SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
NOVEMBRE 2023
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SAGGISTICA
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LA DAMA E IL MORO - Carlo Maria Lomartire
MAG C 10440

In questa biografia romanzata, Carlo Maria Lomartire ricostruisce la vita, le idee e gli amori della Dama con l'ermellino, restituendoci un ritratto memorabile di una delle più misteriose figure femminili del Rinascimento italiano. Cecilia Gallerani divenne amante di Ludovico il Moro a sedici anni. Bellissima, intelligente e colta, il reggente di Milano ne fu così innamorato che chiese a Leonardo di ritrarla: è lei La dama con l'ermellino , l'opera del genio vinciano ora conservata nel Museo Czartoryski di Cracovia. Carlo Maria Lomartire ce la presenta proprio in quel mattino d'autunno del 1489, quando Cecilia si recò nello studio di Leonardo, di fianco al Duomo di Milano, per permettergli di immortalare il suo volto. Ludovico Maria Sforza l'aveva già accolta al Castello e, a corte, Cecilia era stata subito apprezzata per la sua brillante capacità di fare conversazione, legata alla passione per la lettura, l'amore per la poesia e la conoscenza del latino. La ragazza aveva infatti ricevuto un'ottima educazione, poiché il padre era il referendario di Bianca Maria Visconti, una sorta di supercontrollore fiscale, incarico che lo rese molto ricco, mentre la madre era figlia di un importante dottore in legge. Cecilia diede al Moro un figlio, Cesare Sforza, che Ludovico avrebbe voluto diventasse, ancora fanciullo, arcivescovo di Milano. L'amore tra i due fu solido e duraturo, non si interruppe dopo il matrimonio «politico» di Ludovico con Beatrice d'Este, né dopo che Cecilia fu data in sposa a un fedelissimo del Moro, il conte Ludovico Carminati de' Brembilla. Nella florida Milano sforzesca, Cecilia raccolse intorno a sé letterati, poeti, storici, filosofi e artisti, anticipando di secoli la figura della nobildonna animatrice di salotti e scopritrice di talenti. Un'intensa attività culturale, che proseguì fino alla sua morte, a sessantatré anni, nel castello di San Giovanni in Croce a Cremona.

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ZONA CESARINI - Luca Pagliari
MAG D 6320

“Zona Cesarini. Il calcio, la vita non è un libro di calcio. È altro. È l'angoscia intrecciata con la speranza di chi nei primi del '900 ha trovato il coraggio di attraversare l'oceano cercando una vita nuova, perché ‘ogni tanto nella vita da qualche parte bisogna pur andare'. È una storia di visioni, amicizia, talento, donne, sigarette, fumo, tango e palloni. È un sentiero tortuoso che mi ha regalato panorami inaspettati.” Luca Pagliari racconta la storia di un campione fuori dagli schemi e dal tempo. Ogni capitolo si apre con le considerazioni di grandi artisti del calcio e rappresenta un periodo del suo percorso di atleta e di uomo che merita di essere conosciuto, oggi come ieri e per gli anni a venire.

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VITE DI CORSA - Pino Allievi
MAG C 10308/1

Vite di Corsa, il libro apparso nella sua prima edizione nel 2016 e scritto da Pino Allievi, uno dei più noti ed apprezzati giornalisti del Motorsport, riappare oggi nella nuova collana "I Tascabili" per parlare ad un pubblico ancora più ampio di Formula 1, di corse e non solo. Ci sono tante storie nei ventisette racconti raccolti in questo volume, storie inedite, perché vissute in prima persona dall'autore assieme ai diversi personaggi, piloti, manager e non solo, che compaiono nel libro. Da questi incontri nascono ritratti talvolta esilaranti, drammatici o addirittura surreali, che hanno per protagonisti campioni come Lewis Hamilton, Sebastian Vettel, Michael Schumacher, Niki Lauda, Jean Alesi, James Hunt, Gilles Villeneuve o Clay Regazzoni, ma anche personalità forti quali Enzo Ferrari, Sergio Marchionne, Bernie Ecclestone, Flavio Briatore. Non manca “gente” d'industria, della finanza, della politica, dello spettacolo, che ha amato le corse e le ha volute vivere da vicino, quali l'Avvocato Agnelli, Cesare Romiti, George Harrison e persino Carlos Menem, Presidente della Repubblica Argentina. E altri ancora, quelli che non ti aspetti, come Diego Armando Maradona, protagonista di un'intervista a dir poco rocambolesca, o l'astronauta Pete Conrad, che mise piede sulla Luna calandosi anche nei panni di pilota. Ecco le Vite, sempre rigorosamente… di corsa che rivivono in queste pagine.

