SAGGISTICA |
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COLLEGI E MASSERIE - Niccolò Guasti
MAG C 10051
La Compagnia di Gesù, fondata a Roma nel 1540 da Ignazio di Loyola, non fu solamente uno degli ordini regolari maggiormente impegnati nella realizzazione della Controriforma cattolica nell'Europa del Cinque e Seicento. Nel corso dell'Età moderna i gesuiti riuscirono a proiettare in una dimensione globale i loro due tratti identitari più rilevanti, e cioè l'azione missionaria e l'impegno docente/ culturale. Il libro si prefigge di illustrare tale peculiarità attraverso le vicende dei collegi di Cerignola, Barletta e Bovino: insieme alle masserie acquisite dai confratelli romani nel Tavoliere, queste residenze promossero le attività pastorali ed educative dei gesuiti meridionali in due importanti province del Regno di Napoli, la Capitanata e la Terra di Bari. Se l'apertura di una sede dell'ordine era il risultato di complesse trattative con le autorità politiche, i ceti dirigenti e i baroni del posto, spesso l'arrivo dei gesuiti finiva per scatenare aspri conflitti all'interno del clero e delle comunità, conflitti che potevano assumere un rilievo ben più ampio, travalicando l'ambito locale in cui erano nati. In questi casi la difesa dello status (e degli annessi privilegi), sovrapponendosi al "bisogno di sacro" e agli interessi economici delle élites, finivano per segnare le sorti, nel bene e nel male, dei collegi. Fu quello che accadde nelle tre città pugliesi. |
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L'ADOZIONE NON E' UN GIOCO - Antonio Bergaminelli e Roberta Bergaminelli
MAG C 10078
L'adozione non è un gioco nasce dalla storia vissuta da Roberta e Antonio, genitori adottivi di Danil, un bambino proveniente dalla regione di Vologda, Federazione Russa. Questo libro racconta la testimonianza del loro percorso adottivo, col fine di far capire alle coppie che intendono intraprendere questa strada, le problematiche che si potrebbero incontrare. L'adozione è un mondo infinito di emozioni che solo le coppie più motivate e preparate arrivano a scoprire fino in fondo, è un'esperienza che ti cambia la vita; la cosa più bella? Dare un futuro e una famiglia a un bambino. Mentre leggete questo libro, pensate che vostro figlio sarà da qualche parte del mondo che vi aspetta. |
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PROGETTARE IL DISORDINE - Pablo Sendra e Richard Sennett
MAG C 10079/30
Urbanisti, privatizzazioni e sistemi di sorveglianza stanno assediando gli spazi pubblici urbani. Le nostre strade stanno diventando sempre più simili tra loro mentre la vita, il carattere e la diversità vengono espulsi dalle città. Che fare? È possibile concepire la sfera pubblica come uno spazio flessibile che si adatta ai tempi? Si può progettare il disordine. Cinquant'anni fa Richard Sennett scrisse la sua opera rivoluzionaria, Usi del disordine, in cui sosteneva che l'ideale di una città pianificata e ordinata fosse imperfetto, producendo un ambiente urbano fragile e restrittivo. Oggi torna sulla stessa idea e, insieme all'attivista e architetto Pablo Sendra, immagina il design e l'etica della "città aperta", alternativa: una proposta provocatoria per una riorganizzazione del modo in cui pensiamo e progettiamo la vita nei contesti urbani. Quelle che gli autori chiamano "infrastrutture per il disordine" combinano architettura, politica, urbanistica e attivismo al fine di creare luoghi che alimentano piuttosto che soffocare, uniscono piuttosto che dividere, sono disposti al cambiamento piuttosto che bloccati nell'immobilismo. Questo testo è un manifesto radicale e trasformativo per il futuro delle città del XXI secolo. |
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CAMMINARE NEL TEMPO - Roberto Della Rocca
MAG D 5795/232
"Camminare nel tempo" raccoglie una serie di brevi riflessioni sulle parashòt - le porzioni di Torà lette settimanalmente - e sulle ricorrenze che scandiscono la vita ebraica. In continuo dialogo con i Maestri e senza rifuggire temi di incalzante attualità, Roberto Della Rocca costruisce un itinerario spirituale che celebra la saggezza dell'ebraismo, la gioia dei suoi ritmi e la vitalità dei suoi insegnamenti, tracciando così per il lettore - «di mese in mese e di Shabbat in Shabbat» (Isaia 66,23) - una via d'accesso al testo biblico e al metodo ebraico di affrontarlo. |
