Comune di Barletta - La Città della Disfida

comunicato

INTERVENTO DI SALUTO DEL SINDACO PASQUALE CASCELLA
ALLA PRESENTAZIONE DEL BILANCIO SOCIALE DELLA PROVINCIA BAT

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Vorrei anzitutto salutare quanti rappresentano la storia dello straordinario patrimonio culturale, artistico e ambientale della Provincia di Barletta Andria Trani e assicurare loro che sentiamo il dovere - tutti, è bene dirlo subito, con grande chiarezza e forte determinazione - di preservare, quale che sia l'esito del complesso iter parlamentare della riforma costituzionale che dovrebbe determinare il definitivo superamento delle Province, nel divenire delle autonomie locali.  Fino a quel momento, le Province resteranno una struttura essenziale dell'ordinamento statuale, e come tali vanno considerate e rispettate. Ce lo hanno ricordato anche gli studenti che ci hanno messi di fronte all’ennesima emergenza sociale. Comprendiamo le loro motivazioni e diciamo loro che compito delle istituzioni  è conciliare non contrapporre le diverse ragioni. Di qui il comprensibile rammarico per l'intervento legislativo che prematuramente ha sottratto ai cittadini elettori il potere di scegliere direttamente i propri rappresentanti al governo di funzioni essenziali per la coesione economica e sociale di vitali comunità. Ancor più in questa Provincia, la più giovane tra quelle istituite nel nostra paese, ma pregna di storia e di passione civile.
Credo che il teatro Curci di Barletta, dove ci ritroviamo per la presentazione del bilancio sociale del primo e unico Consiglio provinciale democraticamente eletto, abbia conosciuto nel tempo diverse "rappresentazioni" dell'aspirazione popolare all'autonomia e all'autogoverno della Valle dell'Ofanto. 
Gli storici fanno risalire questo anelito già al Medioevo. Ma senza andare così indietro nel tempo, sentiamo di dover onorare simbolicamente il debito di riconoscenza nei confronti dei nostri concittadini che persero la vita nei moti popolari del novembre 1931 quando una contesa sul monumento alla Disfida, che si voleva destinare a una piazza di Bari, fu repressa su ordine dei gerarchi fascisti proprio per la sua natura di rivendicazione territoriale e di opposizione al regime autoritario.
Analoghe prove di volontà democratica e di riscossa civile sono state affrontate dai Comuni a noi vicini. A Trani, ad Andria, in altri Comuni, anche se a volte come competizione tra campanili. Ma abbiamo appreso la lezione. Non a caso lo sbocco e' stata la Provincia policentrica, più unica che rara nel panorama nazionale. Il risultato acquisito, le idee e i sentimenti che hanno forgiato la storia poliedrica e plurale di questo territorio, come se non più di una area metropolitana, non si possono mettere da parte con il comma di una norma burocratica. Ci si chiede di più, non di meno.
Non si cancella, insomma, il contributo che le nostre comunità hanno offerto alla identità e alla vocazione di questo territorio.
Sappiamo cosa è l'acronimo BAT - e il bilancio sociale della Provincia lo conferma - e ci riconosciamo tutti in questa entità istituzionale per aver potuto vivere con pari dignità i bisogni, le attitudini, i beni culturali, le capacità produttive e sociali che uniscono le nostre comunità e formano un patrimonio al servizio del Mezzogiorno e del paese.

E' significativo che il prof. Carmine Viola, nel tracciare il "profilo etico e di legittimità" del rapporto che in questi anni l'istituzione Provincia è andato costruendo con la collettività abbia voluto richiamare il pensiero di un nostro concittadino, Paolo Emilio Cassandro, presentato come "illustre maestro dell'economia aziendale", che - cito - "in un quadro storico decisamente diverso da quello attuale e con grande forza innovativa, affermava che l'attuazione dei processi di erogazione nell'ambito della Pubblica amministrazione deve caratterizzarsi per la presenza di un agire rispettoso del principio dell'economia".
Se è questo che ci si chiede con la spending review, non ci tiriamo certo indietro. Possiamo solo aggiungere che la Costituzione repubblicana indica ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane, alle Regioni e, quindi, allo Stato nel suo complesso, anche i principi di sussidiarietà e perequazione con cui "promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale", "rimuovere gli squilibri economici e sociali" e "favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni".
Questo ci chiedono i ragazzi che stanno formano il loro e il nostro futuro di comunità. Questo compito resta integro, scolpito nelle leggi della convivenza civile, e andrà portato a compimento giorno dopo giorno in questa nostra terra.

 

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