STORIA |
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GESÙ L’EBREO - Àgnes Heller
MAG C 10457
Per duemila anni cristiani ed ebrei hanno dimenticato che Gesù non era soltanto di discendenza ebraica, ma a tutti gli effetti un buon ebreo in senso religioso. Un oblio che ha creato da entrambe le parti una polarizzazione tra “noi” e il “Cattivo-Altro”, ma soprattutto ha avuto per conseguenza secoli di antiebraismo e la terribile frattura di Auschwitz. In un mondo sempre più globale, per Ágnes Heller è necessario «detotalizzare» il concetto di Verità: la “resurrezione” del Gesù ebreo, infatti, rende possibile l’ecumenismo, che «non solo tollera l’altra religione, ma cerca anche ciò che unisce una religione all’altra». “Gesù l’ebreo” è un testo «denso di speranza» che parla al nostro tempo polverizzato in posizioni inconciliabili, ed è capace di mettere in discussione ogni forma assoluta di pensiero e fondamentalismo. |
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ROBERT OPPENHEIMER. L’UOMO CHE INVENTO’ LA BOMBA ATOMICA - Ray Monk
MAG C 10436
Robert Oppenheimer è tra le figure più geniali e controverse del XX secolo. Come direttore del Laboratorio di Los Alamos, supervisionò l'operazione, riuscita, per battere i nazisti nella corsa allo sviluppo della prima bomba atomica, una svolta destinata ad avere eterne conseguenze sul genere umano e a rendere lo scienziato il padre delle armi nucleari. Ma con il suo operato Oppenheimer si mise anche in rotta di collisione con il senatore Joseph McCarthy e i suoi cacciatori di streghe. In questo libro Ray Monk, autore delle biografie di Ludwig Wittgenstein e di Bertrand Russell, scava più profondamente di chiunque altro nelle motivazioni di Oppenheimer e nella sua complessa personalità, attraverso un'indagine sensibile condotta con grande erudizione, che ci restituisce una storia di scoperte, segreti, scelte impossibili e inimmaginabile distruzione. |
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I CICLI ILLUSTRATIVI SU UN ARCHIVOLTO DELLA CATTEDRALE DI BARLETTA - Lucia Sinisi
AP C 664
Una interpretazione alla luce della tradizione manoscritta della Chanson de Roland e della Historia Hierosolimitana di Alberto di Aquisgrana. |
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LA CADUTA. CRONACHE DELLA FINE DEL FASCISMO - Enzo Mauro
MAG C 10512
Il 25 luglio 1943 Mussolini viene arrestato. Nella notte si è tenuto il Gran Consiglio del fascismo e ha sfiduciato il Duce, che ora si trova in una caserma, sorvegliato dai carabinieri, sopraffatto da un capovolgimento improvviso del destino. L’Italia intanto è ignara. È un epilogo senza testimoni, nessuno sa cosa sta succedendo. Il Paese si è svegliato al suono del solito bollettino di guerra: è chiaro, nonostante i vertici cerchino di nascondere la verità, che la situazione è disperata. Sul fronte militare, con i numerosi insuccessi, e in casa, tra gli incessanti bombardamenti e la mancanza ormai cronica di beni di prima necessità. La popolazione è demoralizzata, scossa dai lutti, dalla distruzione, dalla fame. Da tempo si è incrinata anche la salute del Duce, afflitto da forti dolori addominali, probabilmente di natura nervosa, che lo hanno obbligato ad assentarsi spesso dai suoi doveri, aggiungendo un altro strato di incertezza. Sono mesi bui, in cui il mondo appare fuori controllo, “il sistema ormai non può reggere, la velocità degli eventi lo scuote, lo sopravanza e lo mette a nudo, rivelandone il volto reale sotto la maschera titanica e magniloquente”. Dopo arriveranno l’armistizio firmato da Badoglio, la repubblica di Salò, la guerra partigiana. Ma in quel momento gli italiani ancora non sanno dove li trascinerà l’inarrestabile corrente della Storia. Con la penna del grande giornalista, Ezio Mauro rimette in scena gli ultimi giorni del fascismo di Stato, raccontando un Paese in bilico tra un regime in declino e un futuro che non ha ancora preso forma. |
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L'ECO DEL TEMPO - Jeremy Eichler
MAG C 10484
