SCELTI PER VOI
SETTEMBRE 2013
(Rubrica a cura di Emanuele ROMALLO)

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STORIA
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Quella maledetta voglia di vincere

AP  C 434
Renato Russo
Il libro tenta di ricostruire, come in un puzzle, la vita del giovane Pietro, negli anni vissuti a Barletta, la sua dimensione umana, il suo percorso sportivo-agonistico, il suo ostinato talento, la sua tenace voglia di arrivare ad ogni costo. Racconta la vita di Pietro negli anni in cui, nella sua città, maturò la sua personalità, la sua ragione di vita, dai primi calci tirati al pallone sul campetto sterrato di Piazzetta Pescheria e dai primi allenamenti sulla battigia della spiaggia di Ponente, ai Campionati studenteschi di Bari, e dai Campionati nazionali “allievi” dell’AICS, alle “Leve dello sport di Termoli” fino al bronzo di Monaco. Quindi il sofferto addio a Barletta, dopo un esitante tergiversare e il suo lungo peregrinare, portando il nome della città sui più prestigiosi stadi di tutto il mondo, tra un’Olimpiade e un campionato europeo, da dove ci avrebbe dispensato tante irripetibili emozioni.

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Soffri ma sogni

AP  D 151
Stefano Savella
"La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni". Questa frase di Pietro Mennea esprime il profondo spirito di sacrificio che lo ha condotto a una lunga stagione di vittorie attraverso cinque partecipazioni alle Olimpiadi, il record del mondo, numerosi altri successi in Italia e in Europa. Vi si leggono però anche le difficoltà degli esordi a Barletta, la sua città, in cui la carenza di buoni impianti di allenamento era superata dalla presenza di figure che lo hanno formato nella vita e nello sport. Proprio a Barletta, sulla pista d'atletica dello stadio comunale oggi minacciata da altri interessi, Mennea ottenne una delle sue migliori prestazioni di sempre. Abbandonata l'attività agonistica, nella sua nuova carriera di professionista, docente universitario e uomo politico, egli rafforzò la propensione alla sfida individuale. Lo testimoniano le sue lauree, le sue pubblicazioni, l'impegno costante nella lotta al doping e per lo sviluppo della propria terra.

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Francesco Saverio Vista: il cittadino, il cronista, lo storico

DATTILO A 108      
Michelangelo Filannino
Francesco Saverio Vista incarna l’etica della borghesia meridionale ottocentesca ed il suo sistema valoriale e ci fa intravedere una classe dirigente impegnata, onesta, laboriosa, appassionatamente devota alla propria città ed attenta ai processi storici sia nazionali che internazionali. La sua opera ed il suo stile di comportamento nell’amministrazione della cosa pubblica costituiscono monito ed esempio che  smentiscono molti luoghi comuni e possono essere di grande aiuto per noi oggi. Il Vista con la sua opera di cronista e di storico, ha saputo svolgere un’opera tenace di accertamento della verità e di salvataggio delle fonti che rende la storiografia sulla città di Barletta in qualche modo unica.

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Arianna infida. Bugie del nostro tempo

MAG C 7002
Franco Cardini
Questo libro ricorda volentieri un samizdat, una di quelle pubblicazioni clandestine circolanti nell'Unione Sovietica del secondo dopoguerra che si poteva trattenere per breve tempo, magari per una sola notte, passata in bianco immersi nella lettura. Con questo non si vuol certo dire che Franco Cardini abbia subito una qualche forma di censura, meno che mai politica (o forse sì, ma questo è da vedere). Questo libro, in realtà, nasce da una profonda e spassionata riflessione sui meccanismi che nel nostro Paese bloccano la circolazione delle idee e la corretta informazione. "Arianna infida", dunque, è il tentativo di riprendere il bandolo di una matassa che si è persa nelle cento o mille bugie che ci vengono propinate ogni giorno, tanto sulla storia remota o recente, quanto sugli eventi che accadono ai giorni nostri. In queste pagine Franco Cardini denuncia alcuni mali che ci affiggono: del nostro essere europei, in un'Europa che, a dispetto delle proprie radici ebraico-cristiane, appare condizionata da lobbies economico-finanziarie e da teoremi come quello neoconservatore sull'esportazione della democrazia; del nostro essere italiani, in un'Italia assediata da circhi di nani e ballerine, bugie e prevaricazioni tanto culturali quanto politiche; del nostro essere affacciati sul Mediterraneo, crogiolo di culture di cui continuiamo ostinatamente a disinteressarci accontentandoci della vulgata ufficiale.

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C'era una volta la Libia. 1911-2011 storia e cronaca 

MAG D 5143
Nel centenario della "Guerra di Libia" del 1911 la Libia torna di streta attualità. Un libro per capire un paese vicino e insieme lontanissimo, in cui tutti hanno interessi importanti.

