INAUGURATA LA MOSTRA “DE NITTIS E L’EXPO”
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Sabato 11 luglio 2015 – E' stata inaugurata a Palazzo della Marra la mostra "De Nittis e l'Expo" alla presenza del sindaco Pasquale Cascella, dell'assessore Giusy Caroppo e della dirigente Santa Scommegna che, insieme alla dott.ssa Filomena Barbone, direttrice della Galleria Nazionale di Puglia, hanno presentato gli elementi caratterizzanti dell'esposizione.
La mostra "De Nittis e l'Expo" è stata programmata dall'Amministrazione comunale – Settore Beni e Servizi Culturali - nell'ambito delle iniziative di promozione della Collezione permanente "Giuseppe De Nittis", in occasione dell'acquisizione a titolo non oneroso del Palazzo della Marra al patrimonio della Città, grazie a un progetto di valorizzazione della Pinacoteca che prevede una rivisitazione della quadreria secondo una nuova impostazione scientifica e didattica e la rotazione dell'esposizione dei dipinti e grafiche del pittore Giuseppe De Nittis, ponendoli in dialogo con importanti prestiti provenienti da istituzioni nazionali e internazionali che verranno, di volta in volta, collocati in apposite mostre temporanee di approfondimento, al primo piano del Palazzo.
A tal fine, in concomitanza con EXPO MILANO 2015, evento in cui alcune fondamentali opere di Giuseppe De Nittis appartenenti alla collezione sono in esposizione a Milano nelle mostre "Arts&Foods" a cura di Germano Celant e "Il tesoro d'Italia" di Vittorio Sgarbi, si è voluta incentrare l'attenzione sul corpus di dipinti che l'artista barlettano presentò alla Esposizione Internazionale di Parigi del 1878.
Con i testi critici della Prof.ssa Christine Farese Sperken si apre un "racconto" che trae spunto dall'aggettivazione, firmata da Vittorio Pica, nella prima biografia critica pubblicata per i tipi degli Editori Alfieri & Lacroix nel 1914 "Giuseppe De Nittis – L'uomo e l'artista", in cui il maestro barlettano venne definito "meridionale al sud, francese a Parigi, londinese a Londra".
Così la mostra offre al visitatore paesaggi pugliesi che dimostrano come Giuseppe De Nittis (Barletta, 25 febbraio 1846/Saint-Germain-en-Laye, 21 agosto 1884. Riposa a Parigi nel Cimitero di Père Lachaise a Parigi), nonostante abbia lasciato molto presto Barletta per trasferirsi a Napoli, sia rimasto profondamente legato alla sua terra di origine, ai colori e alle atmosfere -ora solari, ora uggiose- del paesaggio meridionale. Il trasferimento a Parigi e il contatto con l'ambiente cosmopolita lo portarono ad una profonda svolta nella sua produzione artistica, cosicchè la modernità dello spettacolo della grande capitale francese e l'ambiente borghese e aristocratico, che egli spesso frequentava o studiava dall'interno della sua carrozza, divenne soggetto principale dei suoi lavori. Proprio questa modernità è la chiave di lettura degli innumerevoli quadri che celebrano il pulsare veloce della vita nelle piazze e nei nuovi boulevards di Haussmann, le corse ippiche a Longchamp e Auteuil, le passeggiate in carrozza e gli interni dei salotti mondani; il suo concetto di pittura si mostrava rigorosamente contemporaneo, tanto da afferrare il fascino di un monumento ingabbiato da impalcature, di una fabbrica o di un cantiere.
Con questo progetto si è voluto tracciare una sorta di "viaggio" nella produzione dell'artista italiano, costruendo un racconto espositivo che trae spunto dalle opere ancora rintracciabili che Giuseppe De Nittis espose, appunto, alla Terza Esposizione Universale parigina del 1878, in particolare dai dipinti conservati a Parigi al Museè d'Orsèe e al Petit Palais. Di questi, il dipinto "Place des Pyramides", è stato da poco stato inserito nella Sezione Impressionista del Musee d'Orsay come unica testimonianza della Parigi moderna – di quella che, prendendo in prestito il dire futurista, è "la città che sale" - e pertanto indispensabile per la coerenza della Sala del prestigioso museo francese. La Pinacoteca De Nittis, conserva tuttavia una versione a pastello riconducibile a quel fondamentale dipinto, uno studio dalla verve straordinaria, esposto in mostra e facente parte della Collezione donata alla Città di Barletta dalla moglie del pittore Lèontine Gruvelle.