Se spesso la storia finisce per ridursi a una fredda successione di eventi e date, la musica spalanca una porta segreta su un racconto tragico intessuto di illusioni e dolore. Con l’orecchio del critico, lo sguardo dello storico, lo spirito del narratore, sulle tracce di Schonberg, Strauss, Šostakovič e Britten, Jeremy Eichler ci riporta ai giorni del massacro di Babyn Jar, non lontano da Kyiv, e tra le rovine della cattedrale di Coventry; al principesco rifugio di Richard Strauss nel Sud della Baviera e ai resti di una quercia nel campo di Buchenwald. Da quattro opere in cui questi giganti della musica del Novecento hanno immortalato sogni, speranze e paesaggi sgorgano innumerevoli significati e connessioni. Il filo che lega Beethoven, un’ode di Schiller sull’utopia di un mondo di libertà, uguaglianza e fraternita, le Metamorphosen di Strauss e i versi di un Goethe assorto, appoggiato a un albero di cui oggi non rimane che un ceppo coperto di pietre della memoria. I timori di un giovane Benjamin Britten a Bergen-Belsen che lo condurranno al War Requiem, straziante omaggio all’esperienza bellica del suo paese e insieme invocazione pacifista di un futuro senza guerre. Gli abitanti di Kyiv e una tragedia già consegnata all’oblio, se la Tredicesima sinfonia di Šostakovič non avesse interrotto quell’amnesia coatta. L’ambizioso progetto del Moses und Aron, estremo tentativo di difendere la profonda sintesi fra tradizione ebraica e cultura tedesca in cui Schonberg aveva creduto e che lui stesso incarnava. Mentre scompare l’ultima generazione dei sopravvissuti alle catastrofi del secolo scorso, stabilire un contatto con queste opere rimane una delle rare occasioni per fare i conti con le sue eredita. Per questo, chiarisce Eichler, ≪il libro e anche un elogio dell’ascolto in profondità, della capacita di sentire nella musica il riverbero di un’epoca, l’eco del tempo≫. |
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MEDIEVAL PUGLIA - Paul Oldfield
AP C 666
Il primo libro di studio in lingua inglese su una regione molto importante dell'Italia meridionale medievale quando fu incorporata nel nuovo Regno di Sicilia dopo il 1130. Offre una rara analisi della produzione della memoria e della storia conservata nella documentazione dell'Italia meridionale nel periodo oggetto del presente studio. Si concentra su un'importante regione, la Puglia, che divenne centrale per il funzionamento commerciale, politico, sociale e ideologico della monarchia. Contribuisce a dibattiti storiografici più ampi sull'ascesa del regno di Sicilia, sull'intervento del papato, sull'azione delle comunità locali e sulla natura e l'intensità del controllo delle autorità centrali sulle parti componenti dei loro regni e giurisdizioni. |
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NON MI RICORDO LE DATE! LA LINEA DEL TEMPO E IL SENSO DELLA STORIA - Alessandro Vanoli
MAG D 6360
Chiamati alla cattedra per essere interrogati, abbiamo tutti temuto di non ricordare la data di una battaglia o di un trattato di pace, di non saper mettere in relazione cause ed effetti, di perderci nel calendario degli eventi remoti. Ma la Storia non si studia perché l’anno della pace di Costanza o quello della battaglia di Waterloo debbano rimanere indelebilmente impressi nella memoria, non è una mera successione di date e avvenimenti. È la scienza dell’uomo nel tempo, secondo la nota definizione di Marc Bloch: deve continuamente suscitar dubbi, porre domande, sollevare questioni radicali sul senso dello stare al mondo. |
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MARX E I SUOI SCOLARI - Luciano Canfora, Eric Hobsbawm
MAG D 6350
Circa venti anni addietro, il grande storico britannico Eric Hobsbawm pubblicò un'ampia voce biografica su Karl Marx nell'Oxford Dictionary of National Biography. Questo scritto, che rispecchia la riflessione più matura di Hobsbawm sulla figura e sul pensiero di Marx, segna, nonostante la brevità, un passo avanti e, si potrebbe dire, conclusivo nell'ambito della riflessione di lunga durata dedicata da Hobsbawm alla figura di Marx. Il testo è preceduto da una ricerca di Luciano Canfora incentrata sulle indicazioni politiche operative lanciate in modo discontinuo da Marx durante la sua lunga militanza, e soprattutto durante il lungo esilio. Ciò che viene qui messo in evidenza è il peso costituito dalla rilettura che Engels diede di quelle indicazioni sommarie e discontinue: rilettura che determinò il modo di essere e di condurre la propria azione politica da parte della socialdemocrazia europea e tedesca in particolare. Al termine di questa vicenda vi è lo scontro durissimo tra gli eredi di Engels e l'emergente leninismo. Un'attenzione particolare viene dedicata all'esito italiano di questo scontro, imperniato sulla originalità, sanamente eretica dei maggiori esponenti del marxismo italiano Gramsci e Togliatti. |
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IL SECOLO AUTORITARIO - Paolo Mieli
MAG C 10434
