SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Settembre 2020
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STORIA
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LE COMUNITA’ RELIGIOSE NEL MEDIOEVO. STORIA E MODELLI DI VITA - GERT MELVILLE
MAG C 8756

Fondazioni, scissioni, decadenze e riforme si intrecciano nella storia degli ordini religiosi medievali. L'autore - tra i maggiori specialisti - indaga le motivazioni e gli impulsi di tali processi dalla Tarda Antichità fino all'inizio dell'Età Moderna. Descrive da una nuova prospettiva i più importanti elementi strutturali della vita comunitaria - il diritto e l'organizzazione, il contesto sociale, l'istruzione e la spiritualità, le consuetudini della quotidianità e i fondamenti economici -, mettendo in luce quanto il mondo delle comunità religiose sia stato una forza propulsiva per lo sviluppo culturale della Cristianità occidentale.

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CONTADINI E POTERE NEL MEDIOEVO - LUIGI PROVERO
MAG C 8791

Contadini e potenti nel Medioevo sembrano due poli opposti, e i primi sono visti in genere semplicemente come vittime dei secondi. È un'immagine realistica: i contadini costituiscono la gran parte della popolazione nella società medievale, ma sono un gruppo indifeso e in larga misura sottomesso ai signori che controllano le loro terre e spesso le loro stesse persone. Eppure è un'immagine incompleta: nei singoli villaggi gli uomini resistono, si confrontano con i nobili e con le grandi chiese, li affrontano nei tribunali regi; e al contempo cooperano e litigano con i propri vicini, costruiscono chiese e regolano l'uso delle terre, dei pascoli e dei boschi. Il libro si oppone quindi a una rappresentazione della società contadina come oggetto passivo del dominio di città, signori e principi, per mostrare invece un mondo politicamente vivo, nel confronto con i potenti e nelle sue dinamiche interne. Gesti, scopi e protagonisti di questa azione politica vanno così a comporre un quadro complesso, in un contesto che comprende molte regioni dell'Europa occidentale, dall'età carolingia sino alla fine del Medioevo.

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STORIA DEI TEMPLARI IN OTTO OGGETTI - CERRINI SIMONETTA, GARDINI FRANCO
MAG C 8790

Gerusalemme, 1120: nel cielo chiaro del mattino, dove prima risuonava il canto del muezzin, ora vibrano i rintocchi bronzei della campana del Tempio di Salomone. In questo luogo mistico, crocevia dei fedeli di varie confessioni, hanno da poco preso dimora i chierici guardiani dei caravanserragli e delle vie di pellegrinaggio verso la Città Santa. Da questa nuova casa hanno tratto il nome: templari. Ma di quella campana che tenne a battesimo i milites Christi oggi non resta che una fotografia in bianco e nero, scovata tra le carte d’archivio ora al museo Rockefeller. Con questa campana comincia la Storia dei templari in otto oggetti di Franco Cardini e Simonetta Cerrini, entrambi convinti che la Storia non si trovi soltanto racchiusa nei libri, ma anche e forse soprattutto nei reperti che il tempo lascia dietro di sé. Così una chiave, un cucchiaio, un sigillo, una formula magica, un reliquiario, un portale si rivelano scrigni prosaici di verità liberate dalla polvere del passato, dalle incrostazioni delle leggende. Questi oggetti raccontano in modo nuovo e originale la vicenda dei templari, ripercorrendone gli snodi principali e le sottotrame più segrete: conosceremo la reliquia della Vera Croce rubata da un sacerdote che, pentito, decide di lasciarla in custodia ai templari di Brindisi prima di essere gettato tra le onde; seguiremo le rocambolesche peripezie di Ruggero di Flor, il templare che si fece corsaro, e assisteremo alla retata francese in cui furono catturati più di mille milites tra cui Jacques de Molay, ultimo gran maestro dell’ordine. Risolveremo l’enigma dell’architettura templare, scopriremo che cosa aprivano le chiavi del Tempio e che cosa significa l’immagine dei due cavalieri sul loro misterioso sigillo; vivremo la quotidianità dei riti del cibo e del vino, la fedeltà che legava ogni templare al suo cavallo. Infine, sulla scia delle fantomatiche logge massoniche e rosacrociane, evocheremo la resurrezione postuma del loro mito tra verità e mistero, complotti e chimere, tutto infuso idealmente nell’ultimo oggetto, una preziosa tiara neotemplare del XIX secolo. Con rigore storiografico e viva curiosità, Cardini e Cerrini guidano il lettore tra le teche illuminate di un museo ideale, mostrando ancora una volta come la Storia si nasconda nei dettagli, spesso superando di slancio la fantasia dei romanzi.

