SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Dicembre 2018
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STORIA
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M. Il figlio del secolo
Mag C 8252 - Antonio Scurati

Lui è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che fiuta è un'Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e anche dei "puri", i più fessi e i più feroci. Lui, invece, in un rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come "intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale, emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie, ambiziosissimo, al fondo sentimentale". Lui è Benito Mussolini, ex leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso, direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un personaggio da romanzo se non fosse l'uomo che più d'ogni altro ha marchiato a sangue il corpo dell'Italia. La saggistica ha dissezionato ogni aspetto della sua vita. Nessuno però aveva mai trattato la parabola di Mussolini e del fascismo come se si trattasse di un romanzo. Un romanzo – e questo è il punto cruciale – in cui d'inventato non c'è nulla. Non è inventato nulla del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei protagonisti – D'Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano – né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovreccitazione creativa.

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Benedette guerre
Mag C 8281 - Alessandro Barbero

«Le Crociate: e cioè l’avventura di quei cristiani che hanno accettato l’appello del papa, sentendone il fascino, e si sono messi in gioco, facendo cose che oggi ci sembrano assai discutibili e che invece a loro sembravano sacrosante. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un’orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è entrata in terra islamica seminando distruzione.» Le Crociate, raccontate in modo diretto e brillante da Barbero, sono tremende esplosioni di violenza, forma sui generis di pellegrinaggio, valvola di sfogo per un’Europa sovraffollata; ma sono anche il momento in cui due mondi rivali, che non sanno di avere profonde radici comuni, si incontrano e si descrivono a vicenda.

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Un uomo così
Mag B 3411 - Agnese Moro

«Aldo Moro non appartiene solo a noi, ma anche al suo Paese.» È questo uno dei motivi per cui Agnese Moro si convince dell’importanza di raccontare il personaggio che ha segnato la storia italiana; una delle radici, buone, della democrazia. Impegnato per un trentennio nell’attuazione di quella Costituzione di cui era stato tra gli ideatori ed estensori, nel 1978 fu rapito nel corso di un agguato delle Brigate Rosse, in cui furono uccisi gli uomini della sua scorta, fu da queste tenuto prigioniero e poi assassinato. Un fatto che, anche per le circostanze che lo accompagnarono, ha scavato una ferita ancora oggi aperta nella storia del nostro Paese.

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Il grande libro degli attentati
3 D 1905 - Katja Doubek

In questo volume Katja Doubek racconta, in uno stile coinvolgente e ricco di dettagli storici, tutti i principali attentati, da quello contro Giulio Cesare all’uccisione di Pim Fortuny, l’uomo politico olandese colpito a morte il 6 maggio 2002. Rivivono così in queste pagine le storie di uomini che spesso hanno legato il loro destino a quello di un popolo o di una generazione: Kennedy, John Lennon, Ghandi, Martin Luther King, De Gaulle, scampato, pochi lo sanno, a ben trentuno attentati. L’autrice non muove accuse né propone giustificazioni. Vuole, piuttosto, analizzare le cause, l’esecuzione e le ripercussioni dei principali attentati di cui sono state vittime, nel corso dei secoli, re, politici, capi religiosi, personaggi celebri, uomini che avevano in comune un’unica cosa: quella di impersonare un simbolo.

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La camorra e le sue storie
Mag C 8255 - Gigi Di Fiore

Quale verità si nasconde dietro il caotico scenario di delinquenza metropolitana che avvolge Napoli? Chi sono i protagonisti di quella che può essere ormai considerata come una vera e propria "guerriglia urbana", di feroce e drammatica attualità, combattuta da una miriade di gruppi privi di strategia criminale, dal fragile potere eppure potentissimi? Come è cambiata la camorra napoletana negli ultimi anni, quelli in cui è diventata protagonista di fiction di successo, oltre a trovarsi sempre più spesso sotto i riflettori della stampa, nazionale e internazionale? A queste domande cerca di rispondere lo storico e giornalista Gigi Di Fiore. Un fenomeno, quello della camorra, ora al centro dell'attenzione collettiva anche a causa delle decine e decine di morti ammazzati a Napoli negli ultimi anni - ma per lungo tempo trascurato, di certo decisamente sottovalutato anche in un passato molto recente, rispetto alla mafia siciliana.