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CENT'ANNI D'IMPAZIENZA - Raffaele La Capria
MAG D 6146
In questa autobiografia letteraria Raffaele La Capria, uno dei maestri della narrativa italiana del Novecento, parla di letteratura e vita, dedicando un capitolo a ciascuno dei suoi libri e all'epoca in cui furono scritti. Ripercorrendo sessant'anni di scrittura, La Capria riflette sulle sue intenzioni, sui tentativi, le motivazioni e le giustificazioni, sulle cose fatte e su quelle rimpiante: dagli esordi con «Un giorno d'impazienza» al successo internazionale ottenuto con «Ferito a morte», consacrato dal Premio Strega nel 1961, dal romanzo rifiutato, «Amore e psiche», ai numerosi scritti saggistici in cui racconta i suoi libri, la sua città, se stesso. «Cent'anni d'impazienza» è la nuova edizione di «Cinquant'anni di false partenze» e comprende anche i saggi riferiti alle opere pubblicate dopo il 2002, completando questo lungo «romanzo involontario», lirico e malinconico, narrato con la profonda levità dello «stile dell'anatra» e con la precisione di un tuffo ben riuscito. |
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GUERRA ALLA GUERRA - Ernst Friedrich
MAG C 10032
Guerra alla guerra! è un saggio di più di centottanta fotografie originali della Grande Guerra, un tour fotografico straziante tra massacri e degradazione, dai soldatini di piombo e cannoni giocattolo fino ai cimiteri militari, Chiese e castelli distrutti e saccheggiati, villaggi e foreste devastati, navi silurate, obiettori di coscienza impiccati, soldati in agonia dopo un attacco con gas velenoso, bambini scheletrici, una vera e propria immersione diretta negli orrori della guerra. Ogni scioccante fotografia è accompagnata da una didascalia dove la malvagità dell'ideologia militarista è scorticata e derisa pagina dopo pagina. Pubblicata per la prima volta nel 1924, questa dichiarazione anticapitalista e antibellicista di guerra alla guerra dell'anarchico Friedrich è stata acclamata da grandi scrittori, artisti e intellettuali - quali Susan Sontag, Bertolt Brecht, Otto Dix - e tradotta in più di quaranta lingue. |
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LA VIA DELLA NARRAZIONE - Alessandro Baricco
MAG D 6151
A volte è difficile distinguere tra magia e illusione ottica, tra evento mistico e processo chimico. Lungo questo confine enigmatico si compie il gesto del narrare, fatto di elementi che, se ben intrecciati, danno un suono a certe misteriose vibrazioni del mondo. In principio ci sono le storie. Campi magnetici. Singole tessere del reale escono dal rumore bianco del mondo e si mettono a vibrare con un'intensità particolare, anomala. La genesi di una storia può durare un attimo o incubare per anni. Le forme dei campi magnetici che chiamiamo storie sono illimitate. Don Giovanni e Dracula sono buchi neri attorno ai quali un intero mondo prende vita. Nell'Amleto e nei Vangeli un frammento, apparentemente impazzito, diserta e mette in pericolo tutta la sequenza del reale. Poi ci sono le trame. Abitano le storie, le attraversano, e le rendono leggibili. Sono geroglifici che le significano, mappe che le raffigurano. Ma il gesto del narrare non è ancora compiuto. Manca una componente chimica, la più misteriosa, l'unica che abbia a che vedere con la magia. Lo stile. Non si può insegnare, lo si possiede. È un suono unico. Sgorga da un'intimità altissima e inaccessibile. Tiene insieme cielo e terra. Il cielo delle storie, la terra del reale. Leggendo questo libro si entra in un universo alchemico. "Sono le cose principali," scrive Alessandro Baricco, "che mi è accaduto di capire da quando mi occupo di narrazione." A volte è difficile distinguere tra magia e illusione ottica, tra evento mistico e processo chimico. Lungo questo confine enigmatico si compie il gesto del narrare, fatto di elementi che, se ben intrecciati, danno un suono a certe misteriose vibrazioni del mondo. Questo gesto si può imparare? Chi può insegnarlo? Una via della narrazione esiste e "il suo compito possibile è portare brevi esistenze individuali a compimento, saldando quanto è certo nella loro coscienza a quanto ancora è pagina in bianco e carta coperta". |
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STORIA STUPEFACENTE DELLA FILOSOFIA - Alessandro Paolucci
MAG D 6147