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QUELL’ANTICA FESTA CRUDELE - FRANCO CARDINI
MAG D 5797

Questo libro che il Mulino ripubblica in una nuova edizione rivista e illustrata è un'opera importante sulla guerra: non solo e non tanto dal punto di vista dell'evoluzione tecnica e strategica ma anche e soprattutto da quello dell'ideologia e della mentalità: insomma della sua "cultura": com'era, quale posto aveva nella vita delle società, come la vivevano gli uomini che la facevano e la subivano. Spaziando in un lunghissimo arco di tempo che va dall'alto Medioevo alle soglie dell'età contemporanea, attraverso la lettura di una ricca e pittoresca galleria di testimonianze, letterarie e no, Cardini racconta di un mondo in cui la guerra era una presenza stabile eppure, in fondo, molto meno devastante di quanto saranno le guerre di un'epoca più "umanitaria" e pacifista qual è la nostra.

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CELESTINO V IL PAPA EREMITA - ALESSANDRA BARTOLOMEI
MAG D 5796

«L'autrice ci offre un testo che, oltre alla limpidezza dell'impianto e alla rigorosa base storica, si fa leggere come un romanzo»: così p. Valerio Cattana nella prefazione alla prima edizione di questo testo. Uno studio su una delle pagine più note del XIII secolo, ma proprio per questo spesso avvolta da un alone mitico che solo una lettura rigorosa dei documenti permette di dissipare. Il volume si chiude con una breve storia della congregazione dei Celestini, l'unica che non sia riuscita a sopravvivere alle soppressioni delle corporazioni religiose avvenute tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento.

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IL POPOLO IN RIVOLTA. DAL MEDIOEVO ALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - GEORGE RUDE’
MAG C 8753

Rudé indaga qui i rapporti tra l'iniziale livello di ideologia popolare, basato sull'esperienza e sulla tradizione "in-colta", e l'elemento derivato senza il quale l'azione popolare non andrebbe oltre i limiti della sommossa locale. Mettendo a fuoco momenti di svolta decisivi nella storia, dal Medioevo alla Rivoluzione industriale, Rudé mostra come e per quale motivo solo quando avviene l'incontro tra questi due elementi - l'"intrinseco" e il "derivato" - l'ideologia della protesta "si impadronisce delle masse" e gioca un fondamentale ruolo rivoluzionario.

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LA CRISI DELLA COSCIENZA EUROPEA - PAUL HAZARD
MAG C 8728

Alla fine del Seicento, in un'Europa ancora percorsa dalle tensioni della Controriforma, si intravedono soffusi i bagliori dell'imminente Secolo dei lumi: di ritorno dalle Americhe e dall'Oriente, i primi viaggiatori dischiudono nuovi orizzonti per la geografia e l'immaginazione; interpretando la Bibbia e le Scritture come documenti storici, Baruch Spinoza e Richard Simon insinuano il dubbio sull'autenticità di credenze tradizionali e "verità rivelate"; e mentre l'empirista John Locke indaga l'intelletto umano a partire dai suoi limiti, con il calcolo infinitesimale Gottfried W. Leibniz e Isaac Newton sembrano invece determinati a portare quei confini sempre più lontano. Sono gli albori di una rivoluzione culturale che, guidata da un rinnovato spirito di geometria, spianerà la strada verso l'Illuminismo e la moderna civiltà del diritto. Analizzando il periodo compreso tra il 1680 e il 1715, Hazard coglie il momento di trasformazione collettiva che avrebbe definito l'identità culturale dell'Europa odierna, un'identità fluida e non scevra di contraddizioni, frutto del turbamento dinanzi all'alterità, all'eresia e all'audacia intellettuale di una generazione di liberi pensatori, filologi, scienziati, artisti, philosophes, disseminati fra i centri e le periferie del continente. Affresco vivido di un'epoca complessa e prismatica - pubblicato nel 1935, anno oscurato dai nazionalismi e dai fanatismi ideologici -, "La crisi della coscienza europea" resta tuttora un esempio insuperato di erudizione storiografica, ampiezza di sguardo e potenza affabulatoria .

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VIE ANTICHE DI PUGLIA. EMOZIONI E BELLEZZA SULLE TRACCE DI SANTI PRINCIPI, PASTORI E MERCANTI
AP C 561

La qualità dell’esperienza turistica, l’immersione del viaggiatore nella cultura locale di un territorio ed il rispetto per il patrimonio artistico nella sua accezione più ampia sono i tre punti fondamentali dello ‘slow tourism’, il turismo lento che oggi vede nella promozione e valorizzazione dei ‘cammini’ una sua fattiva concretizzazione. l’UNPLI Puglia, in sinergia e con il supporto del Consiglio Regionale della Puglia e l’editore Claudio Grenzi, hanno sostenuto il progetto intitolato: Vie Antiche. Santi, Principi, Pastori e Mercanti sulle strade antiche di Puglia.