L'esposizione, inoltre, conta del contributo del Petit Palais di Parigi, con il prestito della raffinata opera "La National Gallery a Londra", dell'olio "Westminster Bridge" proveniente da collezione privata e del prestito delle opere "Controluce" e "La Porte di Saint-Denis a Parigi" della Pinacoteca della Città Metropolitana di Bari "Corrado Giaquinto" , in un'ottica di scambio col museo pugliese. Alle opere concesse in prestito si affiancano altre 16 della Collezione, individuate in base all'attinenza con le tre sezioni ovvero "De Nittis meridionale al Sud", "Francese a Parigi" e "Londinese a Londra", mettendo in evidenza con l'esposizione – in un unico colpo d'occhio - la grande capacità dell'artista barlettano di saper cogliere e rappresentare con la sua pittura i luoghi che ha vissuto.
La mostra, allestita in tre sale al primo piano di Palazzo della Marra, sarà visitabile tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con orario continuato, acquistando il biglietto della Pinacoteca Giuseppe De Nittis senza alcun sovrapprezzo (Intero € 4,00, Ridotto € 2,00, Scuole 1,00). Per i visitatori che fossero interessati esclusivamente alla mostra temporanea "De Nittis e l'Expo" è previsto un biglietto di ingresso di € 2,00.
Contatti
Palazzo Della Marra/Pinacoteca “Giuseppe De Nittis”
email: pinacoteca.segreteria@comune.barletta.bt.it. Tel 0883/538373 - fax 0883/538375.
Per info e prenotazioni 0883/538372.
I.A.T. Informazione Accoglienza Turistica, Corso G. Garibaldi, 208 – Barletta
email: iat@comune.barletta.bt.it Tel. 0883/331331
Crediti delle opere della immagine coordinata: "Primavera", olio su tela – Palazzo della Marra/Pinacoteca Giuseppe De Nittis, Barletta "La Porte di Saint-Denis a Parigi", olio su cartone - Pinacoteca "Corrado Giaquinto", Città Metropolitana di Bari "La National Gallery a Londra", olio su tela - Petit Palais, Parigi
De Nittis all'Esposizione Internazionale di Parigi del 1878
Giuseppe De Nittis, trentaduenne, era all'apice della carriera artistica e dello status sociale, quando dal 1° maggio al 10 novembre espose dodici dipinti alla III ESPOSIZIONE INTERNWZIONALE DI PARIGI, come afferma il Pica, "scelti con grande accorgimento fra quelli che meglio rappresentavano le sue tre maniere" ovvero molti di soggetto londinese e qualche veduta parigina e "La strada da Napoli a Brindisi", nostalgico ricordo dei suoi inizia pugliesi, "…rilevando l'agile disinvoltura di pennello, la sicura sapienza dei valori e l'efficace evidenza figiurativa con cui De Nittis passava dalla luce squillante della Puglia infocata, che ritaglia con evidenza incisiva i contorni delle persone e degli oggetti, alla luce sorda della brumosa inghilterra che al contrario li vela e li smussa in modo da farli, di sovente apparire appena sbozzati.."
I dipinti esposti, di cui due sono andati perduti (riportati in alcuni scritti con i titoli di "Green Park" e "Canon Bridge") - restano "La strada da Brindisi a Barletta" (detta anche "La strada da Napoli a Brindisi"), oggi al Museo di Indianapolis nella collezione Eno; "Place de Pyramides" esposto al Museé D'Orsay di Parigi; "La National Gallery a Londra" al Petite Palais, Museé des Beaux Arts de la Ville de Paris; "Ritorno dalle corse" ( Signora col cane ) al Philadelphia Museum of Art, Philadelphia USA; "La Banca d'Inghilterra a Londra"," Trafalgar Square", "Piccadilly "(Giornata Invernale a Londra), "Westminster Bridge", "Sotto il viadotto", tutti di porprietà di colleizonisti privati – gli valsero grande successo personale e vasto consenso del mondo artistico-culturale e una ricca rassegna stampa: "articoli laudativi per De Nittis, comparsi un po' in tutti i giornali e le riviste del mondo (…) da ricordare, non certo per acume critico ma per schiettezza entusiastica e per la celebrità che godevano in Italia i firmatari di essi, Edmondo De Amicis e Giuseppe Giacosa, i due comparsi sull'Illustrazione Italiana di Milano, nell'agosto e nel dicembre del 1878."
