regione Puglia propone insieme alle Regioni Abruzzo, Sicilia, Campania e Basilicata, per l’avvio delle procedure finalizzate all’abrogazione: il Parlamento, infatti, potrà ancora intervenire e correggere il tanto discusso provvedimento, in modo che risponda effettivamente agli obiettivi di contenimento della spesa ma anche di efficienza del sistema giustizia perseguiti a suo tempo dalla spending review.
E’ una opportunità che mi auguro sia responsabilmente colta. Barletta - come è stato opportunamente ricordato anche nel dibattito all’Assemblea regionale dei consiglieri del nostro territorio - si è espressa da tempo con coerenza e rigore in tal senso, mettendo comunque a disposizione per finalità giudiziarie una struttura realizzata proprio a tale scopo, considerando l’immobile dell’ex sede distaccata non solo funzionale alla prosecuzione delle attività giudiziarie dell’Ufficio del Giudice di pace ma parte integrante del Tribunale di Trani e, quindi, del pieno ed efficiente esercizio della giustizia nel territorio della Provincia policentrica di cui Barletta è capoluogo insieme a Trani e Andria, città distanziate tra loro da pochi chilometri e con un numero complessivo di abitanti equivalente a quello di una città metropolitana.
Una tale soluzione non avrebbe tolto, e non toglierebbe, niente a nessuno. Anzi, consentirebbe di liberare strutture necessarie per una adeguata operatività dello stesso Tribunale di Trani. L’iniziativa referendaria della Regione Puglia dà ora al Governo e al Parlamento l’opportunità di riconsiderare anche questa proposta che potrebbe diventare un buon esempio per una legge che eviti la conta referendaria perché rispettosa degli obbiettivi di funzionalità, di efficienza e di risparmio che vanno comunque perseguiti insieme alla garanzia del presidio di legalità nel territorio.

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