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IL SINDACO CASCELLA PRESENTA LA DELIBERA BARSA
DURANTE IL CONSIGLIO COMUNALE DEL 10 GIUGNO '14

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Barletta, 10 giugno 2014 - Giunge a compimento con questo provvedimento il lungo percorso di trasformazione della BAR.S.A. S.p.A. in società interamente pubblica, non solo come passaggio necessario a seguito della perdita da parte del socio di minoranza di un requisito vincolante per la partecipazione ma anche come essenziale passo in avanti per garantire la massima efficienza ed economicità dei servizi resi dall'azienda alla città.
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Riteniamo, così, di utilizzare scrupolosamente e non sprecare, risorse pubbliche preziose per i servizi collettivi, com’è emerso dal complesso percorso per l’acquisizione dell’intero capitale della Barletta servizi ambientali nel rispetto sia delle norme nazionali (peraltro, in continuo mutamento) e regionali, delle prerogative del Consiglio comunale sul negoziato con il socio Manutencoop, sia degli obiettivi di tutela dell’occupazione e di qualità dei servizi, sia delle compatibilità dei vincoli del Patto di stabilità e dei fondi disponibili per investimenti. Si tratta di vincoli istituzionali che come tali non appartengono solo al programma amministrativo della maggioranza - con cui pure teniamo a dimostrarci coerenti - ma garantiscono l’intera assemblea e tutti i cittadini.L’acquisizione del 100% del capitale sociale, del resto, muove nella direzione già indicata con la delibera adottata dalla Giunta a fine anno 2013 – D.G. n. 143 del 31 dicembre 2013 – in ossequio a quanto previsto dall’art. 34, commi 20 e 21, del D.L. n. 179/2012, convertito in Legge n. 221/2012.
La stessa Delibera di Giunta ha, peraltro, prefigurato i possibili modelli organizzativi che la società potrebbe successivamente assumere rispetto a dinamiche e indirizzi del Governo e della Regione: il Consiglio avrà modo di approfondire le scelte con cui recepire pienamente gli indirizzi generali della legislazione italiana e della normativa europea.
Di certo, l'acquisizione della quota di minoranza costituisce l'atto propedeutico all'assetto strategico che la società dovrà assumere per l’erogazione dei servizi di igiene urbana e di tutti gli altri servizi pubblici locali e strumentali su cui la stessa società ha maturato un’esperienza che ne garantisce la natura e la qualità.
L'operazione consente già di raggiungere due obiettivi fondamentali:
il primo, di soddisfare i requisiti tecnico-giuridici fissati dalla Legge Regionale n. 24 del 20 agosto 2012, relativa ai cosiddetti ambiti di raccolta ottimali (ARO);
il secondo, di definire correttamente l’operazione sul piano contabile.
L’acquisizione, infatti, costituisce un atto dovuto dal momento in cui il socio di minoranza ha formalizzato, con una propria nota, il venir meno dei requisiti tecnici per mantenere lo status di “socio operativo”, rinnovando - o, meglio, formalizzando per la prima volta - la disponibilità ad uscire dalla compagine sociale.
Si pone, a questo punto, il tema dei criteri di valutazione della quota di minoranza del 28% del capitale sociale, al fine di stanziare nel bilancio 2014 le necessarie risorse per l’acquisto delle relative azioni e la conseguente trasformazione della Bar.S.A. in società in house.
Sono stati presi in considerazione diversi criteri per dare il giusto valore all’operazione, coinvolgendo anche una tra le più importanti società di revisione a livello internazionale, quale la Mazars.
In estrema sintesi:
1. la valutazione economica della Mazars definisce un valore compreso in un range tra 1,5 e 3 milioni di euro. In tal caso, il 28% del valore medio determina un probabile prezzo di 630 mila euro;
2. Manutencoop, da parte sua, quantifica in linea teorica il valore della propria quota in un range compreso tra 1 milione di euro e 2,6 milioni di euro, il cui valore medio si attesterebbe su 1,8 milioni di euro;
3. Lo stesso socio di minoranza, però, propone anche una quantificazione sulla base del capitale investito nel 2001, pari a 568 mila euro che, rivalutato, raggiunge quota di 748 mila euro; e, tenendo conto degli utili distribuiti, pari a 100 mila euro, il valore si attesterebbe a 648 mila euro;
4. Tenendo conto del patrimonio netto, pari a poco più di 1,5 milioni di euro, il valore della quota potrebbe essere individuato al minimo di circa 428 mila euro nel caso - comunque contestato dal socio di minoranza - di acquisto di azioni proprie da parte della stessa Barsa.
