SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
LUGLIO 2022
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SAGGISTICA
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LE NON COSE - Byung-Chul Han
MAG D 6082

Abbiamo perso il contatto con il reale. È necessario tornare a rivolgere lo sguardo alle cose concrete, modeste e quotidiane. Le sole capaci di starci a cuore e stabilizzare la vita umana. Una massa di informazioni ci investe ogni giorno. Come ogni inondazione, anche questa agisce sulle nostre esistenze, spazza via confini, rimodella geografie. Ormai sono i dati e non più le cose concrete a influenzare le nostre vite. Le non-cose stanno prendendo il sopravvento sul reale, sui fatti e la biologia. E così la realtà ci appare sempre più sfuggente e confusa, piena di stimoli che non vanno oltre la superfice. Con la sua consueta lucidità e veemenza, Byung-chul Han, critico severo ma acuto della contemporaneità, ci offre una peculiare e sferzante riflessione sulla comunicazione, la Rete e il futuro che stiamo costruendo.

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COME CAMBIARE LA TUA MENTE - Michael Pollan
MAG D 6098

Un personalissimo incrocio fra un diario di viaggio e la cronaca di un lungo esperimento, dove Pollan incontra una serie di uomini e donne straordinari - guru veri o presunti, scienziati serissimi, medici di frontiera -, e poi decide di provare in prima persona che cosa intendessero i profeti dell'LSD per «toccare dio». Scoprendo la luce strana, violenta e terribilmente fascinosa che la sostanza più stupefacente di tutte sembra gettare sul mistero definitivo, quello che tuttora resiste nelle nostre, spesso affannose, ricerche: la mente.

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NAGORI. LA NOSTALGIA DELLA STAGIONE CHE CI HA APPENA LASCIATO - Ryoko Sekiguchi
MAG D 6086

Hashiri, sakari, nagori: sono questi i tre termini usati in giapponese per descrivere lo stato di stagionalità di un prodotto. Se i primi due sono di immediata comprensione e condivisi da numerose culture – indicano, infatti, rispettivamente il concetto di «primizia» e di «piena stagione» – nagori è un'idea intraducibile, che corrisponde a quella che si potrebbe definire una «retro-stagione». Un frutto di nagori, per esempio, si consuma al termine del suo periodo di maturazione, e si può quindi considerare di fine stagione. Per ritrovarne il sapore, bisognerà rassegnarsi al ciclo delle stagioni e attendere l'anno successivo: nagori allora è la nostalgia della stagione giunta al termine che ci lascia, e che siamo costretti a lasciare. Letteralmente «traccia», «presenza», nagori abbraccia un significato più ampio. È l'atmosfera di qualcosa che non esiste più, come quella di una casa che evoca il ricordo di coloro che l'hanno abitata; è ciò che rimane dopo il passaggio di una persona, di un oggetto, di un avvenimento; è il momento del saluto prima di una partenza, o di una separazione definitiva. È da qui, dal concetto di nagori e dalle sue implicazioni nel nostro rapporto con le stagioni, la natura e il tempo che prende le mosse l'affascinante riflessione di Ryoko Sekiguchi: ha ancora senso oggi parlare di «stagioni»? Le suddividiamo, delimitiamo, classifichiamo, desideriamo o trascuriamo continuamente, ma secondo quali criteri? Quante stagioni ci sono davvero in un anno, in una cucina, in una vita? Dal Giappone alla Francia – con un'importante tappa emotiva e culinaria a Roma –, tra memoir e poesia, racconto della natura e food storytelling, Nagori è una piccola guida letteraria alla scoperta di una visione tutta giapponese dell'arte e della gastronomia.

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SPECCHIO DELLE MIE BRAME. LA PRIGIONE DELLA BELLEZZA - Maura Gancitano
MAG C 9815

L'idea che la bellezza sia qualcosa di oggettivo e naturale è una superstizione moderna. Infatti non è mai esistita un'epoca in cui non convivessero estetiche e sensibilità diverse. Il culto della bellezza è diventato una prigione solo di recente: quando le coercizioni materiali verso le donne hanno iniziato ad allentarsi, il canone estetico nei confronti del loro aspetto è diventato rigido e asfissiante, spingendole alla ricerca di una perfezione irraggiungibile. Qui sta il punto: l'idea di bellezza ha subito con la società borghese uno spostamento di significato, da enigma a modello standardizzato che colonizza il tempo e i pensieri delle donne, facendole spesso sentire inadeguate. Il risultato è che viviamo in un tempo in cui le persone potrebbero essere finalmente libere, ma in cui, al contrario, ha valore e dignità solo ciò che risponde a determinati parametri. Ripensare la bellezza al di là dell'indottrinamento e del consumo significa coglierla come percorso di fioritura personale, lontano da qualunque tipo di condizionamento esterno. In questo libro Maura Gancitano racconta la storia di un mito antico quanto il mondo e ci fa vedere come le scoperte della filosofia, dell'antropologia, della psicologia sociale e della scienza dei dati possano distruggere un'illusione che ci impedisce ancora di ascoltare e seguire i nostri autentici desideri e di vivere liberamente i nostri corpi.

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LO SPAZIO DELLE DONNE - Daniela Brogi
MAG D 6075

Per tanto tempo le donne sono state abituate a sentirsi incapaci e senza talento. La memoria delle loro opere non ha contato. Per illuminare uno spazio cosí fuori campo non basta aggiungere nomi, né la soluzione è cancellare il passato. Piuttosto, servono altre parole e nuove inquadrature. Per molti secoli sono state ritenute interessanti solo le opere e i libri degli uomini, mentre le donne sono state addestrate a non avere talento. Sono state silenziate, dimenticate, messe fuori. La soluzione ora è ricostruire l'intero campo su cui si gioca la partita della cultura. La tesi di fondo di questo libro è: come smettere di considerare il mondo solo in termini maschili. Uscire da questa "naturalezza" e da questa "normalità" pregiudiziali non è un obiettivo polemico, ma un'opportunità critica di crescita e di confronto, anche interculturale. Per smettere di considerare il mondo e la cultura solo in termini maschili non si tratta di guardare il paesaggio culturale del Novecento, per esempio, aggiungendo anche le donne, né di ripetere la logica dell'harem, dell'aiuola, o del club per soli uomini.

