SCELTI PER VOI
Rubrica a cura di Emanuele Romallo
AGOSTO 2024
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NARRATIVA
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PERSINO LA LUNA. 11 OTTOBRE 1962: COME PAPA GIOVANNI XXIII APRÌ IL CONCILIO - Alberto Melloni
MAG C 10809

Giovanni XXIII - il papa del concilio caramellato nella formula del "papa buono" - era stato eletto per essere un papa "di transizione" dopo il lungo pontificato di Pio XXII. E invece decise di convocare la Chiesa a concilio, prima e unica assemblea globale di pari sul pianeta: un'assise che lasciò preparare alla curia romana, trattenendo per sé pochissime decisioni e pochissimi nodi, fino all'apertura l'11 ottobre 1962, quando già sapeva della sua malattia. E quando decise di "aprire" il concilio: non solo in senso formale ma sostanziale. Alberto Melloni, una delle voci più autorevoli della ricerca storica sul cristianesimo, racconta quel momento, quel giorno nel quale il papa fa due discorsi, tanto diversi quanto epocali: la mattina in San Pietro, all'episcopato di tutto il mondo e agli osservatori delle altre Chiese, definendo le ragioni del concilio che aveva voluto; e la sera, nonostante non fosse preventivato, a una piazza affollata per una fiaccolata di saluto che ha segnato la storia del papato. Si svelano così subito i due lati della struttura spirituale di Giovanni XXIII: la sua capacità di cogliere e riformare il patrimonio della grande tradizione, ma anche di essere maestro dei fedeli comuni. All'allocuzione di inizio del Vaticano ii, pronunciata in latino, studiata al millimetro, scritta e riscritta, risponde il discorso informale della sera, improvvisato in italiano, nella sua cadenza bergamasca, in cui riprende e quasi traduce le dimensioni di paternità e fraternità che il concilio chiede alla Chiesa. Negli annali televisivi resta la frase celeberrima, in cui la carica più alta di una delle istituzioni più longeve mostra un cristianesimo dal volto umano: «Date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del papa"». Ancora non lo sapevamo, ma era l'inizio di una rivoluzione.

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RUMORE. UN DIFETTO DEL RAGIONAMENTO UMANO - Daniel Kahneman; Olivier Sibony; Cass R. Sunstein
MAG C 10854

Dove c’è una decisione, un giudizio, una previsione, lì si trova il rumore. Due medici che danno due diagnosi diverse allo stesso paziente sulla base degli stessi esami. O due giudici che assegnano pene diverse a colpevoli dello stesso reato. O, addirittura, lo stesso manager che prende una decisione diversa a seconda del momento della giornata. Non dovrebbe accadere, ma accade. A tutti è capitato di trovarsi in situazioni in cui la realtà è ben diversa dalla teoria e decisioni che dovrebbero essere guidate da criteri oggettivi sembrano, invece, casuali. E la colpa è del rumore. Daniel Kahneman, premio Nobel per l’Economia e autore del bestseller mondiale "Pensieri lenti e veloci", ha studiato per anni con Olivier Sibony e Cass R. Sunstein questo difetto del funzionamento mentale e in questo libro dimostra come ovunque si eserciti il giudizio umano – nella sanità pubblica come nelle aule di giustizia, nelle strategie aziendali come nelle decisioni quotidiane di tutti noi – lì si trovi il rumore, a sviare il ragionamento e causare errori. Una ricerca accurata, un libro ricchissimo di idee che svela un fenomeno onnipresente ma finora largamente ignorato e consente ai suoi lettori di riconoscere e controllare l’influenza che il rumore esercita su tutte le loro decisioni, previsioni e valutazioni.

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IL CUORE È UNO ZINGARO - Luca Bianchini
MAG C 10992

Il maresciallo Gino Clemente avrebbe immaginato tutto tranne che doversi trasferire dalla sua amata Polignano a Bressanone, in Alto Adige, a pochi chilometri dall'Austria, dove molti parlano tedesco e la gente cena alle sette di sera. Per cercare di integrarsi nella comunità altoatesina si muove in mountain bike, mentre l'inseparabile moglie Felicetta si dà al giardinaggio nella loro nuova casa, con risultati altalenanti. A rallegrare la permanenza al Nord è il ritorno inatteso di una vecchia gloria della musica pop italiana: Gabriel Manero, noto per aver scritto nel 1983 il suo unico grande successo – Todo corazón – che li aveva fatti innamorare. Il cantante, originario proprio di quella città dove non si esibisce da quarant'anni, viene invitato a inaugurare la Casa del luppolo, la birreria gestita dalla biondissima Barbara Kessler, e il suo concerto chiama a raccolta tutti gli abitanti dei dintorni. È l'occasione per un tuffo nel passato: molti fra i presenti lo conoscono dai tempi dei Righeira, e lui dopo l'esibizione decide di festeggiare questa rimpatriata nella sua eccentrica villa. Tutto sembra andare per il meglio ma, tra lo sconcerto generale, la mattina seguente Gabriel viene trovato senza vita sulle scale di casa. Si tratta di una caduta accidentale oppure no? Sarà il maresciallo Clemente, aiutato dalla moglie, dal cane Brinkley e dal proprio formidabile intuito a risolvere quello che sembra un enigma incomprensibile. A sostenerlo nell'impresa ci sono il brigadiere Guglielmotto, un intraprendente piemontese dai denti che "più bianchi non si può", e il suo storico braccio destro Agata De Razza, che a Bressanone è di casa e lì ha lasciato un grande amore. Tra vecchie canzoni e indizi difficili da decifrare, il maresciallo resta fedele a se stesso e scopre l'anima inquieta e vibrante di un paese che alcuni chiamano Brixen e che fino a quel momento sembrava molto, troppo tranquillo.

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MORTE NEL CHIOSTRO - Marcello Simoni
MAG C 10975

Città di Ferrara, ottobre 1187. Mentre il popolo si assiepa intorno alla grande cattedrale per assistere alle esequie di papa Urbano III, tre uomini avvolti in mantelli da pellegrini discutono sulla necessità di ritrovare una preziosa reliquia sparita dai forzieri del pontefice subito dopo il suo decesso. Il giorno dopo, in una selva al confine dei sobborghi cittadini, una monaca viene trovata impiccata nel chiostro del monastero femminile di San Lazzaro. Benché sembri trattarsi di un suicidio, due consorelle della defunta sospettano che quella tragica morte sia collegata a un intrigo ordito al di fuori del convento. La prima è Engilbera di Villers, la sapiente badessa dedita a completare un trattato sulle piante velenose lasciatole in eredità dalla sua venerabile maestra, Ildegarda di Bingen. La seconda è Beatrice de’ Marcheselli, una giovane vedova entrata come novizia a San Lazzaro per sfuggire alle attenzioni del cognato, che la vorrebbe prendere in sposa per appropriarsi della sua dote. Scavando nei segreti della loro defunta consorella, le due monache scopriranno un inaspettato legame con la morte di papa Urbano e con la sparizione di una misteriosa reliquia proveniente da San Giovanni d’Acri. Una reliquia che sembra aver lasciato dietro di sé una scia di delitti.

