SCELTI PER VOI
DICEMBRE 2011
(Rubrica a cura di Emanuele ROMALLO)

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STORIA

I preti e i mafiosi. Storia dei rapporti tra mafie e Chiesa cattolica di Sales Isaia

2010, Dalai Editore
MAG C 6389

Sono duecento anni che esistono le mafie in Italia. Se non sono state ancora sconfitte vuol dire che i motivi del loro "successo" non sono stati completamente individuati. Il libro affronta il tema delle responsabilità della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti nell'affermazione delle organizzazioni mafiose, esaminando l'apporto culturale che direttamente o indirettamente la dottrina della Chiesa ha fornito al loro apparato ideologico. Come spiegare il fatto che in quattro "cattolicissime" regioni meridionali si siano sviluppate alcune delle organizzazioni criminali più spietate e potenti al mondo? Come spiegare che la maggioranza degli affiliati a queste bande di assassini si dichiarino cattolici osservanti? Che rapporto c'è tra cultura mafiosa e cultura cattolica? E perché questo rapporto non è stato mai indagato in sede storica e, invece, è sempre smentito o sottovalutato? Il libro parla di tutto questo, senza intenti scandalistici. La convinzione dell'autore è che senza il sostegno culturale della Chiesa le mafie non si sarebbero potute radicare così profondamente nel Sud del nostro Paese. Il successo di queste organizzazioni criminali rappresenta dunque un insuccesso della Chiesa cattolica ma, al tempo stesso, senza una Chiesa realmente e cristianamente antimafiosa la lotta per la sconfitta definitiva delle mafie sarà ancora lunga.

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Opus Dei. Il segreto dei soldi. Dentro i misteri dell'omicidio Roveraro di Mincuzzi Angelo; Oddo Giuseppe

2011, Feltrinelli
MAG C 6433

Nell'estate del 2006 un uomo viene ucciso e fatto a pezzi con un machete dopo essere stato rapito e segregato per due giorni. Sembrerebbe solo il drammatico esito di un fatto di cronaca nera, ma non è così. La vittima è un famoso finanziere dell'Opus Dei, per lungo tempo considerato l'anti Cuccia cattolico, Gianmario Roveraro, che quattro anni prima si era imbarcato in una misteriosa operazione finanziaria internazionale. Il suo assassino è anche il suo socio: arrestato e processato, verrà condannato all'ergastolo. Ma il processo lascia irrisolti inquietanti interrogativi sulla natura dell'affare che Roveraro stava conducendo, anche perché i guadagni di quella operazione finanziaria erano destinati in beneficenza, probabilmente a strutture collegate all'Opus Dei. Partendo dai risultati dell'inchiesta giudiziaria e indagando sulle relazioni tra i protagonisti, gli autori hanno ripercorso la vita di Roveraro e i suoi rapporti d'affari, incrinando il muro che cela i meccanismi di reclutamento e finanziamento dell'Opus Dei e svelando una galassia opaca di società controllate e gestite da uomini della prelatura. Con il rigore dell'inchiesta giornalistica e il viluppo narrativo proprio del "giallo", il lettore viene proiettato in un viaggio all'interno di un mondo in cui tutto gira intorno al denaro e alla fede.

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Barletta e l’Unità d’Italia di Renato Russo

2011, Rotas
AP B 593

In questo volume sono  contestualizzati gli eventi nazionali risorgimentali con le vicende locali. Si avvicendano così, sullo scenario nazionale e su quello cittadino, avvenimenti  che maturano una comune coscienza civile ma c’è una data in cui queste storie si incontrano e si sovrappongono: è la data del 21 luglio 1866, il giorno della battaglia di Bezzecca. Giornata memorabile in cui i destini della Pa1tria si incrociano con quelli della nostra città perché durante quello scontro si distinsero i soldati del 9° Reggimento volontari della Brigata Barletta.          

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Nuova storia del jazz di  Shipton  Alyn

2011, Einaudi
MAG C 6405

Le storie del jazz, si sa, rappresentano un terreno infido: difficile maneggiare una materia enormemente vasta, scandirne con esattezza i percorsi e le svolte, metterne in luce i movimenti principali e secondari, quando non sotterranei e carsici; dare il giusto peso a ciascun musicista, rischiando la sovraesposizione per alcuni e la semplice citazione per altri, quando non addirittura il silenzio; tenere il passo con l'evoluzione delle metodologie di ricerca; raccontare le lingue e le scuole nazionali nate in tutto il mondo, soprattutto in Europa; trovare una lingua accessibile, tempi e modi della narrazione che non si nascondano dietro il gergo tecnico, riuscendo a comunicare al lettore fatti e concetti complessi con la massima linearità. Fin dal suo primo apparire, all'inizio del nuovo secolo, "Nuova storia del jazz" di Alyn Shipton ha segnato uno spartiacque: d'improvviso, tutte le storie precedenti, rispettabili e spesso prestigiose, sono di colpo invecchiate. Agendo pazientemente e minuziosamente sulle fondamenta dei fatti e delle storie, scavando e rintracciando elementi tali da poter, con cognizione di causa e saldezza scientifica, imporre una nuova visione d'insieme a una materia lavica e debordante, Shipton offre una ricostruzione storica e una una innovativa sistemazione di dati e fatti interpolati all'interpretazione di vicende umane e stilistiche, capace di scavalcare steccati ideologici, certe vecchie letture ormai infeltrite.