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A COSA SERVE LA MATEMATICA? - Ian Stewart
COLL C 12/1026

«La matematica è un sistema di idee e metodi sconfinato ed enormemente creativo. Si trova appena sotto la superficie delle tecnologie che hanno trasformato il nostro secolo rendendolo del tutto diverso da qualsiasi epoca precedente». Molti pensano che la matematica sia una disciplina inutile, ma si sbagliano. Ian Stewart si domanda perché ci sia un divario cosí ampio tra la percezione prevalente della matematica, magari influenzata dal ricordo dei noiosi calcoli scolastici, e la realtà. E dimostra quanto la matematica sia invece vitale e presente, spesso in modi sorprendenti, dietro le quinte della nostra vita quotidiana. La matematica ci offre nuove e profonde intuizioni sul nostro mondo, permettendoci di compiere imprese significative come l'esplorazione dello spazio o la messa a punto di un efficiente metodo di donazione degli organi con l'aiuto di un curioso piccolo rompicapo risalente a 300 anni fa. Dalla trigonometria che tiene in orbita un satellite ai numeri primi utilizzati nei sistemi di sicurezza piú avanzati del mondo, dai numeri immaginari che permettono la realtà aumentata alla curva di Peano che ottimizza le consegne a domicilio, la matematica non solo è rilevante per le nostre vite, ma è il tessuto stesso della nostra esistenza. «È facile balzare alla conclusione che la matematica sia diventata obsoleta e superata, ma sarebbe un errore. Senza la matematica il mondo di oggi andrebbe in pezzi. Ve ne darò la prova mostrandovi applicazioni della matematica alla politica, al diritto, ai trapianti di reni, agli orari delle consegne dei supermercati, alla sicurezza su internet, agli effetti speciali cinematografici e alla fabbricazione delle molle. Vedremo come la matematica svolge un ruolo essenziale negli apparecchi diagnostici, nella fotografia digitale, nella trasmissione di dati via fibra ottica e nella navigazione satellitare; come ci aiuta a prevedere gli effetti dei cambiamenti climatici; come può proteggerci dai terroristi e dagli hacker su internet...

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I NOSTRI PIU' VECCHI AMICI - Pat Shipman
COLL C 12/1024

La collaborazione dei cani ha notevolmente ampliato la gamma delle capacità umane, ci ha modificato diete e habitat, contribuendo alla nostra stessa sopravvivenza. Shipman dimostra che non possiamo comprendere appieno la storia della nostra specie senza riconoscere il ruolo centrale che in essa ha svolto il miglior amico dell'uomo. Perché furono i cani i primi e più comuni animali domesticati? Perché furono loro a diventare i nostri compagni di viaggio, di vita, di gioco, che per noi fanno da guardiani, mandriani, protettori, pastori, che ci danno calore e ci sostengono nella caccia? Perché gli umani inventarono – o scoprirono per caso – il processo della domesticazione interagendo con lupi o cani e non con cervi o bovini selvatici o capre? Per rispondere dobbiamo comprendere la natura della caninità e cosa significa domesticare un altro predatore e viverci a stretto contatto. Nei limiti di quanto è possibile desumere dalle testimonianze, tenterò di descrivere come questo processo straordinario si configurò nella vita reale. Comprendere la domesticazione del cane significa spiegare il motivo per cui formiamo legami emotivi così forti con questa specie. Ritengo anzi che il legame emotivo sia stato il primo passo. I cani e gli uomini sono inseparabili da piú di 40 000 anni. Una relazione fondamentale per la nostra storia evolutiva come per quella dei nostri amici canidi; ma come e perché ci siamo scelti a vicenda? Fu un caso? Era inevitabile? L'antropologa Pat Shipman rintraccia ogni risposta scavando nel passato dell'umanità. Dalla tundra ghiacciata dell'estremo nord agli infuocati deserti australiani o le umide foreste pluviali dell'Amazzonia, abbiamo sempre domesticato dei canidi, sperimentandone enormi vantaggi. Ma quando iniziammo a domesticare i lupi, non prevedevamo certo la profonda comunicazione e il forte legame di cui oggi godiamo. I lupi, infatti, erano allora temuti e considerati un pericoloso e feroce concorrente nella caccia alle prede. Eppure, questa sorprendente trasformazione riuscí con dei lupi evoluti, e con reciproci benefici.

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ARTIVISMO - Vincenzo Trione
MAG D 6072

Premio Letterario Viareggio-Rèpaci 2022 - Saggistica. Libro finalista «Una nuova forma di arte politica: l'artivismo. Gli artivisti si interrogano su alcune emergenze del nostro tempo. Aprono piste sulla superficie della cronaca. Si impegnano in atti concreti, coraggiosi, visionari. Per immaginare un altro presente.» Nei disomogenei scenari dell'arte del nostro tempo, Vincenzo Trione individua l'affermarsi di una tendenza: l'arte politica, compendiata dall'espressione «artivismo». Ne sono protagonisti artisti-intellettuali, che percorrono vie differenti. Alcuni realizzano opere volte a testimoniare le urgenze della cronaca e il dramma dei migranti. Altri costruiscono installazioni attente a questioni ambientali ed ecologiche. Altri ancora, come gli street artists, propongono colorate forme di riestetizzazione urbana, nelle quali, spesso, commentano fatti ed eventi dell'attualità: originali interventi all'interno di contesti segnati da emarginazioni e da problemi sociali. Ipotesi diverse per dire con forza le ragioni dell'impegno civile.

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OCEANO - Roberto Casati
COLL C 12/1023

Grazie a cartografie stranianti e inversioni di prospettiva, Roberto Casati fa vacillare le nostre opinioni e certezze «terrestri», per introdurci a nuovi valori e responsabilità, suggerendo risposte alle nostre mancanze o colpe verso la natura e il mondo che ci circonda: dal ruolo del plancton al soccorso in mare dei migranti. Perché «sulla spiaggia davanti al mare aperto c'è chi incontra un limite e si ferma, e chi invece scorge una possibilità e si imbarca». «La filosofia e il mare sono legati a doppio filo. Voglio proporre un'ipotesi: non la filosofia in sé, ma la filosofia come si è consolidata e tramandata, nel modo in cui la conosciamo, nasce dal mare, dal confronto esigente con qualcosa che non comprendiamo ma con cui dobbiamo interagire.» Dipendiamo dal mare come risorsa per respirare, per nutrirci, e anche per sognare. Il mare fa parte del nostro ambiente pur restando un mondo altro, temibile quanto irresistibilmente suggestivo, un altrove radicale. Ma è proprio questa sua alterità a permetterci di ripensarlo da una prospettiva inedita, per capire in che misura esso ha fatto di noi quello che siamo, indicandoci quello che dovremmo diventare. Questo libro è un viaggio dentro il mare aperto, leggendo queste pagine salpiamo come Ulisse per iniziare un'avventura, siamo un pensiero in movimento. Ci scopriamo accanto all'autore mentre attraversa l'Oceano su una barca a vela in veste di marinaio/filosofo. Perché navigare ci trasforma, asseconda il nostro desiderio di conoscenza e apre le porte della percezione.

