SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Settembre 2015
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STORIA
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Per l’esercito serbo. Una storia dimenticata
AP A 1353 Mila Mihalovic (a cura di)

A cent'anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, questo volume, di inestimabile valore storico, rievoca una delle più importanti e vaste operazioni umanitarie di tutti i tempi che ha, a sua volta, indirizzato la vittoria e l'andamento della storia europea. Alla fine del 1915, l'Esercito serbo, stretto dalle armate degli imperi Centrali, dovette ritirarsi nel pieno dell'inverno, attraverso i monti albanesi. Giunse sulle coste dell'Adriatico e il salvataggio di un intero esercito fu quasi esclusivo compito d'Italia. Il lavoro della nostra Marina da guerra fu sovrumano. L'evacuazione dell'Esercito serbo coinvolse centosettanta navi nella stagione avversa, su uno specchio di mare strettissimo, navigando su rotte obbligate e lungo spiagge aperte, flagellate da tutti i venti e senza un posto d'approdo. Dal 12 dicembre 1915 al 29 febbraio 1916, furono imbarcati e trasportati in salvo 136.000 soldati serbi e altri 11.651 ammalati e feriti, cavalleria di oltre 13.000 uomini e 10.000 cavalli, quasi 23.000 soldati austriaci, prigionieri dell'Esercito serbo, 22.000 tonnellate di viveri, foraggi, medicinali e materiali vari e 50 pezzi d'artiglieria serba. L'impresa della nostra Marina, fin'ora poco conosciuta, può essere paragonata a quanto avvenne nella Seconda Guerra mondiale tra il 25 maggio e il 3 giugno 1940 a Dunkerque nella Francia settentrionale, che vide lo sgombero di oltre 300.000 soldati inglesi e francesi.

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Barletta nella terra della Disfida
AP B 721 Renato Russo

Una città poliedrica Barletta, che rappresenta una comunità multiforme e vitale che negli anni ha saputo armonizzare le numerose vocazioni che ne hanno segnato la mutevolezza della storia nelle sue molteplici espressioni, città mercantile non aliena da contributi culturali, ma al tempo stesso sede doganale per i suoi doviziosi commerci. Scopo della pubblicazione è quello di non dimenticare le testimonianze di un passato glorioso ed esaltante, perché una città senza memoria è come un individuo che ha dimenticato il proprio passato e persa la propria identità.

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De Nittis e l’Expo
OP C 609

Con la finalità del rilancio del prezioso “contenuto” – la Collezione De Nittis – anche lo scambio di dipinti della Pinacoteca con Istituzioni nazionali ed internazionali e il riallestimento della pur recente esposizione permanente, permetterà di leggere la complessità di un artista che è stato per troppo tempo relegato al ruolo di minore rispetto agli impressionisti francesi. A questa storica occasione, si accompagna una seconda motivazione : il ritorno di De Nittis all’Expo.

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Castel del Monte. Manuale storico di sopravvivenza
MAG C 7490 Massimiliano Ambruoso

Cos'è in realtà Castel del Monte? Perché fu costruito su quella collina, con quella forma ottagonale? Era davvero un edificio completamente isolato, privo di difese e inabitabile? Ma, soprattutto, era veramente un castello o, come si afferma da più parti, un tempio, un osservatorio astronomico, un hammam o struttura termale? Il volume, un vero e proprio "manuale di resistenza", contro le deformazioni antistoriche di ricercatori improvvisati e di appassionati "cacciatori di scoop", cerca di rispondere a queste domande ripercorrendo la vera storia di Castel del Monte, restituendo il castello più fascinoso e interessante tra quelli ordinati da Federico II, alla sua e alla nostra storia. Il volume è arricchito da un'Appendice di Anna Castriota dedicata al Manoscritto numero 408 o Codice Voynich.

