È IL MOMENTO DI UNA COMUNE ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DI FRONTE ALLA SITUAZIONE AMBIENTALE DELLA TIMAC AGRO - IL SINDACO CASCELLA INTERVIENE DURANTE L'AUDIZIONE DELLA V COMMISSIONE CONSILIARE REGIONALE
È il momento di una comune assunzione di responsabilità di fronte alla situazione ambientale del sito industriale della Timac Agro. Il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, ha colto l'occasione dell'audizione promossa dal Presidente della competente Commissione consiliare Ambiente della Regione Puglia, Filippo Caracciolo, per riproporre l'esigenza di una urgente ricomposizione degli interventi fin qui frammentari e, per certi aspetti, persino contrapposti che hanno condotto la Regione a definire il procedimento di Messa in sicurezza operativa (Miso) dell'impianto, la Provincia a disporre una ordinanza nei confronti dell'azienda e il Comune a richiedere all'Azienda Sanitaria Locale una specifica relazione sui pericoli che dovessero gravare sulla salute pubblica qualora la contaminazione riscontrata dall'Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell'ambiente (Arpa) non fosse adeguatamente contrastata e dovesse arrivare a compromettere la falda tra il mare e la circostante area urbana. L'incontro alla Regione, finalmente con la partecipazione al massimo livello di tutti i soggetti istituzionali interessati, ha confermato - senza alcuna eccezione: nemmeno da parte della proprietà - le risultanze analitiche dei diversi inquinanti presenti nella vecchia area industriale, via via modificatasi nel tempo. È quindi da questo indiscusso riconoscimento che occorre muovere, con determinazione, per un'azione di bonifica non solo dell'attuale sito ma della più vasta area storicamente interessata ai depositi inquinanti. Il punto riguarda l'accertamento delle effettive responsabilità - attuali o passate - della contaminazione, ma l’indubbia esigenza di accertare le cause non può servire da pretesto per sottrarsi all’altra incombente responsabilità di misure che impediscano la propagazione della contaminazione evitando l'acutizzarsi del rischio ambientale. Sul punto il Comune ha ribadito che le divergenti interpretazioni tra le parti in merito all'assenza di elementi certi sulle cause dell’inquinamento non possono essere da pretesto per sottrarsi alla responsabilità incombente di misure che impediscano la propagazione della contaminazione. Peraltro, con un aggravio dei costi dell'intervento di salvaguardia e bonifica, a maggior ragione se questi dovessero essere caricati sulla finanza pubblica (quale che sia l'ente investito dell'onere), fino a pregiudicare la stessa visione comune di uno sviluppo sostenibile. Le volontà manifestate in tale senso debbono, quindi, potersi tradurre in azioni concrete e convergenti, senza ulteriori indugi. Di qui la proposta che il sindaco Cascella ha avanzato di un annullamento parziale o quantomeno di una sospensione del provvedimento approvato dalla Regione in modo che il procedimento possa essere riaperto con l’acquisizione di tutti gli elementi che l'Arpa, l'Asl e le forze di polizia degli enti locali coinvolti hanno intanto raccolto e stanno ancora approfondendo, in modo da valutare le condizioni e verificare l'effettiva efficacia degli interventi di messa in sicurezza. I tempi stringono. Ed è bene mettere subito alla prova tutte le disponibilità, a cominciare da quelle della stessa Regione, sottolineate dall’assessore Domenico Santorsola e dai consiglieri Mennea, Ventola e altri di diverse forze politiche, sulle risorse necessarie a indagini efficaci e inequivocabili per individuare e monitorare tutti gli inquinanti a monte e a valle dello stabilimento, tanto dal sottosuolo quanto nell’aria. La salute e l’ambiente sono beni comuni da salvaguardare con assoluto rigore e, appunto, responsabilità condivise.
Mercoledì 2 settembre 2015