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LA LEGGE DELLA PAROLA - Massimo Recalcati
MAG C 9805

La Legge del Dio ebraico è la Legge della parola. Questa Legge non è solo scritta sulle tavole di pietra, ma intende inscriversi innanzitutto nel cuore degli uomini. Essa sancisce l'impossibilità dell'uomo di farsi Dio e, nello stesso tempo, dona a esso la possibilità generativa del suo desiderio. Si tratta di una dialettica ripresa in modo originale dalla lezione di Freud e di Lacan. In un lavoro senza precedenti, Massimo Recalcati dimostra che non solo non c'è contrapposizione tra il logos biblico e la psicoanalisi, ma che quell'antico logos ne costituisce una delle sue radici più profonde. La critica freudiana della religione come illusione sembra condannare il testo biblico senza alcuna possibilità di appello. La psicoanalisi è sin nelle sue fondamenta atea perché non crede all'esistenza di un «mondo dietro al mondo» se non come una favola che serve ad attutire il dolore dell'esistenza. La lettura delle Scritture che Massimo Recalcati propone in questo libro rivela invece l'esistenza inaudita di radici bibliche della psicoanalisi. Non è una tesi teologica o una dimostrazione filologica, ma un effetto del suo incontro singolare con il testo biblico. Non si tratta di psicanalizzare la Bibbia, ma di riconoscere in essa la presenza dei grandi temi che verranno ereditati dalla psicoanalisi, con particolare riferimento all'opera di Freud e di Lacan: il carattere originario dell'odio rispetto all'amore.

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IL FIGLIO TERRORISTA - Monica Galfré
MAG C 9831

Un padre politico illustre e un figlio in clandestinità. Lo Stato e il terrorismo. Una famiglia e un paese, l'Italia, irrimediabilmente divisi negli anni di piombo. Carlo Donat-Cattin è vicesegretario della Democrazia cristiana quando, nella primavera del 1980, si scopre che suo figlio Marco milita ai vertici di Prima linea, una delle principali organizzazioni terroristiche di sinistra attive negli anni di piombo. La notizia fa da detonatore a uno dei piú gravi scandali della storia repubblicana, che coinvolge il presidente del Consiglio Francesco Cossiga e si combina a circostanze inquietanti degne di una spy story. Al contempo il dolore privato della famiglia Donat-Cattin e il percorso di Marco, comune a molti altri giovani, mettono sotto gli occhi di tutti lo strappo senza rimedio che si è consumato nel corso degli anni Settanta. Attraverso questa storia, che è di padri e di figli, il terrorismo appare come una delle forme che assume il conflitto generazionale, una sorta di resa dei conti che ha le sue radici nelle caratteristiche e nei limiti della modernizzazione italiana.

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METAMORFOSI - Emanuele Coccia
MAG C 9782

«La vita non è che un'unità cosmica che stringe la materia della Terra in un'intimità carnale. Siamo tutti carne della stessa carne, indifferentemente dalla specie cui apparteniamo». Un saggio dirompente, che ribalta in modo radicale la nostra idea di cambiamento. Tutto è metamorfosi e di questo facciamo esperienza fin dalla nascita, perché nascere significa ereditare una vita che ha già vissuto – il suo Dna, il suo respiro, la sua carne, i suoi atomi – e sforzarsi di darle un altro volto. È ciò che accade a tutte le specie attraverso l'evoluzione: ciascuna è la metamorfosi di una forma che ha già vissuto e che si prolunga nella diversità dell'altra. Questa continuità lega tutti i viventi tra di loro e con la Terra, l'immenso bruco da cui si liberano, a ogni istante, le farfalle delle specie. Filosofo italiano tra i più noti e stimati a livello internazionale, Emanuele Coccia ha fatto di questo libro brillante e originale, tradotto già in diverse lingue, la metamorfosi dei saperi più diversi: dalla zoologia alla filosofia, dalla biologia alla linguistica, dalla botanica alla letteratura.

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SI POTREBBE ANDARE TUTTO AL MIO FUNERALE - Diego Abatantuono e Giorgio Terruzzi
MAG C 9783

Una veglia funebre si trasforma in una grande festa, un'occasione unica per celebrare l'amore e i legami di una vita. Ricordi, visioni e confessioni di un attore che ha saputo fare del divertimento un'arte, sotto i riflettori come nel privato. Accade tutto in una villa in Romagna, un posto dove parenti, amici e colleghi sono riuniti per dare l'ultimo saluto a Diego Abatantuono e dove ogni cosa sembra possibile. Enzo Jannacci fa iniezioni a base alcolica, Paolo Villaggio trascina un carrello coi bolliti, Ugo Conti spinge un'altalena, i Gatti di Vicolo Miracoli si radunano intorno a una piscina. Tra gli spettri amati del passato e gli affetti ancora vivi e presenti, Diego si muove incerto: è vivo anche lui o è morto davvero? Nell'arco di una serata immersa in un'atmosfera onirica dal sapore felliniano, ogni incontro diventa il pretesto per scavare nella memoria. Il risultato è un racconto corale in cui, con passione e ironia, si rievocano difficoltà, successi, lunghi sodalizi e momenti di intimità mai rivelati prima.

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IL COMPLOTTO DEI CALAFATI - Francesco Abate
MAG C 9784

Una coppia di nobili e il loro autista sono assassinati in un agguato. Il delitto rischia di avere gravi conseguenze politiche: tutto porta verso la pista socialista. Eppure qualcosa non torna. In particolare a Clara Simon, collaboratrice senza firma de «L'Unione». Clara è giovane, bella e ricca. Quello che non le perdonano a Cagliari è di essere per metà cinese e di voler diventare la prima giornalista investigativa italiana. Un sontuoso galà di beneficenza ha riunito tutta la buona società cagliaritana allo scopo di raccogliere fondi per i terremotati della Calabria. Vi prende parte anche Clara, la nipote del più importante armatore dell'isola, per incontrare un funzionario dell'ambasciata italiana di rientro dalla Cina che potrebbe darle notizie di suo padre, disperso durante la rivolta dei Boxer. Tra gli ospiti, i chiacchierati Cabras, che tornando dalla festa sono assaliti e ammazzati. Si sospetta un omicidio politico: il barone era odiato per aver sempre trattato i suoi numerosi lavoratori con il pugno di ferro. Ma allora perché è stato ucciso pure l'autista? Sempre pronta a occuparsi dei più deboli, e in pena anche per la sorte del giovane nipote dei baroni, verso cui prova un'immediata empatia (o forse qualcosa di più), Clara non può evitare di indagare sul caso.