L'Esposizione, infatti, aveva attirato un gran numero di artisti e scrittori italiani. Da Firenze erano giunti Telemaco Signorini e Diego Martelli; da Napoli arrivarono Filippo Palizzi, Cesare Dalbono, Francesco Paolo Michetti, e da Barletta Carlo De Nittis, probabilmente per assistere al preannunciato trionfo del fratello. Gli oltremodo lusinghieri riconoscimenti elargiti all'artista italiano non avevano suscitato soltanto consenso, ma anche molta invidia, soprattutto, e curiosamente, da parte di Edgard Degas che considerava la Legion d'onore un premio affatto borghese. L'amico Manet riuscì invece a esprimere la sua soddisfazione, senza riserve.
Come scrive Christine Farese Sperken in "Giuseppe De Nittis. Da Barletta a Parigi" (Schena Editore, Fasano 2007) nel saggio di approfondimento "L'esposizione universale", è il Taccuino a fornirci un vivace quadro degli avvenimenti: "In quell'occasione ebbi un'altra prova della dirittura morale del caro Manet, uomo incapace di invidia e di meschinità. Un pittore, mio intimo amico (Degas), fece il diavolo a quattro quando seppe della medaglia affermando di avere più orgoglio di me, perché non concepiva come mai io avessi potuto accettare la decorazione, soprattutto dopo il comportamento della giuria. In verità io non avevo sollecitato nulla ma non nascondevo che ero molto contento. La notizie la ebbi da un mio vicino di casa, Mr. Savalle, anch'egli decorato nella stessa occasione, che mi inviò le sue congratulazioni la sera stessa della assegnazione. Ufficialmente lo seppi solo l'indomani mattina. E la mia fu una gioia sere, senza nuvole, calma come era stata l'attesa. Lo sdegno del mio amico D. (Degas) non aveva limiti e Manet lo stava ad ascoltare con quel sorriso fresco, da ragazzino, un sorriso un po' canzonatorio che gli faceva fremere le narici. –Tutto questo disprezzo, figliolo –mi disse Manet- è una fandonia. L'hai avuta, e questo è l'essenziale e me ne rallegro con te di tutto cuore. –D. lo prese da parte, ma i suoi malevoli commenti non fecero presa neppure un momento su Manet che serenamente tagliò corto dicendo: -Mio caro, se le ricompense non esistessero non sarei certo io a inventarle; tuttavia esistono. Ed è necessario aver tutto ciò che ci permette di distaccarci dalla massa…quando si può…E' sempre una conquista…ed è anche un'arma, perché in questo mondo cane dove viviamo, tutto fatto di lotte, non si è mai abbastanza armati. Io non ho ancora ricevuto una decorazione? E' vero! Ma non è stata colpa mia. E vi assicuro che l'avrò se potrò, e farò tutto quello che occorre per arrivarci. (Infatti, alla fine del 1881, anche Manet sarebbe stato insignito della tanto desiderata Légion d'honneur) – E' naturale- interruppe De Nittis infuriato e alzando le spalle-. Non è da oggi che vi conosco per il borghese che siete. –Già! – rispose Manet – borghese fin che vi pare. Del resto, ho fatto anch'io le mie esperienze. E via, figliolo, anche voi avrete tutto, anche se non siete affatto borghese! E io ne sarò contento, quanto lo sarei per me stesso".
Si legge ancora che gratificato da tanta attenzione, anche lo Stato italiano aveva espresso il suo riconoscimento, nominandolo, nell'agosto 1878, Commendatore della Corona d'Italia.