Che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? La cultura istituzionale, i ritratti fatti da artisti e biografi ufficiali, i professori a scuola e in università ce li hanno sempre presentati come pedanti uomini dalla lunga barba bianca, impegnati a sondare i meandri dell'Essere tra tomi polverosi e attività noiose. Ma se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di Platone è il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il Superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo Nietzsche e che alcuni dei testi più importanti di Sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? In fondo, la via per raggiungere la verità è spesso fatta di deviazioni stravaganti. Alessandro Paolucci ci conduce in un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti: dagli esperimenti con l'hashish di Walter Benjamin a quelli con la cocaina di Sigmund Freud, dalla probabile tossicodipendenza dell'imperatore-filosofo Marco Aurelio all'Lsd che Ernst Jünger assumeva insieme all'amico Albert Hofmann. Paolucci scrive una vera e propria contronarrazione psicotropa del pensiero occidentale, muovendosi tra le epoche e i continenti, tra le cerimonie dei Misteri Eleusini cui ebbe probabilmente accesso Platone - durante le quali i partecipanti andavano in trance sorseggiando il misterioso ciceone - e l'Hotel della Posta di Rapallo nelle cui stanze Friedrich Nietzsche «curava» la sua emicrania stordendosi di oppiacei, fino a raggiungere il deserto della Death Valley teatro dei trip del visiting professor Michel Foucault. "Storia stupefacente della filosofia" è nel contempo un compendio di idee rivoluzionarie e un'accurata ricostruzione biografica del lato più umano della speculazione teorica. Il racconto delle avventure (e disavventure) lisergiche che le più eccelse menti di tutti i tempi hanno affrontato mentre si spingevano oltre le colonne d'Ercole dell'immaginario con ogni mezzo e a ogni costo; compresa la repentina fuga dall'allucinazione di un'aragosta gigante. |
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I CONGIURATI DEL BOSCO - Alessio Alessandrini
MAG D 6149/1
Si può ancora fare della letteratura nell’era del centro commerciale? Si domanda il poeta deambulando nel lapidario perimetrale di un qualche Acqua&Savone tra smacchiatori e deodoranti, dentifrici, colori, sbiancanti, tutti strumenti vani di un dettato cosmetico. Questa propedeutica all’igiene che osa ma non sa trattenere la polvere sotto al tappeto, la carie nel dente, il bubbone sotto l’ascella, il pulviscolo nell’occhio, nel paltò la fredda brezza che ci sorprende. |
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VOCE INTERROTTA - Mauro Germani
MAG D 6149/2
Una presenza si aggira come un fantasma tra i sentieri desolati delle periferie di un tempo presente, rassegnata davanti al vuoto disarmante del mondo ormai in rovina. Il grido di dolore per la perdita di un'epoca che non esiste che nella memoria, della nostalgia di una luce che fu, lascia il posto al sibilare e al lamento del vento e al silenzio, dove il rimbombare dei pensieri si fa spesso assordante: "questa fanciullezza dei morti / come un vento lieve / che passa tra i boschi, / o l'eternità / muta del cielo insieme / agli anni, a tutti / i ricordi come / nuvole disperse, / ai passi / quasi a mezz'aria, / senza più carne, / soli / sul breve sentiero". Mauro Germani, ricostruendo una sorta di genealogia dei ricordi e dell'oblio, in Voce interrotta raccoglie le parole chiave di una poetica della dissolvenza, dello svanire, dell'offuscarsi. |
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BEPPE FENOGLIO E LA RESTISTENZA - Pietro Chiodi
MAG D 6144
Cinquant'anni fa, il 22 settembre 1970, moriva Pietro Chiodi, docente di Filosofia della storia all'Università di Torino. Nel 1939 aveva ottenuto una cattedra di storia e filosofia del liceo classico Giuseppe Govone di Alba, nel quale insegnò per 18 anni. Qui divenne intimo amico del collega di lettere Leonardo Cocito, ucciso dai nazifascisti nel 1944, ed ebbe tra i suoi allievi il futuro scrittore Beppe Fenoglio. È autore del diario partigiano Banditi (la cui prima edizione uscì nel 1946) e la sua visione filosofica è ora raccolta in Esistenzialismo e filosofia contemporanea (2007). Tra i suoi scritti più belli, i tre che qui riproponiamo: su Beppe Fenoglio, su Leonardo Cocito e sull'orgoglio di Chiodi per aver partecipato alla Resistenza. "Forse - scrisse il filosofo - per vivere bisogna dimenticare, ma certamente per capire bisogna ricordare". |
