SCELTI PER VOI
SETTEMBRE 2012
(Rubrica a cura di Emanuele ROMALLO)

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SAGGISTICA
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Il naso del templare. Sei saggi storici su templari, corsari, viaggiatori, mastri massari e monstra medievali 
di Cardini Franco; Licinio Raffaele

Editore Caratteri Mobili
MAG C 6716
Qual è il ruolo dello storico? Possiamo realmente rappresentarci la storia come il luogo delle certezze e dei fatti avvenuti e verificabili? Come si scandiva la vita di un cavaliere templare o quella di un mastro massaro? Come si viaggiava nel Medioevo? E, ancora, qual è l'immagine del Medioevo che emerge dai siti internet, da giornali e riviste, conferenzieri, conduttori televisivi? "Il naso del templare" risponde a queste e altre domande, in un dialogo speculare e indiretto tra due storici che giocano con i paradossi e i luoghi comuni, con gli specchi falsati della contemporaneità, sempre partendo da una ricostruzione e interpretazione storica fedele ai dati documentari. Questo libro odora del sudore di contadini e di viaggiatori, risuona delle parole dei massari e delle urla guerriere dei templari, profuma di rovine e macerie e delle fraintese parole che ne fanno i contemporanei, perché il Medioevo dura ancora oggi e qualsiasi tipo di racconto-analisi venga scritto su quei mille anni di storia, alla fine è sempre uno specchio della nostra contemporaneità.

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Indagine su Maria. Le rivelazioni dei mistici sulla vita della Madonna
di Laurentin René; Debroise François-Michel

Editore Mondadori
MAC C 6707
Su Maria, la madre di Cristo, i Vangeli forniscono solo pochi particolari, offrendo della sua figura una descrizione essenziale, che nulla concede alla curiosità e all'aneddoto. Ma nel corso dei secoli, a partire dai Vangeli apocrifi, la straordinaria devozione che l'immagine della Vergine ha saputo suscitare ha finito per arricchire la sua biografia di numerosi dettagli. Tra la fine del Seicento e il secolo scorso, sono apparse quattro "Vite di Maria" che le loro autrici hanno presentato come ispirate, e che come tali sono state accolte da una gran massa di devoti. A scriverle sono quattro grandi mistiche - Maria di Àgreda, Anna Katharina Emmerick, Maria Valtorta e Consuelo -, le quali hanno prodotto complessivamente un corpus di migliaia di pagine che, pur restando nell'ambito dell'ortodossia, è stato accolto dalla Chiesa in maniera discordante e con alterne fortune, ma nello stesso tempo ha avuto una enorme diffusione tra il popolo dei fedeli. Che valore hanno questi testi da un punto di vista storico? Qual è la loro autenticità? Come orientarsi e trovare una strada di comprensione al loro interno? E qual è il loro valore spirituale? In questo libro, monsignor Laurentin, insieme a Francois-Michel Debroise, studioso e appassionato di testi mistici, esamina settantasette episodi fondamentali della vita della Vergine, individuando, con un metodo comparato, i punti di convergenza e mettendoli a confronto con la verità rivelata dei Vangeli. Prefazione di Vittorio Messori.

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Il tennis come esperienza religiosa
di Fallace David F.

Editore Einaudi 
MAG C 6711
Negli anni della giovinezza e ben prima di diventare il più grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. Il tennis è rimasta una delle sue grandi passioni, tradotta nelle pagine di "Infinite Jest" e "Tennis, TV, trigonometria e tornado". Ma soprattutto in due saggi, qui raccolti insieme per la prima volta, e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un'epica edizione degli U.S. Open. Ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici "sporchi" che ruotano intorno a ogni sport. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.