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LUCY DAVANTI AL MARE - Elizabeth Strout
MAG C 10990

La scrittrice Lucy Barton non ha mai cancellato un tour promozionale in vita sua. Eppure, quasi senza saperne la ragione, quel tour in Europa, previsto per i primi mesi del 2020, l’ha disdetto. «Meno male che non sei andata in Italia, – le diranno poi, – là c’è il virus». È William, lo scienziato William, il primo marito di Lucy, da poco reduce dal fallimento del suo terzo matrimonio e dal rifiuto di una sorellastra che non lo vuole incontrare, a passare all’azione per primo: Lucy ha poche ore per preparare un bagaglio essenziale, chiudere casa e partire con lui alla volta di una casetta in affitto sulle coste del Maine. Anche le loro figlie, Chrissy e Becka, e i rispettivi mariti dovranno raggiungere luoghi più protetti. L’imperativo per tutti, nei piani di William, è lasciare la città, con il suo brulicare di vita e pericoli, e mettersi al riparo. Pur incredula e sgomenta, Lucy accetta di seguire l’ex marito a Crosby, Maine. Per loro inizia così la routine interminabile di una quotidianità dilatata nella ripetizione di piccoli gesti sempre uguali a se stessi che la pandemia ha caricato di senso; una routine ammanettata all’assenza di vita – «Certe volte dovevo uscire di casa al buio e andare giù fino al mare, imprecando ad alta voce» – eppure preziosa perché garanzia della prosecuzione. E poi un inedito senso di solitudine e isolamento. La nostalgia. La preoccupazione per i cari distanti. L’amarezza di certi allontanamenti. La rabbia e la noia. La grande paura, individuale e collettiva: quella che fa avvicinare una furente abitante del luogo all’automobile con la targa della metropoli, urlando a una Lucy Barton sconvolta: «Maledetti newyorkesi! Via da casa nostra!» E poi l’ottusità, che la paura sempre porta con sé, in seno all’inconsapevole privilegio di chi la prigione può permettersi di scegliersela. Ma ci sono anche gli istanti di consolazione: una natura anch’essa ripetitiva, come le onde del mare che Lucy contempla, ma proprio per questo rassicurante; una chiacchierata dietro la mascherina, un abbraccio proibito e insperato con una figlia lontana, un incontro dal passato, e un percorso rovesciato di separazione in casa per due vecchi coniugi e amici e amanti chiamati a saggiare la trama della loro comune tela nel modo più brutale. Lo stesso di cui tutti noi ancora portiamo le cicatrici.

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TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA - Antonio Manzani
MAG D 6451

La corsa all'alba, la colazione al bar, poi nove ore di lavoro all'archivio del tribunale, una cena piena di silenzi e la luce spenta alle dieci: Carlo Cappai è l'incarnazione della metodicità, della solitudine. Dell'ordinarietà. Nessuno sospetta che ai suoi occhi quel labirinto di scatole, schede e cartelle non sia affatto carta morta. Tutto il contrario: quei faldoni parlano, a volte gridano la loro verità inascoltata, la loro richiesta di giustizia. Sono i casi in cui, infatti, il tribunale ha fallito, e i colpevoli sono stati assolti "per non aver commesso il fatto" – in realtà per i soliti, meschini imbrogli di potere. Cappai, semplicemente, porta la Giustizia dove la Legge non è riuscita ad arrivare – sempre nell'attesa, ormai da quarant'anni, di punire una colpa che gli ha segnato la vita. Walter Andretti è invece un giornalista precipitato dallo Sport, dove si trovava benissimo, alla Cronaca, dove si trova malissimo. Quando il capo gli scarica addosso la copertura di due recenti omicidi, Andretti suo malgrado indaga, e dopo iniziali goffaggini e passi falsi comincia a intuire che in quelle morti c'è qualcosa di strano. Un legame. Forse la stessa mano...

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PULCINELLA. MITO E STORIA - Domenico Scafoglio; Luigi M. Lombardi Satriani
MAG C 10897

Diavolo e gallinaccio, maschera del buffone e del servo, burattino e marionetta, emblema dell’irriverenza, candidamente osceno e ambiguamente ermafrodite, eroe comico e maestro di metamorfosi, Pulcinella attraversa quattro secoli della tradizione artistica italiana e non solo. Antropologi esperti di storia del teatro e di tradizioni popolari, gli autori in questa opera enciclopedica e ricca di illustrazioni individuano la nascita di Pulcinella e seguono passo passo la sua evoluzione dal mito alla storia anche attraverso i suoi interpreti come Petito, Viviani e De Filippo. Una lettura nuova della storia e dei significati di una maschera universale che ha trovato sue rappresentazioni anche in Africa e nelle Americhe.

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TUTTO SADLER. THE BEST OF - Claudio Sadler
MAG C 10938

Un libro compatto e completo: la summa del lavoro culinario di una vita intera, dalle ricette tradizionali ai piatti più contemporanei del grande chef milanese. In questa edizione sono raccolti i suoi piatti più amati e imitati, i grandi classici, da realizzare passo passo in casa propria, senza temere di sbagliare. Ricette complete e molte illustrazioni: una edizione inedita e destinata ai foodies ma anche agli appassionati di cucina alle prime armi.

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LA CASA DELLE LUCI - Donato Carrisi
MAG C 10939

Si chiama Eva, ha dieci anni, e con lei ci sono soltanto una governante e una ragazza finlandese au pair, Maja Salo. Dei genitori nessuna traccia. È proprio Maja a cercare disperatamente l’aiuto di Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, l’addormentatore di bambini. Da qualche tempo Eva non è più davvero sola. Con lei c’è un amichetto immaginario, senza nome e senza volto. E a causa di questa presenza, forse Eva è in pericolo. Ma la reputazione di Pietro Gerber è in rovina e, per certi versi, lo è lui stesso. Confuso e incerto sul proprio destino, Pietro accetta, pur con mille riserve, di confrontarsi con Eva. O meglio, con il suo amico immaginario. È in quel momento che si spalanca una porta invisibile davanti a lui. La voce del bambino perduto che parla attraverso Eva, quando lei è sotto ipno­si, non gli è sconosciuta. E, soprattutto, quella voce conosce Pietro. Conosce il suo passato, e sembra possedere una verità rimasta celata troppo a lungo su qualcosa che è avvenuto in una calda estate di quando lui era un bambino. Perché a undici anni Pietro Gerber è morto. E il misterioso fatto accaduto dopo la sua morte ancora lo tormenta.

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MARIE GULPIN - Marco Mantello
MAG C 10973

Parigi, ottobre di un anno qualsiasi. Marie Gulpin, leader di un partito di ultradestra, è eletta presidente della Repubblica e reintroduce la pena di morte in Francia. Pochi mesi dopo, suo figlio Luigi, diciottenne della Parigi bene, è giudicato colpevole di avere ucciso un uomo, un tunisino, assieme a un gruppo di minorenni. Il gioco lo chiamano poussez le mannequin e consiste nello spingere persone a caso sui binari della metropolitana quando arriva il treno. Luigi è condannato alla ghigliottina da un regolare processo che applica alla lettera la legge che porta il nome di sua madre. Mentre i giorni corrono verso la data fissata per l’esecuzione, nemmeno la presidente francese sa come fermare la macchina della giustizia. Poi, un mattino, la capitale si sveglia tappezzata di manifesti di un misterioso gruppo terroristico che minaccia di attaccare le moschee, di riprendere il poussez le mannequin in tutta la metropolitana parigina e reclama, a grandi lettere gotiche, la liberazione di Luigi Gulpin. Il dibattito pubblico si accende, come la paura. Un nuovo processo, questa volta mediatico, porterà alla luce verità destabilizzanti che rimetteranno in discussione i concetti di innocenza e giustizia. Per chi detiene il potere, per chi è semplice spettatore, per chi uccide e per chi viene ucciso. Romanzo che racconta l’estrema destra e le sue ossessioni attraverso una storia paradossale e paranoica, Marie Gulpin mette in scena le nostre paure e le nostre contraddizioni. Nelle sue pagine fitte e intense, la narrazione si trasforma in un noir ineccepibile in cui le ideologie scandiscono un tempo che non salva nessuno. «Signor Presidente» disse davanti a un’aula stremata da mesi di battaglie e afa, «oggi ho l’onore di chiedere il ripristino della pena di morte in Francia».