E’ evidente che si possono ipotizzare diverse strade per giungere ad una quantificazione il più possibile aderente alla realtà del valore economico e sociale della Bar.S.A: certamente non si può non considerare, da un lato, la perdita della condizione tecnica di socio operativo della Manutencoop, dall’altro il capitale che la stessa ha investito e il know-how che l’azienda ha acquisito nel tempo.
A fronte dei diversi criteri, dunque, si è preso in considerazione un particolare percorso, partendo proprio dai dati contabili già presenti in bilancio.
Intanto, si deve tener conto che nel corso del 2013, la BAR.S.A. S.p.A. ha chiuso il bilancio di esercizio 2012 con un utile di esercizio, disponendone la distribuzione a favore del Comune di Barletta per 263 mila euro. Oggi tale valore costituisce un residuo attivo. Qualora l’ente avesse optato per la strada dell’”acquisto di azioni proprie”, operazione prevista dal codice civile, il Comune avrebbe dovuto rinunciare alla riscossione degli utili con la contestuale cancellazione del residuo, ciò a discapito del risultato di amministrazione. Scegliendo la strada dell’”acquisto diretto” della quota di minoranza, la riscossione è invece assicurata.
Si aggiunga, sempre sul piano contabile, che persiste un residuo passivo di 258 mila euro relativo ad un impegno contabile per il conferimento di capitale in aziende di pubblici servizi. L’operazione di acquisto, così come previsto nel provvedimento che si sottopone all’esame del Consiglio, consentirebbe la immediata cancellazione di tale residuo passivo in modo che anche tale operazione vada ad alimentare l’avanzo di amministrazione.
Sul piano contabile, dunque, la sommatoria della riscossione certa di un residuo attivo e la cancellazione di un residuo passivo, porta a individuare un valore di poco superiore a 521 mila euro, che, a questo punto, potrebbe essere assunto come valore massimo nel negoziato con il socio di minoranza. Rispetto ai criteri già evidenziati, potrebbe costituire un valore congruo rispetto a quanto emerso dalle valutazioni sia della Mazars sia della Manutencoop, anche se risulta più basso della stessa media - pari a 588 mila euro - tra il valore del patrimonio netto e la restituzione del capitale investito.
Peraltro, il valore che qui si indica non andrebbe ad incidere sul sistema contabile, in quanto derivante esclusivamente dalla somma di un residuo attivo da riscuotere ed un residuo passivo da cancellare.
Alla luce di queste considerazioni, si ritiene che l’acquisizione della quota di minoranza, a tali condizioni, ovvero fissando il limite nel valore delle poste contabili già rilevate nel nostro sistema di bilancio, possa rappresentare la via prioritaria per raggiungere gli obiettivi di qualificanti della garanzia per l’erogazione dei servizi pubblici e della tutela dei livelli di occupazione della società.
Dal punto di vista del finanziamento dell’operazione, con la Delibera n. 80 del 18 aprile scorso, la Giunta ha approvato lo schema del Consuntivo 2013, che sarà discusso in Consiglio il prossimo 16 giugno, dal quale emerge un avanzo di amministrazione di oltre 10 milioni di euro, per cui, in sede di approvazione del bilancio di previsione 2014, si provvederebbe quindi ad applicare tale avanzo di amministrazione.
Al Consiglio si chiede - anche alla luce delle considerazioni esposte dal collegio dei revisori dei conti e delle necessità evidenziate già in numerosi atti amministrativi - di esprimersi sin da ora sulla destinazione di parte dell’avanzo alla acquisizione della quota di minoranza, dando mandato al Sindaco di portare avanti la trattativa con il socio di minoranza su basi certe e con metodo trasparente.

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