STORIA |
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Le origini della pianificazione sovietica 1926-1929. Vol. 1: Agricoltura e industria - Edward Hallett Carr, Robert William Davies
MAG C 10682
Primo volume che Carr dedica alle origini della pianificazione sovietica, il presente libro, scritto in collaborazione con R.W. Davies, si concentra sugli anni decisivi per l'Unione Sovietica, quelli che, partendo dal 1926 e arrivando al 1929, portano alla collettivizzazione forzata dell'agricoltura e aprono una nuova fase della storia sovietica con l'insediamento di Stalin al potere. Dal complesso processo di collettivizzazione dell'agricoltura allo sviluppo dell'industria, Carr e Davies forniscono un'analisi accurata e puntuale, ma non meno vivace, di una trasformazione epocale che ha investito l'intero sistema agricolo e industriale sovietico. |
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TERRA INQUIETA. PER UN'ANTROPOLOGIA DELL'ERRANZA MERIDIONALE - Vito Teti
MAG C 11008
Un diagramma di linee che disegnano un paesaggio eterogeneo, instabile, irrequieto: tutto l’opposto dell’immobilismo piatto, senza tempo e senza rimedio con cui pensiamo il Sud e la Calabria. Vito Teti con questo suo libro ci porta dentro una narrazione del Mezzogiorno che si fa problematica, critica, si diffrange e trova tutte le sfumature di una vicenda impossibile da ridurre a una trama unica. L’inquietudine di cui parla il titolo è il sentimento dei luoghi complessi, in cui una cosa si dà insieme al suo contrario, in cui tutto è vero e falso a un tempo. Così il tempo ciclico del mondo contadino ritorna sempre uguale nei riti e nelle feste co-esiste e si co-definisce con il tempo lineare dei viaggi, dei commerci, degli scambi intellettuali e artistici. Così la catastrofe del terremoto e dello spopolamento diventano le linee di fuga paradossali verso la modernità e il futuro. La fuga è l’altro volto del radicamento, il restare, una scelta-necessità inseparabile dalle migrazioni: entrambi devono fare i conti con differenti esperienze di “spaesamenti”, che spingono alla ricerca di nuovo senso dei luoghi e a nuove norme di abitare il paese e il Mondo. Terra Inquieta è un capitolo fondamentale dell’indagine antropologica di Teti, sul proprio mondo di riferimento, di cui fanno parte il suo San Nicola da Crissa, scelto come metonimia per comprendere le comunità del Mezzogiorno e delle aree interne mediterranee, e il suo paese canadese aldilà dell’Oceano, la Toronto in cui la comunità sannicolese si è trasferita in massa a partire dagli anni ’50. Un libro e un autore che non smettono di viaggiare, di andare e tornare, dal paese al mondo, e tra un paese e l’altro. E ci insegnano la mobilità e l’inquietudine come strategia di comprensione e gestione del presente. |
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LE REGINE INGLESI. LE MAGNIFICHE SOVRANE CHE HANNO PRECEDUTO ELISABETTA II - Raffaella Ranise
MAG C 10907
Fin dall’epoca dei romani, l’Inghilterra è stata il paese delle regine. Le sovrane che hanno governato nella terra di Britannia, prima di Elisabetta II, sono dieci, alcune molto note, altre poco conosciute e trascurate nei libri di storia. Sono state bambine, spose spesso giovanissime, madri, ma soprattutto sono state persone che hanno governato, fatto scelte politiche, preso decisioni di pace o di guerra. Sono state regnanti fiere di un popolo che ancora oggi unisce il proprio destino a quello della monarchia. Questo libro attraversa le vicende delle protagoniste della Storia inglese a partire dal dominio romano sulla Britannia, e si conclude con il regno della regina Vittoria, che segna l’apice dell’Impero. Spiccano Boudicca, che sfidò i romani, Eleonora d’Aquitania, una delle figure femminili centrali del Medioevo, Maria, tristemente nota come la Sanguinaria, Elisabetta i e, naturalmente, la regina Vittoria. Il racconto di un’epoca e la narrazione dei fatti storici avanzano di pari passo con il ritratto più umano e intimo di queste regine, la cui fierezza, coraggio e desiderio di essere protagoniste del proprio tempo hanno lasciato un solco nella Storia. |
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L' ETÀ DEGLI IMPERI GLOBALI (1870-1945) - Tony Ballantyne; Antoinette Burton
MAG C 10892
L'imperialismo è stato una forza decisiva non solo per la politica internazionale, ma anche per le economie e le culture del mondo. Concentrandosi sui punti di forza in termini di modernizzazione e sulle catastrofiche conseguenze del potere imperiale, Tony Ballantyne e Antoinette Burton ricostruiscono la creazione e la disintegrazione delle forme dell'ordine mondiale tra il 1870 e il 1945. Elevando gli imperi britannico, giapponese e ottomano a casi di studio esemplari, i due storici evidenziano quali furono i sistemi di comunicazione, trasporto ed economia alla base della costruzione e del funzionamento del sistema mondiale degli imperi. Sottolineano come tali realtà fossero «regimi di pianificazione territoriale» volti a organizzare lo spazio geografico in territori distinti. I funzionari coloniali cercavano di gestire le usanze e gli stili di vita delle popolazioni indigene attraverso i militari, i missionari, nei luoghi di lavoro e all'interno delle famiglie, dovendo comunque fare i conti con le consuetudini locali preesistenti. Senza dubbio, i legami imperiali contribuirono alla contrazione del tempo e dello spazio su scala mondiale, ma le invasioni coloniali provocarono anche un'opposizione, che spesso si manifestava nei luoghi dell'attività quotidiana, dai campi e le fabbriche alle scuole e le prigioni. I territori colonizzati dettero vita a una varietà di forme di resistenza organizzata, con veri e propri movimenti nazionalisti che esplosero sulla scena globale tra le due guerre mondiali. Ballantyne e Burton dimostrano che gli imperi non furono qualcosa prodotto nelle capitali europee e implementato «là fuori». Al contrario, i sistemi imperiali, con le loro molteplici implicazioni politiche, economiche, razziali e di genere, estesero le loro propaggini in tutte le loro parti, dalle metropoli europee all'ultimo sperduto avamposto. |
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PIRATI, CORSARI E FILIBUSTIERI. TANTI CODICI, UN SOLO ONORE - Alain Blondy
MAG C 10890