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AMICIZIA. UN INCONTRO CHE RIEMPIE LA VITA - JosÉ Tolentino de MendonÇa
MAG C 10471

«L'amicizia di Gesù ci ricorda che Dio mette una virgola dove noi credevamo possibile solo un punto finale.» L'amicizia è uno dei valori più importanti per ognuno di noi, ma anche un aspetto della vita così naturale, e a volte dato per scontato, che raramente ci fermiamo a riflettere su cosa significhi davvero la parola "amico". Se ci pensiamo, l'amico è chi cammina sempre al nostro fianco, anche se separato da migliaia di chilometri o da decine di anni di distanza: nell'amicizia, il lontano e la distanza sono dimensioni del tutto relative. Così come il silenzio e la parola: gli amici parlano una lingua tutta loro, basta un cenno per capirsi a fondo. O un solo sguardo. Con gli amici costruiamo una storia che è sacra, anche se ci sembra fatta soltanto di cose semplici e del tutto umane. L'amicizia, poi, acquisisce una dimensione universale quando supera i confini per unire nel suo abbraccio popoli diversi, rendendo così il mondo un posto migliore, un luogo di pace. L'amicizia è un miracolo che conserva serenamente l'apparenza che non vi sia proprio alcun miracolo. È di questo miracolo che ci parla, in modo tanto diretto quanto poetico, José Tolentino de Mendonça, regalandoci un libro che è un vero e proprio inno all'amicizia, fonte inesauribile e generatrice di valori e azioni positive, esperienza fondamentale per riportare la luce nel nostro presente.

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PRENDETEVI LA LUNA - Paolo Crepet
MAG C 10453

In questo nuovo libro, Paolo Crepet torna sui temi a lui più cari, l'educazione, la scuola, la famiglia, con un intento chiaro: fornire uno strumento per orientarsi oltre la coltre di nubi che oscurano la luna, ovvero la speranza. Per questo dice ai giovani e anche a chi non lo è più: prendetevi la luna. Ognuno la sua, ovviamente. «Prendetevi la luna» non è un consiglio, ma una suggestione. Non vale solo nei momenti difficili, ma anche in quelli di gioia, o quando si tende più alla rassegnazione che all'esaltazione. La luna è lì apposta, scompare e ricompare proprio perché se ci fosse sempre sarebbe banale. Funziona come il desiderio, che implica il cercar le stelle proprio quando non ci sono o si teme siano nascoste da qualche parte dell'universo. Oggi più che mai siamo catturati dal presente e ce lo siamo fatti bastare, forse atterriti per ciò che potrebbe essere alle porte o per sazietà di quanto possediamo. La famiglia fatica nella propria funzione autorevole, la scuola è inzuppata di burocrazia e impermeabile al cambiamento, l'attenzione per l'ambiente, tentando di garantire un futuro benefico, rischia di colpire la bellezza, mentre le tecnologie disegnano un mondo di relazioni mute e asservite a nuovi ordini categorici. È come se il futuro proponesse messaggi controversi invece che rassicuranti. Eppure, non sono gli eventi che ci stanno cambiando, ma noi che cambiamo gli eventi. Inseguire un orizzonte, non conquistarlo, questo è il senso di pensare e di scrivere. E oggi c'è proprio bisogno di cercare qualcosa di nuovo. Non tutti ci provano, né sentono quest'obbligo. Si combattono guerre terribili, eppure è più preoccupante ciò che non fa rumore e che si annida in tante anime persuadendole ad arroccarsi, a difendersi chiudendo l'uscio di casa. Girano spacciatori di comodità, allettano i pensieri di molta gente.