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Donne, madonne, mercanti e cavalieri
Mag C 8282 - Alessandro Barbero

Fra’ Salimbene da Parma, il francescano che ha conosciuto papi e imperatori, vescovi e predicatori, e su ognuno ha da raccontare aneddoti, maldicenze e pettegolezzi; Dino Compagni, il mercante di Firenze che ha vissuto in prima persona i sussulti politici d’un comune lacerato dai conflitti al tempo di Dante; Jean de Joinville, il nobile cavaliere che ha accompagnato Luigi il Santo alla crociata, testimone imperturbabile di sacrifici, eroismi e vigliaccherie; Caterina da Siena, che parlava con Dio e le cui lettere infuocate facevano tremare papi e cardinali; Christine de Pizan (si chiamava in realtà Cristina da Pizzano), la prima donna che ha concepito se stessa come scrittrice di professione, si è guadagnata da vivere ed è diventata famosa scrivendo libri; Giovanna d’Arco, che comandò un esercito vestita da uomo e pagò con la vita quella sfida alle regole del suo tempo. È possibile incontrare uomini e donne del Medioevo, sentirli parlare a lungo e imparare a conoscerli? È possibile se hanno lasciato testimonianze scritte, in cui hanno messo molto di se stessi. È il caso di cinque su sei dei nostri personaggi; della sesta, Giovanna d’Arco, che era analfabeta o quasi, possediamo lo stesso le parole, grazie al processo di cui fu vittima e protagonista.

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Il socialismo ai margini
Mag C 8286 - Michele Cento, Roberta Ferrari

L'avvento della rivoluzione industriale nel pieno dell'Ottocento genera territori periferici agli Stati-nazione europei, dove la modernità capitalistica sembra non penetrare. In che modo il socialismo, un'ideologia che nasce nel centro industriale del sistema capitalistico, si rapporta con i suoi margini, politici e sociali, asimmetrie territoriali, nazionali e di classe che impediscono la costruzione di uno spazio di mediazione e di integrazione comune? Tra Otto e Novecento il socialismo deve avviare un processo di ridefinizione degli assi portanti della sua dottrina e delle sue strategie attraverso una revisione significativa del concetto di classe e del suo rapporto con la nazione. Il Meridione d'Italia e l'Irlanda, ovvero il Meridione di Sua Maestà, tra la fine dell'Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale presentano una conflittualità sociale che stenta a stare nelle forme politiche e organizzative pensate dal socialismo del centro e che lo costringono a ripensarsi.

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Le fondamenta della Costituzione
Mag C 8287 - S. Andò e altri

"La domanda che più intriga oggi è sapere quanto di quello che fu pensato in quei laboriosi mesi di attività di Pietro Nenni ministro per la Costituente abbia trovato collocazione, e se sia accaduto, nella Carta Costituzionale e quanto sia stato efficace l'operato di quel Ministero. È lo spirito della Ricerca e degli approfondimenti intorno a quello che può ritenersi un pontile concettuale tra le aspettative di risorgenza democratica maturate nella fase precedente e in quella successiva alla costruzione dell'impianto costituzionale. È impossibile negare che vi è uno scarto, registrato dalla coscienza civile del Paese e dalla storiografia, tra "spirito" e "materia" della Costituzione; una differenza che il Paese ha pagato in termini di adeguamento del proprio modello politico alle esigenze sempre più contraddittorie della "governabilità" ma che ha superato, perché guidato da uno straordinario gruppo dirigente e da forze politiche cresciute in una dura lotta per le libertà." (Dalla presentazione di Gianvito Mastroleo).

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Loribamoi
Ap C 510 - A cura di Ruggiero Caporusso

Questo libro racconta, attraverso le voci di chi lo ha amato, la vicenda umana di padre Raffaele Di Bari, un missionario donatosi incondizionatamente al prossimo, fino al sacrificio della propria vita. Loribamoi, colui che crea comunione, è un termine in lingua Acholi, formato da lo (persona), ribè (unione), moi (superlativo assoluto di eroe/persona speciale/vittorioso). Padre Raffaele Di Bari è stato, ed è ancora oggi, un loribamoi. Chi parla di lui non fa altro che confermare questa sua vocazione alla comunione tra le persone e Dio.

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Una finestra sulla storia.
Un cavaliere a castiglione tra angioini e aragonesi
Ap B 793/2 - A cura di Giulia Perrino e Sandro Sublimi Saponetti

Un villaggio abbandonato circa cinquecento anni fa, un’indagine antropologica sui resti scheletrici di un uomo vissuto in quel villaggio tra XIV e XV secolo, una proposta metodologica multidisciplinare e interdisciplinare per riflettere su temi, modelli e processi virtuosi di conoscenza e valorizzazione dei beni culturali. Questi gli ingredienti del volume, che presenta i risultati degli studi effettuati da un nutrito e articolato gruppo di ricerca, teso a ricostruire la storia, l’ambiente, i costumi e la società di un centro rurale della Puglia basso medievale nel delicato momento di passaggio tra l’età angioina e l’età aragonese.