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IL CORPO UMANO - Paolo Giordano
MAG C 10958

Nella vita di un soldato, il «corpo militare» è una seconda casa, la divisa una seconda pelle che uniforma chi la indossa. Sotto la divisa però i «corpi umani» sono tutti diversi, battono cuori spesso giovani, ognuno con le proprie contraddizioni, le proprie fragilità. Lo sa bene il tenente medico Alessandro Egitto, che è in Afghanistan da centonovantuno giorni. Lo sanno bene i ventisette ragazzi del terzo plotone della compagnia Charlie comandati dal maresciallo Antonio René. Lo sa benissimo Roberto Ietri, l'ultimo arrivato, che ha appena vent'anni e si sente inesperto in tutto. Per loro, la missione nella valle del Gulistan è la prima grande prova della vita. Al momento di partire, ignorano che la regione a cui sono destinati è una delle più pericolose di tutta l'area del conflitto, dove il nemico c'è ma non si vede, al riparo di una montagna che incombe sulla base militare «Ice» e sembra mostrare a tutti i costi la propria innocenza: difficile credere che ospiti una miriade di anfratti dai quali i talebani spiano ogni movimento, mentre al campo base i soldati, stremati dal caldo e dalla convinzione strisciante che la minaccia sia irreale, trascorrono le giornate tra turni di guardia e distrazioni di ogni tipo. Finché la guerra non esplode sotto i piedi e grandina sopra le teste. Allora il corpo militare si frantuma in tanti corpi umani: alcuni passano all'azione, altri si paralizzano; alcuni compiono scelte giuste, altri scellerate; alcuni vivono, altri muoiono. Per chi rimane, la vita cambia in un istante. E al ritorno a casa, avrà superato irreversibilmente la linea d'ombra che separa la giovinezza dall'età adulta.

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MIA MADRE AVEVA UNA CINQUECENTO GIALLA - Enrica Ferrara
MAG C 10928

Gina ha dieci anni ed è figlia di un politico democristiano, Mario Carafa, che nell’estate del 1980 è costretto a scappare da Napoli e a lasciare la sua famiglia. Con la madre Sofia e la sorella Betta, Gina parte sotto falso nome per raggiungere il padre in Sardegna. Grazie alla passione sfrenata per le storie e le parole nuove, Gina prova con tutte le sue forze a comprendere cosa stia succedendo, cercando di decifrare il significato di termini per lei esotici come “capro espiatorio”, “latitante”, “brigatista” e “camorrista”. Le sembra di capirne il senso, eppure più passa il tempo e più rimane confusa: suo padre è innocente o colpevole? È un politico o un camorrista? Chi sono i suoi amici e chi invece gli è diventato nemico? Tra incomprensioni familiari, ribellioni adolescenziali, nuove amicizie e nuove avventure a bordo della sgangherata Cinquecento gialla di sua madre, Gina supera questo periodo difficile e si mette a investigare per conto suo per scoprire le vere ragioni che stanno dietro la latitanza di suo padre e soprattutto per cercare di riportarlo a casa una volta per tutte.

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QUANDO IL CAFFÈ È PRONTO - Toshikazu Kawaguchi
MAG C 10956

Un caffè, una sedia e una regola da seguire. Questi pochi passi possono portare alla felicità. Certo solo se si è nel posto giusto. E il posto giusto è una caffetteria di Tokyo dove si può scegliere di vivere nuovamente un preciso momento della propria esistenza. La scelta deve durare il tempo di gustare la bevanda prima che si raffreddi. Ma non è facile decidere, perché la vita è piena di rimorsi e rimpianti. Ma c’è quel gesto, quella parola, quella lettera, quel bacio, quella dichiarazione che non abbiamo fatto o detto. Quello è l’attimo giusto. Certo ci vuole coraggio per affrontarlo di nuovo. Ma il risultato è inaspettato. Chissà se la piccola Yuuki, che non riesce a superare il divorzio dei suoi genitori, è pronta. O chissà se lo è Megumi che deve decidere che nome dare a suo figlio senza l’uomo che ama accanto; o le amiche Ayame e Tsumugi che hanno permesso all’orgoglio di mettersi tra di loro. Tanti fili di destini che potevano rimanere spezzati ma ora hanno una seconda possibilità. E non importa che il passato sia ormai alle spalle e nulla si possa fare per modificarlo, l’attenzione è al futuro. È su quello che si può ancora intervenire. È su quello che si ha ancora potere. Quello che è accaduto è solo un insegnamento per non fare più gli stessi errori, per non lasciare più che rabbia, odio, gelosia o frustrazione offuschino i sentimenti più veri che ci sono dentro di ognuno.

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COSE CHE NON SI RACCONTANO - Antonella Lattanzi
MAG C 10946

Non è mai il momento giusto per fare un figlio. Prima vogliamo vivere, viaggiare, lavorare. Antonella vuole diventare una scrittrice: la sua è un’ambizione assoluta, senza scampo. Per questo a vent’anni, per due volte, interrompe volontariamente la gravidanza. Quando anni dopo si sente invece pronta, con un compagno a fianco, è il suo fisico a non esserlo. E così inizia l’iter brutale dell’ostinazione, dell’ossessione, della medicalizzazione. Certi supplizi, le aspirazioni inconfessate, la felicità effimera e spavalda, la sofferenza e la collera. Si direbbe una storia già scritta, ma qui non c’è nulla di consueto: è come raccontare da dentro una valanga, con la capacità incredibile, rotolando, di guardarsi e non crederci, e sfidarsi, condannarsi, sorridersi per farsi coraggio. In un crescendo di indicibile potenza narrativa, Antonella Lattanzi descrive (sulla sua pelle) la forza inesorabile di un desiderio che non si ferma davanti a niente, ma anche i sensi di colpa, l’insensibilità di alcuni medici, l’amicizia che sa sostenere i silenzi e le confidenze più atroci, il rapporto di coppia sempre sul punto di andare in frantumi, la rabbia ferocissima verso il mondo (e le donne incinte). Tenendo il lettore stretto accanto a sé, incollato alla pagina, con un uso magistrale del montaggio, capace di creare una suspense da thriller. La cosa strabiliante è che pur raccontando una storia eccezionale, e cruda, questo romanzo riesce in realtà a parlare in modo vero, e profondamente attuale, di tutte le donne – madri e non madri – che in un punto diverso della loro vita si sono chieste: desidero un figlio? qual è il momento giusto? dovrò rinunciare a me stessa, alle mie ambizioni? e perché tutte restano incinte e io no?

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LA DONNA DI TROPPO - Enrico Pandiani
MAG C 10910

Solo un anno fa Zara Bosdaves poteva imbattersi in un cadavere senza altra preoccupazione che affidarlo ai colleghi della Scientifica. Non doveva filare via, allora, ripulire in maniera frettolosa quello che poteva aver toccato, pensando a cosa diavolo dire alla polizia. Era lei la polizia. Adesso Zara fa la detective privata: ha raccolto la sua vita, l'ha impacchettata e si è trasferita a Torino dove, oltre all'agenzia d'investigazioni, è titolare insieme al compagno François di uno dei locali più alla moda della città. E ce la sta mettendo tutta per adattarsi al suo nuovo lavoro, ma pedinare mariti traditori non è proprio il massimo che una donna come lei - una che pratica aikido, che sa dove colpire e dove far male - possa desiderare. Fino a quando non le viene affidato l'incarico d'indagare sulla scomparsa del figlio di un importante industriale, quest'ultimo morto in circostanze sospette in un incidente d'auto. Zara allora dovrà fare i conti con torbidi affari di famiglia, con gente disposta a tutto pur di arrivare lassù, oltre la nebbia; dovrà misurarsi con la violenza, con il dolore. E trovarne la cura. Ma dal sangue non si può guarire, e a lei non resterà altro da fare che seguirlo. Per scoprire dove porta.