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LA SCORTA DI ENRICO - Luca Telese
MAG C 10444

I protagonisti di questa storia vengono dalla resistenza: al fascismo, alla violenza, alla fame. Hanno percorso vie diverse: dalle montagne partigiane alle catene di montaggio. Sono arrivati a una medesima destinazione: il Partito comunista italiano. Che a un certo punto delle loro vite si incarna nella figura di un uomo, Enrico Berlinguer. Questa è la loro storia, intrecciata a quella del loro leader. È fatta di tante vicende pubbliche - dalla primavera di Praga al golpe cileno, dalla rottura con Mosca all'attentato di Sofia - e di altrettante testimonianze private che illuminano vittorie e pericoli, scorci di confidenze e di intimità. Racconta gli anni al servizio di una missione, per il partito e per il Paese, che univa le famiglie di Berlinguer e dei suoi uomini in una paura fin troppo concreta, come dimostra il tragico destino di Moro e della sua scorta. E si allarga nella foto di gruppo di un popolo che nella stagione breve e folgorante di Berlinguer visse la propria appartenenza politica con un'intensità forse mai più raggiunta. «Non c'è apologia, e nemmeno agiografia in questo racconto: solo un'asciutta e preziosa esattezza, in cui la normalità di quella classe dirigente, rispetto alla irresponsabile follia di quella presente, sembra davvero un bene rifugio» scrive Luca Telese, che unendo la sua voce a quelle dei testimoni costruisce il racconto corale di una stagione insieme perduta e attualissima. «Quello emesso dalla scorta di Berlinguer non è il sospiro nostalgico per un passato che non tornerà mai: è il seme di una storia che oggi può far nascere nuovi frutti con il suo esempio. Una, dieci, mille, scelte di vita.»

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IL MERAVIGLIOSO MONDO DEI PAPÀ - Diego Di Franco
MAG C 10452

Un eroe dotato di superpoteri? La conseguenza di una serie di eventi casuali? Oppure, che lo vogliamo credere o no, questa è una delle possibili vite che un uomo può serenamente scegliere? Un eroe dotato di superpoteri? La conseguenza di una serie di eventi casuali? Oppure, che lo vogliamo credere o no, questa è una delle possibili vite che un uomo può serenamente scegliere? Oggi finalmente le famiglie come quella di Diego, in cui il più coinvolto nella cura dei bimbi e della casa è “lui”, mentre “lei” ha modo di dedicarsi al lavoro, sono sempre di più. E se gli stereotipi cadono uno a uno, anche il termine “mammo” diventa grigio e desueto. Lo stay-at-home dad, per dirla all’internazionale, non è più una chimera mitologica, ma semplicemente una delle opzioni che ogni famiglia può scegliere, senza remore né complessi, per far sì che il delicato equilibrio tra i suoi membri si riveli duraturo e foriero di felicità. Con il suo incrollabile buonumore, l’instancabile entusiasmo, un’ironia tutta partenopea che conquista anche i più scettici e una punta di moderno romanticismo, Diego ci porta sulle montagne russe di una quotidianità che presenta sempre nuove sfide, perché le difficoltà non vengono mai meno e il tempo non basta per fare tutto. Ma il mondo dei papà è anche meraviglioso ed è così quando i problemi si affrontano insieme, si condividono nuove avventure e ognuno può esprimere la propria voce, per migliorarsi (gli adulti) o per crescere (i più piccini). Il cuore pulsante di queste pagine è quello di un genitore e di un marito che ama contribuire al benessere dei suoi cari, sempre pronto a mettersi nei panni degli altri, a fare squadra e a sdrammatizzare, imparando anche a rispondere a tono a tutte le domande scomode che, per definizione, fanno uscire dai gangheri non solo i papà a tempo pieno, ma tutti, proprio tutti, i genitori.