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STUDI SULL'AMORE - Franco Arminio
MAG C 9787

Con la sua lingua asciutta e lirica, sacrale e domestica, in cui c'è sempre uno scarto, uno slittamento inatteso, una sottile sensualità, Franco Arminio fotografa il corpo spaventato dalla morte e infiammato dall'amore. Non soltanto l'amore carnale, ma quello che ci conferma di esistere: l'amore per un figlio e quello per un angolo di paese, l'amore per una strada e quello per la madre, l'amore per un amico e per chi ci è ancora sconosciuto, al punto da scavare in noi il languore del desiderio.

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AMICI - Robin Dunbar
MAG C 9832

Un libro indispensabile per capire che cos'è l'amicizia e quanto è importante per la nostra vita. Una bella amicizia salva la vita, letteralmente. Dopo il fumo, la scelta delle amicizie è il fattore che piú incide sulla mortalità umana e il numero di amici che abbiamo interviene non solo sulla nostra felicità ma anche sul modo in cui noi e i nostri figli ci ammaleremo e moriremo. Robin Dunbar, dopo decenni di ricerche, può dirsi un'autorità in materia d'amicizia; è suo il «numero di Dunbar», cioè una misura del «limite cognitivo del numero di individui con cui ogni persona può mantenere una relazione stabile». Con questo libro, scritto con una penna felice e non accademica, Dunbar svela i meccanismi che costituiscono quel marchingegno cosí essenziale e infallibile che è l'amicizia, di cui diamo per scontata l'esistenza ma che non conosciamo fino in fondo e su cui si basa la nostra vita.

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LA FELICITA' NEGATA - Domenico De Masi
MAG D 6079

Non c'è progresso senza felicità e non ci può essere felicità in un mondo segnato dalla distribuzione iniqua della ricchezza, del lavoro, del potere, del sapere, delle opportunità e delle tutele. Quest'inumana disuguaglianza non avviene a caso ma è lo scopo intenzionale e l'esito raggiunto di una politica economica che ha come base l'egoismo, come metodo la concorrenza e come obiettivo l'infelicità. Domenico De Masi analizza qui due concezioni opposte dell'individuo, della società, dell'economia, la cui contesa verte proprio sul ruolo, il valore e l'organizzazione della vita attiva nelle sue espressioni del lavoro e dell'ozio. Da un lato la concezione della Scuola sociologica e marxista di Francoforte; dall'altro quella della Scuola economica e neoliberista di Vienna. Purtroppo ha vinto la seconda, grande nemica della felicità.

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PASOLINI MORAVIA - Renzo Paris
MAG D 6080

Il confronto tra due giganti del Novecento, avversari culturali e amici fraterni, nel racconto di un autore che ha conosciuto da vicino la società letteraria del loro tempo ed è stato testimone di un’epoca irripetibile. Il legame tra Pier Paolo Pasolini e Alberto Moravia durò piú di vent’anni, dai primi anni Cinquanta fino al tragico omicidio del poeta nel 1975. Amico di entrambi, Renzo Paris ripercorre in questa «affabulazione critica», colma di un affetto ancora vivo, le loro diatribe pubbliche e private, dal Terzo Mondo al Sessantotto, passando per il femminismo, l’aborto, il divorzio, il neo-capitalismo, il calcio. Come due pugili, si sfidavano senza esclusione di colpi sul ring di giornali e riviste, senza che il match avesse mai un vincitore. In Moravia agiva una profonda insofferenza antiborghese verso la società conformista, sempre pronta a scandalizzarsi. Pasolini, che arrivò a cercare apertamente lo scandalo, si spinse fino al sacrificio assecondando la passione che gli ordinava di «gettare il corpo nella lotta». Ariano l’uno, attico l’altro, entrambi «lucenti eremiti».

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DOVE SONO? - Bruno Latour
MAG D 6081

«Comincio a situarmi come un terrestre fra altri terrestri ma, una volta passata la sorpresa, mi accorgo che i terrestri non si spostano mai ovunque "liberamente" in uno spazio indifferenziato, ma che questo spazio se lo costruiscono pezzo per pezzo. Stranamente, è proprio il fatto di sentirsi "confinati" a darci questa libertà di muoverci infine "liberamente"». Partendo dalla pandemia, Bruno Latour, il piú importante filosofo francese contemporaneo, ci indica il disegno piú ampio sotteso a ciò che sta accadendo intorno a noi: il Nuovo Regime Climatico. Il suo è un appello appassionato e poetico a ripensare il piccolo spazio in cui viviamo, a percepirne la bellezza e l'unicità.

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STORIA DELLA NOTTE - Jorge L. Borges
D 2752/775

L'enigma del tempo che ci plasma, di un presente «fugace particella del passato», della memoria custodita dalla «vasta Biblioteca», dei nostri gesti ligi alle regole di un gioco oscuro diretto da un dio indecifrabile sono motivi familiari a chi ama Borges. Mai come in Storia della notte, tuttavia, hanno trovato un'espressione più vivida, diretta e, soprattutto, intima, tanto che l'infinita, imperscrutabile catena delle cause e degli effetti può ora tendere verso un luminoso punto di fuga, incarnato dalla donna amata: «La Torre di Babele e la superbia.

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L'IRREALIZZABILE - Giorgio Agamben
MAG C 9840

Siamo così abituati a distinguere fra il possibile e il reale, fra essenza ed esistenza che non ci rendiamo conto che queste distinzioni che ci paiono così ovvie sono il risultato di un lungo e laborioso processo, che ha portato a scindere l'essere, la «cosa» del pensiero, in due frammenti insieme opposti e intimamente intrecciati. In ogni caso l'ipotesi di questo libro è che la macchina ontologico-politica dell'Occidente si fonda proprio su questa scissione della «cosa», senza la quale né la scienza né la politica sarebbero possibili. Senza la partizione della realtà in essena e esistenza e in possibilità (dynamis) e attualità (energeia), né la conoscenza scientifica né la capacità di controllare e dirigere durevolmente le azioni umane che caratterizzano la potenza storica dell'Occidente sarebbero state possibili. Se non potessimo sospendere la concentrazione esclusiva della nostra attenzione su ciò che esiste immediatamente (come sembrano fare gli animali), per pensarne e definirne l'essenza (il «che cosa»), la scienza e la tecnologia occidentali non avrebbero certamente conosciuto lo sviluppo che le caratterizza. E se la dimensione della possibilità scomparisse interamente, né piani né progetti sarebbero pensabili e le azioni umane non potrebbero essere né dirette né controllate.

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COME GARANTIRE LA CONTINUITA' OPERATIVA IN BIBLIOTECA - Ferruccio Diozzi
MAG D 6089

Questo testo vuole aiutare ad analizzare efficacemente le situazioni di crisi e a costruire piani che consentano di affrontare emergenze e post emergenze. Sono presi in considerazione sia la recente esperienza della pandemia, sia fenomeni derivanti da crisi del tutto diverse. Per ogni ambito vengono individuate le maggiori criticità, oltre a come garantire la non interruzione dei servizi e ripristinare la normalità. Si pone attenzione anche a organizzazioni affini alle biblioteche, in particolare agli archivi e ai musei, per individuare protocolli di attività condivisi. Un'ampia bibliografia e un riferimento alla normativa tecnica rilevante completeranno il lavoro.