Nessuno troverebbe da ridire di fronte all’affermazione che il secolo degli autoritarismi sia stato, per antonomasia, il Novecento, con due regimi nazifascisti che hanno incendiato l’Europa e innescato la Seconda guerra mondiale e la creazione, a Oriente, di quello che diverrà il blocco sovietico, sopravvissuto fino al 1989. Paolo Mieli parte proprio dalle scintille del conflitto, dal patto Molotov-Ribbentrop e dai «protocolli segreti» che hanno segnato anche il lungo periodo postbellico (e sopravvivono nella retorica putiniana) per impostare un’analisi attenta dell’eredità che ancora scontiamo del secolo scorso. Concentrandosi in apertura sull’ombra nera dei regimi tedesco e italiano, il lavoro dello storico porta l’autore a rintracciare nel passato più o meno recente i semi dell’autoritarismo: li individua nella reazione alla congiura di Catilina, nell’agire di un papa come Gregorio VII, nel populismo di Guglielmo II, nei tribuni della plebe «rivisitati» durante la Rivoluzione francese. Infine, quando a quello storico si unisce lo sguardo del grande giornalista, Mieli identifica i temi che abitano il dibattito pubblico odierno e che dell’autoritarismo portano un inconfondibile tratto: la convivenza religiosa spesso impossibile, la violenza organizzata del nostro mondo globale, il terrorismo nelle sue forme ormai internazionali, la cancel culture che abbattendo i monumenti vuole imporre una «nuova inquisizione che induce all’autocensura». Per insinuare il dubbio che quella (in)giustificata euforia democratica sorta sulle ceneri della guerra mondiale e rinnovata dalla caduta del muro di Berlino non sia stata altro che un abbaglio collettivo: il secolo autoritario di un secolo fa dura ancora oggi. |
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ATLANTE DELLE MAPPE ARAGONESI - Fernando La Greca
FS 60
L’Atlante raccoglie una serie di carte realizzate nel Quattrocento che raffigurano in dettaglio e con qualità topografica vaste aree del Regno di Napoli (Basso Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria). La ricchezza toponomastica di queste carte è straordinaria, e risultano di grande interesse per diversi studiosi: non solo cartografi, ma anche storici, geografi, antichisti, economisti, cultori di storia locale, e così via. Sulle carte sono raffigurati con il loro nome piccoli casali quasi sconosciuti, villaggi, città, castelli, fortezze, chiese, santuari, monasteri, grance. Vi sono i centri scomparsi della Magna Grecia, e città distrutte o in rovina. Inoltre troviamo templi, porti, strade, ponti, giardini, miniere, saline, opifici, torri costiere. Anche la parte fisica presenta una grande ricchezza di elementi: fiumi, sorgenti, laghi, isole, monti, promontori; essa presenta inoltre aspetti singolari, sia medievali sia apparentemente risalenti all’antichità classica. L’Atlante è composto di oltre a 150 pagine di tavole a colori, con tutte le Mappe Aragonesi finora note, e molti particolari sono stati ingranditi in modo da leggere facilmente le diverse migliaia di toponimi ivi presenti. |
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ALL’ALLARME! ALL’ALLARME! I PRIORI FANNO CARNE! - Alessandro Barbero
MAG C 10574
Arrivano completamente inaspettate. Durano pochissimo, talvolta solo qualche settimana, poi vengono represse. Ma in quel poco tempo succedono cose tali da rimanere per sempre incise nella memoria collettiva. Sono le rivolte popolari. La storia, almeno nell’ultimo millennio, è tutta punteggiata da momenti critici in cui una massa di persone decide che il futuro così come lo vede non gli piace, e prova a cambiarlo.Il Medioevo non fa eccezione: anche allora non sono mancati movimenti insurrezionali che nel loro sviluppo iniziale non sembrano affatto distinguibili dalle più travolgenti rivoluzioni moderne. In particolare nella seconda metà del Trecento se ne sono concentrati così tanti da costituire un’anomalia. Alessandro Barbero racconta proprio le più spettacolari fra queste insurrezioni. Per molto tempo gli storici hanno visto nel loro fallimento non solo la prova che i rivoltosi non avevano nessuna possibilità di riuscire, ma che non perseguivano neppure un obiettivo consapevole. Nulla di più falso: i rivoltosi sapevano quello che stavano facendo, avevano rivendicazioni precise e si battevano consapevolmente per realizzarle. |
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L’ARTE DELLA MEMORIA - Frances A. Yates
MAG C 10533
Frances A. Yates ci guida in un vastissimo panorama, ricco di sorprese e di scoperte: dai sistemi di immagini degli oratori antichi ai fantasiosi castelli di Raimondo Lullo, dallo straordinario Teatro di Memorie costruito nella Venezia rinascimentale fino alle allusive peregrinazioni londinesi di Giordano Bruno e al teatro di Shakespeare. Le ricerche di Frances A. Yates – all’interno del prestigioso gruppo di studiosi raccolto a Londra presso il Warburg Institute – hanno mostrato spiccato interesse per gli aspetti magici e occultistici della cultura tardocinquecentesca, illuminando ambienti e personaggi che si muovono tra forme di cultura di chiara derivazione classica e le innovazioni della rivoluzione scientifica del secolo XVII. L’arte della memoria offre un sicuro tramite per individuare alcuni passaggi essenziali della storia intellettuale del Rinascimento. «Quello che mi ha soprattutto interessato – scrive l’autrice – è come la storia della memoria riesca ad abbracciare la storia della cultura nel suo complesso. Le barriere tra le diverse discipline, tra scienze naturali e scienze umane, tra arte e letteratura, tra filosofia e religione, spariscono nella storia della memoria». |