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ANATOMIA DI DIO - Francesca Stavrakopoulou
MAG C 10048
Esaminando il corpo di Dio, dalla testa alle mani, dai piedi agli organi genitali, Anatomia di Dio ci mostra attraverso quali passaggi si è sviluppata, nell'arco di millenni, l'idea occidentale della divinità. E lo fa analizzando i luoghi e gli oggetti che hanno dato origine a questo Dio singolare, confrontandosi con le antiche religioni e le società del mondo biblico in un tour de force di erudizione, ironia e grande narrazione. Tra la fine dell'Età del Bronzo e l'Età del Ferro, nei territori dell'antica Asia sud-occidentale vivevano popolazioni che adoravano un complesso pantheon di divinità. Quel pantheon era guidato da un dio padre chiamato El, che aveva settanta figli, uno dei quali (una divinità della tempesta) aveva nome Yahweh. Come tutti gli dèi dell'epoca, Yahweh aveva un corpo, una moglie, dei figli e dei compagni, combatteva contro i mostri e contro i mortali, si nutriva di cibo, beveva vino, scriveva libri, aveva una vita sessuale, faceva passeggiate e talvolta dormiva. E, sicuramente, era un maschio. Proprio questo dio avrebbe in seguito visto progressivamente svanire il proprio corpo e sarebbe, nel tempo, diventato qualcosa di diverso e di astratto: il Dio biblico delle tre grandi religioni monoteiste. Tuttavia, ci dice Francesca Stavrakopoulou, più di qualcosa del suo passato antico e della sua fisicità è rimasto, e torna periodicamente a visitarci ancora oggi. La Bibbia ha plasmato le nostre idee su Dio e la religione, ma anche le nostre preferenze culturali sull'esistenza, il nostro concetto di vita e di morte, il nostro atteggiamento verso il sesso e il genere, le nostre abitudini alimentari e la nostra comprensione della storia. Esaminando il corpo di Dio, dalla testa alle mani, dai piedi agli organi genitali, Anatomia di Dio ci mostra attraverso quali passaggi si è sviluppata, nell'arco di millenni, l'idea occidentale della divinità. E lo fa analizzando i luoghi e gli oggetti che hanno dato origine a questo Dio singolare, confrontandosi con le antiche religioni e le società del mondo biblico in un tour de force di erudizione, ironia e grande narrazione. |
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FIGURE DEL FUMETTO - Ivan Pintor Iranzo
MAG C 10027
Nel distinguere tre gradi di imitazione – in primo luogo, l’essenza dell’oggetto; in secondo luogo, la realizzazione materiale dell’oggetto e, in terzo luogo, l’imitazione della realizzazione materiale, che è responsabilità dell’artista e si risolve in pura apparenza-, Platone sottolinea soprattutto che creare un’immagine è selezionare alcuni tratti della realtà e non realizzare un duplicato. |
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PROCESSO A PONZIO PILATO - Gherardo Colombo, Francesco D'Alessandro e Antonio Salvati
MAG D 6166/2
Tra tutte le figure letterarie di magistrati che sbagliano, nessuna può vantare lo spessore drammatico di Ponzio Pilato: colui che, per sua sventura, si è trovato di fronte l'Innocente per definizione e l'ha condannato. Ma, è andata veramente così? A leggere gli atti di questo processo immaginario che lo ha visto sul banco degli imputati qualche dubbio sorge davvero. |
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IL CORPO DI DIO - Christoph Markschies
MAG C 10047
Spesso si pensa che - se c’è motivo di credere in Dio - siano più illuminate e più «moderne» quelle concezioni della divinità che corrispondano a criteri di ragione: Dio non potrebbe essere di forma simile a quella della persona umana. L’idea di Dio con un corpo, si chiede Christoph Markschies, sarebbe quindi una semplice e ingenua credenza infantile e l’antropomorfismo qualcosa di rozzo e arcaico, oppure anche oggi non mancherebbero motivi per pensare Dio in forma corporea e come persona? Le pagine largamente documentate di Markschies mostrano come nella storia cristiana l’idea che Dio abbia un corpo e sia di natura corporale non solo è stata di senso comune ma anche è forse la forma più radicale in cui si possa pensare l’idea dell’uomo creato a immagine di Dio: il corpo sta al culmine dell’opera di Dio, e di Dio dice qualcosa di fondamentale. |
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DE BREVITATE VITAE - Lucio Anneo Seneca
MAG D 6161