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IL PRIMO LIBRO DI ESTETICA - Andrea Pinotti
MAG C 9839

Come ci rapportiamo al mondo attraverso il nostro corpo? Perché non ci accontentiamo delle misurazioni quantitative, ma siamo spinti a valutare le nostre relazioni alle cose nelle loro qualità, chiamandole belle, brutte, sublimi, kitsch? Che cosa facciamo quando immaginiamo, giochiamo, fingiamo? Che cosa hanno di speciale quelle cose che definiamo opere d'arte? Questo volume offre una prima introduzione all'estetica, nella sua duplice natura di riflessione intorno alla dimensione della sensibilità e di teoria filosofica delle arti. Rivolte a un pubblico di lettori non specialisti, le venti parole-chiave che lo strutturano prendono le mosse da una situazione particolare, per poi aprirsi in direzione di problemi più universali. Una volta messa in moto la catena delle domande, ogni voce guarda ai principali modelli teorici che sono stati elaborati per rispondervi e al loro sviluppo storico-concettuale. Senza dimenticare che questa disciplina è, fin dal suo battesimo settecentesco, un territorio di confine, che ha sempre cercato di dialogare con i suoi vicini di casa: la storia delle arti e delle tecniche, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, la semiotica, la teoria dei media, le scienze cognitive, le neuroscienze. Che cosa significa «sentire»? Come ci rapportiamo al mondo attraverso il nostro corpo? Perché non ci accontentiamo delle misurazioni quantitative, ma siamo spinti a valutare le nostre relazioni alle cose nelle loro qualità, chiamandole belle, brutte, sublimi, kitsch? Che cosa facciamo quando immaginiamo, giochiamo, fingiamo? Quando estendiamo il nostro fare e trasformiamo il nostro sentire grazie alle protesi tecniche e ai media, o quando ci esprimiamo artisticamente? Che cosa hanno di speciale quelle cose che definiamo opere d'arte? Davvero si possono distinguere dai fenomeni naturali, dagli oggetti ordinari, dagli strumenti? Sono solo alcune delle domande caratteristiche di quel campo della nostra esperienza, specifico e insieme diffuso, che chiamiamo «estetica».

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GIU ' I MONUMENTI? UNA QUESTIONE APERTA - Lisa Parola
MAG C 9780

Stalin, Roosevelt, Saddam: i monumenti crollano. Quando la storia cambia direzione, le statue tornano ad avere voce. Una voce talmente forte che spinge a cancellare ciò che nel presente è ritenuto troppo doloroso. Una scelta che fa discutere. Oggi più che mai abbiamo cambiato il modo di guardare ai monumenti. Non più solo ricordo del passato ma anche informazione preziosa sul presente. Oggi i monumenti sono abbattuti, cancellati o modificati. È già accaduto molte volte nella storia e sempre durante svolte epocali, come per esempio gli anni della Rivoluzione francese o quelli della decomunistizzazione nell'Europa dell'Est. È quindi il momento giusto per provare a rispondere ad alcune domande cruciali: qual è il ruolo dei monumenti? Perché suscitano così tanto scalpore? Ed è giusto, talvolta, abbatterli? Una questione aperta, tra arte e democrazia. Stalin, Roosevelt, Saddam: i monumenti crollano. Quando la storia cambia direzione, le statue tornano ad avere voce. Una voce talmente forte che spinge a cancellare ciò che nel presente è ritenuto troppo doloroso. Una scelta che fa discutere.

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VIAGGIO NELLE PUGLIE - Raffaello Mastrolonardo
AP D 195

"Il Dio degli Ebrei non ha conosciuto l'Apulia, altrimenti non avrebbe dato al suo popolo la Palestina come terra promessa" disse l'imperatore Federico II di Svevia. Da questo assunto parte il viaggio dell'autore, che accompagna per mano il viaggiatore alla scoperta della sua regione con gli occhi di un romanziere, di un uomo innamorato che narra della sua amante e del suo amore. Un itinerario reale ed emozionale da nord a sud, non privo di fughe, anticipazioni e digressioni, nelle tre terre di Puglia: Capitanata, Terra di Bari e Terra d'Otranto. Un libro di scoperte attraverso le storie di un territorio e delle genti che, venendo da Oriente e da Occidente, lo hanno attraversato e arricchito di culture e tradizioni: dal Neolitico alla Magna Grecia, ai Romani e ai Goti, agli Arabi, ai Longobardi, ai Bizantini, seguiti da Normanni e Svevi; e ancora, dagli Angioini francesi e poi dagli Aragonesi spagnoli. Fra passato e presente, queste pagine accompagnano i lettori in un Grand Tour di luoghi, profumi e suggestioni, di uomini e leggende, che danno anima, ancora oggi, alle Puglie. Buon viaggio.

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IL RAGAZZO CHE DISEGNO' AUSCHWITZ - Thomas Geve
MAG C 9830

Con Il ragazzo che disegnò Auschwitz Thomas Geve ci offre cosí una testimonianza vivida, unica e preziosa. Thomas Geve è poco più di un bambino quando viene deportato ad Auschwitz, separato dalla madre e precipitato nell’orrore. Alla liberazione, nell’aprile del 1945, raccoglie le poche forze residue per fissare su carta quel che ha vissuto. Trasformando il retro dei formulari delle SS in disegni di struggente esattezza, seguiti, poco dopo, da una memoria scritta non meno vivida, Thomas risponde al male assoluto con le uniche armi di cui dispone un ragazzino: la curiosità, la speranza e qualche matita colorata. A distanza di oltre 75 anni, quel racconto per immagini si fonde per la prima volta all’originario racconto in parole.

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PERCHE' CI OSTINIAMO A LEGGERE (E FAR LEGGERE) I CLASSICI - Daniele Aristarco
MAG D 6088

Un libro per tutti, per accendere la passione nei confronti dei classici, specie nei ragazzi, e per riscoprire l'amore per la grande letteratura e trasmetterlo alle giovani generazioni. Un libro utile per gli insegnanti e i genitori che parla di lettura, letteratura, passione, amore, insegnamento.