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DIANA SPENCER. MORTE, MITO E MISTERI - Annalisa Angelone
MAG C 10562
All'apice della popolarità e del carisma Diana è più scomoda che mai nella sua ultima estate: la relazione con Dodi Fayed fa rabbrividire l'Establishment, l'arcivescovo di Canterbury sostiene che non incoronerebbe un re divorziato e risposato e i potenti del mondo temono la sua battaglia contro le mine. Intanto all’orizzonte si delineano già le sue prossime battaglie, tra i campi profughi. “I will name the names”, annuncia. “Farò i nomi”: di chi produce le mine, di chi le vende. Ma il dossier a cui stava lavorando è sparito con lei il 31 agosto 1997. Due verità si contrappongono sui fatti dell’incidente: quella ufficiale, che inchioda l’autista come ubriaco, e quella delle inchieste giornalistiche che la mettono in discussione. In Italia non c'è ancora una ricognizione delle omissioni e delle anomalie che accompagnano la ricostruzione della notte dell'Alma. In una disamina lucida, sostenuta dal vaglio di centinaia di fonti, Annalisa Angelone accende i riflettori sull’ultima Diana e sulla grande storia d'amore tra la principessa ribelle e il suo popolo globale. Una storia che non si è mai interrotta perché, direbbe Domenico Starnone, i fantasmi fanno il nido nel futuro. |
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LA PRIMA GUERRA MONDIALE DELLA STORIA. DALL’ASSASSINIO DI CESARE AL SUICIDIO DI ANTONIO E CLEOPATRA - Giusto Traina
MAG C 10589
I 14 anni che segnarono la fine della Repubblica romana furono caratterizzati da una lotta epica e senza quartiere tra uomini che volevano imporre la propria egemonia: Cesare contro Pompeo, Ottaviano contro Antonio. Ma le cose sono andate davvero così o si è trattato piuttosto di un conflitto su scala mondiale, capace di coinvolgere e travolgere tutti i popoli allora conosciuti: traci e parti, galli e ispanici, armeni ed egizi? La fine della Repubblica romana è una storia che è stata raccontata tante volte da apparire pressoché scontata: chi non ricorda le Idi di Marzo e le guerre civili? La vittoria finale di Ottaviano? Eppure, di questi avvenimenti abbiamo sempre ascoltato soltanto un punto di vista, quello degli storici greci e romani, che hanno fornito una versione parziale della realtà politica e militare. Se ci allontaniamo da Roma e dall’Italia e allarghiamo lo sguardo all’insieme dell’imperium Romanum, ai territori delle province e dei regni alleati, senza trascurare i nemici esterni di Roma – a cominciare dall’impero partico –, scopriremo i veri comprimari di questo racconto storico. Familiarizzeremo con un caleidoscopio di popoli – africani, ispanici, galli, greci, traci, armeni, egizi – e di personaggi, dalla famosissima Cleopatra ai re Artawazd di Armenia e Bogud di Mauretania. Personaggi e popoli visti non più come semplici pedine, bensì come attori di un equilibrio geopolitico che fa delle guerre di questo periodo un insieme di conflitti che non è scorretto definire come una vera e propria guerra mondiale ante litteram. |
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QUANDO IL FUTURO SARÀ STORIA. OTTO LEZIONI DOPO HIROSHIMA - J- Robert Oppenheimer
MAG D 6314
Il mondo non sarebbe lo stesso senza J. Robert Oppenheimer, il fisico geniale al centro del Progetto Manhattan che ideò e poi consegnò ai militari Usa la forza devastante della bomba atomica. Di origine ebraica, Oppenheimer si era trovato fin da giovanissimo a collaborare con scienziati come Fermi, Einstein, Dirac, Born, Heisenberg e Pauli, ma mantenne per tutta la vita un profilo da irregolare, appassionato di storia romana e filosofie orientali, induismo e arte. Proprio questo spirito umanista lo allontanava dal gelido pragmatismo dello scienziato, che rischia sempre di farsi mero strumento del presente. Oppenheimer infatti aveva accettato di aiutare il governo americano a fermare l’orrore nazista, ma sapeva benissimo che le sue azioni avevano dissipato gli spettri della guerra solo per crearne di nuovi e più spaventosi – quelli dell’apocalisse nucleare, celati dietro il fragile mito della deterrenza. Questo libro raccoglie otto lezioni e conferenze tenute in ambiti diversissimi – di fronte a semplici studenti e generali, diplomatici e gente comune. La prima è del 1947, nell’immediato dopo-bomba, quando già Oppenheimer si batteva per creare un organo internazionale di controllo sulla proliferazione delle armi atomiche; l’ultima è del 1954, quando proprio per questo alacre lavoro di lobbismo diplomatico finì nel mirino del senatore McCarthy, sospettato di essere al soldo dell’Unione Sovietica. |
