LA CHIESA DEI GRECI
La chiesa
è costruita al livello di un primo piano ( m. 2,10 sopra il livello
stradale) ed è l’unica chiesa in Barletta che presenta
questa particolarità.
All’ingresso principale si accede mediante una scalinata costituita
da due rampe opposte, che terminano in un piccolo pianerottolo. La facciata
è semplice priva di interesse architettonico, sviluppata sul
lato lungo della pianta. La porta d ‘ingresso è sormontata
da due mezzi archetti e un ovale posto al centro dove era visibile fino
a qualche anno fa un agnello dipinto.
L’interno è costituito da un’aula rettangolare orientata
verso est-ovest , con un pavimento in maiolica di ambito napoletano,
nelle tonalità del verde e dell’ocra.
Addossati ai lati lunghi due fila di stalli ( stassidia ) del XVIII
sec. realizzati in legno di pioppo, destinati ai fedeli di sesso maschile
che si appoggiavano durante le liturgie. Sulla parete ovest si trovano
un altro gruppo di stalli i cui tre sedili centrali mostrano una maggiore
finitura del legno e sono sormontati da un baldacchino ed erano destinati
alle autorità religiose.
Sito sulla parete sinistra, al di sopra degli stalli , il pulpito ascrivibile
tra la fine del XVIII sec. e i primi del XIX sec.: realizzato in legno
di pioppo, sul dossale presenta un dipinto raffigurante il Cristo benedicente
alla greca .
Coevo agli stassidia e al pulpito il matroneo posto in fondo alla chiesa
frontalmente all’iconostasi. Costituito da una grata e da una
balaustra è rifinito da un cornicione in argento meccato.
Nella zona del Santuarium sul lato sinistro in una nicchia a mezza cupola
l’altare della Prothesis, all’interno del quale è
dipinto un piccolo affresco di ottima fattura raffigurante il “
Cristo in pietà”.
L'ICONOSTASI L’iconostasi
nelle chiese ortodosse è una parete che divide la zona del Santuarium
da quella accessibile ai fedeli, funge da tramite tra il mondo terreno e quello
spirituale del sacro. Il ruolo di questa divisione riveste un’importanza
fondamentale nello svolgimento del rito ortodosso , dove è fortemente
sentita l’inviolabilità del luogo sacro, luogo esclusivamente
riservato al celebrante . |
Ai
lati sono collocate due porte minori dette “ Porta nord” e “Porta
sud” a cui solitamente si trovano affiancate le tavole dispotiche che
quasi sempre raffigurano il “ Cristo Pantocrator”
e la “Madonna”.
In una Iconostasi ruolo altrettanto fondamentale rivestono le tavole raffiguranti
le dodici feste della liturgia ortodossa , quasi sempre collocate nel registro
immediatamente superiore alle porte.
L’iconostasi della chiesa dei Greci di Barletta è un esempio
pregevole nel suo genere e può essere considerata per la sua monumentalita
una delle iconostasi più interessanti presenti in Italia meridionale.
L’imponente struttura lignea, all’interno della quale sono inserite
le icone , ha un’altezza di circa m.10 e una estensione di m.6; sopraelevata
su quattro scalini che si allargano al centro in corrispondenza delle porte
regali, è composta da quattro registri sormontata in alto dal coronamento
della croce a forma di ancora .
Nel primo registro sono poste le porte
regali con la raffigurazione dei Santi Pietro e Paolo, ai lati delle
quali si trovano le icone despotiche dipinte da Thomas
Bathas ( 1554-1599) raffiguranti il “Cristo
Pantocratore” e la “Madonna Odighitria”
che sovrastano due tavole raffiguranti le scene evangeliche della “ Adorazione dei Magi” e dell’
”Incontro di Gesù col
centurione a Cafarnao”.
Sulle porte laterali che corrispondono alla porta nord e alla porta sud sono
rispettivamente raffigurati “San Basilio “ e “San
Spiridione”.
Nel registro immediatamente superiore sono sistemate le tavole delle dodici
feste liturgiche che partendo da sinistra rappresentano l’Annunciazione,
la Natività, la Circoncisione,
, la Presentazione al tempio,
il Battesimo di Cristo, Trasfigurazione
sul monte Tabor, Resurrezione
di Lazzaro, l’Ingresso
a Gerusalemme, la Crocifissione,
la Resurrezione, l’Ascensione e la Pentecoste.
