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PARCO DELL’ASSE ATTREZZATO: UNA VISITA DI STUDIO E CONOSCENZA,
L'incontro sarà aperto dai saluti del Sindaco Pasquale Cascella, dell' Arch. Azzurra Pelle, Assessore alle Politiche del Territorio del Comune di Barletta e dell' Arch. Giuseppe D'Angelo, Presidente dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Barletta Andria Trani. Durante il corso dei lavori del Convegno interverranno l'Arch. Prof. Michele Beccu (ABDR Architetti Associati) che analizzerà alcuni esempi di sperimentazioni progettuali in Puglia di spazi pubblici; l'Arch. Filippo Raimondo (ABDR Architetti Associati) che mostrerà particolari spazi pubblici progettati e realizzati a Roma, Firenze e Casablanca; l'Arch. Francesca Calace (Politecnico di Bari) che affronterà il tema della rigenerazione urbana e del contesto locale; l'Arch. Giuseppe Matarrese (Studio Matarrese), progettista con lo studio ABDR del Parco dell'Asse Attrezzato della 167, che presenterà il progetto con particolare attenzione alle fasi realizzative e ai lavori in corso. Fare spazio, creare ambienti, risparmiare energia, sorprendere e accogliere sono le basi fondamentali del progetto: la soluzione prescelta per la sistemazione a Parco dell’Asse Pedonale dell’area “Intersettore” discende dalla necessità primaria di innescare un processo di “misura” del vasto spazio urbano, racchiuso dalla sequenza di edifici della seconda variante del Piano di Zona del Comune di Barletta. Il progetto si basa sulla ripetizione di una serie di invasi spaziali – un sistema di piazze – che conferiscono domesticità, consuetudine e appropriatezza ad uno spazio che, essendo lungo e stretto, è per sua natura difficilmente percepibile nella sua unità. Si fa anche riferimento al momento fondativo di questa parte di città, riproponendone la ricomposizione urbana attraverso l’uso di categorie dell’architettura note e riconoscibili: la strada, la piazza, il viale, la presenza minuta del commercio e di piccole imprese artigianali. “Condizioni, queste, assai rare da raggiungere - sostiene l’architetto Giuseppe Matarrese - soprattutto se si ha a che fare con lo spazio pubblico. Insomma, ciò che bisogna conquistare, è uno stato di ‘grazia’ che si ottiene soltanto nel momento in cui la collettività si riconosce nello spazio che la ospita, nell’angolo di mondo in cui l’individuo vive. Anche a questo serve la consapevolezza del passato, e il recupero di una memoria, come può esserlo quella delle ‘sette rue’, ma non soltanto, perché questo patrimonio va arricchito con un nuovo materiale, con un’ulteriore elemento, quello dell’innovazione e della diversità architettonica. Una diversità che si ottiene attraverso la sperimentazione di altre figuratività. Insomma bisogna andare alla ricerca dell’eterno ‘nuovo’, così come esso ci viene dato e tramandato dalla Storia”. |