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L’IDEA FISSA: UNA MALATTIA DELL’IMMAGINARIO - Vanessa Pietrantonio
MAG D 6315

“I demoni esistono,” diceva Dostoevskij, anche se il modo di concepirli da parte di ciascuno di noi “può essere molto diverso”. Lo conferma quel tipo particolare di formazione psichica che nell’Ottocento la tradizione medica denomina come “idea fissa”. Ma è in quel laboratorio privilegiato della narrativa che nel corso dello stesso secolo un simile modello immaginativo si articola secondo la più varia e complessa fenomenologia. Partendo da alcuni luoghi cruciali dell’opera di Balzac e Maupassant, soffermandosi poi su Poe e Melville per arrivare a Henry James e Conrad, il saggio propone, in un fitto dialogo con la psicoanalisi e l’estetica, una campionatura di alcuni dei nodi figurali più significativi, e insieme più incandescenti, attraverso i quali l’idea fissa prende corpo.

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TUTTE LE DITA DELLA MANO SI MUOVONO INSIEME - Plutarco
MAG C 10437

Dallo straordinario serbatoio di saggezza che sono i Moralia, arrivano quattro trattati dedicati alle relazioni interpersonali. Plutarco spende parole sempre attuali sull’importanza della famiglia, che deve interessarsi dei figli, seguendone da vicino l’istruzione, con tolleranza verso i loro errori, e insiste sulla necessità di sviluppare nei giovani un forte senso morale. Le pagine di Plutarco restituiscono un chiaro intento pedagogico e un grande acume nell’analisi dei sentimenti. L’amore coniugale è la forma più compiuta di amore, il matrimonio un sodalizio affettivo, dove alla donna è riconosciuto un ruolo centrale e ciascuno è attento alle esigenze dell’altro, in un clima di rispetto reciproco. La lucidità di analisi e l’umanità con cui Plutarco scandaglia la profondità dell’animo umano sono le ragioni del successo delle sue parole, dal Rinascimento fino a oggi.

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PUCCINI - Virgilio Bernardoni
MAG C 10375

«La musica di Puccini ha pietà dell’amore e della morte, e, insieme, ha dell’uno la nostalgia e dell’altra uno stupore accorato e rassegnato»: così scriveva Pietro Mascagni in occasione dell’inaugurazione del Teatro Puccini a Milano nel 1930. I meandri dell’eros, nei quali si mescolano fantasia e realtà, sentimento e perversione, illusione e sfida, eternità e precarietà, vita e morte, hanno caratterizzato in maniera indelebile la musica e il teatro di Giacomo Puccini, dall’astrazione sonora del Capriccio sinfonico al sacrificio umanissimo del personaggio della schiava Liù nella Turandot. Rappresentandoli con una sicurezza musicale e teatrale infallibile e una sensibilità spiccata per le tragedie che esplodono nella sua galassia, Puccini ha traghettato l’opera italiana dalla fase delicata del melodramma di ne Ottocento al teatro moderno, svelando l’uomo nuovo nella sua nuda fragilità. Virgilio Bernardoni ci invita a ripercorrerne le tappe attraverso la vita e l’opera del musicista, dalla gioventù a Lucca come erede brillante e imprevedibile di un’antica dinastia di musicisti, agli esordi della carriera nazionale a Milano come pupillo della più importante impresa musicale italiana, per arrivare all’apice del successo, raggiunto mentre si divideva tra il rifugio esistenziale di Torre del Lago e la vetrina dei teatri del mondo. Fra le prime composizioni per organo, i capolavori teatrali della maturità (La bohème, Tosca, Madama Butterfly) e le ultime sperimentazioni (Il trittico, Turandot), nel brulichio di relazioni che lo contornano e ne assecondano il genio – famigliari, amici, poeti, artisti, politici, direttori d’orchestra, cantanti, librettisti, editori –, Puccini si erge così a demiurgo schivo della propria esistenza e della propria arte, assumendo la statura di uno dei maggiori compositori di tutti i tempi.