 

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Il vagone

MAG C 6990
Arnaud Rykner
Il 2 luglio 1944 parte l'ultimo treno di deportati da Compiègne, direzione Dachau. Su quel treno, composto da ventidue vagoni più quelli di scorta e un vagone di coda, sono ammassate duemilacentosessantasei persone. Per coprire un tragitto che in tempi normali richiederebbe una giornata, quel convoglio impiega settantasette ore, attraversando regioni in cui si registrano le temperature più alte della stagione. All'arrivo i morti sono più di cinquecento. Questo romanzo è la storia di quel viaggio vissuta dall'interno di uno dei vagoni, un racconto che è puro orrore, un incubo divenuto realtà: cento persone ammassate come bestiame nello spazio di un carro merci, una calura insopportabile, senza aria, e poi la fame, la sete, la morte che si può toccare. La morte e il suo odore... Un viaggio di tre giorni in cui, all'interno di ogni vagone, individui ai quali "hanno tolto anche la vergogna" sperimentano l'inferno, dentro e fuori di loro. Tre giorni che il narratore descrive ora per ora. Tre giorni di lotta contro se stessi e contro gli altri: la paura, il panico, lo schifo, e poi la rabbia e l'odio per il vicino. Ma anche la speranza, a volte, quando il treno all'improvviso si ferma. E la solidarietà, totale e intensa come mai nella vita. La disumanizzazione degli ebrei compiuta dai nazisti cominciava qui, su questi treni, dove l'umanità ha toccato il fondo dell'abiezione. Rykner ce la racconta in presa diretta, e per il lettore è un'esperienza che non lascia indenni.

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Storia contemporanea. Il Novecento

MAG C 6997
Giovanni Sabbatucci; Vittorio Vidotto
Il Novecento, un secolo che si apre col trauma originario della Grande Guerra e si chiude con le trasformazioni seguite alla caduta del muro di Berlino. È la periodizzazione di questo volume, che in questa edizione si spinge fino ad analizzare gli ultimi eventi dei nostri giorni, come ad esempio la guerra in Iraq.

 

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Testa e croce. Una breve storia della moneta

MAG C 6975
Giorgio Ruffolo
Cos'è il denaro? A cosa serve e come funziona? È il denaro che appartiene agli uomini o sono gli uomini ad appartenere al denaro? Domande semplici come quelle che potrebbe fare un bambino, ma che pure, una volta adulti, dimentichiamo forse perché spaventati da risposte che crediamo troppo astruse. Così si finisce per dare il denaro per scontato, uno strumento "trasparente", quasi una legge di natura. Giorgio Ruffolo, con la chiarezza e lo stile che l'hanno reso popolare, ne traccia una storia molto diversa, ricca di scoperte sorprendenti e clamorose smentite del senso comune. E lo fa raccontando le vicende degli uomini che per la passione, la necessità o il desiderio di denaro, hanno plasmato il mondo. Simbolo del valore materiale, il denaro ha una natura ideale: contrariamente a quello che si potrebbe pensare, infatti, "non è l'oro che da valore al denaro, ma il contrario". La storia del denaro, allora, è anche una storia di smaterializzazione e fiducia. Volatilità perché si passa dalle sonanti monete in oro e argento a pezzi di carta altrettanto preziosi, fino alle carte di credito o agli scambi via internet in cui il denaro diventa puro dato digitale. Fiducia perché accettare soldi in cambio di merce significa credere sulla parola che un giorno ci verrà restituito ciò che ci spetta. Cosa succede quando tale fiducia (o tale fede...) comincia a incrinarsi l'abbiamo scoperto a nostre spese proprio durante la recente crisi finanziaria globale.

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Templari in Italia

MAG C 6971
Mario Cennamo
Il mistero custodito dai Cavalieri del Tempio perdura ed è qualcosa di assai più cupo, profondo e terrificante di quanto gli accenni di romanzieri esoterici facciano intuire. L’analisi e l’immagine reale di un ordine monastico, inquinato dall’aberrazione religiosa e dagli eccessi di fanatismo fideistico, ci spinge a riconsiderare l’epopea dei Templari, in particolar modo di quelli italiani, in un’ottica inquietante e straordinariamente attuale. I Cavalieri del Tempio e la loro epoca persistono nella nostra memoria storica perché la loro epopea comprende alcuni tra i momenti più rilevanti del nostro passato: il passaggio della Chiesa da convertitrice a guerriera e crociata e le evoluzioni e le involuzioni culturali dell’Islam. L’Italia templare, travolta dalle correnti ideologiche e dagli accadimenti dell’Occidente conosciuto e dell’Oriente ancora misterioso, partecipa a questa situazione e l’autore ci spiega come.