SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
Luglio 2017
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STORIA
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Pietro Nenni: Socialista libertario giacobino
MAG C 8012 Paolo Franchi – Maria Vittoria Tomassi (a cura di)

Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti e, in parte, anche Ferruccio Parri vengono oggi giustamente ricordati come padri della democrazia repubblicana. Su Pietro Nenni, l'ultimo e forse unico tribuno del popolo della nostra storia, il più appassionato combattente per la Repubblica, è scesa invece, se non la damnatio memoriae riservata al suo partito, un'ingiusta coltre di silenzio. Questi ultimi Diari gli restituiscono il posto che merita, raccontandoci un personaggio straordinario, irriducibilmente socialista sino alla fine, che si confronta con l'Italia e con il mondo degli anni settanta facendo nello stesso tempo i conti con il "suo" Novecento, in primo luogo con le grandi speranze e le ancor più grandi disillusioni che lo hanno popolato e di cui è stato partecipe. "Questi Diari - scrive Paolo Franchi nell'introduzione - sono una miniera ricchissima di riflessioni; di giudizi storici e politici che tengono insieme, in forme oggi letteralmente impensabili, passato e presente; di ricordi di donne e di uomini della politica italiana e internazionale, della letteratura e dell'arte. Testimoniano, pagina dopo pagina, la straordinaria umanità che rese Nenni così diverso dagli altri leader politici del tempo [...]. Il Patriarca ci parla di un'Italia e di un mondo che forse non sente più suoi, ma sui quali continua a interrogarsi e a darsi risposte per nulla scontate".

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Storia del videogioco
MAG C 8006 Marco Accordi Rickards

Dai primi esperimenti, come Tennis For Two e Spacewar!, passando attraverso la "Golden Age" di Space Invaders e Pac-Man, fino ai più recenti Mass Effect e Grand Theft Auto, il videogioco ha segnato la memoria individuale e collettiva di intere generazioni, esplorando allo stesso tempo le proprie potenzialità espressive. Il volume è un racconto avventuroso popolato di geniali inventori e imprenditori audaci, carismatici opinion leader e cinici squali del mercato. È la storia di un settore dell'industria culturale in grado come nessun altro di interpretare l'immaginario di una società globalizzata e sempre più indicizzata.

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In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele II
MAG B 3359 Michele Cristallo

Col fiuto del giornalista, la curiosità scientifica dello studioso e l'acribia dello storico, Michele Cristallo presenta una miscellanea densa di avvenimenti storici legati al periodo dell'ultimo e infelice re Francesco II Borbone, figlio di Ferdinando II da cui aveva ereditato il regno delle Due Sicilie e agli anni immediatamente seguenti l'Unità d'Italia.

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Ettore Fieramosca o la Disfida di Barletta
AP B 414/38 racconto di Massimo d’Azeglio

Ristampa anastatica dell’edizione stampata nel 1835 a Napoli presso Saverio Cirillo.

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Il capitale di Carlo Marx: brevemente compendiato
AP B 414/39 Carlo Cafiero

Ristampa anastatica dell’edizione stampata nel 1913 a Firenze presso la Casa Editrice La Controcorrente. "L'operaio ha fatto tutto; e l'operaio può distruggere tutto, perché tutto può rifare. È stato il ferro e il fuoco che ha preparato al capitale l'ambiente necessario per svilupparsi, la massa di forze umane destinate a nutrirlo; e se oggi non è più il ferro e il fuoco il mezzo ordinario della sempre crescente accumulazione, è perché v'ha un altro mezzo, in sua vece, molto più inesorabile e terribile, una delle moderne gloriose conquiste della borghesia, un mezzo che forma parte necessaria del congegno stesso della produzione capitalista, un mezzo che agisce da sè solo, senza fare tanto strepito, senza produrre scandalo, un mezzo infine perfettamente civile: la fame. E per chi si ribella alla fame, sempre e poi sempre ferro e fuoco."

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Notes et souvenirs du Peintre
AP B 414/40 Joseph De Nittis

Ristampa anastatica dell’edizione stampata in francese nel 1895 a Paris, Ancienne Maison Quantin Librairies-Imprimeries Reunies. L'artista pugliese si rivela in queste note con tutti i suoi umori, con i suoi slanci, le sue angustie e la calda simpatia umana. E con lui gli amici, come Cecioni, Manet, Degas, ritratti con sensibilità e schiettezza; e poi, intatta e fresca, l'atmosfera di un'epoca, della Parigi impressionista e naturalista, i lirici bozzetti familiari con la moglie Léontine, le pagine legate alla sua patria meridionale… Quasi "un romanzo ch'era stato cosa vera".