Barbanera è senza dubbio il più famoso, Anne Bonny la più affascinante e Jack Sparrow il più sexy (e il meno reale!), ma cosa sappiamo veramente dei pirati? Sebbene sia storicamente provato che abbiano dominato i Caraibi nel XVIII secolo, le loro vicende non si riassumono certo in cliché dal sapore hollywoodiano. L'immagine egualitaria, persino libertaria, dei “signori del mare” che nei secoli successivi valse loro una simpatia non dissimulata ha tuttavia un suo fondamento storico, che consiste nel disprezzo delle leggi “borghesi” e ingiuste, nel gusto di rubare ai ricchi, nell'etica del codice d'onore. Fin dall'antichità il mondo marittimo è uno spazio dove vige la legge del più forte, dove la violenza e l'astuzia per raggiungere il proprio scopo sono legittimate. Presto però una forma di collaborazione si afferma tra questi banditi e il potere politico ed è così che si sviluppa la pirateria. A partire dal Medioevo è la volta della guerra di corsa e dei corsari, i famosi “pirati di stato” autorizzati a saccheggiare e attaccare le navi nemiche. Con le grandi scoperte geografiche incontriamo, soprattutto nei Caraibi, il filibustiere, sapiente mix tra il pirata e il corsaro. In questa grande, completa e unica sintesi, Alain Blondy ripercorre magistralmente le tracce di ammiragli e semplici mozzi evidenziando l'unicità di tale fenomeno storico. Attraverso razzie, attacchi navali e saccheggi, ci accompagna nelle epoche e tra i popoli, in un viaggio dal Mediterraneo all'oceano Pacifico, passando per i mari del Nord, che non finirà di stupire. |
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I VINTI DEL RISORGIMENTO. STORIA E STORIE DI CHI COMBATTÉ PER I BORBONE DI NAPOLI - Gigi Di Fiore
MAG C 10886
Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d'Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell'esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un'annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono "italianizzate": azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861 gli sconfitti, protagonisti di questa ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l'Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata. |
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VITA DI VIVIAN MAIER. LA STORIA SCONOSCIUTA DI UNA DONNA LIBERA - Ann Marks
MAG C 10902
Nella periferia di Los Angeles, il 17 luglio 1955, apriva per la prima volta i suoi cancelli Disneyland. Quasi trentamila persone si riversarono nei viali mai calpestati prima, un fiume in piena di bambini pronti a lasciarsi meravigliare. Lì, tra famiglie, figuranti e pupazzi, c'era Vivian Maier, una tata di origine francese da poco trasferitasi sulla West Coast in cerca di un nuovo incarico. La donna girovagava da sola tra la folla con una macchina fotografica in mano: dopo anni di scatti in bianco e nero, aveva deciso di passare al colore per immortalare gli attori travestiti da nativi americani e i castelli di cartapesta, per rendere giustizia a quell'atmosfera sognante e un po' finta. Ma conclusa la gita, quelle foto non furono viste da nessuno, come le altre decine di migliaia di immagini che Vivian Maier scattò e tenne nascoste agli occhi del mondo per decenni. La storia del loro ritrovamento è già leggendaria: montagne di rullini chiusi in scatole di cartone fino al 2007, quando per un caso fortunato John Maloof, il figlio di un rigattiere di Chicago, acquistò in blocco il contenuto di un box espropriato. All'interno trovò un archivio brulicante di autenticità e umanità, il patrimonio di una fotografa sconosciuta che in pochi anni sarebbe stata celebrata in tutto il mondo. Ma mentre le sue opere diventavano sempre più popolari, la sua biografia restava un segreto impenetrabile, perché Vivian aveva sepolto il suo talento con la stessa cura e riserbo con cui aveva protetto la sua vita. Adesso, grazie alla meticolosa ricerca investigativa di Ann Marks, che ha avuto accesso a documenti personali e fonti di primissima mano, quelle vicende personali finora oscure vengono sottratte all'oblio, al mistero e alla leggenda. "Vita di Vivian Maier" rivela in tutta la sua complessità la storia di una donna fuggita da una famiglia disfunzionale, fra illegittimità, abuso di sostanze, violenza e malattia mentale, per poter finalmente vivere alle sue condizioni. Nessuno, neanche le famiglie presso cui prestava servizio, aveva idea che quella bambinaia di provincia nascondesse uno dei maggiori talenti fotografici del periodo, in grado di ritrarre le disparità e le ingiustizie degli Stati Uniti del boom economico, le persone comuni, i bambini, la semplice vita urbana. In questo, che trabocca di foto (anche inedite), l'opera e la vita finalmente si intrecciano in un'unica storia: il ritratto che emerge è quello di una sopravvissuta, fiduciosa nel suo talento nonostante le sfide della malattia mentale, una donna socialmente consapevole, straordinariamente complessa e soprattutto libera. |
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IL DUCA. VITA AVVENTUROSA E GRANDI IMPRESE DI FEDERICO DA MONTEFELTRO - Duccio Balestracci
MAG C 10933
In tutte le raffigurazioni è l'uomo dalla faccia dimezzata, da quando, nemmeno trentenne, un occhio e la radice del naso li aveva perduti per un colpo di lancia ricevuto durante una giostra. Nella storia del Rinascimento italiano, Federico da Montefeltro, duca di Urbino, è il più stimato e strapagato condottiero, circondato dalla fama di non aver perso (quasi) mai una battaglia. Intelligente, coltissimo, ottimo stratega, bravo statista, abile diplomatico, scaltro (ma sempre elegante) curatore dei propri interessi, assieme al suo grande amore, la giovanissima e affascinante seconda moglie Battista Sforza, Federico riuscì a trasformare la corte del Montefeltro in uno dei centri della cultura e della politica italiane: a lui si deve la facies urbanistica e architettonica di Urbino, è lui che riesce a coinvolgere nel suo progetto culturale artisti e architetti come Piero della Francesca o Francesco di Giorgio Martini. Ma come ogni vita avventurosa che si rispetti, anche quella di Federico fu costellata da intrighi e misteri mai del tutto risolti: come riuscì da figlio ‘bastardo' a impadronirsi del potere? Che ruolo ebbe nella famosa "congiura dei Pazzi"? |
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IDENTITÀ UCRAINA. STORIA DEL MOVIMENTO NAZIONALE DAL 1800 A OGGI - Simone Attilio Bellezza
MAG C 10932
L’Ucraina è stata a lungo un territorio conteso tra imperi potenti e in concorrenza tra loro. Eppure, a partire dall’Ottocento si è sviluppata una coscienza nazionale che, dopo il 1989, ha dato senso e identità al nuovo stato indipendente. Dopo le prime teorizzazioni, sarà il fallimento della rivoluzione nazionale del 1917 ad aprire le porte da un lato al patriottismo sovietico elaborato dai bolscevichi e dall’altro a un nazionalismo ucraino della diaspora che nel periodo tra la due guerre si avvicina progressivamente al fascismo e al nazismo. Dopo la Seconda guerra mondiale, l’emigrazione negli Stati Uniti e in Canada costituirà una comunità coesa e influente, capace di svolgere un ruolo significativo quando, con la caduta dell’URSS, nascerà per la prima volta uno stato ucraino indipendente. Proprio a partire da allora, nel 1991, il debole senso di appartenenza nazionale si rafforzerà in parallelo al processo di democratizzazione ed europeizzazione, accentuato dal crescente antagonismo con la Russia putiniana. |
