SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Gennaio 2015
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STORIA
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1913

MAG C 7366
Florian Illies
Il 1913 è l'anno chiave del ventesimo secolo, dove nulla sembra impossibile, l'anno in cui ha inizio il nostro presente. Tanto la letteratura quanto l'arte e la musica sono ancora estranee alla perdita dell'innocenza che l'umanità avrebbe sperimentato di lì a poco, con lo scoppio della prima guerra mondiale. In questo affresco, Florian Illies rende vivo un anno che racchiude in sé un momento di massima fioritura e il preludio dell'abisso. Così l'incontro con Felice Bauer libera la potenza creativa del trentenne Franz Kafka; Stravinskij e Schönberg danno scandalo con le loro composizioni; a Milano fa la sua comparsa il primo negozio di Prada; Marcel Duchamp avvitando la forcella rovesciata di una ruota di bicicletta su uno sgabello da cucina compie la grande rivoluzione concettuale del Novecento; Sigmund Freud e Rainer Maria Rilke passeggiano per le vie di Monaco; un arguto quindicenne di nome Bertolt Brecht scrive su una rivista studentesca ad Ausburg ed Ernst Ludwig Kirchner dipinge la sua personale visione di PotsdamerPlatz a Berlino. E a Monaco, in Baviera, un uomo venuto dall'Austria colora cartoline illustrate cercando di vendere le sue ingenue vedute della città. Si chiama Adolf Hitler.

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La paura e altri racconti della Grande Guerra

MAG C 7378
Federica De Roberto
La paura è una storia semplicissima e proprio per questo una devastante accusa contro la guerra. Un gruppo di soldati italiani provenienti da varie regioni è bloccato in una trincea sotto il tiro micidiale di un cecchino austriaco che impedisce loro di uscire allo scoperto. L'ufficiale, un uomo sensibile ai sentimenti e alle paure dei suoi soldati, deve però mandarne fuori uno alla volta per raggiungere un posto di vedetta sguarnito. Vediamo così sfilare e morire uno ad uno i suoi uomini. Ognuno di loro racconta in dialetto il proprio terrore. Nel Rifugio la storia di un disertore e della sua fucilazione viene raccontata da un ufficiale che casualmente viene ospitato e rifocillato dai genitori del soldato fucilato. La retata è invece una divertente parodia delle agiografie belliche. Un soldato racconta in romanesco (tutti i fanti dei racconti di de Roberto parlano in dialetto, dando realismo e vivacità alle vicende raccontate) di come, caduto nelle mani del nemico, riuscì a sua volta a catturare un intero plotone austriaco inventando decine di manicaretti che avrebbero costituito, secondo lui, il "rancio" delle truppe italiane. Gli austriaci, increduli all'inizio, si fanno via via sedurre dal racconto straordinario dell'italiano, fino a decidere di disertare e di seguirlo. Nell'Ultimo voto il capitano Tancredi ha per missione di informare una bella contessa del decesso del suo eroico marito. Dopo solo poche settimane apprenderà con amarezza del matrimonio tra la vedova allegra e un imboscato.

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L’Isonzo mormorava

MAG C 7377
Cesare De Simone
Per gli appassionati di storia sulla "Grande Guerra", questo è un libro caldamente consigliato. L'autore racconta una guerra come non la si conosce, maledettamente triste e spregiudicata, il contrario di tutto quello che hanno cercato di propinarci i saccenti in materia. Una tragica storia splendidamente rivisitata, senza eroi e con tante inutili morti. Un libro da leggere e da consigliare vivamente.

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Come cavalli che dormono in piedi

MAG C 7391
Paolo Rumiz
Nell'agosto del 1914, più di centomila trentini e giuliani vanno a combattere per l'Impero austroungarico, di cui sono ancora sudditi. Muovono verso il fronte russo quando ancora ci si illude che "prima che le foglie cadano" il conflitto sarà finito. Invece non finisce. E quando come un'epidemia si propaga in tutta Europa, il fronte orientale scivola nell'oblio, schiacciato dall'epopea di Verdun e del Piave. Ma soprattutto sembra essere cassato, censurato dal presente e dal centenario della guerra mondiale, come se a quel fronte e a quei soldati fosse negato lo spessore monumentale della memoria. Paolo Rumiz comincia da lì, da quella rimozione e da un nonno in montura austroungarica. E da lì continua in forma di viaggio verso la Galizia, la terra di Bruno Schulz e Joseph Roth, mitica frontiera dell'Impero austroungarico, oggi compresa fra Polonia e Ucraina. Alla celebrazione Rumiz contrappone l'evocazione di quelle figure ancestrali, in un'omerica discesa nell'Ade, con un rito che consuma libagioni e accende di piccole luci prati e foreste, e attende risposta e respira pietà - la compassione che lega finalmente in una sola voce il silenzio di Redipuglia ai bisbigli dei cimiteri galiziani coperti di mirtilli. L'Europa è lì, sembra suggerire l'autore, in quella riconciliazione con i morti che sono i veri vivi, gli unici depositari di senso di un'unione che già allora poteva nascere e oggi forse non è ancora cominciata.