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CARTEGGIO 1924 - Piero Gobetti
MAG C 10546
Le 1765 lettere di questo volume corrispondono all’intensissima attività svolta dall’intellettuale torinese nel 1924 su vari fronti, politico innanzitutto, ma anche letterario ed editoriale. In un anno drammaticamente decisivo per le sorti dell’Italia, Gobetti cercò di tradurre nei fatti, in forme e con strumenti nuovi, l’obiettivo originario della «Rivoluzione Liberale»: la modernizzazione economica e politica del Paese. A tale scopo furono volti i Gruppi della Rivoluzione Liberale fondati in varie città italiane; ma anche l’apertura sulla rivista della “pagina meridionale”, luogo di aggregazione delle voci disperse ma consonanti dei potenziali riformatori del Sud. In questa partita ebbero un ruolo centrale la casa editrice fondata nel 1923 e anche la rivista letteraria «Il Baretti», messa in cantiere nel pieno della crisi Matteotti. L’ingente quantità di messaggi ricevuti da tutta Italia, in gran parte da ignoti che manifestavano consensi o dissensi o avanzavano proposte a un giovane editore apprezzato per il suo coraggio, è di per sé una testimonianza significativa. Gobetti visto dai suoi contemporanei è un’altra chiave di lettura che il carteggio propone, facendo emergere un mondo sommerso non disposto a cedere. |
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LA GUERRA SPORCA CONTRO I BAMBINI. STORIA DI SARA E SIMÒN - Carlos AmorÌn
MAG D 6343
Buenos Aires 1976. Sono passati pochi mesi dal golpe di Videla quando si scatena una vera e propria caccia all'uomo contro i militanti di sinistra cileni, paraguayani, uruguayani, ecc, che si sono rifugiati in Argentina per sfuggire alle persecuzioni dei militari al potere nei rispettivi Paesi. Sara Méndez è una giovane anarchica uruguayana che vive in clandestinità a Buenos Aires con Simón, il figlio appena nato. Sequestrata illegalmente dai commando militari protagonisti, viene separata dal figlio e tradotta a Montevideo. Liberata solo nel 1981, da quel momento inizia la sua disperata ricerca del figlio desaparecido. Nel 2002 la sua tenacia è premiata e può riabbracciare il figlio scomparso ventisei anni prima. |
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AFGHANISTAN. UNA STORIA POLITICA E CULTURALE - Thomas Barfield
MAG C 10528
La storia di una delle più instabili regioni del mondo, dal dominio della dinastia Moghul del XVI secolo fino alla rinascita talebana di oggi. Le lotte per il potere e la natura mutevole dell'autorità politica di un paese dai caratteri unici e tragicamente tornato d'attualità internazionale. Una lettura imprescindibile per capire come una terra conquistata e governata dagli stranieri per piú di mille anni poté diventare per inglesi, sovietici e americani la «tomba degli imperi». Questa storia dell'Afghanistan intreccia geografia, politica, economia e cultura per descrivere le dinamiche interne e le relazioni col mondo esterno di una nazione estremamente complessa. Dopo aver illustrato la sconcertante diversità dei gruppi tribali ed etnici afghani – spiegando cosa li unisce nonostante le differenze regionali, culturali e politiche che li dividono – Thomas Barfield dimostra quanto per secoli sia stato relativamente facile governare tutti questi popoli quando il potere era concentrato in una piccola élite dinastica, e come questo fragile ordine politico sia poi crollato nel xix e xx secolo, quando i governanti dell'Afghanistan mobilitarono le milizie rurali per espellere prima gli inglesi e poi i sovietici. L'insurrezione armata sbaragliò gli occupanti, ma minò l'autorità del governo afghano e rese il paese sempre più ingovernabile. Le fazioni armate interne innescarono una guerra civile, dando origine al governo clericale dei talebani e all'isolamento dell'Afghanistan dal mondo. Barfield esamina infine i motivi per cui l'invasione americana, sulla scia dell'11 settembre, riuscì a rovesciare rapidamente i talebani e perché quella facile vittoria fece credere agli Stati Uniti che fosse altrettanto facile costruire un nuovo stato. |
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DOLORE E FURORE. UNA STORIA DELLE BRIGATE ROSSE - Sergio Luzzatto
MAG C 10532