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SENZA DIRLO A NESSUNO - Giorgio Scianna
MAG C 10940

Manish ha sedici anni e vive insieme al padre, che più che un genitore sembra un coinquilino distratto. La sua vita a Londra è quella che vorrebbe qualsiasi sedicenne: nessun divieto, nessuna raccomandazione, nessuna domanda quando rientra a casa. L’ideale per lui, che è così taciturno. Finché una mattina d’estate, all’insaputa di tutti, prende un aereo per Roma. È proprio in quella città a lui sconosciuta che, durante una retata al parco, i poliziotti lo arrestano per spaccio. Manish però continua a tacere. Sua madre vive a Genova, e quando la informano dell’arresto lascia di corsa i bambini e il nuovo marito per raggiungere quel suo primo figlio così enigmatico. Eppure in poche ore, inspiegabilmente, Manish viene rilasciato con tante scuse da parte delle forze dell’ordine. I poliziotti sorridono, minimizzano: sembrano avere troppa fretta di chiudere il caso. Cos’è successo davvero in quel parchetto di Roma? La madre potrebbe fare finta di niente, tornare alla sua vita e accontentarsi del pericolo scampato. Ma nello sguardo del figlio intravede un segreto più grande di lui. E allora sceglie di andare nella direzione opposta, dritta al cuore di un mistero dove la posta in gioco è il futuro di tutti loro. Libro dopo libro, Giorgio Scianna sta mettendo insieme una mappa dell’oggi: nessuno come lui sa parlare così schiettamente agli adolescenti, e ai loro genitori. Stavolta al centro del racconto c’è la responsabilità delle proprie scelte, la fiducia, il bisogno di indipendenza, gli errori degli adulti quando una famiglia si spacca.

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LA LEGGENDA DEL FILO D'AMORE. COME NUTRIRE I CUORI PER COLTIVARE RELAZIONI SANE - Maria Chiara Gritti
MAG C 11004

Narra la leggenda che ogni bambino nasce con un vuoto nel cuore. Saranno i genitori a colmarlo, tessendo il filo d’amore, attraverso cui lo nutriranno con gli alimenti giusti per farlo crescere sano e resiliente. I cibi affettivi più nutrienti stimoleranno la sua naturale capacità di amarsi e di amare, rafforzando il filo. Invece, una dieta squilibrata o addirittura tossica darà vita a legami fragili e bloccherà lo sviluppo del cuore. È quello che capita ai protagonisti di questa storia: Eric, il figlio perfetto, si nutre solo di dolce ammirazione e non conosce i sapori autentici; Mia, la figlia tanto attesa, ha mangiato attenzioni in abbondanza e non sa staccarsi dai genitori; Sofia, la figlia trascurata, si prodiga a trasmettere il nutrimento che invece dovrebbe ricevere; Diego, il figlio adottato, il cui filo è bloccato dal dolore e continua ad aspettare il cibo che un tempo gli è stato negato. È solo quando sul loro cammino incontreranno Arianna, la «Scioglinodi», che impareranno a riconoscere e districare i grovigli che li intrappolano, scoprendosi finalmente capaci di empatia e amore. Al termine del racconto ci regala il Diario della sana alimentazione emotiva, uno strumento pratico da compilare per riflettere sulla qualità del nutrimento che abbiamo ricevuto, comprendere i veri appetiti del cuore e scoprire come soddisfarli.

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UNA VOLPE PER AMICA - Catherine Raven
MAG C 10957

Dopo aver completato gli studi in biologia, Catherine Raven decide di rifugiarsi in un piccolo cottage in una zona isolata del Montana, dove raccogliere le forze prima di cercare, attraverso un nuovo lavoro, il suo posto nel mondo. Trascorre le giornate tenendo lezioni online e nel vicino parco nazionale di Yellowstone fino a quando nota una volpe che tutti i giorni, sempre alla stessa ora, si avvicina alla sua proprietà. Non ha mai ricevuto visite, e non sa come comportarsi. Del resto, come si parla a una volpe? Decide così di portare fuori la sedia da campeggio, di sedersi quanto più vicino possibile al nuovo ospite e di leggergli ad alta voce Il Piccolo Principe. Gli studi scientifici le hanno insegnato a non proiettare comportamenti umani sugli animali, eppure più passa il tempo, più la relazione fra le due si fa profonda, e la vita di Catherine cambia per sempre.

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LA LUCE DELLE STELLE - Licia Troisi
MAG D 6444

Una sera uguale alle altre, in uno sperduto osservatorio astronomico. La luce delle stelle illumina, ma non abbastanza, la piccola comunità di scienziati residenti che si trova alle prese prima con un black-out, forse un sabotaggio, e poi con un cadavere trovato nella sala comune, forse un assassinio: la vittima potrebbe essere caduta da una balaustra, o essere stata spinta. L’osservatorio è isolato, i telefoni sono muti, i cellulari non prendono, i copertoni delle automobili sono stati tagliati e la città più vicina, se si riesce ad attraversare il deserto, si trova a due ore di macchina. Come in una macabra barzelletta, due italiani – Gabriele, che ha appena finito il dottorato, e Pinetta, che ancora lo sta finendo –, un’americana – Samantha, star dell’astrofisica mondiale –, un inglese – Matt, pettegolo come una suocera – e una sudamericana – Mariela, medico dell’osservatorio – si trovano a dover valutare l’ipotesi che l’omicida o il sabotatore sia non solo tra loro, ma uno di loro. Essendo scienziati, però, sanno che, date le ipotesi, per giungere alla tesi non c’è che da tessere un ragionamento. Sarà Gabriele, lettore di gialli e abile astrofisico, capace di empatizzare anche con gli assassini, a trovare il bandolo dei delitti che, come tutta la sua vita, è scritto nelle stelle.

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NOME IN CODICE: RENATA. STORIA DI PAOLA DEL DIN, COMBATTENTE DELLA RESISTENZA E AGENTE SEGRETO - Alessandro Carlini
MAG C 10974

Fino all’8 settembre del 1943, Paola Del Din era solo una studentessa di Lettere. Cresciuta in una famiglia di militari, amava leggere e tirare di scherma. Sarebbe diventata insegnante, un giorno. Ma dopo l’armistizio, la Storia pretende una scelta di campo: o con il re, o con Mussolini. Il padre Prospero è già lontano, prigioniero di guerra, allora sta al figlio Renato prendere le armi con la brigata Osoppo, e resistere ai nazifascisti nelle terre insidiose del Friuli. Paola collabora, fa la staffetta, aiuta come può. Ma tutto sta di nuovo per cambiare. Nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 1944, esattamente un anno prima della Liberazione, Renato viene ucciso durante un assalto a una caserma repubblichina. A quel punto, Paola non ha scelta: deve raccogliere l’eredità di Renato, e combattere finalmente in prima linea. Ma lo farà a suo modo. Accetta una missione ad alto rischio per la Osoppo e i servizi segreti britannici: attraversare l’Italia per consegnare un plico top secret ai comandanti alleati. In mezzo ai documenti che porta nascosti tra i vestiti, preziosissima, c’è la richiesta di una medaglia al valore per la memoria di Renato. Ed è in onore del fratello che sceglie il suo nome in codice ufficiale: Renata. La sua è una discesa agli inferi di un paese devastato, immerso nella notte cupa dell’occupazione nazifascista, rischiarata solo dai lampi crudeli dei mortai e degli spari. Alla fine Paola Del Din, combattente e patriota della brigata Osoppo-Friuli, agente pro tempore dello Special Operations Executive (soe) britannico, si guadagnerà una medaglia d’oro al valor militare della Repubblica italiana, arrivando persino a paracadutarsi, dopo un addestramento di pochissimi giorni, nel Nordest sconvolto dalla guerra.

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ESTRANEI - Yamada Taichi
MAG C 10995

Harada Hideo è un uomo di mezz'età, divorziato, con un figlio che non vede quasi mai e un lavoro – scrivere sceneggiature per la televisione – che stenta a decollare. Per di più, vive nel suo ufficio, in una grande e asettica palazzina nei pressi di una trafficata strada statale di Tokyo. Così, per sfuggire allo squallore e alla solitudine della propria esistenza, il giorno del suo compleanno Hideo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove a dodici anni aveva perduto entrambi i genitori, investiti da un'auto. Ma, quando entra in un teatro, tra il pubblico nota un individuo straordinariamente somigliante al padre. L'uomo lo invita a seguirlo a casa sua, dove lo aspetta la moglie: anche lei è identica alla madre morta... Hideo trascorre con i due una serata sconcertante e meravigliosa, e questo gli dà la forza di riprendere a lavorare con rinnovata energia. Gli incontri si susseguono, e sono una fonte di gioia e serenità, eppure... Hideo appare agli occhi dei suoi amici sempre più pallido e smunto, come se un male oscuro lo stesse consumando. La più angosciata di tutti è Kei – una vicina di casa con la quale Hideo ha intrecciato una relazione sentimentale –, che, una volta scoperto il suo segreto, gli consiglia di interrompere quelle visite, perché è evidente che lo stanno distruggendo. Ma anche Kei nasconde una verità inquietante...

