SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Settembre 2014
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STORIA
copertina

Quando c’era Berlinguer

MAG C 7274
Walter Veltroni (a cura di)
L'incontro tra Veltroni sedicenne e il futuro leader del Pci avviene nel 1971. "Era di una timidezza che incuteva timore, mi piaceva la sua faccia, assomigliava alle sue idee. Capii che stava facendo qualcosa di grande, mi ha cambiato la vita: all'epoca la politica era un vento che entrava nelle case." Ma chi era quell'uomo schivo che è riuscito a trasformare il Partito comunista in una grande forza capace di raccogliere il consenso di un italiano su tre? Veltroni lo racconta attraverso le testimonianze della figlia Bianca, di Emanuele Macaluso, Giorgio Napolitano, Aldo Tortorella. Colloqui inediti e toccanti che ripercorrono gli snodi essenziali della sua storia - e della nostra - dal rapporto con l'Urss e gli Usa nel ricordo di Richard Gardner allo scontro con le Brigate rosse rievocato da Alberto Franceschini, passando dalla celebre intervista di Eugenio Scalfari fino all'ultimo comizio raccontato dall'uomo della sua scorta Alberto Menichelli. Il risultato di questo mosaico di voci è un affascinante e non scontato spaccato del nostro Paese nel ricordo di un leader che ne ha radicalmente trasformato la storia. Perché "il partito di Berlinguer era quello dell'onestà, della speranza civile, del riscatto sociale. Era composto e diretto da persone che credevano in quello che dicevano e da milioni di semplici cittadini che sentivano di essere parte di un progetto generale e riempivano la loro esistenza del significato civile e morale, di una identità laica, di una missione...

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Una famiglia, una città

AP C 189/29
Victor Rivera Magos (a cura di)
Il casato dei della Marra di Barletta è considerato tra quelli protagonisti della storia del Mezzogiorno d’Italia in età medievale e moderna. Negli Atti del convegno svoltosi a Palazzo Della Marra a Barletta, qui raccolti, studiosi e ricercatori passano al setaccio sin dalle origini la vicenda del casato barlettano attraverso l’indagine sulla sua presenza in città e non solo, rispondendo ad una provocazione: può la storia di una famiglia essere considerata rappresentativa di quella di una intera città?

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Santuario Maria SS. dello Sterpeto

AP C 453
Renato Russo
Grande è la venerazione dei barlettani verso la Madonna che, traendo origine da tempi remotissimi, si può dire che abbia accompagnato tanta parte della storia della città, che Le ha dedicato, nel corso dei secoli, un gran numero di chiese. E particolarmente intensa è la devozione verso la Madonna dello Sterpeto, dal lontano 1732 assunta a Patrona di Barletta. Questa è la storia di un piccolo tempio, ma è soprattutto la storia di una grande devozione, quella di un popolo che, sia pure nello smarrimento dei difficili tempi che viviamo, resta ancora uno dei pochi tabernacoli dell’anima in grado di preservare sentimenti religiosi che vanno oltre il mero fenomeno devozionale.

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Antichi palazzi di Barletta

AP C 454
Renato Russo
Una passeggiata per Barletta alla riscoperta degli antichi palazzi del nostro centro storico. Storie di nobili famiglie di altri tempi per lo più giunte nella nostra città al seguito di sovrani stranieri come loro sodali o familiares: Svevi, Angioini, Aragonesi, ma anche Spagnoli e Francesi, che nell’avvicendarsi di secolari dominazioni, in un tempo ricchissimo di umane vicissitudini, hanno finito con l’amalgamarsi e fondersi in un popolo, nella gens barulitana. Nel lento decorso del tempo, tra il mutare notarile delle titolazioni contrattuali e reconditi retroscena di intimità domestiche, queste famiglie ci hanno lasciato una cospicua eredità, quaranta e passa palazzi.

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L’autoritratto

MAG C 7272
James Hall
L'autoritratto è il genere artistico che meglio di altri contraddistingue la nostra epoca; ma gli artisti moderni sono ben lontani dall'averne esaurito forza e potenzialità. Questo libro offre un'ampia panoramica storico-culturale dell'autoritratto a partire dall'antico mito di Narciso e dai cosiddetti "autoritratti di Cristo" fino al proliferare di autoritratti di artisti contemporanei. In questo racconto James Hall dimostra come l'atto di ritrarsi faccia parte di una tradizione lunga secoli, e molti sono gli aspetti che l'autore prende in considerazione: l'importanza dell'"ossessione per gli specchi" in epoca medievale; il diffondersi del genere durante il Rinascimento; l'intensità degli autoritratti-confessione di Tiziano e Michelangelo; gli autoritratti comico-caricaturali e quelli "inventati" o immaginari; la mistica dello studio d'artista da Vermeer a Velàzquez; il ruolo svolto dalla biografia e dalla geografia nei ritratti seriali di Courbet e van Gogh; la tematica sessuale e la figura del genio nelle opere di Munch, Bonnard e Modersohn-Becker; le identità multiple di artisti quali Ensor e Cahun; fino a toccare gli ultimi sviluppi del genere nell'era della globalizzazione. Lungo tutto il libro, Hall non smette mai di interrogarsi sui motivi che inducono gli artisti alla pratica dell'autoritratto, e trova risposte scavando nel loro mondo e nella loro mentalità.