STORIA |
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L'IMPERIALISMO - Louis Althusser
MAG C 10622/21
Se la teoria della storia è un oggetto classico della riflessione di Louis Althusser, non altrettanto si può dire dell'imperialismo. I nove testi di questa raccolta, e in particolare il Libro sull'imperialismo, connettono invece i due temi. In questo scritto del 1973, già distante da Per Marx e Leggere il Capitale ma in una logica non del tutto riconducibile al materialismo aleatorio, Althusser cerca di pensare una forma del conflitto e una temporalità non teleologica ma neppure consegnata al caso. L'imperialismo è così metafora di una forma non corrispondente a se stessa - sia essa incarnata in un modo di produzione, nell'unità di una filosofia o in un'immagine della "mondializzazione" - e di uno scarto storico che non è solo deviazione contingente. In questo senso gli scritti sulla storia, compresi in uno spazio che va dal 1963 al 1986, mostrano l'esigenza duplice che anima l'intera meditazione althusseriana sulla storia: la determinazione della necessità dei processi e la possibilità di una loro trasformazione. |
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CARLO SCARPA E IL GIAPPONE - J.K. Mauro Pierconti
MAG C 10542
Come maturò l'amore di Carlo Scarpa per il Giappone? Come conobbe l'arte e l'architettura giapponesi grazie agli amici di gioventù frequentati a Venezia, come lui affascinati dall'Oriente, nella città di Ezra Pound e dove gli studi di Ernst Fenellosa erano noti? Come viaggiò e cosa vide quando nel 1969 giunse in Giappone e entrò nella villa di Katsura, "lì dove l'occhio pensa", così come avviene, passo dopo passo, nella tomba monumentale Brion a San Vito d'Altivole, alla quale Scarpa dedicò gli ultimi anni della sua vita? Che tracce materiali abbiamo di questo viaggio e come interpretarle alla luce della sua opera? Questo libro risponde a queste domande. Molte fotografie scattate da Scarpa in Giappone degli artefatti dei "maestri tranquilli" che ebbe modo di vedere a Kyoto, Nara, Ise, sono qui riprodotte. Aiutano a interpretare e comprendere l'opera di uno dei massimi architetti contemporanei. |
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LADRI, PAPI E LATTICINI - TurboPaolo
MAG C 10539
«Questo libro è prima di tutto per voi. Anzi, per te. Sì, dico a te. A te che vorresti avere la forza di affrontare la persona che ti precede alle casse automatiche e dirglielo. Dirglielo una volta per tutte, senza temerne le conseguenze, che per pagare deve premere sul tasto “Paga qui”. Anche a questo servono le Lezioni che troverai disseminate lungo il libro. Spunti e riflessioni apparentemente distanti tra loro che tuttavia – mentre tu farai correre gli occhi sulla mia prosa ciceroniana e un sorrisetto di compiaciuta complicità intellettuale ti incresperà l’angolo destro della bocca – questi spunti apparentemente distanti tra loro, dicevo, lavoreranno sul tuo inconscio e si disporranno nel tuo orizzonte emotivo come le stelle di una costellazione luminosa che ti dice: “Combatti, leone”.» |
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PADRE PIO. IL FRATE, IL SANTO - Castellaneta Domenico
MAG C 10606
E’ santo da poco più di vent’anni, ma per il suo popolo lo era già in vita. Padre Pio, san Pio, è un pezzo fondamentale della Chiesa del Ventesimo secolo ma continua a essere un punto riferimento imprescindibile per migliaia, milioni, di persone che in lui vedono una guida nel percorso di dialogo con Dio. La storia sfolgorante e misteriosa di Francesco Forgione, nato a Pietrelcina in provincia di Benevento, ed eternamente legato a San Giovanni Rotondo nel cuore della Puglia garganica, resta ancora oggi un racconto complesso. Una storia sempre a due facce: bianca o nera; limpida o misteriosa («Sono un mistero anche per me», diceva di se stesso); ispirata da Dio o da sentimenti molto più umani e materiali, come sosteneva chi lo osteggiava. E poi, allora come oggi, il frate divideva: benefattore o spregiudicato approfittatore o, peggio, mistificatore che sfruttava povertà e ignoranza. Un racconto, dunque, complesso e insidioso perché tocca le corde della sensibilità di ognuno. |