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PICCOLO TRATTATO DI CONSOLAZIONE - Delphine Horvilleur
MAG C 9836

Nell'insegnarci come vivere con i morti Delphine Horvilleur ci offre un inno alla vita: una riflessione universale sulla morte attraverso la sapienza dell'ebraismo. Si tratta sempre di sbarazzarsi di Abele, di cancellare tutto ciò che viene rammentarci che nulla è eterno, che bisogna scendere a patti con l'assenza e rinunciare a tutto quel che si conquista. Essere un rabbino significa vivere con la morte: quella degli altri, ma anche la propria. Significa però soprattutto trasmettere la morte come lezione di vita per quelli che restano: «Così, mi trovo al fianco di donne e uomini che in momenti cruciali della loro vita hanno bisogno di narrazioni». Il tessuto di questo libro di consolazione intreccia strettamente tre fili: il racconto, l'esegesi e la confessione. La narrazione di una vita interrotta, il modo di dare senso a una morte attraverso i testi della tradizione e l'evocazione di una ferita intima o la rammemorazione di un episodio autobiografico di cui ha risvegliato il ricordo seppellito da qualche parte. I testi sacri aprono un varco tra i vivi e i morti: «Il ruolo del narratore è quello di stare sulla soglia, per garantire che resti aperta». E permettere cosí a ciascuno di fare la pace con i propri fantasmi.

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VOI SIETE QUI - Gianni Sinni e Amedeo Palazzi
MAG C 9842

Il volume accompagna la mostra omonima (Parma, CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Università degli Studi di Parma, 16 dicembre 2021 - 18 aprile 2022), e offre un'incursione nell'affascinante e poco conosciuta orbita progettuale del city branding design. La narrazione dei luoghi e dell'immagine pubblica cittadina attraverso un sistema di branding efficace si è sviluppata negli anni recenti in risposta alla necessità di costruire un'identità territoriale condivisa. Suddivisa in tre sezioni tematiche, la pubblicazione presenta i casi studio selezionati all'interno del percorso espositivo, riunendo i progetti dedicati al city branding italiano, insieme all'esperienza internazionale dello studio Edenspiekermann con i lavori svolti per le città di Parma, Amsterdam e Santa Monica. Al percorso progettuale che ha portato all'ideazione del brand della città di Parma in occasione della nomina a Capitale della cultura 2020, di cui Edenspiekermann ha utilizzato l'interpretazione di Zuzana Licko del font Bodoni Filosofia, segue l'analisi delle esperienze di ben 32 città italiane, presentate in ordine cronologico. Le città di Amsterdam e Santa Monica presentano infine due esempi significativi seppur differenti nell'approccio. Nel primo caso riscontriamo l'utilizzo di uno "Shape Alphabet", un sistema di forme progettato per essere aggiunto alle tre croci rosse di Amsterdam ispirate allo stemma quattrocentesco della città. Nel secondo esempio della città californiana viene proposto un concept adatto ad un'amministrazione in cerca di un'esperienza identitaria e attenta ai servizi digitali, con l'implementazione di un marchio ad ombrello per i vari dipartimenti cittadini.

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CHRONOS - François Hartog
MAG C 9841

Oggi il futuro si è fatto incerto ed è sorta una nuova era, l'Antropocene, interamente governata dalla forza dell'uomo. Che ne è oggi dei vecchi modi di intendere chronos? Quali nuove strategie, irretiti come siamo nella dimensione evanescente e costrittiva del presentismo, dovremmo concepire per affrontare quello che ci appare un incommensurabile e minaccioso futuro? Il tempo è onnipresente e ineluttabile. Innanzitutto è ciò che non può essere afferrato. Ma pur essendo l'inafferrabile, gli uomini non hanno mai smesso di cercare di padroneggiarlo. Innumerevoli sono state le strategie messe in campo per comprendere il tempo, o per illudersi di riuscirci, dall'antichità classica ai giorni nostri, passando per il famoso paradosso di Agostino: finché nessuno ti chiede che cos'è il tempo, lo sai; ma appena te lo chiedono, non lo sai più. In questa ricostruzione storica e filosofica di uno dei misteri piú affascinanti della realtà, François Hartog distingue diverse epoche: dai vari modi che i greci avevano di definire il tempo, alla particolare concezione cristiana di un presente compreso tra la nascita di Cristo e giudizio finale, dall'affiorare del tempo moderno, frutto del progresso, alle incertezze contemporanee.

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IL CICLISTA PRODIGIOSO - Giuliano Scabia
MAG C 9822

Il testamento finale di uno scrittore fantasioso come pochi, che ha saputo unire il popolare e il sublime. Giuliano Scabia è stato un autore inimitabile e poliedrico: ha innovato profondamente il teatro italiano negli anni Sessanta e Settanta portando le sue «azioni teatrali» negli ospedali psichiatrici, nelle fabbriche, nei barconi sul Po, nei boschi; è stato un mitico professore del DAMS che ha forgiato generazioni di studenti; è stato un poeta originale, «cantore delle bestie e delle piante, delle stelle e degli dèi» come ha ben scritto Gianni D'Elia; ed è stato soprattutto un romanziere dalla lingua inventiva, percorsa dalle vene dialettali di quel «pavano» che sentiva come lingua ancestrale, la lingua della sua infanzia ma anche dell'infanzia del mondo. I quattro romanzi del ciclo di Nane Oca sono ambientati in un mondo favolistico in cui la pacifica comunità dei Ronchi Palú deve affrontare scompigli grandi e piccoli.

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LA PIU' BELLA ESTATE - Federico Pace
MAG C 9824

L'estate è l'unica stagione in cui tutto può succedere. Capace piú di ogni altra di innescare desideri, sciogliere malinconie e far intravedere all'orizzonte qualcosa di nuovo. Un incanto che si ripete ogni anno, regalandoci l'illusione che nulla sarà più come prima. La sua maestosa lentezza. L'esplodere di una natura inattesa, a volte estrema. Un tuffo in acqua. Lo sfiorarsi delle labbra. I silenzi. Gli incontri. Le città deserte. Le notti che si dissolvono nel giorno senza cesura. Al pari di esploratori che si nutrono dell'ignoto, ogni anno siamo pronti a perderci dietro la chimera dell'estate, la stagione più effimera. La più luminosa, ma forse anche la più amara. Quando finisce infatti sentiamo un vuoto dentro. E il ricordo delle emozioni che abbiamo provato non smette di inseguirci. Quali che siano le esperienze vissute, le gioie o le disfatte, al pari dell'araba fenice l'estate risorge sempre dalle sue stesse ceneri, riproponendoci, mescolati insieme, la meraviglia, il sogno e il disincanto. Senza che ci si possa difendere.