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Barletta tra storia e memoria

AP B 688
Luigi Di Cuonzo (a cura di)
Il volume raccoglie gli atti delle manifestazioni e delle giornate di studio che Barletta ha voluto dedicare in occasione del 70° anniversario, alla commemorazione dell’eccidio dei 10 vigili urbani e dei 2 netturbini commesso il 12 settembre 1943 dalle truppe di occupazione tedesche e la riflessione su uno dei periodi più drammatici nella storia d’Italia e della nostra città.

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De bono oleo claro de olivo extracto

AP C 459
Francesco Violante (a cura di)
Il volume raccoglie i contributi presentati in occasione della giornata di studi organizzata ad Andria nel dicembre 2012 dalla delegazione FAI di Barletta-Andria-Trani e dal Rotary Club di Andria. Il tema dello sviluppo dell’olivicoltura in Puglia nel medioevo è affrontato sotto l’aspetto documentario, agronomico, socioeconomico e culturale, nei suoi rapporti con le strutture insediative e inserito nel contesto degli scambi commerciali italiani e mediterranei.

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Raffaele Iorio

AP. C 460
Renato Russo
Questa biografia su Iorio è come se fosse stata scritta non solo dall’autore ma anche da tutti coloro che dal suo magistero si arricchirono di scienza e conoscenza. Passano sotto la sua penna spaccati di storia politica, istituzionale, storico-artistica, militare-cavalleresca, religiosa, ecc., non trascurando quel microcosmo barlettano che fa sempre da sfondo al suo operoso sodalizio con la città.

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Una famiglia borghese meridionale: I Porro di Andria

AP C 457
Riccardo Riccardi
Se molto si è parlato e discusso dell'efferato eccidio delle sorelle Porro, compiuto in quel fatidico marzo del 1946 ad Andria popolosa città contadina della Puglia latifondista - per mano di una folla straziata dalla fame, ma anche da indirizzi politici rivoluzionari in voga nel secondo dopoguerra, al contrario ancor poco si è indagato sulla formazione sociale ed economica della borghesia agraria pugliese e dell'intero Mezzogiorno. Oggi, questo lavoro, calato nella realtà storica, economica e sociale andriese, mette a fuoco quasi tre secoli della dinastia Porro. Come la maggior parte delle famiglie della borghesia pugliese e meridionale, i Porro non hanno radici nell'antica nobiltà di sangue, ma pur d'estrazione rurale, costruiscono all'ombra della grande proprietà del patriziato cittadino e del clero ricettizio - una spettacolare vicenda di mobilità della ricchezza. La storia dei Porro evidenzia come un innato dinamismo e un grande fiuto per gli affari siano stati la forza necessaria ad abbattere le vecchie eredità feudali e cetuali settecentesche, per affrontare i temi della trasformazione del mercato fondiario e dell'agricoltura "commercializzata", della mobilità sociale, della modernizzazione degli apparati statali ottocenteschi. Le loro passioni e i loro conflitti offrono un esempio vivo e concreto della famiglia e della vita privata di matrice borghese, attraverso la descrizione di caratteri individuali chiari e precisi

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Emigrati politici pugliesi

AP C 458
V.A. Liuzzi-G. Esposito-M. Pansini
Il volume offre un panorama dell’emigrazione politica in Francia, Belgio, USA e URSS e si sofferma su alcune figure rappresentative della nostra regione come Filippo D’Agostino e Vincenzo Gigante (finiti nei campi di sterminio nazisti), di Guido Serio e Salvatore Sallustio (vittime delle purghe staliniane), di Eugenio Santacesarea e di Domenico Carano Notaristefano (entrambi caduti nella guerra di Spagna), di Renato Leopizzi, autentico apostolo mazziniano che finì relegato in manicomio. Aspetti poco conosciuti del percorso migratorio di Gaetano Salvemini e Giuseppe Di Vittorio, nonché una ricognizione dei sovversivi e fuoriusciti nelle diverse provincie pugliesi, corredano l’insieme della ricerca.