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LE DATE CHE FANNO LA STORIA - Patrick Boucheron
MAG C 10638
Nella storia dell’umanità esistono date che rappresentano un evento, un momento in cui sentiamo la curvatura del tempo, la separazione tra un prima e un dopo. Basti pensare alla nascita di Cristo o al 12 ottobre del 1492, il giorno in cui Cristoforo Colombo ‘scoprì’ l’America. Ma cos’è un evento storico? Cosa lo rende tale? A scuola la storia è insegnata tradizionalmente con una serie di date da ricordare e la nostra stessa vita è scandita da una serie di ‘momenti chiave’ che ne orientano il corso. Questo libro si propone di rispondere indagando trenta date, dal momento in cui vennero affrescati i dipinti rupestri della grotta di Lascaux alla liberazione di Nelson Mandela, passando per il processo a Socrate, la morte di Alessandro Magno, la distruzione di Pompei, le grandi battaglie dell’Asia centrale, fino alla conquista del Polo sud e all’esplosione della bomba atomica a Hiroshima. Alcune le ricordiamo perché sono ‘anni tondi’ (come il 1000), altre perché fondazioni o rifondazioni, altre per catastrofi epocali, altre ancora per battaglie diventate vere e proprie ‘liturgie del destino’. Altre, infine, le ricordiamo per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Ripercorrendole, interrogandole di nuovo, Patrick Boucheron ne fa risuonare l’eco nella nostra memoria e restituisce alla storia la sua forza motrice e la sua arte di sorprenderci, sempre. |
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CON LA VIOLENZA SI RISOLVE TUTTO - Renato Minutolo
MAG C 10631
Dall’antichità al medioevo, un viaggio stori-comico sulle tracce del detto “A mali estremi, estremi rimedi”. “La violenza risolve i conflitti umani dalla notte dei tempi. Tua moglie ti lascia per un altro? Ti scateno l’Iliade. Il faraone non concede il visto per uscire dall’Egitto? In arrivo per direttissima le piaghe di Dio. Il mare è in burrasca da giorni e i Fenici sospendono i commerci? Ma qualcuno si era poi ricordato di sacrificare quei bambini sull’altare degli dèi?!?” |
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A OCCHI APERTI - Mario Calabresi
MAG C 10633
Ci sono fotografie capaci di segnare un'epoca, di lasciare un segno, di sintetizzare mille parole. Immagini destinate a fissarsi per sempre nella nostra memoria e a costruire l'immaginario collettivo. Mario Calabresi, giornalista e grande appassionato di fotografia, ha viaggiato a lungo per incontrare gli autori di scatti divenuti ormai iconici e farsi raccontare quali emozioni li avessero attraversati mentre fermavano sulla pellicola un pezzo di Storia. Il fotogiornalismo, come il giornalismo, è fatto di pazienza, dedizione e costanza. Per essere credibili bisogna andare dove i fatti accadono, per vedere, capire e testimoniare. Non può farlo chi si limita a osservare il mondo dall'alto, chi resta distante e distaccato, ma soltanto chi è pronto a calarsi anche nelle realtà più crude, chi si immerge nelle storie correndo rischi. Lo sanno bene Josef Koudelka, che ha documentato la Primavera di Praga del 1968, Don McCullin, testimone dei sanguinosi conflitti in Vietnam e nell'Irlanda del Nord, Steve McCurry, che ha affrontato i monsoni e attraversato l'Afghanistan in macerie, o Gabriele Basilico, che ha immortalato una Beirut distrutta da anni di guerra civile. I fotografi incontrati da Calabresi hanno accettato di raccontare i momenti che li hanno definiti: l'umanità dolente in fuga dai massacri ruandesi o gli schiavi delle miniere a cielo aperto ritratti da Sebastião Salgado, le discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt o i rifugiati palestinesi ai quali, nelle sue immagini volutamente un po' sfocate, rivolge con pudore lo sguardo Paolo Pellegrin. Questo libro contiene le lezioni di Susan Meiselas, capace di costruire rapporti di una vita con i soggetti delle sue foto, come le denunce in bianco e nero di Letizia Battaglia, che ha messo sotto gli occhi dell'Italia la realtà della mafia siciliana. |