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FINE PENA: ORA - Elvio Fassone
SUR X 308

Una corrispondenza durata 26 anni tra un ergastolano e il suo giudice. Nemmeno tra due amanti, ammette l'autore, è pensabile uno scambio di lettere così lungo. Questo non è un romanzo di invenzione, ma una storia vera. Nel 1985 a Torino si celebra un maxi processo alla mafia catanese; il processo dura quasi due anni, tra i condannati all'ergastolo Salvatore, uno dei capi a dispetto dei suoi 28 anni, con il quale il presidente della Corte d'Assise ha stabilito un rapporto di reciproco rispetto e quasi - la parola non sembri inappropriata - di fiducia. Il giorno dopo la sentenza il giudice gli scrive d'impulso e gli manda un libro. Ripensa a quei due anni, risente la voce di Salvatore che gli ricorda, "se io nascevo dove è nato suo figlio adesso era lui nella gabbia". Non è pentimento per la condanna inflitta, né solidarietà, ma un gesto di umanità per non abbandonare un uomo che dovrà passare in carcere il resto della sua vita. La legge è stata applicata, ma questo non impedisce al giudice di interrogarsi sul senso della pena. E non astrattamente, ma nel colloquio continuo con un condannato. Ventisei anni trascorsi da Salvatore tra la voglia di emanciparsi attraverso lo studio, i corsi, il lavoro in carcere e momenti di sconforto, soprattutto quando le nuove norme rendono il carcere durissimo con il regime del 41 bis. La corrispondenza continua, con cadenza regolare caro presidente, caro Salvatore. Il giudice nel frattempo è stato eletto al CSM, è diventato senatore, è andato in pensione...

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HOUSE CONCERT - Igor Levit, Florian Zinnecker
MAG C 10359

Igor Levit si arrampica su uno sgabello nero. Ha tre anni, davanti a sé una striscia nera e bianca. Ogni volta che la preme, succede qualcosa. Smettere è impossibile. Quel gesto, così istintivo e così complesso, diventerà il gesto della sua vita. Comincia qui la storia di uno dei pianisti più geniali degli ultimi tempi. «Un artista fondamentale» lo definisce il New York Times, e non solo per il suo talento: Levit è infatti anche un attivista politico, che usa la propria voce contro il razzismo, l’antisemitismo e ogni forma di intolleranza e pregiudizio. Questa storia prende una piega inattesa nel 2020, quando si celebra il duecentocinquantesimo anniversario dalla nascita di Beethoven, e l’agenda di Levit, fra i suoi interpreti più richiesti, è fitta di impegni, quasi senza respiro. A marzo, però, ogni cosa viene cancellata, tutto viene annullato: ogni tipo di concerto, di spettacolo, di manifestazione. Igor tuttavia vuole continuare a suonare per il suo pubblico, e decide di farlo da casa, via Twitter: «Le sale da concerto sono vuote. È triste, ma necessario. Io vorrei però condividere ancora la musica con voi. L’ascolto, l’esperienza. Così come viene. Farò dunque un esperimento: un concerto domestico. Il pubblico siete voi tutti. A partire da stasera, alle 19.00, ogni volta che posso suonerò per voi da casa mia». Il successo è immediato e planetario. Il mondo della musica, trasformato. “House Concert” è il racconto-intervista di quel passaggio dal 2019 al 2020, di quell’anno estremo. L’anno in cui Igor Levit si è espresso contro l’odio e ha ricevuto in cambio minacce di morte. L’anno in cui ha approfondito le sue riflessioni sul ruolo del musicista. L’anno in cui ha trovato la sua voce e se stesso: come artista e come persona.

