SCELTI PER VOI
DICEMBRE 2011
(Rubrica a cura di Emanuele ROMALLO)

 
 
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Alla mia sinistra. Lettera aperta a
tutti quelli che vogliono sognare insieme a me di Rampini Federico
2011, Mondadori
MAG C 6435 |
"Avevo il dovere di scrivere questo libro.
Perché ho due figli ventenni che affrontano, come tutti i loro coetanei, il
mercato del lavoro più difficile dai tempi della Grande Depressione. Perché
devo rispondere delle mie responsabilità: appartengo a una certa generazione
della sinistra occidentale che ha c#3399ffuto di poter migliorare la società
usando il mercato e la globalizzazione. Ho voluto sfogliare il mio album di
famiglia, la storia che ho vissuto con un pezzo della sinistra italiana, per
capire le ragioni delle nostre sconfitte, quindi aprire una pagina nuova.
Plutocrazia, tecnocrazia, populismo, autoritarismo sono i mali che minacciano
le nostre democrazie. L'Italia è un piccolo laboratorio mostruoso di queste
patologie. Avendo vissuto un'esperienza pluridecennale da nomade della
globalizzazione - in Europa, in America, in Asia - ho il dovere di dire ciò
che è accaduto all'immagine del nostro paese nel mondo. Devo raccontare dal
mio osservatorio attuale nell'Estremo Occidente" quali sono i costi
dell'era Berlusconi, e anche le radici profonde del berlusconismo, che gli
sopravvivranno, i vizi di un'Italia "volgare e gaudente" con cui
dovremo fare i conti anche dopo. Che cosa farà questa Italia "da grande"?
C'è ancora speranza? Alla sinistra indico le possibili vie d'uscita
attingendo alle mie esperienze nelle nazioni emergenti, dall'Asia al Brasile:
perché non possiamo farci risucchiare in una sindrome del declino tutta
interna all'Occidente." |
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Così è la vita. Imparare a dirsi addio di De Gregorio Concita
2011, Einaudi
MAG C 6388 |
I bambini fanno domande. A
volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. Vogliono sapere perché nasciamo,
dove andiamo dopo la morte, perché esiste il dolore, cos'è la felicità. E gli
adulti sono costretti a trovare delle risposte. È un esercizio tra la
filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro
rassicurante sistema di valori. Perché non possiamo deluderli. Né ingannarli.
Siamo stati come loro non troppo tempo fa. Dell'invecchiare, dell'essere
fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai
bambini è negata l'esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la
sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L'estetica dell'eterna
giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le
inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione,
perfino felicità. In questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta
narrativa, Concita De Gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi
rimossi dal discorso contemporaneo. Funerali e malattie, insuccessi e
sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano
occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perché se non
c'è peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c'è miglior
sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo In forza |
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Vandali. L'assalto alle bellezze d'Italia di Stella G. Antonio; Rizzo Sergio
2011, Rizzoli
MAG C 6400 |
Il tempio di Apollo a Selinunte ingabbiato per
undici anni dalle impalcature perché nessuno le smonta. La campagna veneta di
Palladio e del Giorgione "intossicata, sconquassata, rosicchiata,
castrata", come dice il poeta Andrea Zanzotto, da un caos di villette,
ipermercati e capannoni. I mosaici di Pompei che si sgretolano perché
l'ultimo mosaicista è in pensione da un decennio mentre il commissario compra
mille bottiglie di vino "pompeiano" da 55 euro e ne spende 103mila
per censire 55 cani randagi. La tenuta agricola di Cavour tra le risaie
vercellesi cannibalizzata dai teppisti. L'inestimabile villaggio preistorico
di Nola affogato nell'acqua perché la pompa non funziona. La tracotanza di un
abusivismo che, di condono in condono, è salito a 4 milioni e mezzo di
alloggi nei quali vivono undici milioni di italiani. Le uniche ricchezze che
abbiamo, il paesaggio, i siti archeologici, i musei, i borghi medievali, la
bellezza, sono sotto attacco. Un incubo culturale, un'angoscia economica.
