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comunicato

IL SINDACO DICE “NO” ALLA DISSOLUZIONE
DEL PATTO TERRITORIALE NORD BARESE OFANTINO

Barletta, 16 aprile 2014 – Non si può restare indifferenti alla fuoriuscita dal Patto Territoriale Nord Barese Ofantino di un altro Comune: dopo San Ferdinando, ora anche Trinitapoli. La  diversa caratterizzazione delle due Amministrazioni induce a ritenere che le cause non siano di convenienze politiche ma investano problemi di fondo, da affrontare quindi con spirito condiviso e visione programmatica prima che ci si riduca a discutere di conti da rifare, di risorse umane da salvaguardare e di strutture da sottrarre alla liquidazione.

Purtroppo, si è già perduto tempo prezioso – è dal 7 novembre 2012 che la Conferenza dei sindaci aveva dato mandato al Presidente pro tempore di formulare una proposta di riorganizzazione – ma, come suol dirsi, non è mai troppo tardi se si vuole recuperare il ruolo tradizionalmente assolto dal Patto Territoriale con un deciso processo di riconversione istituzionale e di riorganizzazione funzionale alle trasformazioni in atto nel sistema pubblico locale.

Il Patto era nato per sostenere l’obiettivo della Provincia, poi raggiunto con la costituzione di un ente dal carattere policentrico con denominazione di Barletta Andria Trani. Da allora si sono fatte strada altre forme di collaborazione tra i Comuni, in relazione ai compiti delle Aree Vaste, assunte sempre più come riferimento diretto dell’Europa, del Governo nazionale della Regione per la nuova programmazione. Non solo: all’Area Vasta 2020, di cui il Comune di Barletta è capofila, si accompagnano numerose forme associative nei più diversi ambiti – dalla gestione dei rifiuti al gas, dalla rigenerazione urbana alle politiche sociali, dall’agricoltura al turismo culturale – in cui anche altri enti locali assolvono a funzioni di capofila, ma tutti costretti a misurarsi con le difficoltà determinate dalla scarsità di risorse umane, strumentali e finanziarie.

Si può, allora, rilanciare il Patto Territoriale come braccio operativo, anche per le competenze e le esperienze che al suo interno si sono formate, delle diverse funzioni di un'unica forma associativa dei Comuni, anziché lasciare consumare l’agonia di una struttura che ormai si sovrappone alle composite articolazioni degli enti che l’hanno costituita?

Di qui l’esigenza, che i rappresentanti del Comune di Barletta hanno posto con forza,anche in sede di Patto Territoriale, di un processo di razionalizzazione e di efficientamento dell’insieme delle convenzioni e dei programmi tra i Comuni dell’area, per superare i limiti della dispersione con una visione programmatica delle nuove prospettive di lavoro comune. Tanto più urgente a seguito del processo di trasformazione della Province in enti da primo a secondo livello. Si tratta, insomma, di raccogliere tutte le funzioni attualmente disperse e riconvertirle in una struttura finalizzata allo sviluppo comune del territorio.

L’auspicio, quindi, è che nella prossima assemblea del Patto Territoriale si possano finalmente superare le resistenze e i conservatorismi che di fatto hanno impedito di procedere su un cammino già da tempo obbligato, per dare sostanza programmatica e consistenza giuridica all’urgente progetto di riorganizzazione, rilancio e innovazione.

Non ci possiamo permettere altre defezioni, contraddizioni e men che meno contrapposizioni. Bisogna, anzi, recuperare al più presto una collaborazione istituzionale piena e coesa tra tutti i Comuni della Valle dell’Ofanto.

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