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Il bambino medievale. Educazione ed infanzia nel Medioevo 
di Giallongo Angela

Edizioni Dedalo
MAG C 6701
Dall'analisi proposta dalla Giallongo emerge che nel medioevo gli atteggiamenti nei confronti dell'infanzia sono stati determinati da un complesso intrecciarsi di schemi ideologici, pregiudizi, concezioni religiose e filosofiche così come da fattori materiali, pragmatici e sociali. Da un lato predominava una visione negativa dell'infanzia, in gran parte originata dalle concezioni di sant'Agostino e dei Padri della Chiesa, tese a svalutare le diverse età della vita dell'uomo a favore di un "progetto". L'unica dimensione temporale che contava era l'eternità, mentre il tempo terreno era privo di valore; poiché di fronte a Dio grandi e piccoli erano tutti "fanciulli", l'età infantile era assimilata a quella adulta. Questo orientamento non favoriva la formazione di una coscienza storica e sviliva una visione dinamica dell'esistenza e dello sviluppo psichico: secondo Agostino un'età della vita non costituiva la base per muovere all'età successiva in quanto "venendo un'età l'altra muore". Soprattutto l'infanzia veniva considerata una sorta di luogo simbolico dell'imperfezione, il punto più distante da quella congiunzione con Dio, che per un cristiano doveva rappresentare la vera nascita. Questa visione in negativo portò a uno stile educativo fortemente repressivo, teso a promuovere un obiettivo supremo a scapito della vita sentimentale e individuale. Tuttora non si può ignorare, secondo la Giallongo, che, anche nei periodi bui, molti genitori si preoccupavano del destino dei figli. Intorno al VI secolo, per esempio, in una società ormai allo sfascio e preoccupata per la propria sopravvivenza, molti genitori si imponevano il sacrificio di separarsi dai figli in tenera età dedicandoli a Dio e affidandoli ai monaci, perché tra le mura del convento avrebbero potuto trovare protezione, sicurezza e qualche istruzione.
In periodi migliori, gli adulti potevano tener presenti quelle che oggi definiremmo le esigenze psicologiche dei figli, tentando di comprenderne l'indole e avviandoli alle attività più consone al loro temperamento. Ma le chances dei bambini molto dipendevano dalle condizioni sociali dei loro genitori, cosicché il destino dei diseredati non aveva nulla in comune con quello del chierico, del cavaliere o tantomeno del piccolo principe. In mancanza di pressioni parentali finalizzate al successo dei figli, erano i bambini delle classi umili a godere di una maggior libertà durante gli anni infantili, a potersi dedicare più a lungo ai giochi che stimolavano la loro abilità fisica, il loro sapere sociale, la loro stessa fantasia.
Nel suo studio la Giallongo dedica un ampio spazio ai "determinanti " sessuali. Nascere di sesso femminile comportava una drastica riduzione delle libertà individuali e delle possibilità di scelta. Questa differenza tra i sessi, che attraversa tutta la storia occidentale, ha delle caratteristiche proprie nell'epoca medievale: l'infanzia delle bambine durava meno di quella dei maschi; e, poiché i matrimoni potevano essere precocissimi, molte bambine nobili venivano allevate in casa del promesso sposo, cosicché perdevano la madre naturale, sostituita da una sorta di madre adottiva, la futura suocera.

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L' avventura dello sguardo. Educazione e comunicazione visiva nel Medioevo
di Giallongo Angela

Editore Dedalo
MAG C 6699
Partendo dalla ricostruzione delle basi teoretiche delle esperienze visive, il libro rivisita i momenti più significativi di questo passaggio, gli equivoci e le nuove regole del gioco del vedere. Dalle credenze della prima letteratura cristiana riguardo alla visione interiore, al sapiente uso e consumo di massa delle immagini, sostenuto dalla Chiesa e successivamente dall'élite secolare colta, che dal XII secolo ricorre agli strumenti iconografici per propagandare valori mondani; dall'invenzione di un sistema educativo, incentrato sulla funzione fondamentale delle immagini, alla scoperta delle diverse strategie del comportamento visivo, operanti in particolar modo nel mondo femminile e infantile.