Eravamo i primi al mondo nel turismo: siamo precipitati per competitività al
28° posto. E il portale italia.it, costato milioni di euro, è 184.594° fra i
siti web più visitati del pianeta. Una classe dirigente seria sarebbe
allarmatissima. La nostra no. Anzi, la cattiva politica è tutta concentrata su
se stessa. E si tiene stretti tutti i privilegi. Le sole auto blu costano due
volte e mezzo l'intero stanziamento per i Beni culturali, dimezzato in 10
anni. La serrata denuncia di uno scempio. |
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Poco o niente. Eravamo poveri. Torneremo poveri di Pansa Giampaolo
2011, Rizzoli
MAG C 6384 |
"C'è una paura nuova che
leggo negli occhi di molte persone. È il timore di ritornare poveri, di
andare incontro a un futuro difficile, di non sapere quale sarà il destino
dei figli. Qualche anno fa, non era così. Ma in questo 2011 tutto è cambiato
in peggio. La grande crisi economica e finanziaria ci ha messi di fronte a
una realtà che nessuno immaginava: la nostra società è fragile e il benessere
che abbiamo conquistato potrebbe svanire. Torneremo poveri come erano i
nostri genitori e i nonni? Questa incognita mi ha spinto a ricordare l'epoca
che ha visto nascere e crescere fra mille stenti mia nonna Caterina Zaffiro e
mio padre Ernesto, uno dei suoi figli. Lei era nata nel 1869 nella Bassa
vercellese, in una famiglia di contadini strapelati. Andata in sposa a un
bracciante altrettanto misero, Giovanni Pansa, rimase vedova a 33 anni, con
sei bambini da sfamare. È la sua vita tribolata a farmi da guida nel racconto
dell'Italia fra l'Ottocento e il Novecento, quello che il lettore troverà in
Poco o niente. Era un mondo feroce, dove pochi ricchi comandavano, decidevano
tutto e si godevano le figlie dei miserabili. I poveri erano tantissimi,
venivano messi al lavoro da piccoli, poi l'ignoranza li spingeva a
comportarsi da violenti". |
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Decapitati. Perché abbiamo la classe dirigente che non ci
meritiamo di Floris Giovanni
2001, Rizzoli
MAG C 6426 |
La nostra classe dirigente non
ci piace più, e non solo a noi. Sono stati sfiduciati dalla stampa mondiale,
dal mercato e a guardarli in faccia si nota che sono piuttosto sfiduciati
loro stessi. Suonano lontane le parole di Alcide De Gasperi: "Badate che
nella vita pubblica non importerà tanto quello che voi direte, ma quello che
voi sarete". In questi sessanta anni, chi lo ha ascoltato? In pochi, tra
i politici di oggi; ed in pochi anche tra noi cittadini, che li abbiamo
scelti e tollerati. Ora i nostri capi si stanno incamminando sul viale del
tramonto ed è una vera e propria emorragia. Politica, economia, cultura: da
dove viene la crisi di leadership che ha decapitato l'Italia? Alla ricerca di
spiegazioni, esempi, idee, Giovanni Floris si imbarca in un'avventura nella
storia della nostra repubblica. Osserva le eterne dicotomie d'Italia,
incarnate tanto da Cavour e Garibaldi quanto da Agnelli e Marchionne, o da
Totti e Baggio. Analizza capi del male come Totò Riina e capi del bene dal
carisma universale come Giovanni Paolo II. Ci ricorda le volte in cui ci siamo
affidati (sbagliando) all'Uomo del Destino, e quelle invece in cui abbiamo
messo sul ponte di comando leader normali: i De Gasperi e i Pertini, i Ciampi
e gli Amato che, magari senza emozionarci tanto, hanno saputo tirarci fuori
da momenti di crisi gravissima. Non ci serve un Uomo della Provvidenza,
suggerisce Floris, ci serve una nuova dirigente tutta intera. |
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Giù al Sud. Perché i terroni salveranno
l'Italia di Aprile Pino
2011, Piemme
MAG C 6418 |
"Mai ho viaggiato a Sud come in questi ultimi
due, tre anni, e ogni volta mi sorprendo a fare il conto di quanto non ne so
e di quanto si possa percepire, di intenso, profondo, senza riuscire a
cogliere appieno il senso dell'insieme. Ho pensato che fosse più corretto
raccontare le tappe del mio viaggio, senza ricorrere ad artifici che le facessero
diventare parte di una narrazione unica. Ma questo paesaggio narrativo
comunque parla, e sapere di noi, chiunque noi siamo, ovunque siamo, è opera
collettiva. Questo libro è il mio mattone (termine disgraziatissimo per un
libro) per il muro della casa che si costruisce insieme. Il Sud non ha voce,
o voci piccole e sparse, ed è possibile che gli stessi protagonisti non
percepiscano quanto siano parte di un tutto, forse decisivo. Mentre tutti
guardano al Nord, ricco e potente, alle loro spalle, al Sud, c#3399ffo stia
nascendo l'Italia di domani. Un'Italia migliore." Cosa succede dove
sembra che non stia succedendo nulla? Nelle regioni più dimenticate, come la
Calabria che pare esistere soltanto per la criminalità e la 'ndrangheta?