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L’Italia, la Puglia e la Grande Guerra
AP B 764 Dora Donofrio DelVecchio – Giuseppe Poli (a cura di)

"Il volume che qui presento come Atti del Convegno di studi L'Italia, la Puglia e la Grande Guerra (3-5 giugno 2015) è diviso nelle nove interessanti e pur distinte Sezioni: L'Italia e la Grande Guerra, Una periferia e la guerra, Patrioti ed eroi pugliesi, La Chiesa pugliese e la Grande Guerra, Il racconto della guerra e le voci dalle trincee, Malattie, sanità e assistenza, Organizzazione militare e società, Le ripercussioni della guerra, Le "testimonianze": i monumenti ai Caduti e i Parchi della Rimembranza. Uno studio multidisciplinare con la partecipazione sempre attiva dei Soci del Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia e collaborativa dei Professori universitari storici, storici dell'arte, giuristi, linguisti, dei funzionari e dirigenti delle Soprintendenze, Archivi di Stato e Archivi Diocesani." (Mimma Pasculli Ferrara)

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Generali
MAG C 8028 Domenico Quirico

Attraverso alcune biografie esemplari, Domenico Quirico narra in queste pagine le avventure dei generali che, nel secolo che va dalle guerre d'Indipendenza al secondo conflitto mondiale, hanno contribuito a fare e disfare l'Italia. Con le loro divise ornate di greche e nastrini capeggiavano guerre diversissime dai conflitti moderni: campagne, come quelle del Risorgimento e dell'Italietta coloniale, dove «c'erano fronti, ritirate, medaglie, regole», le vie erano tracciate dal passo dei muli e «la truppa, che si affidava alle gambe come solo mezzo di trasporto, non era assetata di sangue». Campagne in cui talvolta affioravano tra i soldati pietà e onore, virtù sempre più rare nelle guerre contemporanee. Panciuti, goffi, spesso incapaci, i generali non esitavano a guerreggiare fra di loro. Le feroci lotte intestine venivano, però, puntualmente messe da parte allorchè si trattava di difendere gli interessi corporativi della più elevata categoria degli ufficiali. Con una prosa arguta e serrata, Domenico Quirico costruisce una storia complessiva del loro operato, dei meccanismi con cui venivano selezionati, dell'ideologia che li muoveva. Un libro disincantato che narra di un universo a parte, di un clan, di una tribù che ha determinato, in una misura nient'affatto irrilevante, le sorti del nostro paese.

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I templari
MAG C 7939 Giancarlo Andenna et al.

Il volume contiene 20 saggi scritti da grandi specialisti italiani ed europei sull'argomento della guerra, del pellegrinaggio armato e dell'Ordine dei cavalieri del Tempio. Fra questi segnaliamo: Cosimo Damiano Fonseca, editore del De laude novae militiae, lo scritto encomiastico di Bernardo di Chiaravalle per la militia Christi; Michel Balard, uno dei maggiori esperti del mondo crociato del Mediterraneo, e Franco Cardini a tutti noto per i suoi studi sull'Islam e sui rapporti del mondo arabo con i cavalieri d'Occidente. Gli scritti sono articolati in sette sezioni così articolate: Lo spazio e il tempo delle origini, Le origini dei Templari e la legislazione, L'evoluzione dei commilitones Christi: i loro insediamenti e le mansiones in Italia, I rapporti dei Milites Templi con le istituzioni di potere in Oriente e in Occidente, Liturgie, cerimonie sacre e corroborazione dei documenti, La fine, La persistenza ideale. Ogni articolo, di facile lettura, occupa una decina di pagine e si conclude con una breve bibliografia ragionata utile al lettore che voglia approfondire. Novità assolute sono presenti negli scritti sulla legislazione, che partono dal contenuto di un importante codice della Biblioteca Corsiniana di Roma; ma anche nel rapporto tra cavalieri del Tempio e pellegrinaggi in Oriente, nonché nella navigazione, nelle cerimonie liturgiche, fondate su di un codice di recente ritrovamento della Biblioteca Capitolare di Modena, e nella sfragistica, o studio dei sigilli dei milites.