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STORIA DELLA MEDICINA DEL LAVORO. DA BERNARDINO RAMAZZINI A SALVATORE MAUGERI - Giorgio Cosmacini
MAG C 10891
L'autore ripercorre la nascita di una disciplina fondamentale per comprendere la società. All'inizio del Settecento, Bernardino Ramazzini, celebre medico e accademico emiliano, dà alle stampe un testo destinato a cambiare il rapporto tra medicina e politica della salute: il "De morbis artificum diatriba". Seguendo un'intuizione originaria di Ippocrate, Ramazzini considera salute e lavoro due elementi inscindibili: ogni diagnosi deve passare per la conoscenza approfondita delle mansioni quotidiane del paziente. Così, con approccio preilluminista, entrando nelle case e nelle botteghe, Ramazzini inizia a studiare le condizioni di vita e lo svilupparsi di patologie in oltre cinquanta tipi differenti di lavoratori. È la nascita della medicina del lavoro. Già sul finire del XVII secolo, del resto, si era arrivati all'idea che l'aver cura della salute dei lavoratori non implicava soltanto benefici 'ad personam', ma era utile ad societatem. La forza lavoro, motore imprescindibile del nuovo sistema produttivo industriale, andava tutelata. Le classi più povere, che per secoli erano state ignorate dalla medicina in nome di un pregiudizio aristocratico, irrompono nelle aule accademiche, diventano oggetto di studio. La medicina del lavoro emerge dal mero ambito tecnico, entrando in un chiaroscuro di scontro e incontro politico e filosofico. Dalla teorizzazione dei concetti di "igiene pubblica" e "medicina preventiva", alla fondazione della Clinica del Lavoro voluta da Luigi Devoto, fino ai fondamentali progressi apportati da Salvatore Maugeri - che tra i primi parlò del bisogno di un percorso riabilitativo per i lavoratori che hanno subito infortuni -, Giorgio Cosmacini ricostruisce il percorso di una disciplina angolare dello stato moderno. Ne indaga i presupposti filosofici e ne ripercorre la storia, fatta di medici visionari e accademici reazionari, di "padroni" tutelati e lavoratori debilitati, restituendoci l'affascinante storia del rapporto indissolubile tra salute e lavoro. |
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IL MARE CHE CORROMPE. PER UNA STORIA DEL MEDITERRANEO DALL'ETÀ DEL FERRO ALL'ETÀ MODERNA - Peregrine Horden; Nicholas Purcell
MAG C 10955
Secondo la mitologia antica, nell'Età dell'oro non esistevano né la navigazione né il commercio. Fu la leggendaria nave Argo a solcare per la prima volta il mare, dando inizio alla corruzione dell'uomo. Sin dall'antichità, sono frequenti le rappresentazioni del mare come fonte di ricchezza e quindi di tentazione. Eppure, come suggeriscono Peregrine Horden e Nicholas Purcell, è proprio la mobilità marittima a essere il più grande elemento di continuità nella storia mediterranea: ciò che permise all'uomo di far fronte ai rischi dell'isolamento geografico e dell'instabilità climatica, ambientale e produttiva. Dopo i lavori di Fernand Braudel, "The Corrupting Sea" è stato il primo studio ad affrontare il rapporto fra uomo e ambiente nella regione del Mediterraneo nell'arco di circa tremila anni. A oltre venti anni dalla sua pubblicazione originale, questa edizione italiana, corredata di una nuova introduzione degli autori, sottolinea la dimensione ecologica e il ruolo della connettività nella storia mediterranea, testimoniando la lungimiranza e attualità del modello interpretativo di Horden e Purcell. |
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LA MASSONERIA ITALIANA. DALLE ORIGINI AL NUOVO MILLENNIO - Luca G. Manenti
MAG C 11001
Sorta in Italia nel primo Settecento, la massoneria non ha mai smesso di partecipare alle vicende politiche e intellettuali della penisola, di volta in volta da protagonista o nei panni di attore discreto. Rispettosa dei poteri costituiti, ma ribelle a qualsiasi sistema liberticida, essa ha funzionato, per generazioni di individui desiderosi di intraprendere la via iniziatica, da laboratorio culturale, collante organizzativo, metodo di raffinamento. Il volume ne ripercorre la storia dalle origini al XXI secolo sulla scorta di un'ampia selezione di documenti, con l'intenzione di sfatare i miti negativi e positivi che la riguardano e approfondire, con rigore scientifico, i molteplici aspetti di un'istituzione che ha contribuito a scrivere la biografia del paese. |
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LE VITE. UN RACCONTO PROVINCIALE DELL’ARTE ITALIANA - Luca Beatrice
MAG C 11003
Critico e curatore eclettico, rabdomante eterodosso, da anni Luca Beatrice racconta il mondo dell’arte come luogo di scambio simbolico ma anche come teatro di accesi conflitti. Rimettendo al centro del discorso critico i legami tra personalità artistiche e contesto storico-culturale, tra riflessione ed esecuzione, spinge a rivalutare le tante realtà della penisola e la loro capacità di esprimere e interpretare interi universi di senso. Nel confronto con venerati maestri e picareschi compagni, artisti le cui poetiche si traducono in pratiche quotidiane, attraversa i decenni che vanno dal boom economico alle atmosfere cupe degli anni settanta, dal fermento della Transavanguardia e del punk agli anni novanta, che individua come «l’ultimo momento in cui si poteva identificare un’arte italiana», fino ai giorni nostri. Dai prodromi dell’Arte Povera alle ultime sperimentazioni del contemporaneo, si susseguono le vite, tra gli altri, di Giulio Turcato, Carla Accardi, Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Carol Rama, Emilio Isgrò, Maria Lai, Salvo, Antonio Trotta, Sandro Chia, Corrado Levi, Marco Lodola, Maurizio Cattelan, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli. Al controcanone accedono anche personaggi che a vario titolo hanno rivoluzionato il modo di concepire e narrare l’arte, da Umberto Allemandi a Giancarlo Politi, da Francesco Bonami a Roberto D’Agostino. Tra aneddoti, curiosità e qualche cattiveria, divagazioni e note critiche, un viaggio nel tempo e nello spazio, un’incursione negli studi d’artista e nelle osterie dove scambiare idee e materiali, alla ricerca di quell’«Italia senza centro, non unitaria ma molteplice, attraversata da una lingua fresca, croccante, vibrante, contro quella di plastica della globalizzazione». |
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SECRETUM. PAPI, GUERRE, SPIE: I MISTERI DELL'ARCHIVIO VATICANO SVELATI DAL PREFETTO CHE LO GUIDA DA UN QUARTO DI SECOLO - Massimo Franco
MAG C 10925