Nel registro successivo in corrispondenza delle dodici feste sono collocate
le tavole raffiguranti i dodici apostoli in trono nell’ordine San
Tommaso, San Giacomo, Sant’Andrea, San Luca, San
Simone, San Pietro, San
Paolo, San Giovanni, San
Bartolomeo, San Matteo, San Marco e San
Filippo.
Posta nell’ultimo registro, la “Deesis” è costituita
dal “Cristo in trono”
affiancato lateralmente dalla Madonna e da San Giovanni Battista; il tutto termina
con la croce ancora che reca
dipinti all’interno del fuso Gesù Cristo al centro, alle punte
estreme i quattro evangelisti e sulle unghie le figure della Madonna e di San Giovanni evangelista.
L’opera risulta essere stata realizzata in periodi diversi a cominciare
dalla fine del XVI sec. con le tavole di Bathas per
terminare nel XIX sec. con le porte regali e le tavole raffiguranti l’adorazione
dei Magi e l’incontro
di Gesù col centurione a Cafarnao.
LA PRESENZA DEI GRECI A BARLETTA
Numerose
furono le ragioni che determinarono gli intensi rapporti tra la Puglia e l’Oriente
bizantino, ragioni che si collegano a rapporti diplomatici, ad intensi scambi
commerciali e agli spostamenti dei pellegrini che andavano in terra Santa.
L’intensificarsi di tali rapporti si ebbe a seguito dell’invasione
Ottomana e della caduta dell’Impero Bizantino, quando numerosi esuli
forzatamente scelsero come rifugio le coste pugliesi.
La prima testimonianza della presenza di abitanti di origine greca in Barletta
si riferisce alla prima metà del XVI sec., quando a seguito della diaspora
provocata dalla invasione di Corone ( città a sud del Peloponneso)
ad opera dei turchi, un folto gruppo di coronei si stabilì in città.
Il bisogno di un luogo di culto per la colonia, ormai insediatasi stabilmente,
si espresse nell’uso prima della chiesa di San Giorgio e successivamente
di quella di Santa Maria degli Angeli.
Il primo accenno della presenza di questa chiesa si trova in un documento
del “ Codice diplomatico barlettano” , risalente al 11 / 2 / 1398
, in cui tale Angelillo Trapperius di Berteraymo fa richiesta all’arcivescovo
di Trani della costruzione di una cappella “ sub vocabulo Sante Marie
de Angelis” con annesso ospedale per poveri.
La chiesa fu luogo di culto per la colonia dalla sua fondazione al 1656, dal
1789 al 1842 e dal 1861 agli inizi del XX secolo, mentre funzionò come
chiesa cattolico-romana dal 1660 al 1789 alle dipendenze della Cattedrale
di Santa Maria.
L’intitolazione della chiesa ha come riferimento la nota devozione dei
Greci ortodossi per la Madonna.
Nel 1656 un gravissima pestilenza decimò oltre a buona parte della
popolazione barlettana anche un cospicuo numero di greci–ortodossi;
pertanto questa circostanza determinò la scomparsa della colonia per
oltre un secolo.
In questo lungo periodo la chiesa viene usata dal clero secolare e posta alle
dipendenze della Cattedrale.
Fu solo nel 1789 che, in seguito alla ricostituzione della comunità
greca, la chiesa ritornò al rito ortodosso fino al 1842 quando i greci
latini di rito cattolico con l’aiuto delle autorità locali se
la ripresero.
In questo periodo i greci furono costretti a celebrare i loro riti di nascosto
per il clima di intolleranza che regnava nel mondo cattolico locale e solo
dopo vent’anni poterono recuperarla pagando il prezzo di seicento ducati.
Numerose furono le testimonianze di solidarietà e simpatia da parte
dei barlettani nei confronti non solo della comunità greca, ma anche
dei riti e delle celebrazioni di cui essi manterranno per lungo tempo un vivo
ricordo.
La Chiesa dei Greci è ubicata nel centro della città di Barletta in Via Madonna degli Angeli.
Si effettuano visite su prenotazione.
Per informazioni rivolgersi a:
Castello
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