«Nessuno ti restituirà i tuoi anni, nessuno ti restituirà te stesso.» Dialogo filosofico tra i più celebri, il «De brevitate vitae» affronta un tema di perenne attualità: la figacità del tempo. La vita appare breve, sostiene Seneca, solo a chi non ne sa afferrare la vera essenza, a chi si disperde in futili occupazioni. Di fronte alla massa di persone "assediate" da attività inutili, Seneca propone un modello diverso. Il saggio, che sceglie di dedicarsi all'«otium», vive in prima persona l'alternativa etica alla violenza della società e trova nella riflessione filosofica il metodo per ristabilire l'equilibrio morale e recuperare la salute dello spirito. La conoscenza di sé diventa così il punto di partenza per dare un significato nuovo al proprio agire nel mondo e al suo valore sociale. |
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NON E' UN PRANZO DI GALA - Alberto Prunetti
MAG D 6140
Uno spettro si aggira nel mondo delle lettere. È lo spettro di una letteratura che racconta il mondo del lavoro dall’interno, fatta da scrittrici e scrittori di estrazione proletaria o appartenenti alla nuova classe lavoratrice precaria. Una letteratura che può avere forme, lingue, strutture e scopi diversi da quelli perpetuati nelle scuole di creative writing. È la letteratura working class. Alberto Prunetti prova a definirne i tratti e ne ripercorre l’evoluzione, rendendo manifesto il legame tra le storie che siamo disposti a leggere e ascoltare e le condizioni materiali dell’industria che a queste storie gira intorno. Questo libro – che se ne frega della compostezza e delle buone maniere, che è saggio ma anche pamphlet, memoir, analisi critica – parla all’aspirante scrittore working class, ai lavoratori dell’editoria e ai lettori di qualunque classe, e ci ricorda che i libri che riempiono i nostri scaffali sono scritti, scelti e pubblicati da un pezzo piccolissimo di mondo: è ora di fare spazio anche a tutto il resto. |
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IO SONO RITA - Giovanna Cucè e Nadia Furnari e Graziella Proto
MAG C 10018
Trent'anni dopo, un libro-inchiesta ricostruisce la storia di Rita Atria, abbandonata dalle Istituzioni, le stesse che avrebbero dovuto prendersi cura di lei. “Farò della mia vita anche della spazzatura, ma lo farò per ciò che io sola ritengo conveniente”, scriveva Rita alla sorella nell'ultima lettera, qui pubblicata per la prima volta. Sola, con il coraggio dei suoi 17 anni, si mette contro la mafia partannese affidandosi al giudice Paolo Borsellino, consapevole della fine che le sarebbe potuta toccare. Il 26 luglio 1992, una settimana dopo il massacro di via d'Amelio, Rita sarà indirettamente la settima vittima di quella stessa strage. Dagli archivi polverosi di tribunali e procure le autrici faranno emergere ciò che il lettore non ha mai saputo. |
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LA DIVINIZZAZIONE DELL'UOMO IN SANT'AGOSTINO - Giovanni Poggiali
MAG C 10021
Il tema del libro non è stato approfondito dagli studiosi come altri temi agostiniani. Si trovano ultimamente dei contributi soprattutto in lingua inglese. La rigenerazione nel sacramento del Battesimo è come l'alveo in cui il padre latino pone l'inizio della divinizzazione dell'uomo, deificazione che è come lo sviluppo progressivo e ultimativo dell'aspetto sacramentale nella vita del fedele cristiano. Rigenerato a vita nuova con il Battesimo, l'uomo cresce nella carità, nella speranza e nella fede in Dio Trinità, cioè nelle virtù teologali, e giunge alla beatitudine dell'amore di Dio riversato nei cuori grazie allo Spirito Santo. La grazia della deificazione si compie nell'eternità e non in questa vita, si compie per grazia e non per natura: in terra c'è l'inizio ma non il compimento che è solo nella vita eterna donata gratuitamente da Dio. Scopo del libro è quindi mostrare come la divinizzazione, in Agostino, è l'amore di Dio, è «possedere» e unirsi a Dio, esserne trasformati, perché l'amore è tutto ed è anche il cuore della sua teologia insieme alla grazia. |
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L'ABITO BIANCO - Nathalie Léger
MAG C 9990