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SAGGIO SULLA LIBERTÀ - John Stuart Mill
MAG D 6278

Il Saggio sulla libertà di John Stuart Mill è un classico del pensiero politico: un’appassionata difesa della diversità e della libertà di espressione come mezzo per perseguire la felicità, che continua ancora oggi a sfidare il lettore in ciò che ritiene – erroneamente – assodato una volta per tutte. Fin dalla sua pubblicazione nel 1859, quest’opera è stata considerata uno dei testi cardine del liberalismo, modello per la costruzione di una vera e stabile democrazia. In queste pagine John Stuart Mill si interroga con le armi della logica su quali siano la natura e i limiti del potere che la società può legittimamente esercitare sull’individuo, giungendo alla conclusione che il vivere comune non può che basarsi sul massimo benessere per il maggior numero di persone. Per Mill, infatti, ogni persona è libera fino a quando non arreca danno agli altri e solo in tal caso si possono giustificare interventi da parte dello Stato. Limitare la libertà d’espressione, invece, è sempre e in ogni caso un crimine: dato che nessuno può illudersi di possedere verità assolute, il dissenso deve essere sempre garantito e la libertà di non conformarsi a un canone di opinioni, sentimenti o usanze che la società impone come norma di condotta deve essere difesa di fronte a qualunque tipo di potere o influenza. Una riflessione che è anche uno stile di vita: una visione del mondo con la quale nessuno, in ogni luogo ed epoca, può fare a meno di confrontarsi tutte le volte che il legame tra felicità e libertà viene messo in discussione.

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LA MIA BATTAGLIA - Franco Maresco
MAG C 10349

La mia Battaglia raccoglie un gruppo di conversazioni inedite tra i due artisti, registrate negli ultimi anni di vita della fotografa. In queste pagine parlano di malattia mentale, di mafia e di antimafia, di teatro e di cinema, dell’amore e del disamore per la città in cui sono nati, Palermo. Alla fine, ci viene restituito l’incontro di due sguardi che hanno pensato di cambiare il mondo, semplicemente mostrandolo senza filtri. La prima volta che Franco Maresco vede Letizia Battaglia è ancora un ragazzo. La sera prima il suo vicino di casa ha ucciso la moglie e tra la calca di medici, poliziotti e giornalisti che affolla il pianerottolo, nota una figura che in quel contesto di morte appare come un’anomalia: è Letizia Battaglia, con la sua macchina fotografica in mano, la sigaretta tra le labbra, il caschetto biondo, la gonna coloratissima e gli zoccoli ai piedi. Da quel momento, le loro esistenze si incrociano molte volte, accomunate dalla volontà di raccontare un’umanità vinta, offesa e innocente: Letizia Battaglia, infatti, diventerà la più iconica fotografa delle guerre di mafia; Franco Maresco il più eretico regista del cinema italiano. Insieme combatteranno sempre per ridare voce agli ultimi, per mostrare i loro corpi sopravvissuti alla follia, alla miseria, a un mondo sempre più spietato.

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DISSERTAZIONE FILOSOFICA SULLA MORTE - Alberto Radicati di Passerano
MAG D 6279

Una visione del reale che, in ultimo, esalta l’umano proprio in quanto calato nel mondo e nella natura che lo circonda. Come infatti ha scritto lo stesso Radicati di Passerano, a con clusione del suo pamphlet, «un uomo stanco o sazio di vivere può morire quando lo desidera senza recare offesa alla natura, poiché morendo egli utilizza il rimedio che la natura gli ha generosamente messo nelle mani per curarsi dei mali di questa vita». Nell’ottobre 1732, l’editore William Mears dà alle stampe un libretto controverso, che sarà subito giudicato dai suoi primi lettori tra «i più empi e immorali mai letti». In quelle pagine si rivendicava infatti, con lucide argomentazioni, il diritto inalienabile di ogni individuo al suicidio e all’eutanasia: affermazioni inaccettabili e irricevibili per la popolazione cristiana europea di allora. Empio e immorale era ritenuto d’altronde anche il suo autore, il conte Alberto Radicati di Passerano, anticlericale piemontese esule in Inghilterra, che per quell’opera sarà arrestato insieme all’editore, terminando poi i suoi giorni in disgrazia. Ci sarebbero voluti due secoli perché la fama del conte Radicati e del suo scandaloso pamphlet fosse riabilitata grazie per esempio a Piero Gobetti, che lo definì il «primo illuminista della penisola». Oggi, a trecento anni da quella prima pubblicazione, la Dissertazione filosofica sulla morte – qui nella veste curata da Frédéric Ieva – continua a invitarci, con il medesimo fervore, a difendere il diritto all’autodeterminazione degli individui sulla propria esistenza, a emanciparci dalle costrizioni mentali e dalle verità prescritte, a salvaguardare la libertà da ogni ingiusta imposizione.