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GERMOGLIA IL GREMBO - Sabino Amedeo Lattanzio
AP C 670
La beata Elisa Martinez, in qualità di fondatrice dell’Istituto religioso delle Figlie di Santa Maria di Leuca, si è fatta “grembo” esternando la sua indole materna preoccupandosi non solo delle sue suore, ma anche delle “ragazze madri” e di tutti quei piccoli che, diversamente , senza il suo aiuto non sarebbero mai nati o cresciuti privi di affetto e di tutte quelle necessità di cui i figli hanno bisogno. In questo lei è stata veramente mamma, straordinariamente mamma! Le sue attenzioni materne hanno abbracciato tutti, indiscriminatamente, dai più piccoli ai più grandi, fino a raggiungerli nelle zone più sperdute e più disagiate delle periferie del mondo. |
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I TEMPLARI. STORIA DI MONACI IN ARMI (1120-1312) - Jacopo Mordenti
MAG C 10670
È una storia lunga duecento anni quella dell'ordine templare: inizia nel XII secolo all'indomani della prima crociata, quando nasce l'Oriente latino e si comincia ad avvertire l'esigenza di proteggere i pellegrini lungo gli itinerari della fede. In pochi decenni una piccola comunità di devoti cavalieri diviene un ordine monastico-militare capace di presidiare la Terrasanta e di ramificarsi in Europa attraverso una capillare rete di commende. La sua gloria, sempre più invisa, scema mentre l'Oriente latino perde pezzi fino a scomparire; all'inizio del XIV secolo i templari sono vittime collaterali dello scontro fra papa Clemente V e il re di Francia Filippo IV. Con la soppressione dell'ordine nel 1312 e il rogo dell'ultimo maestro due anni più tardi, al termine di una stagione di processi e accuse infamanti, si conclude la storia dei templari e inizia la saga del templarismo. |
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L'OCCUPAZIONE ITALIANA IN URSS. - Raffaello Pannacci
MAG C 10680
Quasi due anni di presenza sul posto, circa 250.000 uomini in campo, una delle peggiori sconfitte dell'esercito italiano, un'infinità di memorie di guerra pubblicate. Eppure, la campagna di Russia è ritenuta un teatro bellico eccentrico, è stata più volte definita “la guerra dei tedeschi” e resta tuttora un tema poco praticato dagli storici, in specie per quanto riguarda l'occupazione militare. Sulla base di fonti documentali ancora poco considerate, il volume fa luce su diversi aspetti della presenza italiana fra Russia e Ucraina nella Seconda guerra mondiale. Spesso diverso da quello raccontato nelle testimonianze postbelliche, il conflitto contro l'URSS – tanto nella forma mentis quanto nella condotta sul campo – ebbe significativi punti di contatto con le guerre coloniali dei decenni precedenti e con quella coeva nei Balcani. Inoltre, un comando inflessibile in mano ai tedeschi sgravava gli italiani di una parte significativa dei compiti – inclusi quelli più “sporchi” – e forniva allo stesso tempo un esempio di condotta e un comodo termine di paragone (anche per l'avvenire). Lungi dall'essere una guerra combattuta per qualcun altro, in cui “fare numero” e basta, quella contro l'URSS fu portata avanti perseguendo precisi interessi generali e particolari, la cui memoria venne rimossa con la sconfitta sul Don assieme alle aspettative che quell'invasione era stata capace di evocare. |
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