Léger racconta la storia dell'artista Pippa Bacca e della performance che la vede partire in autostop da Milano con indosso un abito da sposa, diretta a Gerusalemme, passando attraverso i paesi martoriati dalla guerra. Léger ripercorre le tappe di questo viaggio, riflette sul suo valore simbolico e sul suo tragico epilogo, e, pagina dopo pagina, in un gioco di rimandi e di specchi, un'altra storia si insinua: è la storia personale e intima di un'ingiustizia che riaffiora dopo molti anni e chiede a gran voce di essere riparata attraverso la scrittura. Ma può la scrittura – e in generale l'arte – porre rimedio alle ingiustizie? «Tra romanzo e saggio d’arte, la scrittrice francese Nathalie Léger nel suo ultimo libro collega la vita di Pippa Bacca, l’artista milanese uccisa in Turchia a 34 anni, a quella di sua madre». L'otto marzo 2008 l'artista Pippa Bacca inizia un viaggio dal grande valore simbolico, il cui scopo era portare un messaggio di pace attraversando in autostop paesi e regioni martoriati dalla guerra. Con indosso un abito da sposa, parte da Milano diretta a Gerusalemme. La performance viene documentata con foto e brevi video, fino al suo tragico epilogo, in Turchia, quando l'artista viene violentata e uccisa da un camionista che le aveva dato un passaggio poco prima. Nathalie Léger decide di raccontare questa storia e, mentre porta avanti la sua ricerca, riflette sui rischi che le donne incontrano nella vita e nell'arte e su quello che le sembra essere il messaggio centrale della performance di Bacca, ovvero il desiderio di porre rimedio all'insondabile natura della violenza e della guerra attraverso l'immagine simbolica della femminilità. Grazie a questo esame dell'ultima opera di Bacca e delle reazioni spesso polarizzate dell'opinione pubblica quando si confronta con il ruolo della donna nell'arte, Léger indaga in modo delicato e toccante anche il suo rapporto conflittuale con la madre e la capacità e i limiti della scrittura quando questa vuole dare voce alle ingiustizie. |
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UNO SCRITTORE IN GUERRA - Vasilij Grossman
MAG D 6139
Attenendosi scrupolosamente a tale principio, a dispetto della censura e dei gravi rischi, Vasilij Grossman narrò in presa diretta le vicende del secondo conflitto mondiale sul fronte Est europeo. Era infatti inviato speciale di «Krasnaja zvezda» (Stella Rossa), il giornale dell'esercito sovietico che egli seguì per oltre mille giorni su quasi tutti i principali fronti di battaglia: l'Ucraina, la difesa di Mosca e l'assedio di Stalingrado, che fu il punto di svolta nelle sorti della guerra e diede origine a Vita e destino. Benché fosse un tipico esponente dell'intelligencija moscovita, Grossman riuscì, grazie al suo coraggio e alla capacità di descrivere con singolare efficacia ed empatia la vita quotidiana dei combattenti, a conquistarsi la fiducia e l'ammirazione di chi lo leggeva, ufficiali e soldati da una parte, e dall'altra un vasto pubblico di cittadini e patrioti ansiosi di ricevere notizie autentiche, non contaminate dalla retorica ufficiale. Dei taccuini – di sorprendente qualità letteraria – che fornirono materia ai reportage di Grossman, e che escono ora per la prima volta dagli archivi russi, lo storico inglese Antony Beevor ci offre qui una vasta scelta, arricchita da articoli e lettere dello scrittore e da altre testimonianze coeve. E il commento, sapiente cornice, ci guida attraverso le tappe della Grande Guerra Patriottica, dallo shock dell'invasione tedesca del 1941 fino alla trionfale avanzata russa su Berlino, passando per l'epica battaglia di Kursk e l'atroce scoperta dei campi di sterminio di Treblinka e Majdanek. |
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IL VACCINO DELLA FILOSOFIA - Maddalena Bisollo e Luca Nave
MAG C 9933
Il volume presenta AstraSeneca, il vaccino della filosofia che predispone all'immunità dalle "malattie dell'anima "fin dai tempi della Grecia Antica. Contiene le istruzioni per l'autosomministrazione dell'antidoto preparato dalla farmacia dei filosofi. Non serve recarsi nei centri per la somministrazione dislocati sul territorio né serve il ricorso a un somministratore esperto. Qui ognuno può fare da sé, può decidere spazi e tempi della prima somministrazione e di quelle - fortemente raccomandate - successive. Il vaccino AstraSeneca è stato inventato in Grecia circa venticinque secoli fa. Da allora, è stato somministrato a migliaia di persone. Dichiariamo, quindi, ufficialmente e solennemente, che non è mai morto nessuno in seguito alla somministrazione e nessuno ha subìto gravi effetti collaterali. AstraSeneca può avere effetti di trasformazione della propria visione del mondo ma ciascuno decide il livello di profondità del mutamento. Buona lettura e buon vaccino. |