Monsignor Sergio Pagano è uno degli uomini meno conosciuti ma più potenti e rispettati del Vaticano. Prefetto dell’ex Archivio Segreto Vaticano dal 1997, questo vescovo conosce a fondo verità e misteri di quello che è stato definito «la centrale dell’intelligence d’Europa», con milioni di documenti accumulati e custoditi nei suoi locali fin dal 1611, anno della fondazione. Per la prima volta, quest’uomo riservato e colto svela in un libro intervista a Massimo Franco una parte dei segreti racchiusi nel «bunker», il deposito sotterraneo lungo 86 chilometri lineari che ospita i documenti più riservati, visitato in esclusiva dall’autore per questo libro. Ne emerge una rilettura inedita e spiazzante di alcuni passaggi storici fondamentali. Dalle carte del processo a Galileo, ai silenzi di Pio XII sulla Shoah: temi cruciali che Pagano ha avuto il compito di studiare e rendere pubblici. E ancora, dalla razzia degli Archivi Vaticani da parte delle truppe di Napoleone, che li trasferì a Parigi, alla rete di spie papali a caccia dei «modernisti»; dal ruolo dell’America e dei suoi dollari nei conclavi del passato, al rapporto tormentato con la Cina comunista. |
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LA NOSTRA GUERRA 1940-1945. L'ITALIA AL FRONTE TRA BUGIE E VERITÀ - Arrigo Petacco
MAG C 10903
Puntando l'accento sulle rivelazioni e sulle revisioni storiche degli ultimi anni, Arrigo Petacco offre il resoconto, senza sconti per nessuno, di quel drammatico quinquennio di guerra, in cui i protagonisti furono i popoli e gli eserciti, e la loro grande tragedia umana. |
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LE ISOLE DEL RIFUGIO. VENEZIA PRIMA DI VENEZIA - Stefano Gasparri; Sauro Gelichi
MAG C 10941
Venezia prima di Venezia è l’arcipelago dalle tante isole sulle quali, secondo il mito di fondazione di una delle pochissime città nate durante il medioevo, avrebbero trovato rifugio le popolazioni in fuga dai barbari. Ma la realtà storica è diversa dal mito. All’inizio del medioevo si formò lentamente nella laguna veneta un centro urbano, prima chiamato Rialto e poi Venezia. Un piccolo insediamento lagunare dell’alto Adriatico, erede di una vasta regione dell’impero romano, la Venetia et Histria, che un tempo si estendeva dall’Istria al fiume Adda. Il libro ricostruisce lo sviluppo del ducato veneziano nel corso dei secoli VI-VIII a partire dalle strutture militari bizantine, in un rapporto dinamico sia con i poteri di terraferma (il regno longobardo e poi l’impero carolingio), sia con quelli con base in Oriente e sul mare (Bisanzio, e poi gli Slavi e i Saraceni). Si formò così una comunità politica che nel corso dei secoli IX e X seppe creare le basi per la sua straordinaria crescita commerciale nel Mediterraneo. Il libro mostra anche il volto materiale della nuova città: le case, le chiese, gli edifici del potere pubblico e religioso. Una città che era quasi esclusivamente di legno, con pochi edifici in mattone e pietra, e che – per quanto costruita sull’acqua – di acqua era povera. Così come aveva bisogno di terra e perciò di bonifiche per stare all’asciutto e per allargare lo spazio abitabile. Non meno importante è la descrizione delle traiettorie degli altri insediamenti ‘perdenti’ della laguna – Metamauco, Torcello, Equilo, Cittanova – in un momento in cui la competizione all’interno della laguna non aveva ancora decretato un vincitore. |
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MAMELI. UN GRANDE ROMANZO STORICO SULL'INNO CHE FECE L'ITALIA - Giulio Leoni
MAG C 10994
Negli anni del primo Risorgimento, densi di sogni e di lotta per un’Italia unita, il giovane Goffredo Mameli è il brillante e affascinante rampollo di una famiglia genovese, con una spiccata attitudine per la poesia. Grazie all’amico Nino Bixio entra presto in contatto con i movimenti libertari che, sull’esempio di Mazzini, si stanno organizzando per cacciare gli austriaci dalla penisola. Intanto inizia la sua prima grande storia d’amore, purtroppo ostacolata dalla famiglia della ragazza e destinata a concludersi tragicamente. Dalle prime rischiose manifestazioni per l’unità agli scontri durante le Cinque Giornate di Milano, fino alla difesa della Repubblica Romana e alla morte gloriosa sul colle del Gianicolo: in questo nuovo e avvincente romanzo, liberamente ispirato ai fatti storici, Giulio Leoni ripercorre la vita dell’uomo che con il suo Canto degli italiani, oggi nostro inno nazionale, unì l’Italia “di voce in voce”, mettendo in luce sia le tappe fondamentali della sua azione pubblica, sia gli aspetti meno conosciuti e spesso dolorosi della sua straordinaria vicenda umana. Un’esistenza durata davvero troppo poco, ma nella quale brillarono l’amore, il coraggio e la temerarietà della giovinezza, l’affetto per gli amici, l’impeto interiore della poesia e il desiderio di una patria libera e unita, che lo resero l’indimenticato combattente al seguito dei volontari di Garibaldi. |
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LA BIBLIOTECA SCOMPARSA - Luciano Canfora
MAG D 6443
La leggendaria biblioteca di Alessandria, con i suoi 700.000 rotoli di papiro, fu l’orgoglio della dinastia dei Tolomei, custodi dell’immenso patrimonio letterario, filosofico, scientifico, religioso greco ed egizio. L’ambizione era quella di «raccogliere ad Alessandria i libri di tutti i popoli della terra», chiedendo a sovrani stranieri di inviare le opere dei loro autori, ordinando ai copisti di riprodurre i papiri trovati sulle navi che facevano scalo ad Alessandria, traducendo in greco le opere straniere. Ma la fama della biblioteca è dovuta, oltre che alla sua sterminata collezione, alle leggende che circolarono sin dall’antichità intorno alla sua distruzione. Fu davvero Cesare, nel 48 a.C., a ridurre in cenere la biblioteca; oppure fu il califfo Omar, nel 640 d.C., in seguito alla conquista della città? Attraverso i documenti e le labili tracce del passato remoto Canfora conduce il lettore dentro l’officina del filologo scoprendo le passioni umane dietro enigmi che sembrano semplicemente sepolti dalle rovine delle piramidi del tempo. |
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POMPEI. LA CITTÀ INCANTATA - Gabriel Zuchtriegel
MAG C 10917
Ogni giorno Gabriel Zuchtriegel passeggia per i vicoli dell’antica città di Pompei, distrutta e sepolta viva in meno di due giorni nel 79 d.C. Sopralluoghi, scavi, progetti di restauro e di accessibilità lo portano a contatto con la fragilità di un sito unico al mondo, con la bellezza dell’arte antica e con la caducità della vita umana. Di fronte ai calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, ma anche alla scultura di un bambino pescatore dormiente che gli ricorda suo figlio, si pone la domanda: “Cosa c’entra con noi Pompei? Che ha da dirci l’antico oggi?”. Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico, conduce i lettori in un viaggio attraverso i secoli in una città incantata, dove magicamente si mescolano passato e presente. Un viaggio fatto di scoperte, dai primi scavi settecenteschi fino ai ritrovamenti più recenti, che gettano nuova luce sulla vita degli schiavi e dei poveri nella città e nel suo territorio. L’autore ripercorre la storia dell’archeologia moderna, intrinsecamente legata a quella di Pompei, che in principio si interessa quasi esclusivamente delle opere d’arte estratte dal suolo, per poi scoprire man mano che il vero tesoro tramandatoci dalle ceneri del Vesuvio comprende molto di più: antichi rituali, culti misterici, trasgressioni ed erotismo, la storia sociale e culturale di una civiltà, le sue ossessioni e speranze. Temi che sono strettamente intrecciati con il nostro presente e con la biografia di ciascuno di noi, come Zuchtriegel dimostra parlando anche delle sue esperienze personali e professionali, senza omettere dubbi e difficoltà incontrate durante un percorso che lo ha portato da un piccolo paese nella Germania del Sud al sito archeologico più famoso del mondo. |