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NON LEGGETE I LIBRI FATEVELI RACCONTARE - Luciano Bianciardi
MAG D 6071

«Sembra ormai chiaro che a questo mondo tutto si può imparare: l'allevamento del pollame e l'arte del governo, la scienza delle finanze e il gioco della canasta, l'astronomia e l'interpretazione dei sogni, a scopi psicoanalitici ma anche per vincere al lotto. Infatti esistono grammatiche e manuali che spiegano per filo e per segno come si fa. Fra i tanti, non uno dedicato ai giovani che intendano vivere, e addirittura prosperare, in quel campo di attività umane, non essenziali peraltro alla vita dell'uomo, che vanno sotto il nome complessivo e vago di "cultura".» Nel 1966 Luciano Bianciardi si era già trasferito a Milano, era stato assunto e licenziato da Feltrinelli, aveva scritto la tetralogia del dissenso, rifiutato una collaborazione fissa con il «Corriere della Sera», quando pubblicò su «ABC», il settimanale in bianco e nero sostenitore delle grandi battaglie civili dell'epoca, sei lezioni a puntate, pensate per i giovani – ma non tutti i giovani, solo quelli particolarmente privi di talento. Norme chiare, precise, efficaci, a uso di coloro che avessero deciso di diventare intellettuali. Si va dai consigli su come vestirsi, dove andare in vacanza o con chi accasarsi, alle frasi-cerotto – che sembrano dire, ma non dicono assolutamente niente – «per salvare i giovani mediocri (ma anche agli altri, i cervelloni, i geniali e i genialoidi) da un'esistenza mediocre, avviarli alla scalata dell'Elicona».

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L’EREDITA’ DI UN GIUDICE - Maria Falcone e Lara Sirignano
MAG C 9769

È il 23 maggio 1992 quando, lungo l'autostrada che da Trapani porta a Palermo, la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani con una carica di cinque quintali di tritolo. Un attentato efferato e vile che scuote l'intero Paese e s'imprime nella memoria collettiva, travolta appena due mesi più tardi dal ripetersi di quel tragico copione in via D'Amelio, quando a perdere la vita sono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Per anni la rabbia e l'indignazione per il sangue sparso dalla mafia erano durate soltanto il tempo dei funerali. Dopo la strage di Capaci, invece, qualcosa cambia. Nel Paese, e soprattutto a Palermo. La rabbia diventa pretesa di giustizia, il lutto necessità di testimonianza. Nessuno può più rimanere indifferente. Né le istituzioni, né i cittadini. È l'inizio di quella metamorfosi culturale, morale e delle coscienze che Giovanni Falcone riteneva indispensabile per poter combattere la mafia su larga scala. Ma non solo: è anche l'inizio del viaggio di una donna che sceglie di tramutare il proprio dolore privato in testimonianza universale. Dalla morte del fratello, infatti, Maria Falcone ha dedicato instancabilmente la sua vita all'affermazione dei valori della legalità e dell'antimafia nella società, e in particolare tra i giovani. Oggi, a trent'anni dalla strage, ricorda il fratello e si racconta: quei terribili giorni, la voglia di reagire, l'instancabile impegno e l'attivismo per promuovere una cultura della legalità. E riflette su come siano cambiati da allora la lotta alla mafia e il nostro Paese. Una testimonianza sincera e tenace che fonde la storia personale con una delle pagine più tragiche della nostra storia recente.

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GUERRA - Antonio Scurati
MAG C 9768

«Anche quando il paradigma guerra/visione s'infrange nell'età dei mass media elettronici, e del terrorismo mediatico, il suo ribaltamento, la sua ritorsione contro l'Occidente non smette di alimentare le retoriche del potere, di giustificare il ricorso alle armi, di illuderci riguardo alla promessa di una verità rivelata dalla tenebra se non dalla luce. Se fin dai tempi di Omero la guerra era sempre stata il "paradiso dello spettatore", noi contemporanei delle dirette televisive dai fronti di battaglia diveniamo telespettatori totali della guerra e, per questa via, spettatori delle nostre stesse vite.» La guerra accompagna l'umanità fin dalle sue origini. Il racconto che la civiltà occidentale ne ha fatto si è declinato essenzialmente in tre modi – la narrazione epica nel mondo antico, quella romanzesca nel mondo moderno e quella televisiva nel mondo contemporaneo. Per capire come la nostra cultura della guerra sia intimamente legata al racconto che ne facciamo, Antonio Scurati legge questi tre modi attraverso quello che chiama il "criterio della visibilità": visibilità come rivelazione, come possibilità di comprendere la realtà di un mondo in guerra.

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LA PRIMA AVVOCATA - Ilaria Iannuzzi e Pasquale Tammaro
MAG C 9770

Il 17 giugno 1881 Lidia Poët, davanti a un’immensa folla plaudente, si laurea in Legge all’Università di Torino. Ha ventisei anni, intelligenza e coraggio da vendere, ed è determinata ad arrivare dove nessun’altra era ancora mai riuscita: diventare avvocata. Due anni dopo termina la pratica, sostiene brillantemente gli esami per l’iscrizione all’Albo, qualcuno nel Consiglio dell’Ordine storce il naso, ma la maggioranza la sostiene. Ce l’ha fatta, è lei la prima avvocata d’Italia. Ma la conquista sarà effimera: il Procuratore del Re impugna l’iscrizione davanti alla Corte d’appello di Torino, che dichiara che le donne non possono esercitare l’avvocatura. Lidia si prepara al ricorso in Cassazione, mentre l’intero Regno attende col fiato sospeso la sentenza definitiva. Tutti i giornali, i giuristi, le femministe, i politici durante quei mesi non parlano d’altro: chi è a favore, chi è contro, chi precorre i tempi e chi rimane ancorato al passato. Ne emerge una polifonia di voci, l’affresco di un’epoca fervida e contraddittoria e, soprattutto, il ritratto di una donna straordinaria, che con la sua tenacia e il suo ingegno ha dischiuso la strada a tutte le colleghe del futuro.

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VELO SPIEGO - Tasnim Ali
MAG D 6070

L'influencer con il velo Tasnim scherza (molto seriamente) con gli stereotipi, a partire dalle domande che le fanno tutti. Un botta e risposta scanzonato che spazza via il pregiudizio e ci racconta com'è davvero vivere in equilibrio tra due mondi. Ah, ma parli italiano? Ti puoi innamorare di chi vuoi? Ti fai la doccia con il velo? Tutte queste domande Tasnim le ha ricevute davvero. Avrebbe potuto semplicemente riderci su, metterle da parte, arrabbiarsi e invece ha risposto a ciascuna di loro. Perché a lei le domande piacciono. Se chiedi infatti, è perché vuoi sapere, e non c'è niente di male nel voler sapere, anzi! Basta che tu lo faccia con educazione. Anche se la domanda può suonare ridicola. I pregiudizi, invece, sono l'opposto delle domande. Sono figli di chi non conosce e non vuole conoscere, di chi prova odio cieco nei confronti della diversità. In questo libro Tasnim ritorna a parlare di un tema che le sta molto a cuore e con cui ha già acceso la curiosità di moltissimi sui social. Lo fa nel suo stile inconfondibile, senza giri di parole, andando dritta al punto, ma anche con tanta, tantissima pazienza. D'altra parte, l'arma migliore per combattere l'ignoranza è proprio questa. L'amore, la famiglia, il cibo, il velo, il matrimonio: cinque capitoli per ogni pilastro della sua vita. Pagina dopo pagina, Tasnim ci guida dentro un mondo in equilibrio tra due paesi e due culture. Non c'è tabù che non affronti, curiosità che non soddisfi, ma soprattutto non c'è preconcetto razzista che regga il colpo delle sue battute spiritose e delle sue argomentazioni. Il tutto, inevitabilmente, con un marcato accento romano, perché lei è di Roma, si sente pure quando scrive, e se prova a parlare l'arabo, "tipo due secondi e la sgamano che è italiana"..