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Storia linguistica dell’Italia repubblicana: dal 1946 ai nostri giorni
MAG C 7493 Tullio De Mauro

La svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovò profondamente l'Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralità di impieghi e registri prima sconosciuta, e così accadde anche ai dialetti. Parte da questa volontà di nuovo la "Storia linguistica dell'Italia repubblicana", che si propone di continuare fino all'oggi la "Storia linguistica dell'Italia unita" dedicata agli anni dal 186l al secondo dopoguerra. Il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a metà Novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarità, analfabetismo, predominio dei dialetti. Individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che è avvenuto nel linguaggio: largo uso dell'italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficoltà della scuola. L'ultimo capitolo, infine, mostra come tutto ciò incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici.

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Il Regno
MAG C 7491 Emmanuel Carrère

"In un certo periodo della mia vita sono stato cristiano" scrive Emmanuel Carrère nella quarta di copertina dell'edizione francese del Regno. "Lo sono stato per tre anni. Non lo sono più". Due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di "tornarci su", di ripercorrere i sentieri del Nuovo Testamento: non da credente, questa volta, bensì "da investigatore". Senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere. Così, conducendo la sua inchiesta su "quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo", Carrère fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del I secolo dopo Cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l'ebreo Saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone Luca (quelli che oggi conosciamo come l'apostolo Paolo e l'evangelista Luca) ; ma anche il giovane Timoteo, Filippo di Cesarea, Giacomo, Pietro, Nerone e il suo precettore Seneca, lo storico Flavio Giuseppe e l'imperatore Costantino - e l'incendio di Roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto ciò, è stato scritto, "in un'avventura erudita ed esaltante, un'avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda Brian di Nazareth dei Monty Python". Al tempo stesso, come già in Limonov, Carrère ci racconta di sé, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di Philip K. Dick...

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Aldo Moro a Barletta
AP C 465 Renato Russo

Un modello di statista di cui, dopo la sua scomparsa , la nostra vita politica avrebbe rimpianto la mancanza e del quale oggi si cerca, a distanza di tanti anni, di riproporre la figura, il suo ricordo fra noi, a Barletta, che onorò di numerosi incontri distribuiti nell’arco di un trentennio.

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Il secolo lungo della modernità
MAG B 3239 Philippe Daverio

Abbiamo ipotizzato un museo diverso, luogo della fantasia e dell'immaginazione, in un'ipotetica città d'Europa che da qui vuole ripartire per il riordino urbanistico del suo centro utilizzando la vecchia stazione ferroviaria ormai dismessa." In questo libro Philippe Daverio ci accompagna alla scoperta dell'età moderna, ovvero del Secolo Lungo che parte dalla Rivoluzione francese e finisce nella catastrofe della Prima guerra mondiale. Questo volume affronta i temi più importanti della modernità attraverso oltre seicento opere d'arte raccolte tematicamente per vettori storici: quello politico, da Delacroix e Géròme al Quarto stato di Pellizza da Volpedo; quello della macchina e del lavoro, da Turner a Courbet e a Boccioni; quello della fuga dalla realtà nella dolce vita della Belle Epoque, nell'esotismo e nel sogno - da Tissot a Manet, da Dante Gabriel Rossetti a Fortuny, Gauguin e Van Gogh -, fino al Simbolismo e all'Art Nouveau. Fra i padiglioni e le sale del museo sono previste anche soste in locali e ristoranti a tema, dove si immagina di sorseggiare un caffè o gustare un pranzo circondati dalle opere dei Macchiaioli al Caffè Michelangelo, e degli Impressionisti alla Closerie des Lilas. Un gioco serio, che scardina il nostro abituale punto di vista e ci fa ritrovare il gusto di guardare la pittura e leggere il nostro passato guidati dalla penna più impertinente d'Italia.

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Sulle tracce della Disfida
AP C 466 Delle Donne – Perrino – Rivera Magos

Partendo dal ruolo giocato a Barletta dai Sovrani Aragonesi del Quattrocento, il volume ricostruisce eventi e contesti: seguendo le tracce della Disfida, ne delinea l’evoluzione delle rappresentazioni iconografiche e tratteggia i processi con cui la città ne costruisce e rielabora la memoria. I risultati ne permettono una piena assimilazione alla più generale storia dell’Italia meridionale dei secoli XV e XVI.