Alla fine dell'anno successivo gli furono tributati grandi festeggiamenti anch enella Città natale, tanto che, in suo onore, il Consiglio Comunale coniò una medaglia d'oro offerta, per l'occasione, all'artista.
La medaglia reca su un lato lo stemma del Municipio barlettano e sull'altro la seguente iscrizione: "Al suo concittadino –Giuseppe De Nittis- che con la pittura – cresceva lode a sé e onore all'Italia nell'Esposizione di Parigi – il Municipio di Barletta – il dì 20 dicembre 1878".
Il ritorno di De Nittis all'EXPO
La mostra "De Nittis e l'Expo" mette in relazione la Collezione permanente della "Pinacoteca Giuseppe De Nittis" con EXPO MILANO 2015, evento internazionale in cui alcune significative opere di Giuseppe De Nittis, appartenenti alla Collezione, sono in esposizione nelle grandi mostre "Arts&Foods" a cura di Germano Celant, allestita al Palzzo della Triennale, e "Il Tesoro d'Italia" a cura di Vittorio Sgarbi nel mostra ospitata dal Padiglione Eataly di Oscar Farinetti.
La mostra trae spunto dall'aggettivazione, firmata da Vittorio Pica nella prima biografia critica del 1914, pubblicata per i tipi degli Editori Alfieri & Lacroix, "Giuseppe De Nittis – L'uomo e l'artista", in cui il maestro barlettano venne definito "meridionale al sud, francese a Parigi, inglese a Londra", guardando al corpus dei dipinti che De Nittis presentò alla "Terza Esposizione Internazionale" di Parigi del 1878 nonché ad un saggio della donazione De Nittis ad essa coeva.
Tra questi, I preziosi prestiti "La National Gallery a Londra", proveniente dal Petit Palais di Parigi – Musèe des Beaux-Arts de la Ville de Paris, l'Istituzione che ha dedicato a Giuseppe De Nittis nel 2010 una delle più complete retrospettive (Giuseppe De Nittis. La modernitè élégante) e "Westminster Bridge" prestito proveniente da una delle più prestigiose collezioni private italiane.
La versione ad olio di "Place des Pyramides" è stata da poco inserita nella Sezione Impressionista del Musee d'Orsay come unica testimonianza della "Parigi moderna" e pertanto indispensabile per la coerenza della Sala del museo francese. La Pinacoteca De Nittis ne conserva una versione a pastello, uno studio dalla verve straordinaria, riconducibile a quel fondamentale dipinto e pertanto esposta in mostra.
Così come è nel corpus delle opere calcografiche della Pinacoteca barlettana una acquaforte rinforzata a puntasecca, che riproduce specularmente, l'opera ad olio "Sotto il viadotto": l'incisione che testimonia l'impegno di De Nittis nella rappresentazione dello "stile urbano", londinese come francese. Uno dei rari casi in cui l'artista si serve dell'incisione di riproduzione, sempre introducendo qualche elemento di novità, come la carrozza in primo piano, i che corre verso il fondo, in cui sono accennate le ruote.
"Controluce" e "La Porte di Saint-Denis a Parigi", prestito della Pinacoteca di Bari "Corrado Giaquinto", si affiancano ad altre opere a loro contemporanee della Collezione, individuate in base all'attinenza con le tre sezioni: "Primavera", "Campo di biche", "In attesa (Studio per "La portatrice d'acqua)" "Dalle asperità vesuviane- Il golfo di Napoli e l'isola di Capri", "Eruzine del Vesuvio II", "Lungo l'Ofanto", "Alle corse di Auteil - Sulla seggiola", "Effetto di neve", "Place des Piramides", "Veli e sete", "Tra i paraventi", "Ponte", "Ponte sulla Senna", "Westminister Bridge (Studio)", "Nubi su Westminister", "Capannoni di una stazione ferroviaria (Cantiere)".
L'esposizione, esaltando – in un unico colpo d'occhio - la grande capacità dell'artista barlettano nel saper cogliere e rappresentare con la sua pittura i luoghi che ha vissuto, rende, insieme, un significativo omaggio alla "casa" che lo accoglie: il Palazzo della Marra, acquisito a titolo gratuito al patrimonio della Città di Barletta il 7 luglio 2015.
GALLERIA FOTOGRAFICA | |||
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