La dolorosa storia degli «anni di piombo» attraverso il ritratto di una generazione furente. Per raccontare l’Italia delle Brigate rosse, Sergio Luzzatto ha adottato un fil rouge biografico e, insieme, una prospettiva suggestivamente corale. Il filo rosso viene dalla vita, sanguinosa quanto breve, dell’ex marinaio Riccardo Dura: colui che, sparando al cuore dell’operaio comunista Guido Rossa, cambiò per sempre sia la storia delle Br, sia la storia d’Italia. E che, trucidato dalle forze dell’ordine, suo malgrado appose al terrorismo di sinistra l’ambiguo sigillo del martirio. La prospettiva corale viene dai volti e dalle voci di Genova, la città dove tutto inizia e dove tutto finisce. La storia della lotta armata va compresa guardando, più che al singolo, ai molti. E guardando indietro, all’Italia degli anni Sessanta, altrettanto che all’Italia degli anni Settanta. L’immigrazione, la famiglia, la scuola, la fabbrica, i «movimenti», la piazza, l’università, il carcere: in questo libro, quello dei «compagni che sbagliano» è romanzo di formazione, prima di diventare romanzo criminale. Questa è una storia delle Brigate rosse ricostruita attraverso il prisma della città di Genova. Città-laboratorio di violenza politica, dagli incerti esordi della banda XXII Ottobre al sequestro del giudice Sossi, la prima impresa clamorosa delle Br. Città-palestra di lotta armata, dall’omicidio del giudice Coco e della sua scorta al tentativo dei terroristi di trasformare in rivoluzionari gli operai dell’Italsider, dell’Ansaldo, dell’Italcantieri, in quella che negli anni Settanta era la capitale italiana dello Stato imprenditore. Città-cimitero in una guerra infine quasi privata, le Br del «militarista» Riccardo Dura contro i carabinieri del generale Dalla Chiesa, cui i responsabili politici della Repubblica delegarono il compito di annientare il terrorismo rosso a mano altrettanto armata. Nella prospettiva di Sergio Luzzatto, Genova diventa una chiave per interpretare l’Italia degli «anni di piombo». Lo spazio del racconto si allarga, il contesto locale si intreccia con il contesto nazionale e internazionale: dall’asse Genova-Roma, che sostenne la logistica del sequestro Moro, all’asse Genova-Parigi, che garantì i rapporti esteri dei brigatisti, passando per i traffici d’armi nelle acque del Mediterraneo. E la chiave genovese vale a collocare la posizione storica dei «cattivi maestri». In particolare, attraverso il riconoscimento del ruolo assunto ai vertici delle Br da una strana coppia di intellettuali, due professori universitari imparentati tra loro: il filologo Enrico Fenzi e il sociologo Giovanni Senzani, «cognati rossi». |
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IL PAPATO NEL MEDIOEVO - Claudio Azzara
MAG C 10465
Il libro offre una sintesi della vicenda del papato in epoca tardoantica e medievale, dalla cristianizzazione dell'impero romano al XV secolo, seguendone lo sviluppo sia all'interno della chiesa cattolica sia in rapporto alla società laica nel suo complesso. Soffermandosi sulle figure dei papi più significativi, viene così illustrato il graduale processo attraverso cui si definiscono, in sede teorica e nel concreto, il ruolo e le prerogative specifiche del pontefice romano in seno alle istituzioni ecclesiastiche. E inoltre preso in esame il rapporto che il papato ebbe con l'altra autorità universale, l'impero, dapprima romano-cristiano e bizantino e poi occidentale (da Carlo Magno a Federico Il), nel lungo contenzioso per stabilire a chi spettasse la supremazia su tutta la società cristiana. Infine l'autore tratteggia la particolare configurazione che il papato romano assunse alla fine dell'età medievale, dopo lo scontro con la nuova realtà politica delle monarchie nazionali, il conflitto con le tendenze conciliariste all'interno della chiesa e la prima costituzione di un vero e proprio "stato territoriale" pontificio nel cuore della penisola italiana. |
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IL CONTRARIO DELL’OBLIO. L’OLOCAUSTO TRA MEMORIA E GIUSTIZIA - Linda Kinstler
MAG C 10525
L’aviatore Herberts Cukurs è considerato un eroe nazionale lettone. Eppure durante la Seconda guerra mondiale militava nel Commando Arājs, una brigata della morte al servizio dei tedeschi. Mentre nella Lettonia di oggi si indaga su Cukurs per decidere se processarlo, Linda Kinstler scopre che suo nonno Boris, di cui si sono perse le tracce nel 1949, era legato allo stesso famigerato Commando. Ma quale ruolo aveva? Era un collaboratore dei tedeschi o una spia dei russi, o entrambe le cose? Kinstler prova a dipanare i fili della storia familiare e collettiva interrogandosi sulle ondate di revisionismo, sui meccanismi della giustizia, sulla conservazione e manipolazione della memoria, nonché sugli strumenti che abbiamo a disposizione per sconfiggere l’oblio. |