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STORIA DELLA MUSICA CLASSICA. IL RACCONTO DI UN'AVVENTURA STRAORDINARIA DAL MEDIOEVO A SPOTIFY - Nicola Campogrande
MAG C 10930
Anche quando non ne sappiamo nulla, la musica classica ci colpisce perché ci mette in contatto con la bellezza e lo struggimento, con la gioia e la melanconia, con lo stupore e con la potenza delle nostre emozioni. Ma conoscerne la storia, il contesto, le radici arricchisce la nostra fruizione di altre dimensioni, rendendola più articolata e consapevole, più ricca, più intensa, più profonda. Sapere come nasce e come evolve una forma musicale, capire perché una partitura segue la grammatica di un’epoca o come la sovverte, distinguere una tecnica dall’altra, uno stile dall’altro, un linguaggio da un altro linguaggio, ci consente di mettere in relazione un compositore e le sue opere con lo spirito del suo tempo, con gli echi del passato, con gli stimoli che provengono dal futuro. Dal canto gregoriano alla musica elettronica, da Monteverdi a Philip Glass, passando da Bach e Beethoven, Mozart e Schubert, Verdi, Wagner, Stravinskij, Nicola Campogrande traccia una parabola che dall’Alto Medioevo conduce ai nostri giorni, offrendoci una chiave di lettura non specialistica, nutrita di presente, viva. E poiché la musica non è niente senza la possibilità di farne esperienza, compone, grazie a semplici qr code che affiancano i brani di cui parla, uno straordinario mosaico di ascolti, che non si limita ad accompagnare la lettura ma ne è il vero, glorioso protagonista. |
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PULCINELLA E IL PERSONAGGIO DEL NAPOLETANO IN COMMEDIA - Benedetto Croce
MAG C 10898
Chi è Pulcinella? Chi lo ha inventato? Come si è evoluto nel tempo? Poche figure sono simboliche per una città quanto per Napoli è "Policinella", subito riconoscibile con la sua mezza maschera nera, il camiciotto bianco e il berrettone a punta. Benedetto Croce, abruzzese di nascita ma napoletano d'adozione, nel 1896 dedicò questo saggio alla maschera di Acerra, per contestualizzare storicamente le sue caratteristiche, la sua origine e la sua evoluzione. Frutto di una ricerca minuziosa nella letteratura dal XVII secolo a oggi, "Pulcinella" è un ulteriore atto d'amore per Napoli da parte del filosofo di Pescasseroli. La seconda parte è dedicata alla rappresentazione dei napoletani nella tradizione teatrale italiana. |
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MONUMENTI SEPOLCRALI IN TERRA DI BARI ( XIV-XV SECOLO) - Maria Cristina Rossi
AP A 473
Con questo volume, il settino, della Collana Aufidus, la Fondazione Archeologica Canosina, d’intesa con la casa editrice Edipuglia, diventa promotrice della Collana, che assume il compito di raccogliere studi e testi di archeologia, arte, architettura storia del territorio antico di Canosa e della Valle dell’Ofanto. |
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GERMANICO - Valerio Massimo Manfredi
MAG C 10980
Mai era accaduto prima nella storia di Roma che due giovani dell'aristocrazia si amassero in modo così incondizionato. Dal momento in cui, giovanissimi, si riconosceranno come spiriti affini, Germanico e Agrippina non si separeranno più. Il vincolo che li unisce, del resto, è il coronamento di una grande passione, non certo un impegno formale determinato da convenienze politiche. Quando il giovane comandante è chiamato a guidare le otto legioni stanziate lungo il fiume Reno per riscattare il nome dell'Impero dopo la disfatta di Teutoburgo, Agrippina decide di seguirlo in Germania. Nonostante sia incinta, partecipa da protagonista alla vita dell'accampamento, rivelando presto un ascendente sui soldati superiore persino a quello del marito. Fieri, impavidi, volitivi, entrambi sembrano dei predestinati: se Germanico, figlio del valoroso comandante Druso, è l'uomo più indicato a succedere al vecchio imperatore Augusto, di cui è il pupillo, Agrippina, figlia di Marco Vipsanio Agrippa, l'eroe di Azio, ma soprattutto nipote di Augusto, rappresenta l'esempio più fulgido della matrona romana. Eppure, alla morte di Augusto per loro le cose si mettono male. Nel testamento l'imperatore ha designato il figliastro Tiberio come suo successore. Livia, sua madre – avversaria di Agrippina –, che ha sempre agito perché il marito favorisse il figlio Tiberio, detiene adesso un potere illimitato. Amati dalla gente e dai soldati così come temuti dal potere, Germanico e Agrippina accetteranno con spavalda consapevolezza il loro destino. Anni dopo la loro morte, sarà il centurione Quinto Sergio Sabino – un leale servitore dello Stato che ha avuto la ventura di essere testimone delle loro gesta – a raccontare nelle sue memorie chi furono l'imperatore mancato e la sua sposa guerriera, e in che modo Tiberio e Livia si accanirono su di loro. |
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LA DITTATURA. DALLE ORIGINI DELL'IDEA MODERNA DI SOVRANITÀ ALLA LOTTA DI CLASSE PROLETARIA - Carl Schmitt
MAG C 10987
In questo libro, pubblicato nel 1921, Carl Schmitt mette a punto l'aspetto decisionistico del suo pensiero affrontando il nesso fra politica e diritto, fra eccezione e norma. La dittatura è infatti un istituto giuridico che mostra apertamente la sua origine politica, tanto come dittatura commissaria, in cui il dittatore ha come obiettivo la difesa extralegale di un ordinamento minacciato, quanto come dittatura sovrana, in cui il dittatore costruisce un ordine nuovo sulle macerie di un ordine distrutto. In questa seconda accezione, che equivale al potere costituente, si rivela il cuore del decisionismo. Muovendo dall'analisi della prassi dei commissari governativi fino al Settecento e della dittatura di Cromwell e del giacobinismo, Schmitt giunge a trattare il celebre articolo 48 della Costituzione di Weimar sullo stato d'emergenza, per accostarsi infine alla rivoluzione russa guidata da Lenin come a una dittatura sovrana. La presentazione di Carlo Galli contestualizza l'opera nella produzione dell'autore, mostrandone anche i tratti di tenace contemporaneità. |
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L'ARTE DELLA SCOPERTA. SCAVARE NEL PASSATO NELL'EUROPA DEL RINASCIMENTO - Maren Elisabeth Schwab; Anthony Grafton