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IN DIALOGO CON IL MONDO - Francesco (Jorge Mario Bergoglio)
MAG C 9766

«Come colpire l'ingiustizia del mondo? Con la parola.» Dagli ultimi al papa, dal papa al mondo. Un dialogo inaspettato e rivelatore che arriva a delineare una Chiesa diversa. Persone del mondo intero, non necessariamente cristiane, hanno potuto rivolgere al papa le domande che stavano loro più a cuore, grazie all'iniziativa dell'Association Lazare e di numerose ONG. Domande sulla vita e il pontificato di papa Francesco, sulla fede e sulla Chiesa, sulla pace e sulla guerra. Per molti sono la povertà e l'ingiustizia i temi più urgenti e preoccupanti. Com'è possibile vivere poveri nella società dei consumi? Che uso fa il Vaticano delle proprie ricchezze? Che cosa fa la Chiesa concretamente per combattere l'ingiustizia e la violenza nel mondo?

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I PIFFERAI MAGICI - Susanna Tamaro
MAG C 9753

Chi sono i pifferai magici che, come il flautista di Hamelin, negli ultimi decenni hanno incantato il mondo costringendo un numero sempre più alto di persone a seguirli, abbandonando il mondo dell'etica, quel mondo che, nonostante tutte le sue fragilità, ha permesso fino a tempi recenti all'essere umano di mantenere la sua specificità? Ormai, tutto quello che si può fare, si fa. E le voci che ancora si levano in difesa della misteriosa complessità della vita e della persona vengono ridicolizzate, tacciandole di medioevale oscurantismo. L'uomo non è più un fine, ma soltanto un mezzo e, in quanto mezzo, può essere usato in tutti i modi possibili. Il fatto che il numero di disturbi mentali, di depressioni, di malattie autoimmuni sia sempre più alto non inquieta più nessuno, così come non turba il fatto che il paganesimo sia tornato prepotentemente nella nostra civiltà e che proprio questo paganesimo abbia annullato la responsabilità individuale del male. Il fato decide per noi. Non esiste più il bene, non esiste più il male, non esiste più il giudizio sulle nostre azioni e, anche quando queste sono efferate, siamo convinti di avere diritto all'happy end. Queste riflessioni fatte nel corso degli ultimi anni cercano di mettere a fuoco il progressivo declino della nostra civiltà, incantata dalla suadente musica di questi astuti orchestrali che tutto hanno a cuore tranne il bene dell'umanità.

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LO FACCIO PER ME - Stefania Andreoli
MAG C 9762

Uno sguardo liberatorio sull'essere donne e madri. Ogni martedì la psicoterapeuta Stefania Andreoli tiene sul suo profilo Instagram una rubrica di domande e risposte. Qui trovano spazio storie, attualità e tanti dubbi di genitori. Mamme, perlopiù. Disorientate, equilibriste, creative, volenterose, sull'orlo di una crisi di nervi, ma tutte accomunate da un'ambizione: compiere le scelte più giuste. Giuste, sì, ma per chi? Da quando si diventa madri, sembra sottinteso che l'unica ragione accettabile per qualunque decisione quotidiana e di vita sia "lo faccio per mio figlio". "Lo faccio per me" è una frase che suona egoista, indegna per una madre. Le ragioni sono storiche, culturali, legate ai falsi miti del sacrificio e dell'amore incondizionato e a una distorta interpretazione del famoso istinto materno.

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VORREI VEDERE I BAMBINI GIOCARE - Marina Castellano
MAG C 9760

Emanuel aveva quattordici anni quando è arrivato all'ospedale dove Marina era in missione, a Bangui, e quattordici ne aveva un mese dopo quando se ne è andato per sempre. Lui, Dawood, Farid, Abdullah sono alcuni dei bambini che Marina ha incontrato nella sua attività di infermiera di guerra. Bambini che non possono giocare, correre, vivere davvero la loro infanzia, per colpa della guerra. O per colpa della povertà. O di entrambe, visto che vanno a braccetto. Li ha visti arrivare negli ospedali di Emergency in Afghanistan, portati in braccio in una corsa affannosa da genitori disperati. Li ha incontrati in Sierra Leone, in Libia, in Kurdistan, o tra le onde del Mediterraneo. Li ha visti silenziosi, chiusi nel dolore e nella rabbia, e poi, inaspettatamente, sorridenti e grati di essere ancora vivi. Sono le vicende di questi bambini a costruire una narrativa indimenticabile. E a farci capire che se ognuno di noi accogliesse nella propria storia un pezzetto di un'altra storia, il mondo non sarebbe perfetto, ma sicuramente migliore. Con una nota di Cecilia Strada.

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UNA PERSONA ALLA VOLTA - Gino Strada
MAG C 9758

Da Kabul a Hiroshima, il racconto di una missione durata tutta la vita: «Non un'autobiografia, un genere che proprio non fa per me, ma le cose più importanti che ho capito guardando il mondo dopo tutti questi anni in giro». «Sono un chirurgo. Una scelta fatta tanto tempo fa, da ragazzo. Non c'erano medici in famiglia, ma quel mestiere godeva di grande considerazione in casa mia. Fa il dutur l'è minga un laurà, diceva mia madre, l'è una missiùn. Un'esagerazione? Non so, ma il senso di quella frase me lo porto ancora dentro, forse mia madre era una inconsapevole ippocratica.» Una missione che parte da Sesto San Giovanni, la Stalingrado d'Italia con le grandi industrie, gli operai, il partito, il passato partigiano. In fondo, un buon posto per diventare grandi. A Milano, nelle aule dell'Università di Medicina e al Policlinico Strada scopre di essere un chirurgo, perché la chirurgia gli assomiglia: davanti a un problema, bisogna salvare il salvabile. Agendo subito. Una passione che l'ha portato lontanissimo.