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ESSERE ARTISTI - David Lynch
MAG D 6283

Tutti prima o poi desiderano entrare dentro la mente di un artista, scoprire quali esperienze lo hanno segnato, quali pensieri lo attraversano. In "Essere artisti" è possibile farlo: David Lynch ci porta con sé nell’universo di sogni e visioni che anima il suo immaginario, quello che ha ispirato film come “Mulholland Drive” e “Strade perdute”. Tra aneddoti e riflessioni paradossali, il regista di “Twin Peaks” ci racconta la sua infanzia «fin troppo felice», il suo legame profondo con la musica e la pittura, gli autori che lo hanno maggiormente influenzato. Queste pagine ci consentono di scoprire, in modo inedito, la vita di un artista outsider come Lynch, ma soprattutto ci permettono di comprendere il lavoro che si nasconde dietro la creazione di un’opera d’arte. Perché il successo, «diavolo seducente», ci raggiunge in modo misterioso, ma per diventare un vero artista quello che conta è abitare il sottile confine tra intuizione e ispirazione. E su quella linea costruire le proprie idee.

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BAD GAYS - Huw Lemmey, Ben Miller
MAG C 10380

Lemmey e Miller hanno ricostruito le quattordici vite incredibili di alcune tra le figure più controverse della storia per scardinare i luoghi comuni tradizionali dell’identità sessuale. Bad Gays raccoglie le vite di quei personaggi gay che faticheremmo a definire paladini dei diritti Lgbtq+: i bugiardi, i potenti, gli arrivisti, i criminali. Da Alessandro Magno a Ernst Röhm, da Yukio Mishima a Lawrence d’Arabia, la nostra storia ne è disseminata. Ogni minoranza che lotta per uscire dall’emarginazione, per il riconoscimento o per la stessa sopravvivenza si trova prima o poi a fare i conti con la questione di chi debba essere il volto della propria battaglia, quali voci e prospettive all’interno del gruppo debbano essere messe in luce per riflettere adeguatamente la sua esistenza. Gli autori di questo libro si sottraggono a questa domanda per porsene una ancora più acuta: quali sfaccettature non ancora raccontate ha la storia queer? Perché tutti ricordano Oscar Wilde e nessuno ricorda Bosie, l’uomo per cui è finito alla sbarra? Forse siamo giunti al punto in cui è necessario parlare anche dei bad gays, i gay spietati e crudeli, affinché il quadro sia completo. Raramente menzioneremmo l’omosessualità di un generale nazista o di un perfido agente dell’Fbi, eppure le loro vite sono state influenzate dal proprio orientamento sessuale quanto quelle di Alan Turing o Audre Lorde.

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GLI ULTIMI GIORNI DI ROGER FEDERER E ALTRI FINALI ILLUSTRI - Geoff Dyer
MAG C 10353