MAG C 10961
Agli albori del XV secolo, in un'abbazia benedettina di Padova, fu rinvenuta una teca contenente i resti mortali dello storico romano Tito Livio. La scoperta fu accolta con lo stesso entusiasmo riservato alle reliquie di un santo cristiano e servì a stabilire una serie di modelli e pratiche rivelatisi durevoli. Il volume racconta le storie degli antiquari rinascimentali, i quali trasformarono i resti materiali del mondo antico in fonte d'ispirazione per studiosi e artisti, esempi per le decorazioni di palazzi e chiese, oggetti di culto e luoghi di pellegrinaggio. Gli autori accompagnano il lettore all'interno di scantinati, caverne e cisterne, spiegando come venivano intrapresi gli scavi e facendo luce sui metodi che gli antiquari – nonché gli alchimisti e gli artigiani da loro consultati – utilizzavano per interpretare le loro scoperte. Ne emerge non tanto una storia delle origini dell'archeologia moderna o della storia dell'arte, quanto un resoconto del modo in cui le abilità artigianali e le competenze tecniche dell'Età moderna furono utilizzate per creare nuove conoscenze sul passato e ispirare nuove forme di arte, erudizione e devozione nel presente. |
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FILOSOFIA MEDIEVALE. STORIE, OPERE E CONCETTI. I SAPERI FONDAMENTALI CHE HANNO PLASMATO LA SOCIETÀ OCCIDENTALE - Pasquale Vitale
MAG C 10968
La filosofia medievale è una miniera in cui sono custoditi i concetti e i saperi fondamentali che hanno plasmato la civiltà occidentale. Troppe volte, tuttavia, lo studio delle sue opere è stato ridotto a una serie di vuoti e sterili tecnicismi, che allontanano i lettori da ogni curiosità intellettuale. Il libro, proprio per questo, ripercorre l’affascinante vicenda del pensiero medievale attraverso lo storytelling, i romanzi, l’analisi dei classici, la pratica filosofica e le incursioni nella letteratura e nell’arte degli autori più noti e meno noti, con una particolare attenzione per i cosiddetti “eretici” (come Abelardo e gli averroisti e gli occamisti, Pietro d’Abano), con il fine di mostrare come il luogo comune di un Medioevo solo teologico sia quantomeno riduttivo e limitante. In questa prospettiva si colloca anche lo spazio riservato al Giappone medievale e alle figure di due grandi innovatori della tradizione buddhista: Dogen e Nichiren. Il saggio sarà introdotto, sulla scia di Onfray, da storie di vita appassionanti, intrecciate indissolubilmente alle opere che ne hanno segnato la memoria nei secoli. Prefazione di Mariangela Ielo. |
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IL LAVORO. DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALLA TRANSIZIONE DIGITALE - Guido Cavalca, Enzo Mingione; Enrico Pugliese
MAG C 10951
Negli ultimi anni si sono registrate radicali e rapide trasformazioni del lavoro legate al procedere della rivoluzione digitale e alla riconfigurazione della globalizzazione. Il libro, alla sua terza edizione, analizza questi cambiamenti e propone le coordinate per lo studio delle nuove tensioni sociali nel mercato e nell'organizzazione del lavoro, in un quadro di crescenti diseguaglianze, mestieri e professioni in estinzione e nuove attività in sviluppo. In chiave storica e comparativa si affrontano tematiche classiche quali la divisione del lavoro, il taylorismo e le condizioni di lavoro nelle fabbriche fordiste, l'evoluzione dei sistemi di protezione sociale, le nuove forme di disoccupazione e lavoro precario, il sindacato e il conflitto industriale. Il volume – avvalendosi di aggiornamenti statistici sull'occupazione in Italia e in Europa, con particolare attenzione ai giovani e alle donne – approfondisce i processi legati alle migrazioni internazionali, alle forme più accentuate di sfruttamento del lavoro, non solo in agricoltura e nell'industria, ma anche nei servizi e nell'economia di piattaforma. |
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«VISSERO I BOSCHI UN DÌ». LA VITA CULTURALE DEGLI ALBERI NELLA ROMA ANTICA - Mario Lentano
MAG C 10953
Dalle querce che hanno partorito i primi esseri umani al fico cui sono legate le sorti di Roma, dal pioppo che annuncia la futura grandezza di Virgilio ai due mirti che fioriscono insieme con le fortune politiche di patrizi e plebei, dai platani che bevono vino ai prugni che commettono adulterio, dalle metamorfosi vegetali al dibattito sull'anima delle piante: gli alberi occupano nell'immaginario dei Romani una posizione di grande rilievo, che investe il diritto e la religione, il mito e la tecnica, il pensiero filosofico e le dottrine scientifiche. Mentre le correnti più avanzate dell'antropologia e dell'ecologia contemporanea puntano a riscrivere il paradigma dell'interazione tra uomo e pianta elaborato dalla modernità occidentale, il libro esplora in un viaggio affascinante e ricco di sorprese le molteplici forme assunte da questa interazione nell'orizzonte intellettuale e nelle pratiche simboliche della cultura romana. |
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FRA CIELO E TERRA. GERUSALEMME E L'OCCIDENTE MEDIEVALE - Antonio Musarra
MAG C 10954
Cuore sacrale delle principali religioni monoteiste, cantata da salmisti e profeti, Gerusalemme vive da sempre una dicotomia. Sospesa fra Cielo e Terra, possiede due volti, spirituale e materiale, in perenne dialettica tra loro. Ciò, a maggior ragione, in quel Medioevo latino-germanico che fece della città il fulcro della propria concezione del mondo. L'Europa cristiana guardava alla Città Santa come alla propria meta ideale. Chierici, pellegrini, crociati, intellettuali e artisti, nobili e popolani, manifestavano il desiderio di andarci se non d'appropriarsene con la forza. Altri, invece, preferivano esaltarne il carattere spirituale. Nel tempo, tale tensione avrebbe dato adito al tentativo di traslarne in Occidente la sacralità attraverso l'erezione di santuari ad instar Sepulchri o la ricerca di reliquie eminenti. Il libro esplora la storia di Gerusalemme nei secoli medievali, con particolare riguardo alle sue molteplici dimensioni e al ruolo rivestito nei quadri culturali dell'Occidente medievale. |
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LE INTRUSE. DALLE AULE DI OXFORD AI CONFINI DELLA CIVILTÀ: STORIE DI DONNE CHE VOLEVANO SCOPRIRE IL MONDO - Frances Larson
MAG C 10904