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QUANDO ERAVAMO I PADRONI DEL MONDO. ROMA: L’IMPERO INFINITO - Aldo Cazzullo
MAG C 10576
L’Impero romano non è mai caduto. Tutti gli imperi della storia si sono presentati come eredi degli antichi romani: l’Impero romano d’Oriente; il Sacro Romano Impero di Carlo Magno; Mosca, la terza Roma. E poi l’Impero napoleonico e quello britannico. I regimi fascista e nazista. L’impero americano e quello virtuale di Mark Zuckerberg, grande ammiratore di Augusto: il primo uomo a guidare una comunità multietnica di persone che non si conoscevano tra loro ma condividevano lingua, immagini, divinità, cultura. Roma vive. In tutto il mondo le parole della politica vengono dal latino: popolo, re, Senato, Repubblica, pace, legge, giustizia. Kaiser e Zar derivano da Cesare. I romani hanno dato i nomi ai giorni e ai mesi. Hanno ispirato poeti e artisti in ogni tempo, da Dante a Hollywood. Hanno dettato le regole della guerra, dell’architettura, del diritto che vigono ancora oggi. Hanno affrontato questioni che sono le stesse della nostra quotidianità, il razzismo e l’integrazione, la schiavitù e la cittadinanza: si poteva diventare romani senza badare al colore della pelle, al dio che si pregava, al posto da cui si veniva. A noi italiani in particolare i romani hanno dato le strade, la lingua, lo stile, l’orgoglio, e il primo embrione di nazione. Il libro racconta la fondazione mitica di Roma, dal mito letterario di Enea a quello di Romolo. L’età repubblicana, con gli eroi – tra cui molte donne – disposti a morire per la patria. L’avventura di golpisti come Catilina e di rivoluzionari come Spartaco, lo schiavo che ha ispirato ribelli di ogni epoca. La straordinaria storia di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, due tra i più grandi uomini mai esistiti. E la vicenda di Costantino: perché se oggi l’Occidente è cristiano, se preghiamo Gesù, se il Papa è a Roma, è perché l’impero divenne cristiano. |
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IL NATALE A NAPOLI. MITI, TRADIZIONI E CURIOSITÀ - Claudio Canzanella
MAG C 10383
Il Natale è sospensione e frantumazione del tempo. Attraverso i suoi riti e le sue abitudini si può scorgere ancora oggi il senso di leggende e allegorie ormai radicate nell’immaginario popolare. In questo libro si racconta del Ginepro o dell’Agrifoglio che nascosero la Sacra Famiglia dall’eccidio di Erode; o della Melagrana che costrinse Proserpina a fare ritorno nel regno dei morti; dell’allegoria di Vita e Morte che si cela dietro all’uccisione del Capitone; passando dai motivi religiosi a quelli pagani o profani per spiegare le origini di regali, pietanze, spettacoli ed elementi decorativi tipici. Ad arricchire il volume, una “passeggiata” presepiale, un itinerario alla scoperta dei più particolari presepi della città di Napoli. |
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LA CAPITANATA TRA RIVOLUZIONE E RESTAURAZIONE (1820-1830) - Giuseppe Clemente
AP B 58/15
Questo libro alla luce delle più recenti acquisizioni archivistiche, oltre a mettere in evidenza i caratteri del movimento carbonaro della Daunia (come il Parlamento della Due Sicilie ribattezzò la provincia di Foggia), restituisce alla memoria collettiva l'intensa l'attività cospirativa messa in atto durante la dura repressione borbonica (che durò fino al 1830) da "empi soggetti e "facinorosi sicari". Uomini tenaci che non accettarono nel 1821 il ripristino dell'assolutismo e affrontarono con coraggio e dignità le persecuzioni dirette dal temibile ministro di polizia Nicola Intonti contro chi aveva collaborato con il legittimo governo costituzionale. Sono piccole "storie di uomini", alcune incredibili per l'epoca dei fatti (Vincenzo Cavalli, nonostante la stretta sorveglianza a cui era stato sottoposto dalla polizia, riusci a raggiungere Cadice per portare a Foggia una copia della Costituzione spagnola del 1812), che quasi si perdono nel groviglio della "grande storia" e rendono profondamente umani i grandi avvenimenti del regno e i riflessi che ebbero nella realtà locale. Episodi di storia minore recuperati, che hanno fatto dei carbonari e della Carboneria i "modelli mitici della generazione risorgimentale" e ci raccontano una prospettiva della società e della politica dell'Ottocento meridionale. |
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RITRATTI DI LÉONTINE GRUVELLE DE NITTIS - Beatrice Stasi - Ruggiero Doronzo
AP C 665