Questo non è un libro su Roger Federer né sul tennis. È un libro sulla fine delle cose, sui giorni che precedono il ritiro dalla scena, sia essa un campo di terra rossa, un palcoscenico, uno studio di registrazione o un ring. Come spesso accade nei testi di Dyer, il vincitore di venti Grandi Slam è solo il pretesto per parlare d’altro, un modo per riflettere su se stesso e su di noi. Quando un artista invecchia, cosa succede alla sua creatività? Matura o marcisce? Raggiunge una nuova serenità o soccombe al tormento della morte? Quando il corpo e la mente cedono il passo alla vecchiaia, come può un atleta continuare a essere il più grande di tutti? Geoff Dyer contrappone il suo incontro con la tarda età agli ultimi traguardi nella carriera di scrittori, pittori, calciatori, musicisti e stelle del tennis che hanno segnato in diversi modi la sua esistenza. Partendo da The End, ultima traccia del primo album dei Doors, passando per l’esaurimento di Nietzsche a Torino, la riscrittura improvvisata di Bob Dylan delle sue vecchie canzoni e i dipinti di luce astratta di un ultimo Turner, Dyer mette sul tavolo le intensificazioni e i mutamenti della percezione che si verificano quando la fine si avvicina. La preoccupazione di come sfruttare al meglio il tempo che rimane, il pensionamento, il mal di schiena e i rimpianti si mischiano a un senso nuovo di vivere la bellezza e alla consapevolezza che l’arte, intesa anche come un rovescio ben piazzato, sia l’unico modo che abbiamo di sopravvivere allo scorrere del tempo. Dyer sfida la procrastinazione e la digressione in un racconto che, nonostante il buio della fine che incombe, è un luminoso canto di gioia.

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PAOLO. L'UOMO CHE INVENTÒ IL CRISTIANESIMO - Corrado Augias
MAG C 10460

Augias ripercorre la vicenda di Paolo, nei momenti topici della sua vita pubblica e religiosa che ce lo hanno fatto conoscere come l’uomo che “inventò il Cristianesimo”. Personaggio cruciale e misterioso al contempo, uomo di intelligenza, forza e volontà fuori dal comune, Saulo di Tarso, meglio conosciuto come Paolo, fu colui che raccolse l’irripetibile magistero di Gesù di Nazareth e lo canonizzò, forgiando il Cristianesimo per come lo conosciamo oggi. Fine mediatore da un lato, ma decisionista politico dall’altro, Paolo seppe traghettare un’esperienza spirituale in un’istituzione storica giunta più o meno immutata fino ai nostri giorni, assurgendo così a figura fondamentale di tutto il mondo cristiano. In questo suo nuovo libro, al contempo saggio e narrazione, quindi sicuramente ascrivibile al genere della narrativa non fiction, Corrado Augias ci offre una cronaca meravigliosamente raccontata: con la sua capacità di ricostruire e analizzare la Storia e la sua attitudine divulgativa, Augias ripercorre la vicenda di Paolo, nei momenti topici della sua vita pubblica e religiosa che ce lo hanno fatto conoscere come l’uomo che “inventò il Cristianesimo”.

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BREVE STORIA DELL’OMBRA - Victor I. Stoichita
MAG C 10352

Stoichita rielabora gli spunti più diversi in una storia che è anche un manifesto critico, e ci porta a sconvolgere ogni preconcetto sulla metà oscura che ovunque ci accompagna. Da quando esiste l’arte esiste l’ombra. Questo credevano gli antichi, secondo i quali la pittura nacque nel momento in cui una fanciulla tracciò il contorno della figura dell’amato proiettata su un muro. Da quel giorno ombra e raffigurazione pittorica hanno seguito un unico percorso: in origine semplice strumento per riprodurre fedelmente la realtà e dare il senso della profondità e della luce, l’ombra ha nel tempo acquisito una valenza allegorica sempre più complessa ed è diventata la base feconda da cui molti artisti sono partiti per costruire la propria opera. In “Breve storia dell’ombra” Victor I. Stoichita disegna un profilo composito e coinvolgente dell’ombra nell’arte e dei diversi valori attribuiti alla sua rappresentazione, da sempre fra le sfide più delicate che un pittore debba affrontare davanti alla tela, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello simbolico. Dalle ombre proiettate sulla parete della caverna nel mito di Platone alla sagoma di Monet che fotografa le sue ninfee a Giverny, dalle ombre incontrate da Dante nel suo viaggio ultraterreno a quella che Wendy deve ricucire addosso a Peter Pan, sino ovviamente all’infinita riproducibilità dell’ombra nell’epoca della fotografia, Stoichita rielabora gli spunti più diversi in una storia che è anche un manifesto critico, e ci porta a sconvolgere ogni preconcetto sulla metà oscura che ovunque ci accompagna.