All'inizio del Novecento cinque donne accedono alla facoltà di Antropologia di Oxford con l'intenzione di fare ciò che normalmente era riservato agli uomini: viaggiare e fare ricerche sul campo per studiare le culture primitive. Tra molte difficoltà e altrettanto scetticismo, tutte lasciano l'Inghilterra e partono verso l'ignoto: Katherine Routledge si sposta tra l'Africa orientale e l'Isola di Pasqua, per studiarne i popoli in rivolta; Winifred Blackman verso sperduti villaggi lungo il Nilo; Barbara Freire-Marreco si stabilisce tra i pueblos del New Mexico e dell'Arizona; Beatrice Blackwood nei territori inesplorati della Nuova Guinea e Maria Czaplicka si avventura nelle sterminate terre siberiane. A migliaia di chilometri da casa e tra le "selvagge tribù", le studiose sperimentano libertà inaspettate, lontane dalle costrizioni del mondo occidentale, dove essere una donna, specialmente se benestante, significava accontentarsi di fare figli e custodire la casa, lasciando agli uomini gli onori del mondo. E infatti, conclusi i loro viaggi di studio, a Londra le attende un destino tragico: due di loro vengono bollate come pazze e rinchiuse, una muore suicida a trentasei anni e le altre devono comunque lottare il doppio degli uomini - che le ostacolano o cercano di prendersi i meriti del loro lavoro - per vedere riconosciuta solo la metà del loro valore. Proprio mentre le prime battaglie femministe cominciavano a scardinare equilibri di potere fino ad allora intoccabili, cinque donne coraggiose riuscivano con le sole loro forze a sfidare una società e una cultura profondamente conservatrici, contribuendo allo stesso tempo alla nascita dell'antropologia. Frances Larson, anche lei antropologa, ne ricostruisce le vite fuori dall'ordinario, elevando le loro storie a simbolo di un movimento - fatto di libertà e rivendicazioni - che dall'inizio del secolo arriva fino a oggi. La piccola storia di cinque donne si fa così paradigma ed emblema: se gli antropologi nei loro viaggi rimangono a tutti gli effetti degli intrusi tra gli indigeni, queste donne, intruse nella società borghese che le voleva solo mogli e madri, trovarono dall'altra parte del globo una terra nuova in cui essere libere. |
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UMANI DA SEI MILIONI DI ANNI. L'EVOLUZIONE DELLA NOSTRA SPECIE - Gianfranco Biondi; Olga Rickards
MAG C 11000
Il volume, in una nuova edizione aggiornata e ampliata, traccia la storia dell'evoluzione umana avvalendosi delle più recenti acquisizioni dell'analisi dei fossili e del DNA. La scoperta di nuove specie estinte e la ricostruzione del genoma dei neandertaliani e di altre specie hanno infatti fornito dati importantissimi. Oggi non sappiamo soltanto che la specie Homo sapiens non può essere suddivisa in razze e che alcuni nostri antichi parenti erano probabilmente in grado di utilizzare un linguaggio complesso simile al nostro, ma anche che in noi sono presenti alcuni dei loro geni, tra cui quelli che, per chi li possiede, rendono più aggressivo il COVID-19. La ricerca etologica, inoltre, ha dimostrato come la nostra morale abbia un'origine evoluzionistica e che condividiamo la sua radice con gli altri primati. |
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LENIN, IL RIVOLUZIONARIO ASSOLUTO - Guido Carpi
MAG C 10998
A cento anni dalla morte di Vladimir Il'ic Ul'janov, Lenin, il volume ne ricostruisce il pensiero e l'azione negli aspetti più fertili: la lotta intransigente contro ogni forma di sfruttamento e oppressione, la volontà di costringere la nazione un tempo dominante nell'ex Impero russo a farsi membro di una grande famiglia di popoli con uguali diritti, la fondazione di una Internazionale comunista capace di collegare le lotte sociali dell'Occidente ai movimenti di liberazione presenti nell'immensa periferia coloniale. Non priva di lacune e di gravi limiti, quali l'assenza di una vera e propria teoria dello Stato socialista o l'incapacità a contrastare quel nuovo apparato burocratico sovietico che avrebbe poi generato un'involuzione autoritaria, la visione strategica del “rivoluzionario assoluto” germina da una carica utopistica senza confini e produce l'onda d'urto politica più devastante del XX secolo. |
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COSTRETTI ALL'ESILIO. MEMORIE DI UNA BAMBINA ISTRIANA - Nevia Mitton
MAG C 10936
La nostalgia è un sentimento viscerale. Prima di toccare l’animo, ti prende il corpo. È come un mancamento: a volte basta una parola, il nome di un luogo che hai sentito proferire tante volte da tuo padre. Questo è il sentimento che pervade il racconto di Nevia Mitton che, sul filo complesso e misterioso della memoria, talvolta in toni drammatici e in altri più teneri, narra la sua vicenda di profuga istriana, dall’abbandono del borgo natio alla permanenza nei campi profughi. Incrociando vicende famigliari e storiche, evoca i momenti difficili vissuti in Istria e l’esodo dalla terra amata ormai non più italiana. Per i poveri esuli il piccolo borgo diventa il pensiero primo delle loro esistenze. L’Autrice conclude la narrazione ricordando chi ancora oggi subisce il suo stesso destino. Qui sovvengono le parole del grande Esule fiorentino: «Come legno sanza vela e sanza governo portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade». |
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LA TOLLERANZA IN ETÀ MODERNA. IDEE, CONFLITTI, PROTAGONISTI (SECOLI XVI-XVIII) - Lucia Felici; Girolamo Imbruglia
MAG C 11011
Il 1492 inaugurò l'età moderna e una nuova fase dei rapporti con l'“altro”, nelle vesti dell'eretico, dell'amerindio, dello schiavo africano, del pirata ottomano: dibattiti inediti e terribili conflitti religiosi e civili segnarono così l'Europa del XVI secolo. In questo clima di violenze e soprusi nacque l'idea di tolleranza, come difesa dell'autonomia della coscienza, della fede, dell'essere umano. Con il tempo, si svilupparono pratiche di convivenza, in nome del bene comune della società. Teoria e prassi si influenzarono a vicenda. Le persecuzioni politiche e religiose, tuttavia, non si arrestarono. Per garantire la pace sociale, dal Sei-Settecento fu perciò ampliata la secolarizzazione nei rapporti umani e l'ideale della tolleranza si affermò prima come categoria della sovranità, poi come un diritto umano e infine come libertà civile. Attraverso un vasto affresco di storia religiosa, sociale e culturale, il volume descrive l'origine e lo sviluppo del problema della tolleranza e il suo intreccio con la nuova idea politica di libertà. Fornisce però anche uno strumento indispensabile per comprendere criticamente il nostro presente: anche oggi, infatti, l'intolleranza non cessa di alimentare la violenza. |
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IL PENSIERO DI PANDORA. DONNE E POLITICA DALL'ANTICHITÀ AL SETTECENTO - Alessandro Mulieri
MAG C 11010