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IL CAMMINO DEL MORTO - Larry McMurtry
MAG C 10965

Una distesa insieme maestosa e spietata, dove né il viaggiatore ben armato né il bisonte più robusto sanno per certo se arriveranno a sera: ecco l'Ovest americano alla metà dell'Ottocento. Gus e Call – l'avventato e il giudizioso, il fanfarone e il taciturno, il donnaiolo e il riluttante – sono come il giorno e la notte, ma hanno una cosa in comune: tanta voglia di avventura. Perché, allora, non entrare nei Texas Ranger? Tutti sono stati giovani, anche gli induriti cowboy protagonisti di "Lonesome Dove": questa è la storia di come tutto ebbe inizio. Tutti sono stati giovani, anche Gus e Call, gli induriti venditori di bestiame protagonisti di "Lonesome Dove". A quell'epoca, gli anni Quaranta dell'Ottocento, le praterie a ovest di San Antonio erano ancora selvagge e dominate dagli indiani. Dunque chi meglio di due ragazzi sbandati e un po' ingenui per rimpolpare la compagnia di Texas Ranger in partenza per El Paso? Un fucile, un cavallo, la promessa di una paga e si va. Ma in giro c'è Buffalo Hump, l'abile e brutale capo comanche, e il battesimo della strada si celebra con il sangue. La vita in città è senz'altro più sicura, ma anche più noiosa. Ecco, quindi, che Gus e Call si rimettono in viaggio unendosi a una spedizione per la conquista di Santa Fe, florida città del New Mexico. A guidarli c'è un ex pirata che della terraferma non si intende molto. È un male, perché stavolta la lista dei pericoli è davvero lunga: ai Comanche con la passione degli scalpi si aggiungono Apache amanti delle torture, messicani più combattivi del previsto e una natura inospitale fatta di orsi inferociti, fiumi in piena e siccità estrema, che mostra il suo lato peggiore nel famigerato «cammino del morto». A partire sono in duecento, ma non tutti faranno ritorno. "Il cammino del morto" fa parte della quadrilogia del West che ha reso celebre McMurtry: pubblicato dopo "Lonesome Dove" e "Le strade di Laredo", è il prequel che racconta come tutto ebbe inizio.

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ROSY - Alessandra Carati
MAG C 10943

Nel primo pomeriggio dell’8 gennaio 2007, Rosa Bazzi e Olindo Romano lasciano Erba sui sedili di una volante dei Carabinieri. Pensano che gli agenti li stiano portando in salvo dai giornalisti che, dall’alba, assediano la loro casa. In meno di un’ora si trovano dentro il carcere di Como, dove comincia una detenzione destinata a diventare ergastolo, condannati per aver ucciso quattro vicini di casa e averne ferito gravemente un quinto – uno dei più grandi casi di cronaca recente, conosciuto come “la strage di Erba”. Alessandra Carati incontra Rosa Bazzi per la prima volta all’inizio del 2019. Tra luglio e febbraio dell’anno seguente, le fa visita in carcere ogni settimana in sessioni che durano ore. “Mi sfogo con te come con il prete” le dice la donna, e la travolge con discorsi contraddittori, inattendibili, al limite della comprensibilità. La costringe al suo caos. L’autrice credeva che conoscerla di persona le avrebbe permesso di separare i fatti dai detti; invece la vicinanza ha offuscato il quadro. Nel tentativo di capire, cerca lo sguardo di chi l’ha frequentata negli ultimi diciassette anni: la psicologa, gli avvocati, e poi il cappellano, il marito Olindo attraverso le lettere che le scrive. Scopre così un’infanzia negletta, il lavoro ancora bambina a servizio delle famiglie dell’Erbese, il matrimonio a vent’anni e la dipendenza da Olindo, il faticoso adattamento alla detenzione. Solo allora torna in carcere. Rosa però non è conforme a nessun racconto che ne è stato fatto, continua a resistere come un disturbo indecifrabile. È proprio in quel momento, nella rinuncia a ogni immagine di lei – e nella fatale domanda su dove si sono formate queste immagini, a quali condizioni, con quali conseguenze – che affiora, come in una polaroid, Rosy.

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LE INVISIBILI - Elena Rausa
MAG C 10979

Addis Abeba, 1937. Vittorio Gargano non ha mai visto tanto sangue in vita sua. È ovunque, tinge di rosso l’acqua dei fiumi, da cui affiorano i cadaveri come pesci avvelenati. La rappresaglia per l’attentato al viceré d’Etiopia, il generale Rodolfo Graziani, è un’apocalisse: soldati e civili italiani uccidono, stuprano, incendiano. Furiosamente. Quelle ore di morte plasmeranno il futuro di Vittorio, camionista al servizio del Regio Esercito, della famiglia che formerà. Di Arturo, il figlio che ancora deve nascere. Milano, 2018. Arturo Gargano, settantacinque anni, e Tobia, sedici ancora da compiere, non hanno scelto di trascorrere del tempo insieme: il ragazzo è stato affidato ai servizi sociali per aver commesso un grave atto vandalico e l’anziano ipovedente è la sua attività socialmente utile. Nella casa, tuttavia, ci sono altre presenze. Fatima, una donna eritrea colpita da un grave lutto che si dedica alla cura degli altri; Lilit, amatissima e perduta, che solo gli occhi opachi di Arturo possono vedere; l’Africa, il luogo da cui tutto è cominciato, viva più che mai nell’eredità di una memoria impastata di dolore, colpa, vergogna, nostalgia. Giorno dopo giorno Arturo si racconta come un fiume in piena e Tobia, adolescente in cerca di sé stesso, ascolta forse per la prima volta nella sua vita, ignaro di ciò che questo comporterà. Così, il passato dell’Italia coloniale raggiunge attraverso le generazioni il presente, portando alla luce verità sepolte nelle storie private di due famiglie, quella di Arturo, ma soprattutto quella di Tobia e Agata, sua madre, che per professione studia proprio la Storia pubblica di quegli anni oscuri. Quella Storia che, come ogni altra epoca che l’ha preceduta e che seguirà, si consuma sul corpo delle donne, mentre nessuno guarda. Ora quel tempo è tanto lontano che Arturo dubita di averlo vissuto davvero. Se rivedesse il sé stesso di allora, domanderebbe incredulo: davvero tu sei me? Io sono te? E la ragazza del villaggio è davvero Lilit, la mia Lilit?

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IL PERIODO DEL SILENZIO - Francesca Manfredi
MAG C 10989

Cristina Martino ha ventotto anni, è laureata in Archeologia e lavora, precaria, in una biblioteca di dipartimento all’università di Torino. Ha una vita piuttosto monotona, una famiglia ordinaria, nessun trauma. Ha avuto qualche relazione di breve durata – una, in particolare, che le è rimasta dentro con una forma di dolenza irrisolta – ha un flirt con Daniele, conosciuto da poco, e un’amica, Silvia, che sembra il suo opposto; ogni cosa in lei tende all’evasione dalla norma, al rumore, all’eccesso di vita. Una sera, presa da un impulso, Cristina decide di eliminare i suoi profili social. Un gesto senza motivazione apparente, non insolito, di certo non rivoluzionario: eppure, questa sarà la prima tappa del suo percorso verso il silenzio, perché, gradualmente, Cristina smette di comunicare. Pur continuando la sua vita quotidiana, smette di parlare alle persone in biblioteca, a sua sorella, ai suoi genitori, smette di parlare a Silvia, persino a Daniele. Mantiene dapprima un contatto minimo, attraverso biglietti e messaggi essenziali e, infine, elimina anche quello. Cristina scivola sempre più in una forma di rarefazione, di invisibilità fisica, in cui il silenzio diventa la scelta di una sparizione dal mondo. Quando un articolo sulla sua storia diventa virale, in tanti cominciano a emularla, attribuendo al suo silenzio significati universali e necessari, mentre nessuno sembra più sapere dove Cristina si trovi davvero, e se tornerà. Con una scrittura nitida e puntuale, che segue come una pelle l’evoluzione di Cristina e il suo rapporto con il silenzio, Francesca Manfredi scrive un romanzo teso e potente, che riflette sulla solitudine oppressa dal caos, sul vuoto comunicativo dei nostri rapporti, sulla forza che ancora può avere la parola, quando rinasce vergine e vera.