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Le notti della democrazia
3 D 1907 - A cura di Giuseppe Amari e Anna Vinci

Questo libro, omaggio a due combattenti per la libertà, Tina Anselmi e Aung San Suu Kyi, e ai loro compagni di lotta, nasce dalla consapevolezza che in un mondo globalizzato le vittorie si sostengono reciprocamente, così come le sconfitte ingenerano altre sconfitte. Di diversa generazione, nazionalità e fede, esse hanno in comune la stessa serena determinazione nell'impegno per la giustizia sociale e contro le notti della democrazia: la feroce alleanza nazifascista, combattuta dalla diciassettenne staffetta partigiana Tina; lo spietato regime militare birmano, al quale da anni resiste con la non violenza il premio Nobel per la Pace Aung. Tina e Aung, due donne che sono state presenti e hanno risposto quando il paese è stato in pericolo. In sintonia con la propria gente, si sono messe in gioco insieme agli altri, con intelligenza e coraggio.

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La politica estera di Aldo Moro
Mag C 8273 - Luigi Ferlicchia

Il superamento degli egoismi degli Stati nazionali resta ancora un obiettivo, per cui la lezione di Aldo Moro rimane in tutta la sua attualità. Aldo Moro voleva costituire il quarto soggetto nella politica internazionale accanto a Stati Uniti, Russia e Cina. Come si vede c’è molta materia a cui ispirarsi per portare avanti il discorso dell’unificazione europea e questo è il banco di prova su cui cimentarsi nei prossimi decenni.

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“Caro papà Di Vittorio…”
3 D 1912 - A cura di Myriam Bergamaschi

Squarci originali e inediti della vita italiana tra la fine della guerra e il 1957 ci sono offerti dalle lettere a Di Vittorio raccolte e commentate da Myriam Bergamaschi (con la collaborazione di Cristiana Pipitene e Gianni Venditti). Scrivono a Di Vittorio donne e uomini dell'Italia uscita dalla guerra mondiale, travagliata da grande miseria; scrivono personaggi dei ceti sociali più miseri e persone dei più disparati ambienti (dal prete al carabiniere) animati dalla fiducia verso di lui e dalla speranza di conseguire soddisfazione per le loro richieste. Il leggendario leader sindacale della CGIL appare vicino a questo "popolo lavoratore", pronto a interessarsi non solo al loro destino collettivo ma anche alle sorti dei singoli con una premura quasi paterna che si esprime soprattutto quando i suoi interlocutori sono giovani, orfani di vittime della violenza poliziesca. Questo campionario di scritture popolari è una testimonianza straordinaria del fascino e del carisma dell'uomo, illuminante anche per la concezione che egli ebbe del sindacato; ed è infine - come scrive Antonio Gibelli nel suo saggio introduttivo - uno spaccato della società italiana e delle mentalità collettive negli anni della Ricostruzione.

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L’industria italiana nel contesto internazionale. 150 anni di storia.
3 D 1911 - A cura di Beniamino Quintieri e Michelangelo Vasta

I 150 anni di storia unitaria del Paese rappresentano un'occasione importante per delineare un bilancio sulla capacità competitiva di lungo periodo dell'industria italiana. La grave crisi che colpisce oggi le economie mondiali porta a interrogarsi sul futuro dell'industria manifatturiera italiana. La lettura del passato può aiutare a comprendere le dinamiche attuali consentendo, al contempo, di individuare le opportunità odierne adattandosi all'evoluzione del contesto internazionale. Il volume analizza il percorso di sviluppo che ha visto l'Italia trasformarsi da paese agricolo arretrato, al momento dell'unificazione, a uno dei principali Paesi industrializzati del mondo. Il volume si concentra in particolare su due aspetti - il commercio internazionale e la capacità innovativa - che rappresentano un filo rosso che ha una valenza interpretativa della storia economica italiana. La struttura industriale italiana viene infatti descritta - nelle diverse fasi - nella sua capacità di adattarsi, con minore o maggiore successo, al mutamento del contesto internazionale dettato dagli avanzamenti del progresso tecnico. Affrontando questi aspetti, il volume consente di ricavare anche alcune indicazioni di policy per l'Italia odierna.