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TERRE DI LUCANIA. LUOGHI DI MEMORIE. - F. TATEO, P.SISTO
MAG A 1449

Dopo due volumi dedicati alla Terra di Bari e alla Puglia abbiamo voluto questa volta occuparci della Basilicata, di una regione geograficamente e “storicamente” vicina alla nostra realtà e che ora può essere orgogliosa per il prestigioso riconoscimento attribuito a Matera, capitale europea della cultura 2019. E per illustrare e promuovere le bellezze di un territorio per molti aspetti unico e irripetibile, per suggerire interessanti itinerari alla riscoperta di uomini e cose, di paesi e paesaggi più o meno noti abbiamo pensato di servirci anche questa volta delle competenti parole di Francesco Tateo e Pietro Sisto dell’Università di Bari e delle luminose immagini del fotografo Mimmo Guglielmi di Castellana Grotte. Si tratta, in realtà, di un’opera che, evidenziando le risorse artistiche, architettoniche, ambientali e umane di una regione ancora in gran parte intatta e incontaminata, vuole essere soprattutto un grande, sentito omaggio a Matera: e non solo alla sua storia e al suo passato, ma anche ad un futuro che si preannuncia ricco di interessanti iniziative e di ambiziosi progetti. Non sta ovviamente a noi, ma come sempre al lettore, giudicare l’utilità e la bellezza di questo volume: possiamo solo dire che abbiamo fatto di tutto per offrire un testo valido sia per i contenuti sia per gli aspetti più propriamente bibliologici (impaginazione, nitidezza dei caratteri, scelta delle immagini ecc.). Non ci rimane, pertanto, che augurarvi un piacevole e interessante viaggio verso Matera, capitale europea della cultura 2019, tra i “luoghi di memorie” dell’antica, nobile Lucania.

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ASPETTI DEL NUOVO RADICALISMO DI DESTRA - THEODOR W. ADORNO
MAG D 5783

Il 6 aprile 1967 Theodor Adorno tenne una conferenza all'Università di Vienna il cui valore va ben oltre l'aspetto puramente storico e che può aiutarci a comprendere il tempo che stiamo vivendo. Risalendo alle origini del consenso ottenuto dai movimenti radicali di destra, il filosofo intendeva chiarire le ragioni dell'ascesa dell'NPD, formazione di destra che all'epoca stava registrando un certo successo nella Repubblica Federale Tedesca. Adorno mette in luce e collega tra loro in modo inedito vari elementi: il congegno sofisticato della propaganda e l'antisemitismo, il connubio tra perfezione tecnologica e un «sistema folle», l'individuazione di un capro espiatorio e l'odio ostentato verso gli intellettuali di sinistra e la cultura in generale, la tendenza del capitale alla concentrazione e la paura diffusa di perdere il proprio status sociale. Oggi lo «spettro» a cui la conferenza è dedicata non solo non si è dissolto, ma assume nuove e inquietanti sembianze. Diventa dunque ancora più importante prendere coscienza dei meccanismi dell'agitazione fascista e dei fondamenti psicologici e sociali su cui poggia. Nella consapevolezza che «se si vogliono affrontare sul serio queste cose, bisogna richiamare in modo perentorio gli interessi di coloro ai quali la propaganda si rivolge. Ciò vale soprattutto per i giovani che devono essere messi in guardia». La postfazione dello storico Volker Veiss contestualizza il testo e lo inquadra in una prospettiva attuale.

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LA LOTTA PER LE INVESTITURE. UNA RIVOLUZIONE MEDIEVALE - NICOLANGELO D’ACUNTO
MAG C 8739

Nella storiografia recente si è affacciata l'ipotesi che la lotta per le investiture sia la prima rivoluzione dell'Occidente: una forzatura dovuta all'ennesimo uso analogico o metaforico di un'espressione a effetto oppure davvero nel secolo XI si verificarono cambiamenti epocali e repentini tali da smentire l'idea che le rivoluzioni siano un prodotto solo della modernità? La lotta tra papi e imperatori per il controllo delle nomine ecclesiastiche fu solo uno dei molti conflitti che sconvolsero l'Occidente dopo l'anno Mille. Mentre il ruolo centrale del papato, nuove forme di vita religiosa e il celibato del clero ridisegnarono il volto della Chiesa, la desacralizzazione del potere politico sancì infatti la separazione tra spirituale e temporale e insieme con essa la nascita della specificità dell'Occidente. Fu una rivoluzione letteralmente inenarrabile per i suoi protagonisti, costretti a nasconderla sotto il velo del ritorno al passato, della riforma..