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L' IMPERATORE D'AMERICA. STORIA FAVOLOSA DEL VAGABONDO CHE SI FECE RE - Errico Buonanno
MAG C 10819

Il 17 settembre 1859 uno strano proclama appare sui giornali di San Francisco: il signor Joshua Abraham Norton abolisce la repubblica e si autoincorona Norton I, imperatore degli Stati Uniti d'America. Di lì a poco diventa una celebrità cittadina, salutato da tutti mentre pattuglia le strade con la sua buffa divisa militare e il cappello ornato di piume di gallo. Ma chi è questo eccentrico vagabondo? Ebreo inglese d'origine, emigrato in Sudafrica da bambino, Norton era arrivato come tanti in California per il sogno della corsa all'oro, diventando persino un ricco imprenditore, finché un affare sbagliato l'aveva spedito sul lastrico. Era insomma solo l'ennesima vittima del sogno americano, almeno fino al giorno di quella bizzarra, cerimoniosa autoincoronazione. Imprevedibilmente, infatti, i cittadini gli danno corda: le tipografie stampano bond imperiali con la sua faccia (e i negozianti li accettano di buon grado); gli studi fotografici sfornano ritratti ufficiali da distribuire come cartoline; tutti parlano dei suoi editti imperiali in cui scioglie i partiti per corruzione, o propugna profeticamente il voto alle donne e i diritti civili per gli afroamericani. L'autoproclamato imperatore riesce persino a fermare un linciaggio razzista tra le strade di Chinatown (o almeno così tramandano le cronache, sempre più leggendarie). Quando nel 1880 muore collassando per strada in una pozzanghera, in tasca gli trovano pochi spiccioli, ma anche un telegramma dello zar Alessandro II che si complimenta per le sue imminenti nozze con la regina Vittoria. Forse è falso, forse no, ma poco importa: al suo funerale partecipano diecimila persone, e la città pullula di bandiere a mezz'asta. Sulla sua tomba, tuttora meta di pellegrinaggi, è scritto: Norton I, imperatore degli Stati Uniti d'America e protettore del Messico. Errico Buonanno racconta questa storia vera che sembra una fiaba, un grande apologo sul potere esplosivo della fantasia: quando tutto ci crolla intorno, è possibile comunque inventarsi un impero, e convincere il mondo intero a crederci.

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CARA GIULIA. QUELLO CHE HO IMPARATO DA MIA FIGLIA - Gino Cecchettin
MAG D 6441

Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società.
«Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».

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PSICOPOMPO - Amelie Nothomb
MAG C 10960

Lo psicopompo è una figura centrale in molte mitologie e religioni, è l'entità che accompagna le anime dalla vita alla morte o viceversa. Amélie Nothomb nel suo trentaduesimo romanzo – già selezionato per il Prix Littéraire "Le Monde" 2023 – ci racconta del suo amore per gli uccelli e per il loro volo, della sua infanzia errabonda al seguito del padre diplomatico, della violenza subita appena dodicenne sulla rinomata spiaggia di Cox's Bazar in Bangladesh, della difficoltà di elaborare il trauma, dell'anoressia come occasione di resurrezione, del potere salvifico della scrittura e della severa disciplina con cui vi si dedica.

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PICCOLI MIRACOLI E ALTRI TRADIMENTI - Valeria Parrella
MAG C 10919

“La misura del racconto è un piccolo miracolo, un luogo della letteratura dove ‘piccolo’ non diminuisce la quantità del miracolo ma la rende esatta. In questo libro di racconti, scritto da una lettrice di racconti, poi, ci sono altri piccoli miracoli, storie inventate e raccolte all’incrocio tra l’umano e il divino, in quel punto della strada, cioè, in cui le storie quotidiane appaiono eroiche, quelle eroiche sono naturali e il destino non è altro che una delle possibili variazioni del caso. Lì, a guardare bene, c’è un pantheon in attesa di essere colto: nelle città, nei bar, sulla spiaggia, tra le lenzuola e durante una partita di tennis. A svelare l’intersezione basta un tradimento, subìto o inferto, da sé e dall’altro; tradisce chi non riesce o non vuole aderire alle circostanze. Qui nessuno sta dove dovrebbe stare” (Valeria Parrella). Tradimenti che sono essi stessi miracoli, occasioni per fermarci un momento e cogliere l’opportunità di sfuggire a noi stessi oppure di esserlo più che mai, perché nessun modello narrativo come il racconto è in grado di regalarci illuminazioni, e nessuno ci riesce come Valeria Parrella.

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CAFÉ ROYAL - Marco Balzano
MAG C 10924

Via Marghera è una zona elegante e vivace di Milano, affacciata su un’infilata di negozi e boutique. Le giornate nel quartiere scivolano via in fretta: la gente cammina, corre o si ferma al Café Royal. Federico è un medico di base disilluso, che durante la seconda ondata della pandemia vorrebbe solo del tempo per sé; Serena combatte con il trascorrere degli anni e per non pensarci esce con le amiche a mangiare il sushi, mentre sua figlia Noemi diventa ogni giorno più bella, cinica e indipendente; Giuliano è un prete che sogna di tornare a fare il missionario in Africa; Ahmed è a Milano di passaggio e coglie l’occasione per provare a riallacciare i rapporti con Barbara… Un filo invisibile li lega l’uno all’altro e li rende protagonisti o semplici comparse della commedia umana che ogni giorno va in scena al Café Royal. La limpidezza dello sguardo di Marco Balzano illumina le vite dei suoi personaggi – diversissimi per età, carattere, professione, aspirazioni. Tutti loro però condividono una ferita, più o meno scoperta, da cui provano a spensierarsi. E così li osserviamo da vicino, quasi li spiamo, ci immedesimiamo e a volte facciamo persino il tifo. Fino a quando la serranda del bar cala lentamente come un sipario sulla via, sulle incertezze e le felicità che ci rendono umani. Dopo il successo di Resto qui e Quando tornerò, Marco Balzano continua a fare quello che gli riesce meglio: ci convoca, mostrandoci come siamo davvero.

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UNA NOTTE AL MUSEO RUSSO - Paolo Nori
MAG D 6446

«Ho cominciato a andare in Russia nel 1991, più di trenta anni fa e, in questi anni, credo di essere stato a Pietroburgo una ventina di volte. In questi venti viaggi sono stato forse tre volte in quello che, in occidente, è il più celebre dei musei russi, l’Ermitage, e più di venti volte, ventitré, credo, al Museo Russo. Non che mi dispiaccia, l’Ermitage, solo che, all’Ermitage, c’è l’arte occidentale, al Museo Russo c’è la più grande collezione al mondo di arte russa. E, fin dalla prima volta, ad attraversare le sale del Museo Russo mi è sembrato di leggere un libro di storia. Quando mi chiedono cosa ci dicono i romanzi di Dostoevskij sulla vita in Russia nell’Ottocento, a me vien da pensare che è vero, ci dicono molto, della vita in Russia nell’Ottocento, ma molto di più, mi sembra, ci dicono di noi, della nostra vita di adesso, del nostro coraggio e della nostra paura.»