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CENTOMILA GAVETTE DI GHIACCIO - Giulio Bedeschi
MAG C 9994
Partendo dalla propria esperienza personale e raccontando la partecipazione della divisione alpina Julia alla Seconda guerra mondiale – dalla campagna d’Albania alla ritirata di Russia – l’autore costruisce un’opera narrativa di straordinario valore, che esalta il senso della dignità dell’uomo nonostante la tragedia della guerra. Protagonisti della vicenda non sono singoli individui ma l’azione corale dell’intera divisione, tanto che l’autore stesso preferisce mimetizzarsi dietro il nome inventato di Italo Serri piuttosto che narrare in prima persona. Pubblicato nel 1963, Centomila gavette di ghiaccio ebbe subito uno straordinario successo, ottenendo, l’anno successivo, il prestigioso Premio Bancarella. |
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BASTA, DAVVERO - Maurizio Maggiani
MAG D 6118/3
Una successione di ricordi messi in ordine dopo la vittoria del premio Strega nel 2005. Le fotografie scattate dall'autore e la parola scritta si sostengono a vicenda dialogando apertamente. Istantanee leggere che ravvivano momenti lontani e riflettono squarci di presente: i segni misteriosi e indecifrabili tracciati da bambino nei quaderni da computista del nonno barbiere, le camminate in Garfagnana e altri piccoli riti quotidiani, il congedo dai genitori e le sentenze del tempo, le rose da coltivare. "Basta, davvero" è un diario inaspettato, con una piccola morale: non tutto può essere scritto. |
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LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA - Tennessee Williams
COLL D 86/458
Un libro sulla falsità, tema fondamentale del testo, per non dire assoluto: il dilemma tra vivere nell'ipocrisia o autodistruggersi per evitare di farlo. La nuova traduzione di Paolo Bertinetti si basa sulla versione del testo che Tennessee Williams scrisse per la messa in scena del 1974 e si discosta significativamente da quella originaria scritta per il primo allestimento del 1955. Il testo del 1955 aveva subito una revisione importante da parte del regista Elia Kazan. Quando sull'onda dell'enorme successo teatrale venne pubblicato, Williams volle presentare due versioni del terzo atto: una, chiamata Broadway Version, era quella andata in scena; l'altra, chiamata Cat Number One, cioè «la Gatta numero uno», era la versione originale prima degli interventi di Kazan. Poi nel 1958 arrivò la famosa trasposizione cinematografica con Paul Newman e Liz Taylor (che a Williams non piacque affatto), basata sulla Broadway Version ma ancora piú edulcorata, nascondendo l'omosessualità di Brick dietro ambigui accenni poco decifrabili. La versione del 1974 è stata considerata dall'autore quella a tutti gli effetti definitiva, l'unica che rispondeva pienamente alle sue scelte di scrittura drammatica. Possiamo cosí leggere per intero lo scontro verbale tra Brick e il padre che ha il suo climax proprio sul tema dell'omosessualità (ma il padre, splendido personaggio, è assai piú tollerante di quanto Brick, e il lettore, si aspettino). Possiamo cosí comprendere come si articola piú esattamente il tema della falsità, che è il tema fondamentale del testo, per non dire assoluto: il dilemma tra vivere nell'ipocrisia o autodistruggersi per evitare di farlo. |
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LA MIA BABELE - Marcello Fois
MAG C 9921
In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita. Una nascita rocambolesca, un battesimo in articulo mortis che gli regala almeno tre nomi, un’infanzia da predestinato alla gloria in quanto figlio unico, un difficile apprendistato da «sardoparlante» (per di più con gli occhiali) nella scuola di lingua italiana, una precoce lettura del Conte di Montecristo senza sapere cosa fosse un abate... La storia del protagonista di questo libro, che forse ne è anche l’autore, è segnata da un’incessante lotta con l’angelo, e l’angelo è il linguaggio. Inutile stupirsi se, dopo un breve e infelice passaggio a Medicina, la scelta sarà laurearsi in Italianistica, in una Bologna illuminata dalla predicazione laica di Ezio Raimondi, per poi diventare scrittore, per di più tradotto all’estero. Si aprono così le porte di una Babele popolata di esseri strani, i traduttori, il cui compito preciso sembra essere travisare ciò che scrivi, ma nel modo giusto: perché tradurre significa tradire, per far vivere il testo non solo in un’altra lingua ma in un’altra cultura. E il testo, si suppone, ringrazia; ma l’autore? La vita diventa letteratura, che a sua volta innerva la vita: accade nelle pagine di questo memoir letterario in cui si rincorrono ricordi d’infanzia e storia sociale, incontri e autoanalisi, avventure in terra italiana e straniera e riflessioni attraverso le lingue, non solo d’Europa. In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita. |