Invece, forse, è proprio lì che si prepara il futuro. Un viaggio a tappe nel
Sud, dove ogni esperienza parla per sé e di sé ma, tutte insieme, riescono a
disegnare un paesaggio narrativo intenso e unico. |
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Steve Jobs di Isaacson Walter
2011, Mondadori
MAG C 6417 |
Più di quaranta colloqui
personali con Steve Jobs in oltre due anni, e più di cento interviste a
familiari, amici, rivali e colleghi, hanno permesso a Walter Isaacson di
raccontare l'avvincente storia del geniale imprenditore la cui passione per
la perfezione e il cui carisma feroce hanno rivoluzionato sei settori
dell'economia e del business: computer, cinema d'animazione, musica,
telefonia, tablet, editoria elettronica. Mentre tutto il mondo sta cercando
un modo per sviluppare l'economia dell'era digitale, Jobs spicca come la
massima icona dell'inventiva, perché ha intuito in anticipo che la chiave per
creare valore nel ventunesimo secolo è la combinazione di creatività e
tecnologia, e ha costruito un'azienda basata sulla connessione tra geniali
scatti d'immaginazione e riconosciute invenzioni tecnologiche. Nonostante
abbia collaborato in prima persona alla stesura di questo libro, Jobs non ha
imposto nessun vincolo sul testo né ha preteso di leggerlo prima della
pubblicazione. E non ha posto alcun filtro, incoraggiando anzi i suoi
conoscenti, familiari e rivali a raccontare onestamente tutta la verità. Lui
stesso parla candidamente, talvolta in maniera brutale, dei colleghi, degli
amici e dei nemici, i quali, a loro volta, ne svelano le passioni, il
perfezionismo, la maestria, la magia diabolica e l'ossessione per il
controllo che hanno caratterizzato il suo approccio al business e i geniali
prodotti che ha creato. |
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Il Natale dei Magi di Scarlini Luca
2011, Einaudi
MAG D 4856 |
Tre insoliti personaggi, Melchiorre, Gaspare e
Baldassarre, guidati da una stella, arrivarono a Betlemme per onorare una
nascita miracolosa, e a quel bambino nato in una stalla offrirono in dono
oro, incenso e mirra. Da questo episodio, così scarno e privo di dettagli,
hanno tratto ispirazione scrittori di ogni epoca e letteratura, regalandoci
storie originali e fantasiose, ricche di meraviglie e di misteri: dai Vangeli
apocrifi a Marco Polo, da Jacopone da Todi a Goethe, da Gabriele d'Annunzio
ad Anatole France, e ancora Lope de Vega, William Butler Yeats, Edzard
Schaper e Arthur G. Clarke. |
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Sanguisughe. Le pensioni scandalo che
ci prosciugano le tasche di Giordano Mario
2011, Mondadori
MAG C 6392 |
C'è il pensionato Inps più ricco d'Italia: 90.000
euro al mese. C'è l'onorevole che è stato in Parlamento un solo giorno e
potrà contare per tutta la vita su una pensione da deputato. C'è l'ex
presidente del Consiglio che ha tagliato le pensioni altrui e ne ha ottenuta per
sé una da 31.000 euro al mese. C'è l'ex presidente della Repubblica che,
oltre al vitalizio, incassa 4766 euro netti al mese come ex magistrato, pur
avendo svolto questa attività per soli 3 anni. E poi ci sono le baby
pensioni, le pensioni ai mafiosi, le doppie, triple e quadruple pensioni:
mentre al cittadino qualunque vengono chiesti continui sacrifici sul fronte
previdenziale, mentre l'Europa insiste per allungare la vita lavorativa e i
giovani non sanno se potranno mai avere una vecchiaia serena, la casta dei
pensionati d'oro mantiene i suoi privilegi, anzi se ne riserva sempre di
nuovi. Tutto perfettamente legale, s'intende, ma con la differenza non
trascurabile che, in questo caso, la legge viene applicata con sorprendente
rapidità. Mario Giordano ci guida nel labirinto degli scandali, degli inganni
e degli abusi della previdenza italiana: un buco nero che grava sulle spalle
dei contribuenti e mette a rischio il loro futuro. Da questo desolante
panorama emerge un'indicazione chiara: visto che continuano a chiedere tagli
alle pensioni, non si potrebbe cominciare da qualcuno di questi privilegi? |
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