Siamo abituati a pensare che la storia delle grandi idee politiche del passato sia stata scritta soltanto da uomini, molti dei quali particolarmente critici nei confronti delle donne e dell'eguaglianza di genere. Ma è davvero così? Il libro offre uno sguardo diverso sull'avvicendarsi delle teorie e ideologie politiche pre-ottocentesche, in cui a fare da protagonisti sono invece alcuni pensatori e pensatrici distintisi per la loro concezione innovativa sui rapporti tra i generi e sulla condizione femminile. Da Aspasia a Averroè e Christine de Pizan, da Cornelio Agrippa a Mario Equicola e Lucrezia Marinella, da Margaret Cavendish a Thomas Hobbes, Mary Astell e Olympe de Gouges, il testo mette in risalto filosofi, filosofe e scrittrici che dall'antichità al Settecento hanno utilizzato i linguaggi politici del mondo precedente all'età contemporanea per affrontare, spesso in modo del tutto originale, il tema complesso del rapporto tra i generi. Ne risulta un'indagine in cui dalle filosofe di Platone si passa attraverso le imama di Averroè, fino agli umanisti e alle scrittrici rinascimentali che teorizzavano la superiorità del genere femminile su quello maschile per concludere con alcune protagoniste delle rivoluzioni politiche del Seicento e del Settecento. |
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S.ANTONIO. CHIESA E CONVENTO A BARLETTA. UNA STORIA IN QUATTRO TEMPI 1231-1391-1558-1813 - Renato Russo
AP C 693
La chiesa che attualmente è nota come S. Antonio (chiesa e complesso conventuale) ubicata sull’omonima strada, originariamente (cioè all’atto della sua fondazione, nel 1558) FU EDIFICATA SOTTO IL NOME DI s. Francesco dai Frati Minori Conventuali. Nel 1809 re Gioacchino Murat soppresse l’ordine dei Francescani i quali furono costretti a lasciare il complesso conventuale, e fu allora che- nel 1813- ritornarono i confratelli della Congrega di S. Antonio (se ne erano allontanati per dissapori coi Francescani nel 1763) e da allora- stabilmente- la chiesa e il convento assumeranno il nome di S. Antonio. Ma in quali circostanze sarebbe avvenuto prima l’insediamento dei Francescani nel 1558 e successivamente (nel 1813) la nuova dedicazione della chiesa a S. Antonio? Questo studio, questa ricostruzione storica (che parte dal 1231) vuole dare una risposta a questi interrogativi. |
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LA NASCITA DEL FEMMINISMO MEDIEVALE. MARIA DI FRANCIA E LA RIVOLTA DELL’AMORE CORTESE - Chiara Mercuri
MAG C 10945
Un’altra rivoluzione è nata prima del 1789: quella di Maria di Francia. Non è raccontata nei manuali, perché è una rivoluzione in buona parte fallita. Avrebbe voluto imporre una visione femminile del mondo e non vi riuscì. Ma ebbe tra i suoi effetti la nascita dell’amore cortese, l’astro luminoso del Medioevo, oscurato poi dai livori inquisitoriali della prima Età moderna. Perfino l’identità di Maria allora, si perse o si confuse. Figlia del Re di Francia Luigi VII, Maria nacque nel 1145 e, dopo il matrimonio, si stabilì nella contea del marito, la Champagne. Fu una scrittrice, ma soprattutto un’intellettuale capace di radunare attorno a sé altri autori, cui affidare la promozione delle proprie idee. Idee nuove e progressiste sull’amore, sulla sessualità, sui rapporti coniugali, sulla vita di coppia. Idee che avrebbero potuto – e dovuto – mille anni prima della rivoluzione sessuale del Novecento segnare un nuovo corso della storia femminile, e quindi del mondo. |
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C'ERA UNA VOLTA IN ITALIA. GLI ANNI SESSANTA - Enrico Deaglio
MAG C 11031
Tutti sono concordi: non c’era mai stato niente come quel decennio, e quelli successivi non avrebbero potuto essere senza di loro. Gli anni sessanta, primo volume di una storia italiana che arriverà fino ai giorni nostri, vivono ancora adesso nella nostalgia e nel mito: nelle canzoni trasmesse alla radio, negli armadi o nelle cantine dove non ci si riesce a liberare di un eskimo o di una vecchia minigonna di pelle scamosciata, o nei cassetti dove ricompaiono gettoni del telefono, monete da dieci lire, biglietti di concerti, il congedo illimitato provvisorio, copertine di 45 e di 78 giri… La stragrande maggioranza degli italiani di oggi è nata dopo la guerra, tutti dunque, direttamente o dai racconti di chi c’era, sappiamo qualcosa di quel “decennio favoloso” che ci ha visto camminare insieme a Fellini, Visconti, Togliatti e Moro, Mina, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Rita Pavone, Catherine Spaak; correre insieme ad Abebe Bikila e Gigi Riva, leggere insieme a Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Natalia Ginzburg e Gabriel García Márquez. Mentre crescevamo, sono morti il campionissimo Fausto Coppi, il papa buono Roncalli, il presidente americano John Kennedy e suo fratello Bob; persone che avrebbero cambiato l’Italia come l’utopista Adriano Olivetti e l’industriale visionario Enrico Mattei. Sono morti anche il comandante Guevara, monaci buddhisti in Vietnam, il pastore Martin Luther King e Jan Palach, il prete con gli scarponi don Milani; altri crescevano senza essere visti, i Buscetta, i Sindona, “la linea della palma”. Ci facevano paura con la bomba e le guerre, ma ragazzi e ragazze incominciarono a dire “basta”, il cinema e la musica erano avanti (e di molto) sul mondo antico che ci governava, fatto di vecchi generali, vecchi politici, vecchi magistrati, vecchi professori, vecchi fascisti che trovarono, alla fine di quella favola, il modo di vendicarsi. E fecero scoppiare la bomba di Milano, con cui gli anni sessanta finirono. E non ci fu più l’innocenza. E dire che, prima, almeno per un attimo, tutto il futuro era sembrato possibile. |
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VESPASIANO - Arnaldo Marcone
MAG C 11021
Nato in un villaggio dell’Alta Sabina da una famiglia estranea alla vita politica romana, Vespasiano fu imperatore inaspettato. Riuscì a trarre vantaggio dalle competenze militari di cui diede prova nella guerra di Giudea e con un’attenta strategia si assicurò consensi nell’esercito e in politica. Agli eccessi dei Giulio-Claudi contrappose la modestia, chiave del successo del suo principato. Tra le pagine di questo libro riviviamo le tappe della sua ascesa e la determinazione con la quale elaborò il suo progetto dinastico. |
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LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE E I RIFUGIATI EBRAICI FRA LE DUE GUERRE MONDIALI - Giuseppe Motta
MAG C 11019
Il volume analizza la questione dei rifugiati di origine ebraica fra Grande Guerra e Rivoluzione russa, ascesa del nazismo e crisi delle istituzioni internazionali. Gli eventi del primo dopoguerra colpirono in maniera traumatica la popolazione ebraica dei vecchi Imperi e causarono un costante flusso di rifugiati ed emigrati, ai quali per la prima volta si cercò di dare una risposta internazionale grazie alla Società delle Nazioni e all'Alto Commissariato per i rifugiati. Sulla base della consistente documentazione di queste istituzioni e di organizzazioni come il Joint Distribution Committee, l'autore analizza le conseguenze del tragico processo degenerativo dello Stato Nazione, soffermandosi sull'impatto che la questione dei rifugiati ebbe per l'evoluzione della comunità internazionale. |
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