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CARO PIER PAOLO - Dacia Maraini
MAG C 9922
Maraini costruisce questa confessione delicata come una corrispondenza senza tempo, in cui tutto è presente e vivo. Pier Paolo Pasolini è un autore di culto anche per i più giovani. La sua è stata una vita fuori dagli schemi: per la forza delle sue argomentazioni, l’anticonformismo, l’omosessualità, la passione per il cinema, la sua militanza e quella morte violenta e oscura. Sono passati cento anni dalla sua nascita, e quasi cinquanta dalla sua scomparsa. Eppure è ancora vivo, nitido, tra noi, ancora capace di dividere e di appassionare. Di quel mondo perduto, degli amici che lo hanno frequentato, della società letteraria di cui ha fatto parte, c’è un’unica protagonista, che oggi ha deciso di ricordare e raccontare: Dacia Maraini. Dacia Maraini è stata una delle amiche piú vicine a Pier Paolo. E in queste pagine la scrittrice intesse un dialogo intimo e sincero capace di prolungare e ravvivare un affetto profondo, nutrito di stima, esperienze artistiche e cinematografiche, idee e viaggi condivisi con Alberto Moravia e Maria Callas alla scoperta del mondo e in particolare dell’Africa. Nelle lettere a Pier Paolo che definiscono l’architettura narrativa del libro hanno un ruolo centrale i sogni che si manifestano come uno spazio di confronto, dove affiorano con energia i ricordi e si uniscono alle riflessioni che la vita, il pensiero e il mistero sospeso della morte di Pasolini ispirano ancora oggi all’autrice. Lo stile intessuto di grazia e dolcezza, ma anche di quella componente razionale e ferma, caratteristica della scrittura di Dacia, fanno di questo disegno della memoria che unisce passato, presente e futuro non solo l’opera piú significativa, ma l’unica voce possibile per capire oggi chi è stato davvero un uomo che ha fatto la storia della cultura del Novecento. |
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LEO LIONNI LIBRI CINEMA DESIGN - Babalibri
MAG B 3587
Per Leo Lionni progettare significa guardare e pensare il mondo da un particolare punto di vista, nel quale prevale un atteggiamento di stupore e curiosità. Come Gillo Dorfles scrive nella sua testimonianza, Lionni è una sorta di «artista totale, disegnatore, grafico, scrittore e soprattutto inventore di racconti, che devono costituire un unicum di abilità compositiva, di narratività spiritosa e di vera e propria creatività artistica». Un catalogo che parla della poliedricità delle arti di Leo Lionni con un occhio particolarmente attento al mondo della grafica, del cinema d’animazione e, soprattutto, dei libri per bambini. |
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LA DAUNIA IN RIBELLIONE AMBIENTALISTA POST CORONA VIRUS E PER LO SVILUPPO - Lorenzo Acquaro
AP C 643
Lorenzo Acquaro, araldo dei tempi moderni, in "La Daunia in ribellione ambientalista post Corona Virus e per lo sviluppo", denuncia una situazione ambientale molto critica in territorio pugliese, ma soprattutto colpevolizza il silenzio delle Istituzioni di fronte ad una incresciosa questione che affligge da diversi anni la città di Cerignola e dintorni: i miasmi dei rifiuti tossici e illegali sono purtroppo i responsabili di tanti problemi di salute dei cittadini. Lorenzo Acquaro urla il suo disappunto e vede nell'ArrowBio la risoluzione del trattamento dei rifiuti, al fine di creare il giusto equilibrio tra le esigenze di tutela della salute e la salvaguardia dell'ambiente con lo sviluppo economico occupazionale. Altresì propone stimoli che possano indurre le Autorità alla creazione del parco ecclesiale culturale del sud, rivalutando la via Francigena, possibile trait d'union con altri percorsi. Il suo testo è intenso, fa riflettere e ci pone davanti a delle problematiche molto importanti: la nostra salute e il nostro futuro. |
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