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NAPULÈ. I MILLE COLORI DI PINO DANIELE - Fulvio Frezza
MAG C 10997

Una immaginaria narrazione raccolta con amore come se fosse l'esito di una lunga conversazione fatta davanti al camino dell'albergo che lo ospitava a Courmayeur prima dell'ultimo concerto nella notte del Capodanno 2015. Il romanzo di una vita che comincia in un piccolo e cadente basso della sua Napoli e che meglio di tante altre storie descrive questa città e il suo popolo così singolare, attraverso la sua famiglia, le amicizie, i primi successi, i suoi amori e la passione per Eduardo De Filippo che ne è stato in un certo senso la guida e l'esempio da seguire. Amori e passioni così forti da costringerlo anche ad allontanarsene per poter meglio sopravvivere alle bizze del suo cuore malato. Aveva sempre saputo che non sarebbe mai diventato o' vicchiariello ca chiagnenno aspietta 'a morte, eppure pensava di avere altro tempo. E se alla fine ha lasciato ancora qualcosa di irrisolto, qualcosa che anche dopo aver letto questo libro non avrete capito bene, non importa. Tanto lo sapete già. Quello che conta è o' sentimento.

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LA PRIGIONE - Georges Simenon
C 1586 754

Ad Alain Poitaud, direttore appena trentaduenne di un settimanale di enorme successo, bastano poche ore per smettere di essere l’uomo che è stato e «diventare un altro». Accade in una piovosa sera di ottobre, allorché, tornando a casa per cambiarsi in vista di una cena in compagnia della moglie Jacqueline e della piccola corte di cui è solito circondarsi, trova ad aspettarlo davanti al portone un ispettore della Polizia giudiziaria. Poco dopo, al Quai des Orfèvres, si sentirà dire che Jacqueline ha ucciso la sorella minore, Adrienne, con un colpo di pistola, chiudendosi poi in un mutismo assoluto. La stampa ci metterà poco a scoprire che con Adrienne, per parecchi anni, Alain è andato a letto regolarmente, e parlerà di «dramma della gelosia», ma lui – l’uomo cinico, superficiale, mondano, il donnaiolo incallito sempre pronto a fare dell’ironia – comincerà a chiedersi quale sia stato il vero motivo di quel gesto. E mentre la polizia conduce la sua indagine, si interrogherà su quella giovane donna accondiscendente e discreta (tanto che fin dall’inizio l’ha chiamata Micetta), che ha sposato quasi per gioco, che gli è sempre stata accanto senza chiedere niente – ma, soprattutto, in un crescendo di smarrimento e di angoscia, si interrogherà su se stesso.

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NONNE, SALVATE I BAMBINI - Francesca Piazzolla Vitobello
MAG C 10862

Questo romanzo postumo di Francesca Piazzolla Vitobello è un grande atto d'amore della sua famiglia che ha radice nel suo cuore e si irradia verso il prossimo, portando con sé il passato di una vita vissuta, per salvarla e tramandarla. Francesca, la protagonista del romanzo, appartiene alla generazione del "focolare", quella che ascoltava racconti, fiabe e leggende dalla voce degli anziani, ma che poi vive intensamente il suo tempo e intende la vita come missione, in sintonia con i suoi simili e con tutto il creato, spinta naturalmente ad abitare la storia, a partire dalla sua città, Barletta, ascoltandone ed esplorandone le periferie soprattutto umane. I bambini, l'età immacolata e beata della fanciullezza e specularmente gli anziani, i nonni, sono i termini che compendiano la delicatezza e la compostezza dell'anima in cui la scrittrice e poetessa placava e sublimava le sue ansie esistenziali.

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DOVE LA LUCE - Carmen Pellegrino
MAG C 11014

Roma, aprile 1987. Milo è un uomo che ha perso tutto per colpa di altri, devotissimo alla morte – che invoca ogni giorno, ma che non ha il coraggio di infliggersi – e costretto a vivere per strada. Federico Caffè è il Professore, figura ammantata di interrogativi destinati a non ricevere mai risposta. Il primo è un personaggio (forse) d’invenzione, il secondo un uomo realmente esistito, tra i protagonisti del dibattito politico ed economico degli anni ottanta e convinto sostenitore della necessità di assicurare alti livelli di occupazione e di protezione sociale ai ceti più deboli. La sua improvvisa scomparsa è un mistero rimasto tuttora irrisolto, il suo incontro con Milo è un nuovo enigma. Postiglione, febbraio 2023. Una voce narrante si fa carico della memoria della sua famiglia, ripercorre le fatiche e le gioie del debito d’amore che tutti abbiamo verso le nostre radici. Le vite di Milo e del Professore entrano così nella storia di una donna, di un paese, di un’intera generazione in lotta, divisa tra l’odio e la malinconia per un tempo che, forse, non tornerà più.

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L'INVENZIONE DELL'ITALIA MODERNA. LEOPARDI, MANZONI E ALTRE IMPRESE IDEALI PRIMA DELL'UNITÀ - Giulio Bollati
MAG C 11028

Cofondatore della casa editrice – alla quale giunse nel 1987, aggiungendo il proprio nome a quello di Paolo Boringhieri – Giulio Bollati fu un intellettuale raffinato e poliedrico. Il nucleo fondante del suo pensiero di saggista è l'analisi dell'Italia che si affaccia alla modernità, tra il 1750 e il 1860, alle soglie dell'Unità. Analizzando l'opera di autori centrali come Manzoni, Leopardi, Verri, Cattaneo e Alfieri, Bollati di fatto analizza la storia di una sconfitta: la sconfitta del pensiero illuminista in un paese, come il nostro, incapace di emanciparsi dall'antico, e che giunge impreparato alle sfide del moderno, con conseguenze di lunga durata. L'analisi acuta di Giulio Bollati, che scandaglia i grandi autori italiani di Sette e Ottocento per ricavare quel «carattere nazionale» del quale ancora siamo figli, è oggi più attuale che mai. La peculiarità italiana, l'inadeguatezza della nostra classe intellettuale, è ancora evidente. Nelle parole di Alfonso Berardinelli (che firma la bella prefazione del volume): «L'insistenza precoce e tenace sulla “diversità” e la “specificità” italiane ha impedito alla nostra cultura di entrare nella modernità senza remore e senza pregiudizi. Le Rivoluzioni, quella industriale inglese e quella politica francese, furono accolte come una minaccia all'identità di una tradizione italiana sentita come sublimità estetica e morale». Se qualcuno riconosce in queste parole l'Italia di oggi (nel 2024, cento anni dopo la nascita dell'autore), significa che Giulio Bollati aveva colto nel segno, e che il suo pensiero è degno di entrare nel novero dei classici senza tempo.

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UN GIORNO TUTTO QUESTO SARÀ TUO - Lidia Ravera
MAG C 11023

Seymour ha quindici anni e ama definirsi un adolescente disturbato. Niente social, non bullizza e non è bullizzato, non ha una squadra da tifare e neppure una ragazza da fotografare. In breve, non esegue nessuna delle figure di danza previste per la sua età. La sua attività principale è spiare l’agitarsi del mondo adulto attorno a lui. La sua passione unica è scrivere, per la precisione scrivere un capolavoro, possibilmente senza diventare uno scrittore come l’ingombrante padre settantenne, Giovanni Sartoris, “vanitoso, egocentrico e fasullo”, autore di successo, marito seriale per un totale di quattro figli spalmati su tre mogli. Tra i due non c’è intesa ma neppure scontro. Quanto alle donne della sua vita, Anna, la prima delle ex mogli di Giovanni, è la preferita di Seymour, anche se potrebbe essere sua nonna. La seconda, l’americana Alison, è la madre biologica, e Seymour non la sopporta. La terza, un’ex tossica di trentanove anni costretta su una sedia a rotelle, è per lui un curioso modello di eterna adolescente. Mentre osserva i suoi adulti di riferimento, Seymour percepisce gli scricchiolii sinistri di un mondo che si va sgretolando, sia nel concreto alternarsi di siccità e tempesta sia nell’astratto degradarsi delle relazioni fra uomini e donne e di uomini e donne con il successo, il mito che ha soppiantato ogni altra credenza o certezza. Quando Giovanni, il vincente per eccellenza, sarà travolto da una tempesta di accuse infamanti, Seymour si troverà a dover giocare una parte da protagonista. Dovrà capire e spiegare, accusare e perdonare. In una parola: crescere. Ma che sapore ha l’umana avventura del diventare grandi in questo mondo minacciato e stanco? Che cosa si può lasciare a chi verrà dopo di noi?