Dedicare un volume ad una donna come Léontine Gruvelle significa, nel panorama odierno della ricerca, dare prova di coraggio. Il suo nome non figura in effetti in nessuna delle sillogi che si occupano della scrittura femminile di fine Ottocento e la definizione di romancière oubliée sembra calzarle perfettamente. In effetti, le donne sono state spesso escluse, cancellate dai manuali e la loro produzione dimenticata fino al momento in cui il loro nome stesso è stato seppellito dal silenzio e dall’oblio. La produzione artistica di Léontine, fatta di tre romanzi pubblicati nel corso di tre anni, Flora Fuchs (1886), che fu un vero best seller dell’epoca, L’Argent et l’Amour (1887) e Le Bel Orlando (1888), fu certamente terapeutica e seguì la morte di suo marito, il pittore Giuseppe De Nittis. Ella pubblicò inoltre diverse novelle nelle riviste del tempo ed ebbe un ruolo importante, anche se non chiaramente definito, nella confezione delle Notes et souvenirs du peintre Joseph de Nittis (Paris, 1895). |
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SCULTURA DEL PRIMO TRECENTO IN TERRA DI BARI CULTURA FIGURATIVA E GEOGRAFIA ARTISTICA - Maria Cristina Rossi
ISIME 626
La rilevanza dello studio della scultura della prima età angioina nella Terra di Bari è proporzionale al carente stato degli studi al riguardo, ultimamente rimpinzati di interventi destinati alla enucleazione di immagini mariane angioine e alla individuazione di tangenze artistiche filo dinastiche, ma che trova il caposaldo storiografico nelle ricerche pioneristiche del tema di Pina Belli D'Elia e di Maria Stella Calò Mariani. L'attenzione allo specifico territorio di Bari e del suo circondario, inoltre, è supportata dalle plurime testimonianze, in certi casi conservatesi in frammenti, del patrimonio scultoreo del periodo iniziale del XIV secolo. Il focus del libro riflette sulla decorazione dei portali pugliesi e di altre opere parimenti importanti, collocabili cronologicamente dal tramonto del Duecento alla prima metà Trecento, in cui è possibile individuare diverse linee di percorrenza dello stile e varie scelte iconografiche riconducibili a due fenomeni di committenza simultanei, l'uno affiancabile al gusto dei re angioini e l'altro svincolato da esso, predisposto ad accogliere sia la predilezione al conservatorismo dei retaggi formali e figurativi del passato svevo... |
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LE MERAVIGLIE DEL PARTO DONARE LA VITA TRA MEDIOEVO ED ETÀ MODERNA - Alessandra Foscati
MAG C 10544
Tra Medioevo ed Età moderna dominava l’idea che l’utero della donna potesse celare «meraviglie» che solo all’ultimo momento venivano rivelate. Testimonianze di una mentalità e di un sapere condiviso entro il quale il pensiero scientifico e la tradizione popolare tendevano a fondersi. Venire alla luce è sempre stata una soglia difficile da definire, sfuggente, dolorosa e caricata di pudore e mistero arduo da rivelare. Questo libro si propone di raccontare il modo in cui era descritta e rappresentata la «scena del parto» in Occidente, nel periodo compreso tra l’Alto Medioevo e l’Età moderna fino al XVII secolo – prima cioè della medicalizzazione settecentesca della pratica ostetrica e della nascita delle cliniche. Alessandra Foscati considera un ampio ventaglio di fonti di diverso genere (mediche, giuridiche, religiose, letterarie) che le servono per raccontare le azioni compiute sulla partoriente, oggetto di attenzioni da parte di altre donne, tra cui l’ostetrica, le parenti, le vicine di casa (il parto è un momento corale di grande solidarietà femminile), ma anche di uomini (il marito, il prete e, da un certo momento in poi, il chirurgo). |
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L’INQUIETUDINE DELL’EUROPA COME LA MIGRAZIONE HA RIMODELLATO UN CONTINENTE - Peter Gatrell
MAG C 10541
In fuga da guerre o povertà, in cerca di una vita migliore, i migranti sono sempre stati al centro degli eventi dell’Europa contemporanea. Questo libro raccoglie in un’unica prospettiva le mille migrazioni che hanno caratterizzato la storia dell’Europa contemporanea. Le narra in modo avvincente racchiudendole tra due periodi da incubo: le grandi convulsioni seguite alla caduta del Terzo Reich e i recenti tentativi di massa dei migranti di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa. L’autore considera sia i movimenti di milioni di persone (come le epiche ondate della migrazione tedesca, dei turchi e degli italiani), sia quelli di gruppi molto più esigui, come i careliani, gli armeni, i molucchesi o gli «asiatici ugandesi». Un saggio che fa rivivere i numerosi e incredibili viaggi intrapresi da tantissime persone alla ricerca di lavoro, sicurezza e dignità, in ogni tempo. Un libro di riferimento su un argomento sempre più imprescindibile. |
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