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Zavorre
MAG B 3338 Gotz Aly

Tra il 1939 e il 1945, circa 200000 tedeschi furono vittime delle uccisioni per «eutanasia». I numerosi responsabili parlavano eufemisticamente di «sollievo», «interruzione della vita», «morte misericordiosa», «aiuto a morire» o, appunto, di «eutanasia». Costoro agivano in parziale segretezza, ma nel bel mezzo della società. Molti tedeschi erano favorevoli a una morte violenta per i «mangiatori inutili», tanto più durante la guerra: pochi condannarono con fermezza le uccisioni, i più tacevano per vergogna, non volevano conoscere troppi particolari. E andò avanti cosi anche dopo il 1945. Solo in casi eccezionali le famiglie si ricordavano delle zie, dei figli piccoli, dei fratelli o dei nonni assassinati. Soltanto oggi, dopo circa settant'anni, l'incantesimo svanisce. Lentamente riaffiorano quei dimenticati che furono costretti a morire perché percepiti come pazzi, molesti o imbarazzanti, perché anormali, pericolosi per la comunità, inabili al lavoro o costantemente bisognosi di cure, perché gravavano di un marchio d'infamia le loro famiglie. Ancora oggi, nelle manifestazioni, nei libri e sui monumenti il più delle volte i nomi di queste vittime non vengono citati. Eppure sono soprattutto i nomi dei morti, oggi, a dover essere ricordati. I disabili, i deboli di niente e gli storpi che furono abbandonati e costretti a morire non erano affatto non-persone anonime. Questo libro racconta la storia del loro assassinio deliberato, in quella che è nota come la famigerata Aktion T4.

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Jihad e terrorismo
MAG D 5497 Andrea Plebani (a cura di)

L'11 settembre 2001 ha segnato l'avvio di un nuovo capitolo della storia mondiale. Da quel momento il terrorismo di "matrice islamica" è diventato uno dei fenomeni che più hanno segnato lo scenario internazionale, lasciando lungo il suo corso una scia di sangue che pare esulare da ogni logica e ragione. Ma quali sono le radici storiche che hanno alimentato la nascita delle diverse formazioni jihadiste e quali percorsi ne hanno segnato l'evoluzione in questi anni? Cosa si intende per jihadismo e quali rapporti esso intrattiene con il concetto di jihad? Cosa distingue al-Qaida dal sedicente "Stato lslamico" e come ha fatto quest'ultimo a divenire un attore di primo piano all'interno del contesto mediorientale e globale? Chi sono i foreign fighters partiti per andare a combattere in Siria e Iraq? Quali sono le sfide portate dai gruppi jihadisti a Tunisia, Libia ed Egitto? Come viene letta dalle nostre agenzie di sicurezza la minaccia posta dai mujaheddin e come possono affrontarla in teatri distanti e complessi? Sono queste alcune delle domande a cui il volume intende dare risposta, avvalendosi del sostegno di un gruppo di sette ricercatori riuniti dall'ISPI, uno dei più antichi e importanti istituti di ricerca con sede a Milano.

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Un mondo senza ebrei
MAG C 7927 Alon Confino

«Un intero universo di significati va perduto se si assumono l'ideologia razziale, l'escalation bellica e la burocrazia dello sterminio come categorie dominanti nella spiegazione dell'Olocausto. E questo perché la domanda "Come mai i nazisti bruciarono la Bibbia ebraica?" richiede un'immaginazione che sappia cogliere cultura, sensibilità e memoria storica del popolo tedesco.» Nel fissare l'obiettivo di questo suo documentatissimo saggio, Alon Confino inaugura un nuovo filone di ricerca nella pur vasta e variegata letteratura sulla Shoah, basato sul presupposto che la «soluzione finale», incarnata da Auschwitz nella prima metà degli anni Quaranta, sia stata anticipata e resa possibile dalla narrazione messianica e rivoluzionaria elaborata dai nazisti dopo l'ascesa di Hitler al potere nel gennaio 1933. Stando a questa storia, gli ebrei - in quanto responsabili di tutti i mali del mondo, dall'alba dell'umanità all'epoca moderna, passando per l'età protocristiana e della Germania medievale, e di ogni forma di corruzione morale, decadenza e degenerazione - rappresentavano un passato che doveva essere estirpato per consentire la nascita di un nuovo impero e di una nuova civiltà. E perché potessero sorgere un nuovo ordine europeo e un nuovo tipo di cristianesimo, anche la civiltà ebraica andava cancellata, recidendo il suo legame storico con le origini culturali e religiose della Germania. Così, bruciando Bibbia e sinagoghe, come avvenne nella cosiddetta «Notte dei cristalli» tra il 9 e il 10 novembre 1938, e che vide la partecipazione attiva o la passiva complicità di cittadini di ogni età e condizione sociale, il nazismo cercò di modificare non solo la plurisecolare storia dei tedeschi e degli ebrei, ma anche di azzerare il ruolo di questi ultimi nella nascita della civiltà cristiana. Secondo Confino, quindi, il germe della volontà genocida non fu inoculato dai nazisti nel popolo tedesco attraverso l'ideologia antisemita o la scienza della razza, bensì promuovendo un fenomeno culturale molto più ampio - un mondo simbolico condiviso di parole, rituali, immagini e fantasie - che portò i cittadini del Terzo Reich, favorevoli o contrari che fossero, a trovare plausibile se non auspicabile la prospettiva di un mondo senza ebrei. Da quel momento la persecuzione e lo sterminio divennero non solo possibili, ma pienamente giustificabili.