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INTERVENTO DEL SINDACO CASCELLA PER IL GIORNO DELLA MEMORIA
Riflettiamo su questo compito, nei termini con cui lo stesso legislatore si e' espresso. Al centro dell'attenzione e' posta la Shoah, la più orribile delle tragedie umane perpetrata contro il popolo ebraico in nome della purezza della razza ariana, ovvero di un altro popolo. Altrettanto dolorose sono state altre realtà storiche, come la persecuzione degli zingari, tra cui i rom e i sinti del nostro paese, che pure stentano a essere adeguatamente comprese nell'opera di conoscenza e di divulgazione. E merita di essere meglio indagato il sacrificio di "militari e politici italiani", a cui va il riconoscimento del paese che allora e' stato - e la stessa legge ci impone di ricordarlo - corresponsabile di "un tragico e oscuro periodo della storia". Siamo qui, insomma, per dire "mai più". Lo diciamo a quanti di noi ormai volgono all'età più matura e vivono di ricordi e per i ricordi. Lo dice la testimonianza di Ruggiero Morgese - a cui, come al nipote di Matteo Stasi, oggi consegnano il riconoscimento che la nazione ha attribuito agli italiani militari internati - di quanto disumano fu il trattamento inflitto nei campi di prigionia a uomini e donne che non si piegarono alle vessazioni del freddo e della fame né accettarono l'umiliazione del vassallaggio allo straniero. Mantennero la dignità della propria identità, la coerenza con le proprie idee, la fedeltà al proprio giuramento di servizio alla nazione, stringendo una ideale catena di solidarietà con quanti, come i 12 vigili urbani trucidati e i giovani militari e i loro ufficiali al comando del colonnello Francesco Grasso rastrellati a Barletta, riscattavano l'onore di una Patria abbandonata alla mercé del nemico. La memoria che, in queste occasioni, si consegna alle nuove generazioni non è soltanto trasmissione di sentimenti e di emozioni, come quelle che ci giungono dalle musiche che si levavano in quei campi di concentramento, grazie alle preziose ricerche condotte dal maestro Lotoro tra i sopravvissuti all'olocausto. Da una parte c'e' un patrimonio morale universale. Dall'altra c'e' l'orrore per i soprusi commessi da uomini non contro altri uomini ma contro se stessi. A scuola si ha modo di studiare le struggenti pagine di Primo Levi sulla propria sorte nel campo nazista: "Se questo e' un uomo...". Ecco, allora, cosa non dovrebbe più accadere: negare all'uomo la sua natura, l'essenza stessa della vita. Eppure continua ad accadere, in tanti angoli di questo mondo globalizzato, che l'uomo rinneghi la propria umanità. Accade ancora in nome di una religione o di una ideologia, di una razza, di un clan, di un interesse quale ne sia la natura e la ragione. Accade dall'altra sponda del Mediterraneo, e su frontiere che non sono più solo nostre ma dell'intera Europa. Accade ancora in queste ore con ignobili provocazioni antisemite. Se ci pensiamo bene, arriva ad accadere anche qui, intorno a noi, fin quasi davanti all'uscio di casa, con episodi di intolleranza, di discriminazione, di violenza, anche - perché no - di bullismo e persino di indifferenza per chi soffre condizioni di marginalità. Non dobbiamo solo rendere omaggio alle vittime del passato ma costruire passo dopo passo un futuro di pace e di libertà. Parliamo, dunque, dell’oggi, delle questioni grandi e piccole della vita quotidiana ciascuno di noi e' chiamato a scegliere. A scegliere da che parte stare. Si deve poter scegliere con la consapevolezza di quanto sia costato conquistare, difendere e mantenere vivi i valori di libertà che sostengono la nostra vita democratica. Questo e', allora, il senso più vero della memoria che oggi vi è affidata: ritrovarci insieme, sempre, dalla parte giusta della storia . E' la storia che ha consegnato alla città di Barletta le medaglie d'oro al valore militare e al merito civile. Da oggi, care ragazze e cari ragazzi, fate in modo che siano anche le vostre medaglie”.
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