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LA BRIGANTE BAMBINA - Pino Aprile
MAG C 11022

«Io voglio un uomo solo. Voglio sceglierlo io. E dev'essere pieno di universi.» Luisa ha sedici anni, è vivace, appassionata, gran conoscitrice dei poteri delle erbe, atavicamente allergica al sopruso. Capelli folti, lunghi sulle spalle, occhi grandi color della terra bagnata, profondi come due pozzi, e una bocca rosso ciliegia che fi n dalla culla le ha dato in sorte il soprannome di Cerasella. Quando da ragazzina sta per sbocciare donna, l'invasione del Regno delle Due Sicilie da parte dell'esercito sabaudo per unificare l'Italia farà di lei una brigantessa, costretta dagli eventi a prendere le armi e la via del bosco, insieme al fratello e a un mite maestro, Antonio. Sarà la loro piccola banda a concepire il progetto di unire, sotto un unico comando e una sola strategia, tutte le formazioni sorte per contrastare l'occupazione militare. E sarà proprio lei, la più piccola di tutti, la Brigante Bambina, a guidare le peregrinazioni del gruppo in una terra devastata da un esercito invasore e da bande contrapposte, rivelando grandi doti di saggezza e di coraggio. Cosa non insolita, si vedrà, perché la guerra si farà tempo di emancipazione per molte donne: nella loro odissea fra formazioni di resistenti, i nostri incontreranno, alla testa di bande temibili, Michelina Di Cesare, la terribile Ciccilla e altre formidabili combattenti che la passione per i propri uomini e per la libertà ha portato a unirsi alla lotta. Con protagonisti che attraversano gli accadimenti di una storia per molti versi ancora misconosciuta, Pino Aprile dà vita all'epopea di un popolo e a un romanzo d'amore e libertà.

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TUTTO TROPPO COMPLICATO - Anna Premoli
MAG C 11026

Fiscalista tutto d'un pezzo di giorno e lettrice di gialli di notte, Violante ama il mistero, ma di solito se ne tiene ben alla larga. Eppure, durante una festa organizzata da un'amica nel suo appartamento in Brera, è proprio il mistero a trovare lei. Dopo l'incontro con Amedeo, irresistibile collega con cui c'è un'intesa istantanea su un terrazzo illuminato dalle luci di Milano, la serata prende una piega del tutto inaspettata: lo splendido quadro che avevano notato nel lussuoso appartamento di fronte – linee spezzate, colori accesi, forse un'opera futurista di Umberto Boccioni – svanisce nel nulla. Che qualcuno si sia introdotto furtivamente nell'appartamento e l'abbia trafugato proprio mentre erano persi nei loro discorsi? Violante non esita un secondo e decide di andare a controllare. Insieme ad Amedeo si intrufola nell'appartamento in cerca di indizi. Detective improvvisati per nulla abituati all'avventura, i due si lanciano in un'indagine che li condurrà a caccia di vecchie agende e quadri dimenticati. In una Milano di luci e ombre, arte e segreti, quello che è iniziato come un gioco potrebbe però nascondere insidie che Violante e Amedeo neanche immaginano... Saranno pronti a rischiare tutto, compreso il loro cuore? Un quadro scomparso, una coppia di detective dalla chimica irresistibile. Dalla penna di Anna Premoli, una commedia romantica piena di arte e mistero.

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I RICORDI DEGLI ALTRI - Violette D’Urso
MAG C 11025

Anna ha solo sei anni quando suo padre muore improvvisamente. Sta tornando da una gita scolastica e si aspetta di vederlo alla stazione, elegantissimo, ad attenderla. Così le aveva promesso. Ma lui non c'è. E da quel giorno la vita di Anna cambia per sempre. La bambina riempie il vuoto e l'assenza con le storie che le sono state raccontate e con la sua potente immaginazione. Ma questo lutto apre in lei una ferita che non può rimarginarsi. Quindici anni dopo, ormai ventenne, Anna si rende conto di non sapere quasi nulla dell'uomo che ha idealizzato come un eroe. Con i preziosi taccuini del padre come unica guida, raggiunge l'Italia, luogo dove lui era nato e aveva trascorso parte della sua esistenza. Vaga per i paesi e le città – Bologna, Roma, Napoli e Palermo –, incontra le persone che lo hanno conosciuto e ripercorre passo dopo passo la storia della sua famiglia. Ed ecco emergere, attraverso ricordi e racconti, le mille vite di quest'uomo morto troppo presto, alcune favolose e altre nere come l'inchiostro. Storico dell'arte, dandy, membro dell'alta società, prigioniero in Russia, coinvolto nella sinistra rivoluzionaria italiana: chi era suo padre? E quale segreto sconvolgente le ha impedito di conoscerlo davvero?

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L'ETÀ FRAGILE - Donatella Di Pietrantonio
MAG C 11033

Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia. Quella notte al Dente del Lupo c’erano tutti. I pastori dell’Appennino, i proprietari del campeggio, i cacciatori, i carabinieri. Tutti, tranne tre ragazze che non c’erano più.Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.

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FEDE, CULTURA E PELLEGRINAGGI TRA ATLANTICO E MEDITERRANEO. DA FINISTERRE A SANTA MARIA DI LEUCA DE FINIBUS TERRAE
AP C 695

Negli ultimi decenni i santuari sono stati al centro dell’interesse di studiosi di diversi settori non solo della storia religiosa, ma anche di quella sociale e politica, con particolare riguardo al ruolo delle istituzioni nella valorizzazione dei santuari, dei “cammini” e della fitta rete viaria percorsa dai pellegrini. In Puglia, in epoca medievale hanno avuto particolare importanza i santuari di San Michele sul Gargano, a partire dal V-VI secolo, e di San Nicola a Bari, dalla fine dell’XI. Del santuario di Santa Maria di Leuca, sul quale nella riunione di Monte Sant’Angelo si decise di puntare l’attenzione, si hanno notizie non prima del XIII secolo. Questi tre santuari sono ricordati in un portolano del XV secolo per esorcizzare il pericolo della navigazione per coloro che percorrevano il mare Adriatico.

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MERCANTI DI NOSTALGIA E MALINCONIA - Giovanni Sole
MAG B 3609

Nostalgia e malinconia da sempre costituiscono argomenti privilegiati per studiosi, artisti e letterati. In passato considerate le più terribili malattie dell’animo che portavano inevitabilmente alla morte, col tempo sono diventate stati d’animo benefici e persino strumenti di cura. Tra gli antichi era opinione unanime che la malinconia colpiva persone colte e ricche e la nostalgia quelle povere e ignoranti; oggi, invece, molti sono concordi nel dire che a soffrirne sia l’itera umanità. Sulle due patologie nel corso dei secoli si sono avanzate diverse teorie spesso strampalate, si è detto tutto e il suo contrario senza mai, tuttavia, riuscire a darne una definizione chiara: si ha l’impressione, a volte, cha siano frutto d’invenzione e fantasia e che sarebbe ormai tempo di interrogarsi su chi siano gli autori dei saggi, per quale motivo li abbiamo scritti e per chi. Burton, autore del più rilevante trattato sulla malinconia, nel Seicento affermava che gran parte delle opere stampate era composta da lavori di pura compilazione, saggi senz’arte e raccolte di insulsaggini. La preoccupazione degli scrittori, mossi da interesse e ansiosi di fama, era quella di riuscire a soddisfare i lettori che, purtroppo, non prestando attenzione a ciò che leggevano ma a chi scriveva, non valutavano il metallo ma lo stampo che vi era impresso.